mercoledì 17 dicembre 2008

lettera



In giardino il ciliegio e' fiorito
agli scoppi del nuovo sole
il quartiere si e'presto riempito
di neve di pioppi e di parole
all'una in punto si sente il suono
acciottolante che fanno i piatti
le tivu'sono un rombo di tuono
per l'indifferenza scostante dei gatti
come vedi tutto e'normale
in questa inutile sarabanda
ma nell'intreccio di vita uguale
soffia il libeccio di una domanda
punge il rovaio di un dubbio eterno
formicaio di cose andate
di chi aspetta sempre l'inverno
per desiderare una nuova estate
son tornate a sbocciare le strade
ideali ricami del mondo
ci girano tronfie la figlia e la madre
nel viso uguali e nel culo tondo
in testa identica senza storia
sfidando tutto senza confini
frantumano un attimo quella boria
grida di rondini e ragazzini
come vedi tutto e'consueto
in questo ingorgo di vita e morte
ma mi rattrista o io sono lieto
di questa pista di voglie e sorte
di questa rete troppo smagliata
di queste mete li'da sognare
di questa sete mai appagata
di chi starnazza e non vuol volare
appassiscono piano le rose
spuntano a grappi i frutti del melo
le nuvole in alto van silenziose
negli strappi cobalto del cielo
io sdraiato sull'erba verde
fantastico piano sul mio passato
ma l'eta'all'improvviso disperde
quel che credevo e non sono stato
come vedi tutto va'liscio
in questo mondo senza patemi
in questa vita presa di striscio
di svolgimento corretto ai temi
dei miei entusiasmi durati poco
dei tanti chiasmi filosofanti
di storie tragiche nate per gioco
troppo vicine o troppo distanti
ma il tempo il tempo chi me lo rende
chi mi da'indietro quelle stagioni
di vetro e sabbia chi mi riprende
la rabbia il gesto donne e canzoni
gli amici persi i libri mangiati
la gioia piana degli appetiti
l'arsura sana degli assetati
la fede cieca in poveri miti
come vedi tutto e'usuale
solo che il tempo stringe la borsa
e c'e'il sospetto che sia triviale
l'affanno e l'ansimo dopo una corsa
l'ansia volgare del giorno dopo
la fine tragica della partita
il lento scorrere senza uno scopo
di questa cosa...che chiami...vita..

(F.Guccini)

9 commenti:

claudio ha detto...

Ho letto Valeria ma in fretta perché sono ancora al giornale (turno di notte ahimè). Di certo Guccini merita ulteriori approfondimenti, magari più in là nella notte quando riuscirò a tornare a casa!

valeria ha detto...

Sono già gratificata del fatto che tu mi abbia risposto...
Svegliandomi, stamattina, ho pensato: " come ho osato scrivere quelle scicchezzuole (testo di Guccini a parte) a fronte del post di Claudio?"
Vabbè, W la spontaneità...Sono certa che ti rifarai, in materia, con la risposta di Roberto, come te fine conoscitore e...intenditore di (vera) musica!

Roberto ha detto...

cara Vale sei piena di sorprese anche per me che ti frequento da tanto tempo.Non pensavo che ti piacesse Guccini.
Io lo conosco abbastanza bene e lo apprezzo molto nsieme a De gregori ha accompagnato tanti momenti della mia giovinezza funestata da eventi tristi, periodi di solitudine, ma anche da momenti felici.
Ma se io avessi previsto tutto questo dati causa e pretesto...,
canzone per una amica;lunga e diritta correva la strada... la locomotiva; dio è morto( a suo tempo censurata perchè i censori dell'epoca non avevano capito
nulla infatti il testo finisce con dio è risorto..)
Via paolo fabbri 43; eskimo.
noi non ci saremo..
E un'altra volta è notte e suono non so nemmeno io per che motivo forse perchè son vivo..
E poi...:
Sono ancor aperte come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta
qualcuno è andato per eta' qualcuno perchè già dottore e' insegue una maturità si è sposato
fa carriera.. ed è una morte un po' peggiore..
vedi cara, piccola citta' ( G.è modenese ma bolognese d'adozione)
Vado a braccio perchè ho aperto un cassettino nella memoria pieno di "gucciniane".
Ora lo richiudo.Non conoscevo il pezzo che hai pubblicato sul post-
Concludo con una notazione personale sull'artista: autore prolifico sopratutto di testi. Come tutti quelli della sua fortunata e talentosa generazione forse ha gia'dato il meglio di se. Post - esistenzialista, sessantottino disilluso,incontra molto il mio gusto personalel'ho suonato e cantato a lungo con grande piacere!

Massimo F. ha detto...

Per riprendere l'ultimo commento che ho scritto al post precedente, eccomi con una voce stonata :-)
A me Guccini non piace. Sicuramente sono influenzato dalla sua appartenenza ... cromatica ;-) ma anche dal fatto che lo considero un gran "filone".
Cerco di spiegarmi proprio analizzando il testo delle parole trascritte da Valeria. Cosa vuol dire ? Nulla. Non conoscendo la canzone io ho letto le parole senza che nella testa mi risuonasse alcuna musica o la voce dell'interprete (conta molto anche quella !) e ... mi sembra che l'autore abbia solo assemblato una serie di parole evocative, con grande fiuto per il marketing, ma che non significano assolutamente nulla. Ha inserito parole che "riempiono" la bocca (scoppi, pioppi, sarabanda, libeccio ...) e termini desueti (acciotolante, rovaio, chiasmi) che ovviamente incidono, anche nel subconscio, a livello emotivo.
Ma quel che complessivamente non mi piace in Guccini (e nei cantautori come lui) è il pessimismo esistenziale di cui sono impregnati i suoi pezzi, ed anche la ricercata parolina volgare (qui c'è "culo", ma anche Bologna è "puttana" se non sbaglio autore) senza la quale non sembra possibile scrivere un testo.
Ma la mia è solo una voce stonata ... in tutti i sensi :-)

valeria ha detto...

