La settimana scorsa, dopo una ricerca su alcuni siti, ho scoperto che un libro, prima edizione 1965, che desideravo per completare una raccolta (tre cofanetti, quattro volumi con l'opera omnia di Emilio De Marchi) era disponibile presso una libreria di Bologna, la Parolini in via de' Gombruti 3.
Mi ci sono recato e mi è sembrato di entrare in un tempo senza tempo, con quei richiami che solo il profumo della carta può risvegliare.
Un corridoio in mezzo a scaffali, fino al soffitto, pieni di libri, non so con quale criterio di suddivisione, per recuperare il cofanetto da me poi acquistato la "commessa" (una signora, forse la proprietaria) ha letto (su un modernissimo computer) un incomprensibile codice che poi ho visto annotato su un segnalibro (che mi ha ritirato), per poi inerpicarsi su una scala e trovare al primo tentativo, senza alcuna necessità di ulteriori ricerche, l'oggetto del mio desiderio.
Libri dall'aria antica, dall'aria usata, che sanno di "sapere", che hanno una storia, che hanno avuto dei proprietari precedenti, che li hanno trattati con quella cura che merita il frutto del sapere umano.
Non certo come sono stati trattati da eredi o acquirenti di un appartamento di un condominio vicino al mio, una volta proprietà di due professori deceduti negli anni scorsi, arrivati con un pick up, l'hanno parcheggiato sotto la terrazza (l'appartamento è al primo piano) poi vi hanno scaricato sopra anni di raccolte e di letture, senza alcuna cura, senza alcun rispetto, bracciate di libri scaraventati dalla terrazza sul pick up, una scena che mi ha fatto venire in mente quella del film Fahrenheit 451, quando vengono buttati i libri nel rogo .
Mi sono poi fermato a parlare di libri con quella signora che, ad ogni evidenza, non considera la sua una attività da portare avanti stancamente con la mente rivolta alla pensione, ma una piacevole e gratificante professione.
Per quanto possa essere pratica la lettura digitale (soprattutto quando tutti gli spazi di casa sono occupati da librerire e colonne di librerie, con scaffali ormai pieni) il libro cartaceo, per quello che evoca anche al semplice sfogliarlo, non verrà mai meno.