domenica 30 aprile 2017

Il detective calvo

Un'acquisto casuale e, come spesso accade, una scoperta piacevole.
Ero in astinenza da polizieschi, non uscendo o non essendo più all'altezza dei precedenti i "classici" del poliziesco moderno (Reichs, Rankin, George, Lackberg) e nel mio settimanale giro in libreria ho rischiato tre nuovi autori.
Uno è veramente una pena (Camilla Grebe, La sconosciuta) faticoso da leggere e da seguire.
Un secondo è il primo volume di un autore islandese (Ragnar Jonason) che spero continui ad essere pubblicato con le inchieste che seguono questa prima uscita e di cui comunque scriverò in un prossimo commento.
Il terzo è una piacevolissima sorpresa, danese, Anna Grue.
Riproduco la copertina del terzo volume che è il primo che ho letto e che non richiede, per la sua comprensione, l'obbligatoria, preventiva lettura dei precedenti della serie.
Ovviamente ho acquistato anche gli altri due e il primo ha confermato la ottima impressione, il secondo è in lettura per questo fine settimana "lungo".
Personaggi ben delineati (con la solita, triste, concessione al politicamente corretto che impone la presenza di negri, omosessuali, famiglie iper allargate et similia) che ruotano attorno ad un dilettante, di professione pubblicitario, che si scopre detective e viene chiamato il detective calvo per la sua fluente chioma ... ormai azzerata.
Finalmente un giallo scandinavo che non abusa delle scene di perversione e sesso che formano oggetto di decine di pagine a cominciare da Liza Marklund e Stieg Larsson.
Finalmente un gruppo di personaggi che, pur con i loro problemi, non appaiono come sfigati, depressi, tormentati da mille paturnie come il Wallander di Mankell.
Una trama consistente, con spunti interessanti e ambientazione azzeccatissima.
Chissà perchè non ha (ancora ?) quella fama che altri, meno dotati  hanno subito conseguito.
Abbastanza pagine per occupare il tempo libero di due o tre giorni di vacanza.
I romanzi si fanno leggere e si leggono con piacere e il finale (cioè la scoperta del colpevole) non è affatto scontato.

domenica 23 aprile 2017

E basta !

Come se non bastassero gli immigrati (regolari o clandestini ?) che ad ogni angolo del centro (specie nella zona tra via Drapperie, Marchesana e Orefici) chiedono soldi, con l'arrivo della primavera sono tornati a battere le stesse strade del centro gli attivisti "volontari" delle varie organizzazioni Oxfam, Unicef, Save the children, UNCHR, Amnesty e, come sempre tra via IV Novembre e via D'Azeglio, quelli che chiedono una firma contro la droga (sono almeno 30 anni che la chiedono e non mi sembra abbiano ottenuto un grande risultato ...).
I ragazzi che cercano di fermarci fanno il loro lavoro, faticoso e che rispetto, ma io contesto le modalità.
Non mi disturba affatto chi distribuisce un volantino nel quale vengono illustrate le iniziative e chiesto un contributo con l'indicazione di un iban o di un conto postale.
Mi disturba l'insistenza con la quale vogliono fermarci per poi chiedere le nostre generalità e numeri di telefono.
Quegli stessi numeri che, volontariamente consegnati, poi magari vengono venduti per l'odiosa pubblicità telefonica che ci costringe ad inserire tra i numeri bloccati tutti quelli che non si riconoscono.
Poichè sono anni che le strade di Bologna sono piene di ragazzi che ci offrono la possibilità di concorrere alla santità (ma per quello basta essere tifoso del Bologna ...) evidentemente ottengono soddisfazione.
Non da me, perchè non darei mai le mie generalità e numeri di telefono ad un banchetto per strada (quando mi chiedono il nome ne dico uno a caso, tranne il mio) e se proprio sono in buona, quando mi parlano dei bambini dico, sorridendo, che sono iscritto al club "forza Erode", lasciandoli interdetti e proseguendo per la mia strada.

domenica 16 aprile 2017

Buona Pasqua

Colombe e uova.
Cioccolata e tortellini.
Soprattutto una parentesi di riposo, aiutato da un clima (non in senso meteoreologico) che stimola l'abbiocco.
Come la partita di ieri del Bologna ... 😡
 

domenica 9 aprile 2017

Ma Totti merita gli applausi ?

