domenica 23 luglio 2023

Sono solo canzonette

Da incallito radioascoltatore, passerò le prossime settimane accendendo la radio e, invece di ascoltare trasmissioni interessanti come Sportello Italia che "va in vacanza" (ma il canone no, lo paghiamo per 365 giorni al'anno) mi aggiornerò sulle canzonette che vanno di moda.

Probabilmente le ho già ascoltate, visto che ormai sembra un obbligo infilare canzonette in ogni dove e mi sembra che la radio abbia a libro paga un numero spropositato di dj il cui merito principale è quello di continuare a parlare snza interruzione, dicendo una marea di inutilità, per riempire gli spazi e "lanciare" il pezzo successivo, sempre "meraviglioso", "unico" e "imperdibile".

Il fatto è che le voci sono tutte uguali e l'unica distinzione (non sempre, peraltro ...) è tra quelle maschili e quelle femminili.

Tra i cantanti sì che "uno vale l'altro", perchè non si distinguono neppure nei "concetti" che esprimono, tutti uguali, tutti buoni, tutti che hanno fatto enormi sacrifici per arrivare dove sono adesso, tutti che soffrono come pochi quando partoriscono una musica o un testo che, immancabilmente, vuole esprimere la loro esperienza e indicare ai "fans" un modello.

Non ci sono più i cantanti di una volta, che imparavano bene un testo e lo interpretavano, lasciando inalterata, come caratteristica, la loro cadenza originaria (pensiamo solo alle "essce" di Gianni Morandi !).

Adesso mi sembra che ci siano solo dei cloni da laboratorio e magari, per quel che ne so, sono solo voci, intelligenze artificiali, come artificiali, banali e non memorabili sono i testi delle canzoni che ascolto quotidianamente e che poi dimentico.

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