Nei giorni scorsi ho completato la visione di tutte le tredici stagioni, che precedono quella in corso di trasmissione su Rai2, di Blue Bloods.
Non so per quale ragione non abbia, a suo tempo, iniziato a guardare una serie molto bella, totalmente nelle mie corde e con una piacevole abitudinarietà che si può riassumere nella cena domenicale della famiglia Reagan con la quale si concludono quasi tutti gli episodi (alla fine saranno quasi 300).
La trama è articolata sulle vicende dei componenti di una famiglia con una tradizione nella Polizia di New York di cui il protagonista è comandante, dopo che anche suo padre aveva ricoperto lo stesso ruolo.
Il padre, attorno al quale ruotano gli episodi anche se ogni componente ha le sue vicende autonome, è interpretato da un perfetto Tom Selleck, il Magnum della serie originale "Magnum P.I.".
La serie è piacevole ed è un peccato che con la stagione in corso abbiano deciso di abbandonarla ma tutto ha una fine.
Soprattutto quando il tempo passa anche per gli attori e guardare a distanza ravvicinata gli episodi iniziali per poi arrivare a quelli attuali, lo si vede chiaramente.
Tom Selleck ha oggi 80 anni e ne aveva poco più di 60 quando iniziò la serie.
Oggi la sua recitazione è quasi sempre da seduto e i pochi passi che gli si vedono compiere sono quelli, prudenti, di un ottantenne robusto, quando all'inizio della serie impugnava ancora la pistola e, in alcuni episodi, si prestava a scendere sul campo.
Anche le attrici nelle lunghe serie manifestano il passare del tempo, pur cercando di mantenersi al meglio, come la figlia interpretata da Bridget Moynahan, che oggi avrà più di 50 anni e all'inizio della serie poco meno di 40.
Il tempo non concede sconti a nessuno e le maratone televisive su serie che si erano perse, sono la miglior cartina di tornasole di come, tutti noi, dobbiamo fare i conti con l'inevitabile scorrere degli anni.
Il tempo, forse il più onesto principio di uguaglianza che ci sia.
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