domenica 19 giugno 2016

Inni Nazionali

Con i campionati europei, torna la bella usanza di suonare gli Inni Nazionali.
Sono un po' la rappresentazione dell'animo di un popolo e il modo in cui vengono suonati anche di come vedono quel popolo i musicisti.
Ci sono inni "potenti" che interpretano la vocazione imperiale del popolo, come gli inni britannico, spagnolo e tedesco e anche quello russo che, come noto, ha la stessa colonna sonora di quello precedente sovietico, con parole differenti.
Poi ci sono inni come quello francese che dipinge, secondo me, perfettamente un popolo sbruffone, guascone scriverebbe Dumas, che si inventa Asterix per dimenticare di essere stato soggiogato dai Romani.
Ci sono quindi innni tristi, praticamente tutti quelli del nord europa, svedesi, danesi e, soprattutto, quello islandese, che ho ascoltato ieri prima della partita con l'Ungheria e che sembra una marcia funebre.
Non tale, però, da arrivare ad un autentico lamento che è l'inno israeliano.
E il nostro ?
Per cinquanta anni provvisorio, scelto in sostituzione della ben più solenne Marcia Reale come compromesso tra chi propendeva per la marzialità di Verdi e l'irredentismo della Leggenda del Piave (che, personalmente, avrei preferito), dipende molto da come viene suonato.
Le trasmissioni radiofoniche, da alcuni anni, iniziano alle sei del mattino (orario convenzionale, perhè in realtà le trasmissioni non si interrompono mai e già prima delle sei c'è la rassegna stampa e il gr delle 5,30) con l'Inno di Mameli.
Per un paio di anni l'Inno era suonato sotto la direzione e nell'interpretazione di Allevi, poi sostituito dalla versione suonata dalla Filarmonica di Berlino sotto la direzione di Abbado.
A me ispira molto di più il primo, più solenne, lento e significativo.
La versione di Abbado somiglia molto ad una tarantella e già mi sembra di vedere il nostro esercito marciare come tanti burattini dinoccolati alla Totò, che è poi, probabbilmente, come ci vedono i tedechi.
Poi vediamo lo spirito di squadra mentre suonano gli Inni.
Apprezzo che, finalmente, i calciatori italiani cantano con partecipazione l'inno, come i calciatori di molte altre squadre.
Ho peraltro notato che nelle nazionali che hanno immesso numerosi stranieri, questi tacciono, guardandosi intorno, consci che quello NON è il loro inno, non li rappresenta.
Venerdì pomeriggio tutti gli svedesi cantavano compresi il loro inno, tranne il negretto Olsen e lo slavo Ibrahimovic.
Anche questo aspetto dovrebbe farci riflettere.

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