Oggi il Bologna ha perso contro la Roma.
Ci può stare, anche se il punteggio è bugiardo perchè non ci sono tre goals di differenza.
Ad un certo punto è entrato Totti.
Non ha combinato nulla.
E' solo una icona, ma una icona romanista e non capisco gli applausi anche dei tifosi bolognesi.
Totti è stato un grande giocatore, sul definirlo "campione" avrei qualche dubbio.
Non credo che sia un campione chi, credendo di farla franca, sputa ad un avversario (Paulsen) addirittura in una partita della Nazionale.
Non credo siano da campione i suoi atteggiamenti guasconi quando le cose vanno bene e da pulcino quando il gioco si fa duro.
Non credo siano da campione i suoi capricci contro gli allenatori e, a volte, contro la società, sempre con la minaccia di andare via.
A suo onore l'aver sempre indossato la stessa maglia, cosa che lo mette su un gradino più alto di Maradona, altro grande giocatore, ma che non credo proprio possa essere definito "campione".
Campione fu Giacomo Bulgarelli, signore in campo e fuori.

domenica 2 aprile 2017

Scarsità di letture

Ogni settimana faccio un giro in libreria.
Anzi, in due librerire del centro (Nanni e Mondadori).
Ultimamente non trovo granchè.
Per fortuna ho la mia riserva strategica di romanzi di fantascienza (quelli che ho recuperato nel corso di ricerche ultradecennali per completare tutte le pubblicazioni della Libra) e sicuramente non mancano le letture.
Come ho sempre piacere di rileggere vecchie opere che negli anni ho letto e riletto tanto mi sono piaciute.
Ma di novità, zero o quasi (qualche Patterson, qualche Collins, poi il vuoto).
Dopo l'invasione degli scandinavi, sempre uguali, prolissi, con una vena di perversione in tutti, ma con trame, se fosse purgate dalle divagazioni introspettive e sessuali, solide, vedo che ci sono una marea di autori italiani.
Sembra che gran parte d'Italia si sia messa scrivere, soprattutto gialli.
Magistrati, cantanti, attori, tutti che si improvvisano autori polizieschi o filosofi della vita.
Non mi fregano.
Mi è bastato leggere una sola volta Camilleri con il suo Montalbano (e guardare anni fa i primi dieci minuti dello sceneggiato televisivo) per non cascarci più.
E, poi, quando mi manderanno in pensione, ho già pronte delle trame ... 😉

domenica 26 marzo 2017

Mago Zurlì vive nei nostri ricordi

Il tempo che passa è scandito anche dagli "amici" che se ne vanno.
Perchè i personaggi che ci hanno tenuto compagnia, soprattutto quando, piccoli, cominciavamo la nostra esplorazione del mondo, sono a tutti gli effetti amici, persone di famiglia.
Qualche giorno fa è morto Cino Tortorella che per tutta la nostra infanzia fu Mago Zurlì, il conduttore dello Zecchino d'Oro.
E sono contento di aver smesso di guardare lo Zecchino molto prima che lui dismettesse i panni del Mago Zurlì, cosa che avrebbe rovinato il mio personale ricordo.
Fu anche l'ideatore di un'altra trasmissione (per ragazzi più grandicelli, delle medie) che ci ha tenuto compagnia, Chissà chi lo sa ?, con Febo Conti e di tanti altri programmi che fornivano, soprattutto ai bambini, un momento di svago, ma anche di sana riflessione e competizione.
Mago Zurlì non è morto finchè resterà nella nostra memoria, assieme ai tanti personaggi che abbiamo amato da bambini, da Rin Tin Tin (con quel rompiscatole di Rusty, il perfettino tenente Rip Masters e il bonaccione sergente O'Hara) a Robby e 14, da Richetto, eterno ripetente, ai tanti, tantissimi protagonisti dei nostri Carosello (l'Ispettore Rock, lo Sceriffo Negroni, Giocondor, Papalla, il duetto fenomenale di Volpi e Calindri per la Chinamartini e tanti altri).

