Siamo al sei di novembre, le temperature sono progressivamente più basse (la notte scorsa il termometro esterno di casa mia ha registrato una minima di 6.8) che si riflette sulla temperatura ambientale interna.
Siamo passati, sempre in casa mia, dagli oltre 20 gradi di una settimana fa, agli attuali 18.
Questo è dovuto al progressivo raffreddamento dei muri, che assorbono sempre più umidità e non riescono a riscaldarsi a sufficienza durante giorni sempre più corti nella esposizione al sole.
Ciononostante, con dieci giorni di anticipo, in modo ottuso la giunta di Bologna ha ordinato che fino al 7 novembre non si possono accendere i termosifoni (e nel momento in cui scrivo, con una giornata di sole, temo che al sindaco venga in mente di ordinare una ulteriore proroga, così, tanto per fare il primo della classe a spese nostre).
Ci vorrebbe una rivolta generalizzata, ma vedo la faccia delle persone con cui parlo spaventate "dalla guerra" e rimettersi alle decisioni altrui, felici che ci sia un capo branco che decide anche per loro.
Molti, però, hanno le pompe di calore che accendono e altri usano le stufe elettriche/a olio.
Come se non consumassero gas con il quale si produce anche l'elettricità.
Ma, soprattutto, quel che indispone è l'atteggiamento di chi pretende di imporre un comportamento "per risparmiare", come se noi volessimo allegramente spendere e consumare senza criterio.
E' la stessa mentalità che imporrà da giugno i trenta all'ora in città.
Dimenticando che l'inquinamento si alza proprio là dove il traffico rallenta e ristagna e che, con tutte le chiusure delle strade interne, il traffico è tutto spostato verso i viali, rallentandolo e nelle ore di punta circolare ai trenta all'ora è un sogno impossibile.
Tra l'altro, questa mattina ero in via Santo Stefano (strada già da tempo con la limitazione dei 30) e se mi fossi limitato a trenta, sarei stato superato anche dai ciclisti che, su una strada pienaggiante, quel limite superano allegramente (anche sotto i portici).
Meno ordinanze, meno divieti e più vita.
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