domenica 5 gennaio 2020

La forza dell'abitudine

Per fortuna da anni non uso più l'assegno come strumento di pagamento, sennò correrei un rischio concreto di ante datare tutti quelli in emissione in questi primi giorni del 2020.
Lo vedo da come dato gli atti, sistematicamente 2019.
Credo sia un problema comune.
Per un anno abbiamo scritto 2019 e adesso, almeno all'inizio, ci è difficile scrivere 2020, perchè l'attenzione è minima all'apposizione di una data, come, almeno pe rme, le strade che percorro ogni mattina: spesso non mi ricordo quando l'ho percorsa e di alcune, dopo tutti questi anni, non conosco neppure il nome.
La forza dell'abitudine è quella che mi crea gli unici dubbi sulla scadenza del 30 giugno che dovrebbe essere, per accordi sindacali, quella finale lavorativa e iniziale da pensionato/esodato.
Non che abbiano fatto un accordo per me, ma il 30 giugno 2020 è l'ultima finestra prevista dall'accordo del 2017 all'interno del quale rientra la mia uscita.
Ed è la forza dell'abitudine quella che rende piacevole lo scorrere delle giornate, anche se so che alcuni la pensano in maniera diametralmente opposta e sono annoiati dalla quotidianeità.
Io no, spesso ho pensato quanto sarebbe bello se si potesse spingere un pulsante e si rivivesse a piacere quel o quei dati momenti, errori inclusi.
Abitudine è il pranzo di Natale, abitudine è il cenone di fine anno, abitudine è la ripresa del 7 gennaio.
Nel 2020 "cade" anche il 45° anniversario della nostra maturità e il 50° anniversario di quel 1° ottobre 1970 quando iniziammo assieme il percorso al Galvani.

domenica 29 dicembre 2019

Dilemma di fine anno

Ma il primo gennaio 2020, iniziano gli anni venti di questo secolo, oppure finiscono gli anni dieci ?
Per me finiscono gli anni dieci, come il 2000 non fu il primo anno del nuovo secolo, ma l'ultimo del vecchio.
Capite che questi sono autentici dubbi amletici ....
Comunque sia, buon 2020 !

domenica 22 dicembre 2019

Attaccandosi al tram

La nostra è una generazione che ha, vagamente, il ricordo del vecchio tram che circolava per Bologna.
Io ho un ricordo lontano di un "volante", posto sul retro del mezzo, che ormai non serviva più a nulla e che noi bambini, per la disperazione delle nonne e madri che ci accompagnavano, giravamo pensando di guidare il tram.
Ricordo le rotaie, coperte dopo molto tempo e che ancora quando cominciai ad andare in motorino, pur coperte, erano un pericolo soprattutto quando pioveva.
Ogni traccia del vecchio tram è ora scomparsa.
Come la funivia per San Luca.
Leggo che vogliono ripristinare una linea di tram, immagino modernissimi.
Ma per realizzarli (nel 2022) vogliono chiudere al traffico via Indipendenza che, a fine ottocento, era stata realizzata, abbattendo vecchie abitazioni, proprio per dare respiro al traffico cittadino unendo la stazione al cuore della città.
Sono sempre stato ostile alla pedonalizzazione il cui risultato è quello di imbottigliare il traffico sulle strade laterali, rallentandolo e quindi con maggiore inquinamento e consumi.
Se, quindi, sono favorevole al tram (ma sarei molto più favorevole alla metropolitana) non mi piace la chiusura di via Indipendenza (e forse anche via Rizzoli).
Spero che da qui al 2022 le cose cambino e si ripensi a tale decisione.
Nel frattempo, godiamoci questo Natale che per molti è il primo da pensionati e per altri sarà l'ultimo da lavoratori.
Ma fra un po', per tutti noi, "sarà tre volte Natale e festa tutto" l'anno.
Buon Natale.