P.S.: lo stesso giorno è morto anche Tomas Milian, "Er Monnezza", il commissario Giraldi. Un ricordo anche per lui, pur se i suoi film, troppo sopra le righe e assai volgari, non mi sono mai particolarmente piaciuti (preferivo i polizieschi all'italiana con Maurizio Merli della serie "la polizia si incazza" più vicini alla mia mentalità da "Giustiziere della Notte"), ma anche lui ha segnato un periodo della nostra vita, più recente.

domenica 19 marzo 2017

Le piccole gioie della vita

Finalmente il Bologna ha giocato una bella ... mezza partita.
Sì, solo mezza, ma è stato il secondo tempo dove ha realizzato ben quattro reti.
Da segnare sul calendario perchè non so se rivedremo a breve uno spettacolo del genere.
Il primo tempo, da dimenticare.
Destro da buttare.
Ma non pensiamoci, godiamoci questa piccola soddisfazione.
Era da tempo che non accadeva.

domenica 12 marzo 2017

L'orribile società del futuro

La settimana scorsa, per lavoro, ho partecipato ad un incontro di formazione sull'innovazione.
Tutti giulivi gli oratori ci hanno descritto di macchine che parcheggiano da sole, di pulsanti premendo i quali ti arriva la pizza (sempre uguale, perchè quella è registrata come "tuo gusto") a casa, altri che ti consentono di trovare una baby sitter che possa andare a prendere i pargoletti a scuola o dall'allenamento.
Ed erano contenti, presentavano il tutto come una immensa fortuna, guadagno di tempo (da dedicare poi a cosa ? A faccia libro et similia ?) tratteggiando una società futura tutta improntata a simili bestialità (e anche peggio).
Nessuno che abbi evidenziato come simili risposte alle nostre "esigenze" derivino da una mostruosa schedatura personale dei nostri gusti, delle nostre idee, delle nostre abitudini, dei nostri viaggi e un controllo asfissiante su dove siamo in ogni momento.
Nessuno che ci abbia illustrato come simili tecnologie rappresentino un abbassamento del livello intellettuale, una massificazione che ci trasformerebbe tutti in un gregge con riflessi pavloviani su "necessità" e "bisogni" occultamente indotti.
Una massa sempre più amorfa e quindi serva che non saprà nemmeno più parcheggiare un'automobile, non avrà più il piacere di uscire per mangiare una pizza con gli amici, non si curerà più dell'educazione dei figli e soprattutto non avrà velleità di controllo su chi comanda e decide leggi e tasse.
Il convegno l'ho inquadrato nell'ambito di una tendenza di cui già in dibattiti e articoli si è parlato e collega la proposta (probabilmente travisata) di Bill Gates e quella (reale) del candidato socialista all'Eliseo di tassare il lavoro dei robots con un salto nella fantascienza più sfrenata in cui il lavoro verrebbe svolto dalle macchine e noi vivremmo con un sussidio statale che, nei giorni scorsi, con tanto di rullo di tamburi, è stato lanciato da altri giulivi al governo sotto il nome di "reddito di inclusione".
Se quella è la società che ci aspetta, beh ... allora supererebbe ogni peggior incubo elaborato per romanzi e film e urgerebbe una autentica "fuga di Logan" dal nostro futuro.

