
Crozza a me piace moltissimo.
Trovo le sue imitazioni irresistibili e rido con le lacrime agli occhi...
Mitica la nuova imitazione di Ingroia...Peccato, però, che ieri sera nella sua performance sanremese sia sembrato sotto tono, almeno nella parodia iniziale...Ed era palesemente disorientato per le contestazioni ricevute, presumibilmente pilotate ma comunque inaspettate.. dimostrando di non essere abituato alle critiche. E questo non fa onore a chi fa della satira ( e della critica) la sua bandiera!!
Nonostante le note stonate, mi schiero comunque dalla parte di Crozza e della satira, purchè garbata, anche in periodo pre-elettorale...
Dovere avere riguardo per i politici che ci ritroviamo mi pare eccessivo, oltre che una limitazione di una elementare libertà ...
19 commenti:
Non conosco Crozza se non dagli articoli di giornale e dai servizi dei telegiornali perchè la televisione, per me, è: telegiornali, calcio, film e telefilm, non guardo trasmissioni di altro genere. :-) Posto che non posso commentare nel merito, mi "butto" su quanto sintetizzato nel titolo. Sicuramente
Preferisco “libertà” e non “diritto” di satira. La Libertà non richiede alcun obbligo di attività altrui, mentre il diritto implica che qualcuno si attivi per garantirlo, cioè ne subisca un onere (che, poichè i diritto non sono mai disgiunti dai doveri, non vorrei fosse il "diritto" per Crozza - o chi per lui - di fare satira e il dovere, l'obbligo, per noi di guardarlo ... :-). Diciamo (con grande approssimazione dovuta all'obbligo di sintesi)che i diritti sono collettivi (non possono esistere diritti per persone singole o gruppi ristretti perché allora si tratterebbe di privilegi) mentre la Libertà appartiene alla sfera dell’Individuo. E a me piace molto di più. Io sono libero di esprimere e diffondere una idea, una opinione, qualunque idea, qualunque opinione, perché il Male, eventualmente, non è in ciò che si dice, ma in ciò che si fa. Così la satira è una libertà individuale che chiunque può esercitare autonomamente senza che vi siano oneri e obblighi da parte altrui. Con questa premessa, quindi, ritengo la libertà di satira una delle libertà dell'Uomo. Ma non mi piace che si pretenda di obbligare (me e/o altri) a pagare la libertà di satira se non ne sono interessato. Non posso essere obbligato a vedere un film, ma neppure dovrei esserlo a pagarne la produzione (purtroppo così avviene con il fus) e non sono obbligato a vedermi uno spettacolo di varietà, ma neppure dovrei pagarne i costi. Purtroppo abbiamo una rai pubblica che oltre al canone, sottrae risorse pubbliche per coprire i debiti e mantenere il carrozzone. La soluzione c’è e si chiama vendita ai privati, anche a “spezzatino”, della rai così da conseguire almeno cinque vantaggi:
1) potremo ridurre il debito pubblico con le milionate che lo stato incasserebbe dalla vendita degli asset rai;
2) eviteremo di sperperare denaro pubblico per coprire il deficit rai;
3) verrebbe abolita una delle tasse più odiose: il canone;
4) verrebbe posta fine ad ogni interferenza politica sulla rai perché le trasmissioni nelle televisioni private sono libere, a scelta del proprietario che paga (ed incassa se i risultati sono positivi, ma perde del suo se sono negativi);
5) Ognuno, con l’abbonamento che sceglie di fare ad una televisione anziché un’altra, paga per quello che lui stesso sceglie e non paga per il piacere altrui.
La libertà di satira sarebbe garantita dalla pluralità delle emittenti in concorrenza tra loro, ma nessuno sarebbe obbligato a concorrervi se non per libera scelta. Se Crozza è bravo, verrebbe pagato da tutti coloro che vorrebbero ridere alle sue battute.
Per me la televisione è telegiornali, talk show di politica e attualità, qualche film (rigorosamente nè western nè di fantascienza), qualche spettacolo di satira ecc ecc ... Completamente bandite anche le partite di calcio...
E con ciò?
Il canone Rai è un' imposta sul possesso tv! Tu guardi alcuni spettacoli, io altri.
Se tenessimo il televisore spento, pagheremmo ugualmente il canone...quindi le tue elucubrazioni (scuse se le chiamo così) sono fuori tema...