Vuol dire molto, invece.
Vuol dire domande inevase sul senso della vita. Questa canzone mi emoziona proprio perché rappresenta esattamente quello che io, spesso, provo….
Infatti mi piace il testo; per quel che riguarda lui, "a pelle" (ovvero, "a colore"....),non sono lontana dalle tue posizioni,
comp...pardòn..."came...." Max!

claudio ha detto...

Pur preferendo il testo di Cyrano da quel disco non posso negare un certo fascino in questa canzone e anche se, come dice Massimo, Guccini "filoneggia", lo fa con un tono piacevole tutto sommato.Non dimenticate che comunque si tratta
di canzoni e la musica conta. Ripeto: io non l'ho mai amato tanto, ma alcune sue opere non ho mai potuto lasciarmele scivolare addosso, una per tutte La locomotiva. Non sono nemmeno schierato politicamente dalla sua parte, anzi, ma credo che lui cantasse quelle canzoni di "protesta" o di "denuncia" (vedi Dio è morto, La locomotiva stessa, l'Avvelenata, Cyrano che la riprende) con una certa sincerità. Almeno agli inizi.Sul tema della morte comunque
ascoltate L'Uomo, di parecchi anni prima. QUi c'è un inizio un po' banale con immagini di vita comune poi si va a finire in una serie di considerazioni malinconiche sulla vita e sulla morte. Sicuramente risente della scomparsa in quel periodo di due dei suoi vecchi amici (Bonvi e Victor dell'Equipe 84), e nella tristezza dove annegano a volte i sogni dalla vita Guccini era annegato molto meglio con In morte di S.F. tanto tempo prima.
Qui invece, in Branduardi - altro cantautore che non amo ma rispetto - il tema della vita e della morte è celato in modo più sottile. Tenete conto che la canzone (bellissima: la musica conta) è la trasposizione di una celebre poesia di Eisenin, morto non a caso suicida.
Vi lascio alla lettura, che a mio modo di vedere, merita.

"Mi piace spettinato camminare
il capo sulle spalle come un lume
e mi diverto a rischiarare
il vostro autunno senza piume.
Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiola dell'ingiuria,
mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.
Ed in mente mi torna quello stagno
che le canne e il muschio hanno sommerso ed i miei che non sanno di avere un figlio che compone versi;
ma mi vogliono bene come ai campi
alla pelle ed alla pioggia di stagione, raro sarà che chi mi offende scampi alle punte del forcone.
Poveri genitori contadini,
certo siete invecchiati e ancor temete il Signore del cielo e gli acquitrini, genitori che mai non capirete che oggi il vostro figliolo è diventato il primo tra i poeti del Paese e ora in scarpe verniciate e col cilindro in testa egli cammina.
Ma sopravvive in lui la frenesia
di un vecchio mariuolo di campagna
e ad ogni insegna di macelleria
la vacca si inchina sua compagna.
E quando incontra un vetturino
gli torna in mente il suo concio natale e vorrebbe la coda del ronzino regger come strascico nuziale.
Voglio bene alla patria
benchè afflitta di tronchi rugginosi m'è caro il grugno sporco dei suini e i rospi all'ombra sospirosi.
Son malato di infanzia e di ricordi e di freschi crepuscoli d'Aprile, sembra quasi che l'acero si curvi per riscaldarsi e poi dormire.
Dal nido di quell'albero, le uova
per rubare, salivo fino in cima
ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima;
e tu mio caro amico vecchio cane,
fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia e giri a coda bassa nel cortile ignaro delle porte dei granai.
Mi sono cari i miei furti di monello quando rubavo in casa un po' di pane e si mangiava come due fratelli una briciola l'uomo ed una il cane.
Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri son gli stessi, sul tappeto magnifico dei versi voglio dirvi qualcosa chge vi tocchi.
Buona notte alla falce della luna
sì cheta mentre l'aria si fa bruna, dalla finestra mia voglio gridare contro il disco della luna.
La notte e` così tersa,
qui forse anche morire non fa male, che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzola un fanale.
O Pegaso decrepito e bonario,
il tuo galoppo è ora senza scopo,
giunsi come un maestro solitario
e non canto e celebro che i topi.
Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome, voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome".

valeria ha detto...

Claudio,(purtroppo sto andando al lavoro, ma) personalmente oggi avrò di che meditare, approfondire, ascoltare...

Massimo F. ha detto...

Beh, non posso che compiacermi del fatto che due esperti come Claudio e Roberto confermino un paio dei miei assunti: che Guccini è affabulante e che la musica è importante per quel che può suscitare un testo.
Poi ... poi naturalmente nelle parole ognuno trova quel che rispecchia la sua sensibilità e se sono ascoltate in momenti particolari e con una atmosfera o una predisposizione d'animo particolare, magari si può trovare in esse anche ciò che lo stesso autore non sapeva vi fosse :-)

valeria ha detto...

" ...il lento scorrere senza uno scopo
di questa cosa ...che chiami....
vita"

Che versi intensi! :-)

P.s.: alla fine, Massimo, ti hanno dato ragione tutti!...Morale: la fede cieca (e soprattutto "filona")in poveri (per stessa ammissione dell' autore)miti, prima o poi, viene smascherata.....