domenica 19 maggio 2019

La tristezza che viene dal Nord

Ingolosito da un'offerta di due romanzi per dieci euro (sarebbero 9,90  ma considero le offerte con il virgola novanta o addirittura novantanove un imbroglio e una seccatura per le monetine di resto) ho acquistato anche il primo capitolo di una saga poliziesca danese.
L'autore è Jesper Stein e la trama è consolidata: omicidio, oscuri retroscena, ispettori di polizia molto capace, ma anche sfigato cosmico nella vita, al solito è divorziato con una bambina che vive con la madre.
Insomma è la solita trama che ci consente di trascorrere qualche ora immersi in una storia poliziesca e per chi ama il genere trova un discreto romanzo con cui dilettarsi.
Resta, però, una inquietante ambientazione.
Non i retroscena che coinvolgono squali della politica e della finanza, della malavita e delle stesse istituzioni, ma proprio l'ambientazione generale per come viene dipinta la Danimarca.
L'autore probabilmente non se ne accorge, ma è inquietante che venga dato per scontato che convivano migliaia di immigrati con i loro usi e costumi che portano allo sradicamento delle Tradizioni di una Nazione.
E' inquietante che sia considerato naturale procacciarsi droga e farsi uno spinello per dormire.
E' inquietante che sia dato per scontato che una parte della città di Copenhagen sia proibita alla polizia e denominata "città liberà".
Leggendo il rimanzo, come sempre quando leggo i romanzi scandinavi, provo un brivido di tristezza per una società così miserabile, fatta di regole, divieti, imposizioni e che crede di essere libera solo perchè si distrugge perdendo la propria Identità secolare e annegando nel vizio.
Meglio pensare che arrivi un asteroide che resetti tutto e ci faccia ricominciare dall'inizio.

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