mercoledì 17 dicembre 2008

Il suono delle stagioni



La nostra esistenza è, volenti o nolenti, segnata anche dalla musica. Sia che l’abbiamo studiata, suonata, ascoltata, magari a volte subita, tutti colleghiamo alcuni episodi a particolari motivi musicali di tutti i generi. Dalla canzone fischiata sotto la doccia all’inno nazionale prima di una vittoria mondiale passando per la colonna sonora dei nostri amori. Le nostre abitudini musicali sono influenzate dalle altre nostre esperienze perciò sono quasi sicuro che quello che ascolto in macchina con la radio mentre vado al lavoro è diverso da quello che ascoltereste voi. E’ però certo che ci sono canzoni, di svariati generi, che possiamo identificare con precisione come assolutamente espressione del loro tempo e qui entra in gioco la mia proposta. Quella di indicare quei brani (se volete non necessariamente “leggeri”) che, riallacciandomi trasversalmente al sondaggio dell’amico Massimo F., hanno segnato i nostri decenni. Escluderei gli anni 50 - personalmente la conoscenza che ne ho è nata solo in seguito, direi che eravamo troppo piccoli - e i 2000 in quanto ancora in corso. Restano gli anni 60, 70, 80 e 90. Voglio considerare musiche che rappresentino sì i miei personalissimi decenni ma siano anche significative in assoluto. Cominciamo. Ho pensato qualche giorno fa (avevo già in mente vagamente questa cosa quindi sono “preparato”) che per ciò che riguarda gli anni 60 vorrei tanto poter citare la Beatlesiana A day in the life ma non posso per il motivo che mi ha fatto escludere gli anni 50, cioè apprezzamento a posteriori. Quindi, udite udite la mia scelta cade su C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones di Gianni Morandi. Questo è il pezzo che da giovincello ho più amato, in quegli anni in cui mi affacciavo al mondo della musica ascoltando Sanremo con mio nonno ai tempi dei vituperati capelloni. Ricordo il 45 giri ascoltato mille volte in un vecchio mangiadischi: non conoscevo ancora Help e Ticket to Ride ma il Vietnam si affacciava tristemente nella mia casa da quegli antichi telegiornali monocromatici.
Per i 70 è più facile: ancora all’inizio non suonavo la chitarra, erano gli anni del liceo e dei primi Lp ascoltati magari da amici. C’era un disco “trasgressivo” che aveva in copertina un paio di jeans con una vera chiusura lampo (Sticky Fingers). La prima volta lo vidi a casa di Stefano e Andrea R. La prima canzone di quel disco era già entrata nella storia della musica: Brown Sugar. E per un sacco di motivi questa è la mia scelta legata dunque ai Rolling Stones (forse c’era un presagio in Morandi?).
Per gli anni 80 dico Sweet Child O’Mine dei Guns ‘N Roses, un riff che non potrò mai dimenticare, legato all’amore e ai viaggi. Andatela ad ascoltare se non la conoscete (tutto l’album da cui è tratta Appetite for Destruction è considerato probabilmente il miglior disco rock degli anni ’80). La prima volta che la sentii ero intrippato in fondo alla Baja California e da allora mi rimase in testa per sempre.
Concludo coi 90. Per un amante del rock come me è una scelta “obbligata”. In più si tratta veramente della canzone più significativa dei 90. E guarda caso ha coinciso con una mia “rinascita”. Anche se parlando di Kurt Cobain e di Smeels like Teen Spirit siamo molto più vicini alla morte!
Certo ci sono state altre canzoni soprattutto negli ultimi decenni che mi smuovono dentro ondate di ricordi di tutti i generi, ma ci ho pensato bene, davvero, e alla fine ho scelto queste.

6 commenti:

Massimo F. ha detto...

