domenica 23 giugno 2024

I clown degli spalti

A me piace il calcio e mi sto godendo le partite del Campionato europeo per Nazioni.

Trovo però avvilente lo spettacolo che molti danno sugli spalti.

Sembra quasi che il clima di una partita di calcio trasformi tutti in clown, con parrucche, fisici improbabili esposti allo sghignazzo in eurovisione, facce colorate come i pellerossa dei film di John Wayne, in una gara a chi riesce a mostrarsi più sciatto nel suo abbruttimento.

Per non parlare poi dei "capi" tifosi che stanno tutta la partita con le spalle rivolte al campo (quindi non vedono nulla !) per "dirigere" cori e coreografie neanche fossero tanti Don Lurio del calcio.

Possibile che uno non riesca a guardarsi la partita senza il frastuono di trombe, tamburi, urla belluine ?

Capisco che l'ambiente dello stadio sia utile per dare libero sfogo, come la valvola di una pentola a pressione, a tante tensioni che, se trattenute, potrebbero causare più danni, ma non sarebbe sufficiente qualche liberatorio applauso o anche l'urlo di esultanza in occasione di azioni spettacolari e dei goals che certo non mancano ?

domenica 16 giugno 2024

Il vestito della domenica

Oggi è domenica.

Una volta me ne rendevo conto perchè il mio orologio interno mi consentiva di svegliarmi un po' più tardi, nella consapevolezza di non avere obblighi lavorativi, oggi, quando da pensionato ogni giorno è domenica, me ne accorgo dal calendario e dal clima esterno.

Apro le finestre e vedo quelle del palazzo di fronte ancora chiuse, in effetti non sono ancora le sette.

Esco e posso parcheggiare ovunque, superare ogni limite di velocità imposto dal traffico nei giorni feriali e camminare fra la poca gente in giro per Bologna.

Gente che dichiara che oggi è domenica dal vestito indossato.

Una volta alla domenica il vestito della domenica era il migliore, quello della "festa", quello che ci faceva sentire ingessati, tanto eravamo preoccupati nell'indossarlo con cura.

Oggi il vestito della domenica è, per molti, un modo di presentarsi che chiamano "informale" e che a me sembra "trasandato".

Non ho mai apprezzato il "vestito della domenica" del passato e, appena ho potuto, mi sono affrancato usando ogni giorno il vestito che più mi piaceva e che più mi faceva sentire a mio agio.

Ma questa moda, irmai invalsa da anni, di presentarsi in pantaloncini e, quando saremo un po' più avanti nella stagione, infradito, mi sembra peggio del "vestito della festa" del passato.

E' come se uno dicesse che nei giorni feriali non è lui, ma è un altro, uno costretto a vestirsi in un certo modo.

Credo che varrebbe la pena impegnarsi per recuperare un po' di eleganza, non quella rigida formalità di una volta, ma la sobria eleganza che dice del nostro personale rispetto per gli altri e, soprattutto, per noi stessi.

E non solo alla domenica.

domenica 9 giugno 2024

Il libro cartaceo sopravviverà

Nel riodinare una parte delle mie librerie, mi sono capitati tra le mani romanzi di tante stagioni fa.

Autori che erano sulla cresta dell'onda, pubblicizzati a colpi di "tot milioni di copie vendute in tutto il mondo" e di cui oggi non vedo alcuna ristampa.

Come Harold Robbins, il preferito da mia madre, che ebbe, in Italia, il suo momento d'oro negli anni settanta, deceduto prima della fine del secolo, ma di cui non vedo proposte nelle nuove uscite.

Come lui Sidney Sheldon, altro autore di grande fama e altrettanto cospicue vendite.

Meno noto Anton Myrer, con la sua struggente e nostalgica Cabriolet.

Ma è con particolare emozione che mi sono messo a rileggere, probabilmente per la centesima volta, ma erano anni che non rientrava nelle mie letture, "Calico Palace", un affresco western che nulla ha a che invidiare al "Via col vento" di Margareth Mitchell e che ho in una edizione limitata del 1972 del Club degli Editori.

Ecco perchè la versione elettronica di un libro non soppianterà mai quella cartacea, per quanto possa essere comoda e risparmi spazio e tempo.

Una edizione elettronica, infatti, non richiede di essere spolverata periodicamente, quindi non la si riprende in mano, non la si sfoglia, magari trovando vecchi, improvvisati, segnalibri e quindi non ci si riappropria del sapore di quei giorni, quando leggemmo quel romanzo la prima volta.

E ci piacque.

venerdì 7 giugno 2024

Riusciremo a vederne un altro ?

Il 7 giugno 1964 il Bologna, a Roma, vinse lo storico spareggio contro l'Inter.

Come la squadra, la società, vincitrice di altri sei (o sette se consideriamo quello non assegnato nel 1927) scudetti sia caduta in basso lo dice la continua celebrazione di quell'evento di sessanta anni fa che ebbi la fortuna di vivere a non ancora otto anni.

Il ricordo, nonostante gli anni che passano e la speranza rifiorita solo da un bel Campionato (che però non garantisce sul futuro) che quell'ultimo scudetto non sia più l'ultimo, è sempre emozionante.


 

domenica 2 giugno 2024

Inflazione

Girare per le bancarelle dei libri è sempre un piacere e, a volte, sempre più raramente, si trovano volumi e fascicoli dal sapore antico, romanzi e autori quasi dimenticati ma che, appena li vedi, tornano alla mente.

E' così che ogni tanto riesco a recuperare qualche frammento delle mie letture del passato.

Nei giorni scorsi ho acquistato tre fascicoli della vecchia Urania, gestione Fruttero & Lucentini, di tre autori del passato, ancora oggi godibilissimi.

Ma non è di quei volumi e autori che voglio parlare, bensì di una osservazione che mi è venuta spontanea.

I tre fascicoli, usati, erano venduti a 5 euro l'uno e, comprandone tre, uno era in omaggio.

Ho guardato come sempre l'originale prezzo di copertina: £. 400, cioè circa 20 centesimi di euro.

E' datato 1975.

A me fa impressione.