Negli ultimi anni ho constatato che molti autori italiani hanno cominciato ad ambientare i loro romanzi storici nei due periodi che hanno maggioramente illustrato la nostra Italia: Roma e Venezia.
Una storia millenaria quella di Roma, solo di qualche centinaio di anni quella di Venezia, ma in entrambi i casi sono stati momenti di grande rilevanza per la Penisola.
I romanzi ambientati a Venezia sono in genere collocati nel 1700, quando la forza propulsiva della Serenissima andava spegnendosi come conseguenza della "scoperta" dell'America che tolse importanza per lucrosi commerci al Mediterraneo.
Affascinante l'ambientazione e molteplici i romanzi, prevalentemente gialli, ambientati tra calli e maschere.
Più vasta la possibilità di ambientazione a Roma, dalla fine della Repubblica, con la "partecipazione" di personaggi storici come Cicerone (prediletto da tanti autori), Crasso, Cesare, Pompeo, ai periodi migliori dell'Impero (Augusto, Claudio, Vespasiano).
Non tutti i romanzi sono all'altezza.
Alcuni eccellono e vanno oltre il bel livello della Comastri Montanari, capostipite con le indagini del suo Publio Aurelio Stazio, altri zoppicano, ma vanno comunque premiati per lo sforzo.
E dopo i romanzi, aspettiamo i film storici ambientati in Italia: abbiamo materiale superiore, per quantità e qualità, a qualunque altra nazione al mondo.
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