Ottimo spunto, Claudio. Sono in partenza per Milano (confidando nell'alta velocità :-) e come risposta immediata, quando mi chiedono la canzone che preferisco, mi vengono alla mente due canzoni dell'infanzia (Lettera a Pinocchio di Dorelli e Aulì Aulè di Celentano) e una dei nostri anni 70: Io vorrei non vorrei ... ma se vuoi di Battisti. Poi, certo, Morandi è un "must" per noi bolognesi, Hey Judd dei Beatles e The Great Pretender dei Platters che lego a due pubblicità particolarmente evocative e ... Madonna (sorpresi ?). Su altro ancora, magari stasera se il treno sarà in orario !

Massimo F. ha detto...

L'Alta Velocità è una grande invenzione ! Da Bologna a Milano in una sola ora (idem per il ritorno). Pensate che quando lavoravo in zona Fiera impiegavo lo stesos tempo, Bologna su Bologna !, per tornare a casa quelle due volte all'anno in cui, causa il maltempo, ero costretto ad utilizzare l'automobile.

Beh, adesso che sono qui, rilassato e riposato :-), rivedo la mia risposta mattutina e, confermando canzoni e interpreti, penso però di essere andato "fuori tema", trattandosi di canzoni che segnano un decennio e non di quelle preferite. Così integro.
Anni 60 Naturalmente non so se sia cinquanta o sessanta, per cui metto L'uomo in frack di Modugno o, se è canzone dei 50, Un mondo d'amore di Morandi.
Anni 70 Qui sono sicuro: Io vorrei, non vorrei ma se vuoi di Battisti.
Anni 80 Mamadodori di Dori Ghezzi
Anni 90 Peter Pan di Enrico Ruggeri .
Tutti italiani, vi domanderete ?
Sì, perchè oltre ad essere politicamente scorretto e radicalmente reazionario, sono pure perdutamente nazionalista :-)
Buona serata.

valeria ha detto...

Beh, ovviamente, e chi mi conosce appena un po’ lo sa bene, Gianni Morandi ha il primato di “presenza” nella mia simpatia: il timbro della sua voce tocca in me corde profonde….Diciamo che le sue canzoni coprono gli anni 60, i 70, gli 80, i 90 fino a inizi 2000…e che tra i Beatles e i Rolling Stones adoro i primi. Con Morandi speravo di avere passato indenne il rischio volubilità, quanto meno con riferimento a 1 uomo nella mia vita (-:))!, invece, non so dirvi come né perché…paf, d’ improvviso la mia pluriennale passione (di vera passione trattavasi) è svanita…Il ricordo di tanti bei momenti di ascolto è indelebile, ma adesso, quando trasmettono in tv un suo special, normalmente cambio canale…Non potete immaginare quanto questo mi rattristi, ma l’ incanto si è interrotto. Forse perché è invecchiato? Perché io sono invecchiata? Perché il pensiero della caducità delle cose non ci piace?
Le canzoni di Gianni, che conosco tutte a memoria, tranne le recentissime, fanno tendenzialmente parte del mio mondo di “fan”. Alcuni momenti intensi della mia vita sono invece legati ai cantautori italiani, primi tra tutti i “Lucio”: Battisti e Dalla. Fuori tema elencare i titoli…ma proprio dovendo, e di getto - e forse è questa l’ unica chiave- mi vengono in mente "Canzoni stonate" (Gianni: inizio anni 80), "Cara" (Dalla: 1980) e poi, ancora, "La cura" (Battiato: 1996).
Ma della serie di quegli amori strani, stranissimi, che non avresti detto mai .. sbuca nel mio ricordo un cantautore, la cui figura mi è totalmente estranea, perché a me non affine, non so nemmeno ricordare altre sue canzoni…ma questa mi è entrata indelebilmente dentro e ancora, ascoltandola, leggendola, mi piace…
Ve la passo in apposito post…

Roberto ha detto...