domenica 5 marzo 2017

Viva i panini al salame

Ma anche al prosciutto, con la pancetta, la mortadella, le merendine al cioccolato e le pizze.
Leggo, infatti, ne Il Resto del Carlino che proprio qui da noi, a Bologna, in cinque scuole di un medesimo istituto comprensivo, è vietato fare la merenda di metà mattina con panini, merendine e pizze, solo frutta e verdura.
Che tristezza !
Io non ho nulla contro vegetariani e vegani, mangino quello che credono purchè, però, non vengano a sindacare cosa mangio io e, soprattutto, non pretendano di sostituirsi, con speciose motivazioni (contro l'obesità infantile, ma anche perchè ci sono quelli ricchi che hanno merendine super lusso mentre i poveri hanno merendine da discount o, peggio ancora, perchè ci sono i bambini musulmani che non possono mangiare i nostri meravigliosi salumi) all'educazione alimentare che solo i genitori hanno diritto di impartire ai propri figli.
E' ora di smetterla con questo talebanismo ideologico che vede una minoranza stizzosa rompere i marroni (quando ci vuole, ci vuole !) ad una maggioranza sin troppo tollerante.
Noi siamo cresciuti con panini al proscuitto, alla mortadella, al salame comprati dai bidelli o dalle machinette.
E mi sembra che siamo cresciuti molto bene.
E che tristezza vivere tutta la vita evitando o limitando le cose buone solo perchè qualcuno dice che fanno male alla salute.
Come se la parole "fine" non venisse scritta per tutti e la differenza non la faccia l'aver goduto della propria esistenza o l'averla trascorsa sempre preoccupato su quel che si mangia, su quel che si dice e rompendo l'anima al prossimo con le proprie paturnie.

domenica 26 febbraio 2017

Una inutile repressione stradale

Da alcuni mesi la giunta comunale ha installato i rilevatori di velocità in via Stalingrado e in viale Panzacchi.
Via Stalingrado non ho occasione di frequentarla, ma viale Panzacchi sì, spesso.
Ho notato che, dopo che sono apparsi sul Carlino numerosi articoli circa l'ecatombe di sanzioni comminate per la violazione dell'assurdo limite dei 50 all'ora su viale Panzacchi, in quel tratto di strada tutti andiamo ad una velocità anche inferiore al 50 prescritti.
Non certo nei giorni feriali, perchè con la folle politica di chiudere al traffico privato sempre più accessi e strade del centro storico, tutto il traffico (e l'inquinamento che si vorrebbe eliminare) si riversa sui viali.
E' da anni che è così, ma le giunte che si sono succedute sembra abbiano il prosciutto sugli occhi e gli assessori, una volta divenuti tali, sembra si dimentichino cosa significa circolare per la città.
Ma a parte la sconsideratezza della ZTL, dei suoi orari e dei suoi divieti, è interessante notare, per tornare all'argomento iniziale, come appena si arrivi in viale Aldini, dove non c'è alcun rilevamento, chi prima era ligio ai 50, sembri preso da un raptus al piede destro, con accelerazioni e sorpassi in velocità fino al semaforo di Porta Saragozza.
E' evidente che il rilevamento su viale Panzacchi è solo l'ennesimo imbroglio inventato dalla giunta per incrementare le entrate, senza alcuna attinenza con il sentimento comune degli automobilisti, cioè dei cittadini di Bologna.
Del resto, come ho scritto, i viali, nonostante le loro tre belle corsie per ogni senso di marcia, sono quotidianamente intasati per colpa della stessa giunta che ha creato la ZTL.
Solo alla sera e nei giorni festivi è possibile percorrerli ad una velocità sostenuta e le tre corsie reggono perfettamente una velocità anche dei 70 od 80 all'ora.
Il limite dei 50 su viale Panzacchi è, quindi, non solo un modo per depredare denaro dalle tasche dei cittadini, ma anche una affermazione di totalitarismo amministrativo, perfettamente consono ad amministratori che, per giustificare la loro esistenza, non possono fare altro che creare disturbi ai cittadini con i loro ukase.