Così come sono fuori tema le tue tesi sulla libertà e sul diritto: non sai che ci sono i diritti di libertà? Che la libertà di pensiero, ad es., è un diritto? La costituzione italiana, nella sua prima parte, è intitolata "dei diritti e dei doveri"...e poi enuncia una serie infinita di libertà: la libertà personale, quella di manifestazione del pensiero, quella religiosa ecc ecc... Sono tutte libertà e sono diritti: DIRITTI DI LIBERTA'... a fronte dei quali c' è un unico dovere: quello di non limitarli e di non ostacolarli. Stop.
Essendo una forma d’arte, il diritto di satira trova riconoscimento nell’art. 33 Cost., che sancisce la libertà dell’arte.
Diritto di satira, a fronte del quale non c'è certo il dovere di ascoltare o seguire la satira... Che cosa dici, Max? Per sostenere le tue tesi -che sistematicamente portano sempre e solo a una tesi liberista o presunta tale- richiami argomentazioni giuridiche che non sono affatto giuridiche! Anzi: sono non giuridiche.
Il diritto è LIBERTA'...
La costituzione del 48, come tutte le leggi, è un pezzo di carta che contiene enunciazioni e diritti validi per quel periodo temporale di vigenza.
I diritti che in una carta costituzionale o in un legge possono essere tali in una epoca, non lo sono più in un'altra proprio perchè sono legati ad una concessione, ad un sentimento diffuso, ad una particolare situazione storico-politica.
Per venire alla satira ed a Crozza l'esempio più calzante che mi viene in mente ora è quello di "Pasquino" che per alcuni secoli, durante il regno del Papa Re, a Roma metteva in berlina la politica del tempo affiggendo, appunto sulla statua chiamata "Pasquino", i suoi versi derisori. Era un diritto ? No, anzi era un reato e chi fosse stato catturato, sarebbe stato punito in base alle leggi vigenti. Era però una Libertà, libertà di esprimere una opinione, una idea, a mezzo della satira. Una libertà che è connaturata nell'Uomo e che nessuna costituzione, nessuna legge potrà mai revocare: io ho la libertà di esprimere le mie idee, qualunque esse siano e questo in qualsiasi periodo storico.
Il canone è stato reinventato come tassa di possesso per obbligarci a pagare quel che, come canone rai, non avremmo più pagato. E' una patrimoniale, cioè una tassa, che reputo illegittima, che colpisce un bene di cui ho la proprietà assoluta e che ho acquisito pagando già tutto il dovuto. Come l'imu, come qualsiasi tassa che non colpisca (moderatamente ...) i redditi prodotti ma, appunto, il possesso. A maggior ragione in un settore dove il progresso mi ha dato ampie facoltà di scegliere. Pagando quel che gradisco e non pagando quel che non voglio pagare perchè non lo guardo, perchè non mi interessa. La privatizzazione della rai risolverebbe questo problema, oltre alla faziosità di uno strumento pagato dai soldi di tutti noi (almeno al Nord, perchè mi piacerebbe vedere un blitz della Finanza - come quelli fatti in molte località turistiche lo scorso anno - ad esempio nei quartieri spagnoli a Napoli per verificare il pagamento del canone ...:-). Questo non potrebbe che migliorare la qualità dei programmi a noi graditi, come sempre accade in regime di concorrenza paritaria. Tu potresti abbonarti a film,attualità, varietà, news, io a calcio, film, telefilm e news. E se quell'abbonamento risultasse insoddisfacente, cambiarlo con la concorrenza. Noto comunque che la martellante propaganda per il pagamento del canone, ha avuto effetto ... :-)
Ad onor del vero, non la propaganda ( di cui tu, in compenso, mi appari ben permeato...), ma la materia che ho studiato, che studio e che provo ad insegnare! E il canone Rai è un' imposta, non da ora. E ti toccherà continuare a pagarlo...
L' esempio di Pasquino fa sorridere, perchè non c' entra assolutamente niente.... Proprio tu parli delle libertà connaturate all' uomo stesso come di un suo bagaglio imprescindibile, che nulla e nessuno può togliere, proprio tu che ometti di prendere una posizione sul 27 gennaio??? Le libertà naturali debbono essere riconosciute come diritti e, a differenza di quel che sostieni, se non lo sono, sono di fatto revocabili, eccome ! Prova a dire la tua in una dittatura e poi ne riparliamo...
Vabbè: prendo atto che non rispondi (o che rispondi qualunque cosa pur di avere l' ultima parola: qualcuno lo definisce MONOLOGO...), e allora aggiungerò una mini nota, che credevo di non dovere aggiungere, visto che è scontata e che anche tu provieni dalla mia facoltà di laurea...e cioè: ciascuna libertà deve essere sancita come diritto (positivo) per non ripetere gli scempi che la storia ci consegna.