Sono in grave imbarazzo di fronte a questo tema lanciato da Claudio : mi verrebbe da scrivere una voce dell'enciclopedia britannica.
Provero' a sintetizzare e a scavare nella memoria.
Sono stato fortunato: ho un fratello maggiore cultore della musica (da un po' di tempo anche buon esecutore dopo 4 anni di studio del pianoforte). A lui devo i miei gusti e la mia formazione musicale.Da piccolissimo giocavo in salone con i miei soldatini e ascoltavo ray charles, otis redding, wilson picket, tom jones, il jazz il r. e blues. Ricordo anche il primo 45 giri inciso da Lucio Dalla una cover del famoso careless love:
poi verso i tredici anni durante le lunghe Estati nella casa di campagna a san rocco insieme ad amici molto appassionati e colti: le polemiche sui omplessi pop che imperversavano, e il mio amore per i "blood sweat e tears" una formazione anomala con grandi jazzisti e una grande voce solista, che Claudio forse ricorderà.
Voglio ricordare anche gli animals una formazione che battisti ascoltava più dei beatles per sua stessa ammissione.
All'epoca imparai anche a strimpellare la chitarra e un paio di ben assestate combinazioni di battisti, dalla, de gregori negli anni successivi erano il menù obbligato che servivo alle ragazze che desideravo intrappolare.
Recentemente ci provo ancora con effetti disarmanti il chè mi fa concludere che i miei successi di allora non erano attribuibili alle
miei performances musicali (sic).
In anni più recenti mi sono appassionato al folk americano e al blues.
Alcuni anni fa in seguito alla visione dello splendido remake del film che narra la sua vita ho approfondito la conoscenza del grande cole porter un autore raffinatissimo ever green.
In conclusione w la musica tutta! L'orecchio e l'educazione all'ascolto sono, credo le sole due cose importanti per poter apprezzarla dopodichè la si puo' esplorare all'infinito.
a presto

massimo p. ha detto...

Molto bella l’idea di questo post, però, per quanto mi riguarda, è dalla fine dei ’70 che non ascolto più musica leggera (chiamiamola così, per semplificare, in realtà è un termine molto riduttivo, antiquato ed ormai totalmente inadeguato).
Negli anni ’70 ero diventato un grandissimo appassionato del c.d. “progressive rock” (o “rock romantico inglese, come si diceva allora, o classical rock e chissà quante altre definizioni ci sono): parlo di gruppi come Genesis, Yes, King Crimson, Pink Floyd, EL&P,ecc.
Proprio seguendo questo genere di musica mi sono sempre più avvicinato alla musica classica, che da allora ascolto pressoché esclusivamente. Anzi, essendo appassionato di medioevo, ormai ascolto prevalentemente (per la disperazione di mia moglie) la c.d. “musica antica”: medievale, rinascimentale, barocca (dal canto monodico bizantino dei secc. V-VI alla grande stagione del barocco sec. XVII – inizio XVIII).
Dopo questa lunga premessa, vediamo di rispondere alla domanda:
per gli anni ’60 “A Whiter Shade of Pale” dei Procol Harum
per gli anni ’70 il concept-album del King Crimson “In the Court of the Crimson King” , ma per quanto riguarda le singole canzoni quella stupenda ballata di Bob Dylan “Knocking on Heaven’s Door”, inserita nella colonna sonora di uno dei capolavori di Sam Peckinpah (“Pat Garret & Billy the Kid”) e fra gli italiani, naturalmente tutto Battisti. Dopo i ’70, il nulla assoluto. Anche se… a ripensarci… per gli anni ’80 “Caruso” di Lucio Dalla, una delle più belle canzoni italiane di sempre.

Massimo F. ha detto...

Sorbolik, come siete tutti acculturati in musica ! Roberto ha parlato di "orecchio".
Piccolo episodio (chissà se Pietro, leggendolo, se lo ricorda ?
Eravamo in terza elementare. Ogni tanto, nell'ambito della materia "disegno, recitazione e canto", andavamo in un salone dove una maestra strimpellava una pianola (credo) e ci faceva cantare.
Almeno ci faceva cantare le Canzoni del Risorgimento (come la Canzone del Piave, l'Inno di Garibaldi, La Bandiera Tricolore etc.) e non cercavano di indottrinarci come fanno al giorno d'oggi ... ;-)
Un bel giorno si interruppe e mi disse: tu non cantare, che fai stonare anche gli altri !!!
Ecco che, da allora, la musica non è mai stata la mia materia di ... ascolto :-)