domenica 15 dicembre 2019

Corrieri, tanta croce e poca delizia

Non compro in internet.
Amazon e i siti di acquisti in rete li conuslto solo per vedere i prodotti e farmene un'idea, poi preferisco andare in negozio.
Ci sono però prodotti per i quali non posso prescindere da ordinarli tramite la ditta, non online, ma per telefono.
Il vino che continuo ad ordinare a due cantine venete in cui ordinava anche mio padre, l'olio e connessi, che adesso ha un punto vendita anche a Bologna, in Via D'Azeglio ma per le ordinazioni più consistenti me lo faccio inviare a casa, l'amaro che, da quando ho fatto il militare ad Udine, scelgo sempre quello che mi è stato fatto assaggiare, l'Amaro d'Udine, ma che devo necessariamente ordinare alla casa madre (una volta anche Scaramagli ne teneva un paio di bottiglie, poi mi hanno detto che ne vendevano poche, immagino quelle che compravamo io e il mio padrino ...).
Per tutti quei prodotti sono riuscito ad instaurare un rapporto fiduciario, anche perchè utilizzano corrieri propri, quindi non ho grossi problemi, devo solo mettermi d'accordo e, in alcuni casi, mi portano la merce ordinata persino prima che io esca di casa al mattino, quindi tra le 6,30 e le 7.
Il problema ce l'ho essenzialmente con le cialde del caffè che vengono spedite da uno dei grossi corrieri nazionali che pretendono che noi si sia sempre a loro disposizione.
A nulla vale lasciare specifiche istruzioni: sono disponibile al venerdì, chiamate almeno il giorno prima per concordare una fascia oraria.
Niente, sistematicamente, anche se il corriere è stato cambiato, ma si tratta sempre di un corrierore nazionale, trovo il biglietto che sono passati, non mi hanno trovato e che la merce è disponibile per tre giorni presso il loro deposito a casa del diavolo.
Sistematicamente straccio l'avviso, il pacco torna indietro, mi chiamano, spiego le motivazioni e ricomincia la rumba, questa volta con una maggior cura e, finalmente, al secondo o terzo tentativo riesco a ricevere il pacco.
L'ultima è stata venerdì scorso.
Dopo aver percorso tutto il minuetto iniziale, concordiamo per la consegna tra le 12 e le 16 di venerdì.
Alle 15,30 mi chiamano per dirmi che il corriere potrebbe tardare un po', va bene, dico, purchè arrivi.
Dopo dieci minuti telefona il corriere (quindi il numero ce l'hanno e possono telefonare !) per dire che torna al deposito perchè per il maltempo non riesce a consegnarmi il pacco.
Venerdì è nevicato, è vero, pochi centimetri, ma io non abito in montagna, solo nella prima collina e tutte le macchine passavano regolarmente.
Dopo le solite rimostranze telefoniche, abbiamo concordato una nuova consegna per venerdì 20.
Per fortuna, avendo avuto modo di "conoscere i miei polli", da tempo ordino il rifornimento quando ancora ho un mesetto di autonomia ...

domenica 8 dicembre 2019

Fate qualcosa !

So di dare un nuovo dispiacere all'amico Massimo P., ma non riesco a tacere sul ridicolo di quella sedicenne svedese gonfiata dalla propaganda ambientalista, che è andata a Madrid (con un treno ad emissione doppia di CO2 !) per lamentarsi che dopo un anno di "scioperi" non è stato fatto nulla.
E cosa si doveva fare ?
Lei e i suoi seguaci continuano a manfestare chiedendo di "fare qualcosa" ma non sanno cosa.
Sembra la battuta di Carlo Campanini e Walter Chiari che alla domanda del primo "dimmi qualcosa", l'altro rispondeva "qualcosa".
Perchè il "genio" svedese non sa cosa fare, sa solo protestare.
Perchè qualunque iniziativa si assuma, porterebbe a pesanti ricadute sul nostro tenore di vita, sul nostro lavoro, ricadute ben più pesanti di un andamento climatico che muta e che, invece di perdersi in proclami retorici, andrebbe studiato in modo da sfruttarlo per conviverci guadagnandoci e imprimere un nuovo impulso nel progresso dell'Umanità, senza rinunciare a nulla, neppure uno iato, del Benessere che abbiamo conquistato negli anni.
Tanto più che viene richiesto a noi, Occidentali, di rinunciare, di ridurre emissioni, quindi di produrre di meno, di avere più freddo in inverno e più caldo in estate, di avere meno lavoro, meno ricchezze, quando gli inquinatori maggiori sono in India e Cina che si chiamano fuori dal livello dei tagli previsti per noi Occidentali.
Comunque, finchè parlano e fanno conferenze, non possono fare tanti danni ...