Non all' epoca di Pasquino (quando era un reato),ma ORA, nella piena vigenza della nostra stupenda Costituzione, il diritto di satira è un diritto di libertà, seppur esercitabile entro i limiti di legge...
Crozza non puoi paragonarlo a nessuno nè puoi esprimere un giudizio su di lui, perchè non lo hai mai visto, per tua stessa ammissione...
Aggiungo una mia opinione: questa tua lacuna è strana, visto che talvolta è passato anche nei telegiornali... In altre parole: non credo al fatto che tu non lo abbia mai visto, credo invece che tu sia imbottito di pregiudizi...e questa tua impermeabilità a qualunque idea che non sia la tua è talmente anomala che a volte penso che tu stia scherzando...
Ciao :-)
Rieccomi a Bologna. Adesso avrò più tempo da dedicare al blog con un pc più veloce ... :-)
Valeria, discutere con te mi riporta alla discussione con la nostra prof di italiano quando mi contestò, inorridita, le mie tesi, espresse in un tema, sull'art.11 della costituzione del 1948. Ne ho già scritto, come abbiamo già affrontato la questione del 27 gennaio e di tutto ciò che la circonda.
Naturalmente senza riuscire a convincere l'uno della posizione dell'altra e viceversa come, del resto, capita sempre quando si discute che sia di calcio, di politica o di qualunque altro argomento, da qui l'utilità solo accademica del dialogo e il piacere, fine a se stesso, delle provocazioni e delle battute ... anche quando non vengono comprese (per carità ... sempre colpa di chi non le sa fare !).
Crozza. Qualche mese fa fui fermato per strada da una signorina che intervistava i passanti su un linea cosmetica per uomini e cominciava la sua intervista con "Lei conosce Illary Blasi ?". Io le risposi "purtroppo no". Ma come, mi dice, è la moglie di Totti. Io so chi è Illary Blasi, le dissi, ma non la conosco ... :-)
"Non conosco Crozza se non dagli articoli di giornale e dai servizi dei telegiornali ..." così ho scritto nell'incipit del mio commento ... :-)
Dimenticavo, il canone. Fu una sentenza della corte costituzionale che, in una orgia di statalismo, trasformò quella che era una tassa legata ad una prestazione, in una imposta utile solo a taglieggiare i nostri risparmi. Accadde dopo l'affermazione delle televisioni libere, quindi più o meno 30 anni anni fa, tempi recentissimi. Prima o poi anche questa ennesima vessazione fiscale verrà soppressa. :-)
Max,
appena pubblicato il commento ho riscontrato, inorridita, di avere letto male la frase "Non conosco Crozza se non dagli articoli di giornale e dai servizi dei telegiornali ..." Errore più grande non avrei potuto fare, in piena vis polemica, ma ormai era tardi...
Vero tutto il resto che dici: tutte elucubrazioni, tra noi, già dette e stradette e "polemizzate".
Ma: come mai QUALUNQUE argomento venga posto sul piatto, e dico QUALUNQUE, riesci sistematicamente a glissarlo e a parlare, invece , di libertà, liberismo, liberalismo, imposte tasse tributi o canoni iniqui e Stato invadente e vessatorio???
E qualunque risposta ti venga data, imperterrito, ricominci a parlare di...libertà, liberismo, liberalismo, imposte tasse tributi o canoni iniqui e Stato invadente e vessatorio ???
Forse siamo rimasti troppo pochi e diciamo sempre le stesse cose?
Potrebbe essere uno spunto di riflessione...:-)
Di certo è che sto cominciando a rivalutare la nostra prof d' italiano, che magari pensava: guarda che cocciuto 'sto allievo!...non capisce le battute, le provocazioni... :-)
Potrai comunque dire che sono il tuo contraddittore più resistente!!!
Ps.: Trent' anni fa = un secolo fa ( e non puoi contestare...:-)!!)
