domenica 13 giugno 2021

Ma quanto vende uno scrittore ?

Ogni settimana, da anni, faccio il mio giro in libreria, anzi nelle librerie, in tre librerie del centro.

Negli anni ho assistito ad uno tsunami di romanzi e saggi, che durano lo spazio di un mattino.

Gli autori italiani sembrano diventati tutti giallisti e hanno adottato in gran parte quello che fu il sistema di Piero Chiara che pubblicava, ogni sei mesi, un romanzo di duecento pagine, infarcito di buoni sentimenti, che vendeva sistematicamente le sue copie.

Ma aveva meno concorrenza.

Nel vedere la quantità di offerte, che spesso la settimana successiva non hanno più l'onore del banco principale e sono tristemente relegate, in ordine alfabetico di autore, nel reparto cui sono ascritte, mi domando se quella di scrittore possa essere una professione o, piuttosto, un'attività per il tempo libero.

Non credo che la maggior parte di quegli autori riescano a guadagnare abbastanza con la sola scrittura e, infatti, si prestano a partecipare a convegni, iniziative di formazioni sulla "scrittura creativa" e a comparsate di ogni genere.

Ho notato anche che molti affiancano o hanno avuto esperienze lavorative dalle quali presumibilmente traggono il sostentamento quotidiano.

La maggior parte vedo che sono dipendenti pubblici, da una pletora di magistrati a insegnanti di ogni ordine e grado.

Negli ultimi anni abbiamo anche avuto infornate di attori, cantanti e politici.

Diffido fortemente di simili improvvisate vocazioni e, infatti, mi oriento sempre di più su sconosciuti che scrivano di argomenti per i quali sono qualificati (se si tratta di saggi) o di autori conosciuti e sperimentati (se si tratta di polizieschi e gialli).

E mi rimane la curiosità su quanto, realmente, vendano queste migliaia di scrittori che vengono pubblicati a valanga.


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