domenica 1 dicembre 2019

L'anarchia dei t-days

Al sabato e alla domenica non vado spesso in centro, un po' perchè sono spesso (più o meno a settimane alterne) fuori Bologna, un po' perchè, avendo la fortuna di lavorare all'ombra del Gigante, ho tutta la settimana per godermi i negozi ed acquistare ciò di cui necessito.
Ieri, sabato, però ero a pranzo in una trattoria (dove andammo anche noi a pranzo alcuni anni fa) in via Bertiera.
Sono arrivato con la vespa fino a via Galliera dove ho parcheggiato, poi mi sono immesso in via dell' Indipendenza, a piedi: il caos.
Forse era ancora giorno di vendite scontate (forse) per il black friday (a proposito: ho letto che deriva da un'epoca in cui il venerdì si vendevano gli schiavi appena arrivati ...), ma sicuramente, black friday o meno, credo che sia una costante dei t-days.
In tal modo tutto il traffico viene dirottato sulle strade adiacenti che, con l'intasamento quasi da ora di punta dei giorni feriali, vedono colonne di auto ferme o avanzare a passo d'uomo, con i relativi scarichi.
Se i t-days sono stati istituiti per ridurre l'inquinamento, non mi sembra ottengano lo scopo.
Se invece li hanno ideati per "godersi" il centro, ugualmente non mi sembra conseguito lo scopo perchè, se è vero che non vi sono mezzi circolanti, è anche vero che sembra di cercare di salire in un autobus pieno nell'ora di punta.
Meno divieti, più parcheggi e staremmo tutti meglio.

domenica 24 novembre 2019

Si paga anche sotto casa

Il comune di Bologna, alla perenne caccia di soldi ha stabilito che anche chi abita in centro e sino ad ora aveva il permesso per parcheggiare senza oneri, adesso dovrà pagare (120 euro all'anno) per tutte le automobili successive alla prima.
Avendo la fortuna di avere un garage (che non ho murato, come hanno fatto altri, di oggetti usati "che potrebbero tornare utili in futuro", cosa che non avviene mai) e abitando in periferia, non sono direttamente interessato.
A me interessa invece la "filosofia" che sta alla base di un simile provvedimento, perchè sarebbe facile estenderla ovunque e in ogni campo e la vedo come altamente pericolosa per la mia Libertà.
E' un atteggiamento punitivo, falsamente sociale, finalizzato unicamente ad incrementare le entrate di un comune sempre a caccia di soldi nostri per spenderli, magari, per nani a ballerine in estate o in interventi inutili (come la pseudo rotonda all'incrocio tra via Putti e via Castiglione).
Perchè, infatti, una famiglia che ha due o tre macchine dovrebbe pagare per parcheggiare sotto casa la seconda o terza macchina ?


domenica 17 novembre 2019

A quando il divieto di respirare ?

Ho letto che la giunta comunale di Bologna ha inaugurato l'ennesima stagione dei divieti.
Divieti di transito, divieti di sosta e adesso anche il divieto alla circolazione per mezzi che hanno il gravissimo torto di essere "vecchi".
Mezzi che loro definiscono inquinanti, ma che sono obbligati, ogni due anni, ad una revisione e a certificare le loro emissioni.
E passano l'esame.
Allora a che serve la revisione (a pagamento) se poi il mezzo viene comunque bloccato per il solo fatto di essere "vecchio" ?
E questo accade anche per i motocicli, che sono un mezzo pratico, poco inquinante, poco ingombrante anche nei parcheggi.
A quando il divieto di respirare ?

domenica 10 novembre 2019

Siamo tornati al Bologna di sempre

Poco alla volta il Bologna, anche quest'anno, torna a lottare per non retrocedere.
Mentre il Cagliari diventa la sorpresa dell'anno, il Bologna continua a navigare tristemente nella parte destra della classifica, senza alcun acuto.
Poi le scuse, come leggiamo nel Carlino di oggi, sono molteplici a cominciare da quella umanamente più nobile, cioè la scelta di aver confermato Mihailovic come allenatore nonostante abbia una battaglia ben più importante cui dedicare la sua attenzione.
Poi infortuni, squalifiche, giovani immaturi (anche se pagati oltre ogni logica).
Insomma, anche quest'anno non ci resta che sperare di trovare tre squadre che siano messe peggio di noi ... ed ogni anno è sepre più difficile.

domenica 3 novembre 2019

Odio l'Inter

Denunciatemi pure alla commissione Segre, ma il naufragar m'è dolce in questo mare.
L'odio per l'Inter mi fa tornare bambino, quando lo scudetto era un affare tra noi e loro.
Quando ci provarono a farci lo sgambetto con la favola del doping, quando i tortellini batterono il petrolio dei Moratti.
Odi et amo, odio e amore, sentimenti forti, di persone vive.
Quare id faciam fortasse requiris. Nescio perchè spesso non sappiamo neppure noi cosa ci muove, quale sia la molla che fa scattare quei sentimenti.
Sed fieri sentio et excrucior. No, non me ne rammarico nè mi tormenta affatto, mi appartengono, come appartengono a qualunque Uomo che tale non potrebbe definirsi se non provasse, forti, quei sentimenti.
Così io odio l'Inter e dopo partite come quella di ieri sera, ancora di più.