Perchè, Valeria, quel che io percepisco è una invadenza dello stato che limita progressivamente la mia libertà con troppe regole, troppe "autorità", troppi divieti, troppi costi e ... poca resa, poca efficienza, poca sicurezza. Lo stato non lo concepisco come un Moloch che interviene su tutto e tutti, ma come una unione di individui che per la loro sicurezza interna e dai nemici esterni, per dirimere le controversie e per dare una rappresentanza unica nei confronti degli altri stati rinunciano, volontariamente, ad una parte della propria libertà. Ma per il tutto resto ne rimangono gli unici titolari e loro e solo loro possono scegliere dove orientarsi. Poi nulla vieta libere associazioni tra privati per meglio godere di un qualcosa, ma se io voglio restarne fuori, nessuno mi obblighi a parteciparvi o a contribuirvi. E' evidente che, oggi, l'invadenza dello stato, del pubblico, è tale che da qualunque parti ti volti vai a sbattere contro qualcosa. Pensa solo all'aberrazione del limite sull'uso dei contanti, un vulnus alla libertà individuale che solo chi ha paura, chi vuole controllare non dei cittadini, ma dei sudditi può inventarsi e nella misura, poi, che abbiamo adesso in Italia. Ecco perchè attorno alla libertà individuale ruota la mia personalissima filosofia di vita. Non voglio imporla a nessuno, ma rivendico il diritto a non farmi imporre alcunchè, difendendone l'idea sempre e cercando di metterla in pratica ovunque mi sia possibile.
Perchè Massimo hai eliminato il commento?
Lo avevo letto e volevo risponderti...
Non trovo iniquo il canone rai..in fondo non è gran cosa, uno dei più bassi in Europa... Solo lo vorrei più rispettoso del criterio della progressività d' imposta!!
A proposito: puoi ancora chiedere la suggellazione del tuo televisore, l' imposta in quanto tale non si può disdire ma qualcuno riesce a non pagare in modo legittimo... Devi solo vincere sulla burocrazia e penso che occorra molta abnegazione...
A dire il vero, mi ero già diffusa in un commento lunghissimo, che come talvolta accade mi sparisce...E in fatti mi èsparito...Adesso sono stanca... Meglio così: vi sareste sorbettati una cronistoria del tributo, alla luce della giursprudenza costituzionale!
NB Massimo, non trovi più iniquo qualcosa di diverso dal canone rai?
Massimo è Massimo P., ma vista la comunanza totale di vedute sta anche per Max Cesco...
Non posso rispondere per Massimo, ma penso che l'aver cancellato il commento sia dovuto ad affetto nei tuoi confronti. Penso che non gli piacciano le polemiche e che il commento gli è sfuggito avendo toccato un argomento che considera sensibile, poi, a mente fredda, abbia cancellato sperando che si terminasse la discussione.
Credo ci siano limiti di spazio nei commenti. Quando si scrive qualcosa di lungo prima di dare l'invio conviene fare un copia e incolla di quel che si è scritto :-)
...e che ne direste di un servizio pubblico tramite cui seguire un confronto tra i vari candidati premier, volto a smascherare le false promesse? ...
Direi che non occorre una rai pubblica per un confronto tra le due coalizioni. Nel 1994 Berlusconi e Occhetto si affrontarono su Canale 5, da Mentana ed oggi l'offerta è ancora più ampia.
Una rai pubblica sarebbe però, oltre che maggiormente garantista, anche più comoda: pensa a quante volte dovrebbero confrontarsi i vari candidati...almeno una per ogni tv!!!
Altra mia curiosità: di che cosa parlerebbero? il ruolo dello Stato sarebbe (per te) ridottissimo: gli vuoi pure togliere il potere giurisdizionale!!!( vedi tuo commento a post successivo...) :-)
E perchè mai dovrebbero fare il giro delle sette chiese ? Negli Stati Uniti "battezzano" un emittente, anzi il dibattito viene organizzato da una associazione che lo "vende" ad una emittente privata che poi lo trasmette. Magari se ne possono fare tre come negli Stati Uniti. Uno sull'economia, uno sulla politica estera e uno sulla politica sociale. I due contendenti potrebbero così avere tempi e modi per sviluppare i rispettivi programmi con un pubblico che, conoscendo in anticipo il tema del dibattito, potrebbe scegliere se guardare o meno in base al proprio interesse.
Mi avevi scritto: "Tu potresti abbonarti a film,attualità, varietà, news, io a calcio, film, telefilm e news. E se quell'abbonamento risultasse insoddisfacente, cambiarlo con la concorrenza." Conseguentemente -ho argutamente pensato - se sbagliassi abbonamento...non vedrei il tanto (da me) agognato confronto!!! Ti pare giusto? Da qui, l' inevitabile giro delle sette chiese.... :-)
E' il valore della libera conocrrenza. Devi scegliere. E scegli quel che a te interessa di più. Comunque ti ricordo che alcune trasmissioni vengono emesse "in chiaro" anche dai canali a pagamento e se una emittente comprasse (a suon di milioni) il dibattito tra Berlusconi e Bersani avrebbe tutto l'interesse, per vendere meglio la pubblicità, a trasmetterlo in chiaro.
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