So che parlare di Alessandro Manzoni evoca la lettura scolastica de I Promessi Sposi e, purtroppo, quel tipo di lettura coatta, ha introdotto in molti di noi degli anticorpi che rendono diffidenti verso Manzoni anche oggi.
A differenza di altri autori che, pure, siamo stati costretti a studiare, ma che poi abbiamo ripreso in età adulta (a me ne viene in mente uno che sento sistematicamente elogiato ma che io, al di là della perfezione stilistica, non ho mai amato: Giacomo Leopardi).
Da bastian contrario, invece, ho sempre amato Alessandro Manzoni che per me rappresenta l'Autore per eccellenza della nostra Italia, ai miei occhi più ancora di Dante.
Ho quindi letto con piacere il recente (credo ottobre 2021) saggio curato da Marcello Veneziani "Manzoni I fiori del bene" (Vallecchi, 277 pagine, € 18,00) in cui sono stati raccolti, come già per il precedente "Dante, nostro padre" sempre curato da Veneziani, brani meno conosciuti delle Opere del Manzoni.
Tutto suddiviso in cinque capitoli che rappresentano altrettanti punti non solo della poetica, ma anche della vita umana e politica di Manzoni: FEDE, MORALE, LETTERATURA,LINGUA e ITALIA.
All'inizio di ogni capitolo Veneziani introduce l'argomento con un brevissimo commento (massimo due pagine) che rappresenta la sintesi del pensiero che possiamo andare a conoscere leggendo i brani selezionati.
Chissà che, in questo modo, anche i più riottosi e legati ai ricordi del Manzoni del liceo (e magari di chi avrebbe dovuto farcelo amare ...) non riscoprano un Autore che ha dato voce anche a qualche nostra riflessione.
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