Da quasi un anno, complice anche la collocazione dell'ufficio relativamente vicino a casa, ho progressivamente lasciato in garage la moto per girare a piedi o in autobus.
Sono circa due chilometri e mezzo tra casa e ufficio che al mattino percorro sistematicamente a piedi, mentre per il ritorno, con il freddo o nel pieno della canicola agostana, uso l'autobus.
Era dalla terza media che non usavo sistematicamente dell'autobus, 40 anni in cui tra automobile e moticicletta ho dimenticato il mezzo pubblico, sacrificandolo nel nome del “guadagno” di tempo.
Ma tutto quello che rincorriamo, che vogliamo, che “dobbiamo” assolutamente fare in giornata è realmente necessario ?
Le prime volte in cui ho dovuto attendere un autobus in ritardo sbuffavo, poi ho apprezzato anche quei momenti di tranquillità per guardarmi intorno e vedevo gli “altri me stesso” indaffarati, camminare di passo svelto senza neppure godersi, ad esempio, l'illuminazione con la quale i commercianti di Bologna hanno onorato il periodo natalizio.
Abbiamo “tante cose da fare”, così spesso chiudiamo una conversazione o un incontro casuale con un amico.
Quali ?
E sono tutte indifferibili ?
Non sarebbe bello mettere a frutto una generale situazione che induce al ritorno verso l'individualismo, per rallentare il nostro ritmo di vita ?
Per quanto ragionevolmente possibile visto che con i moderni strumenti di comunicazione il ritmo è incalzante e mentre una volta per ottenere una risposta ad una tua lettera aspettavi anche un mese, oggi, a volte, non passa neppure un'ora.
Ma siamo proprio obbligati a rispondere immediatamente ?
Aspettare l'autobus, a volte, consente di divagare su questioni ad impatto pratico nullo, ma che ci permettono ancora di sentirci esseri umani e non robot.
… poi ci sono quelli che vedi salire senza timbrare il biglietto e la nuvoletta di beatitudine scompare, perchè non è possibile che tutti, tranne te, abbiano l'abbonamento ... ma questa è un 'altra storia ...
Sono circa due chilometri e mezzo tra casa e ufficio che al mattino percorro sistematicamente a piedi, mentre per il ritorno, con il freddo o nel pieno della canicola agostana, uso l'autobus.
Era dalla terza media che non usavo sistematicamente dell'autobus, 40 anni in cui tra automobile e moticicletta ho dimenticato il mezzo pubblico, sacrificandolo nel nome del “guadagno” di tempo.
Ma tutto quello che rincorriamo, che vogliamo, che “dobbiamo” assolutamente fare in giornata è realmente necessario ?
Le prime volte in cui ho dovuto attendere un autobus in ritardo sbuffavo, poi ho apprezzato anche quei momenti di tranquillità per guardarmi intorno e vedevo gli “altri me stesso” indaffarati, camminare di passo svelto senza neppure godersi, ad esempio, l'illuminazione con la quale i commercianti di Bologna hanno onorato il periodo natalizio.
Abbiamo “tante cose da fare”, così spesso chiudiamo una conversazione o un incontro casuale con un amico.
Quali ?
E sono tutte indifferibili ?
Non sarebbe bello mettere a frutto una generale situazione che induce al ritorno verso l'individualismo, per rallentare il nostro ritmo di vita ?
Per quanto ragionevolmente possibile visto che con i moderni strumenti di comunicazione il ritmo è incalzante e mentre una volta per ottenere una risposta ad una tua lettera aspettavi anche un mese, oggi, a volte, non passa neppure un'ora.
Ma siamo proprio obbligati a rispondere immediatamente ?
Aspettare l'autobus, a volte, consente di divagare su questioni ad impatto pratico nullo, ma che ci permettono ancora di sentirci esseri umani e non robot.
… poi ci sono quelli che vedi salire senza timbrare il biglietto e la nuvoletta di beatitudine scompare, perchè non è possibile che tutti, tranne te, abbiano l'abbonamento ... ma questa è un 'altra storia ...
2 commenti:
caro Max,
mi associo all' elogio del tempo perso, ma temo che sia difficile tornare indietro...
Quanto all' autobus,per me non c'è quasi nulla di peggio: forse forse il treno.
Io opto senz' altro per lunghe scarpinate a piedi, che mi rilassano, o per la individuale comodità della mia auto... Però, al divagare su questioni a impatto pratico nullo non rinuncio, e per questo sport della mente non c'è bisogno di aspettare l'autobus: basta fermarsi al semaforo in auto, ad esempio :-)!
Anche a nome degli altri bloggers ti ringrazio perchè con i tuoi interventi mantieni vivo questo blog in un periodo in cui, evidentemente, abbiamo tutti...tante cose da fare!
Io preferisco viaggiare in treno piuttosto che in aereo. L'automobile ... sempre meno, adesso lascio sempre più spesso la moto in garage e riscopro il camminare in città e l'autobus ... aspettando bramosamente che sia operativo anche nella realtà il teletrasporto di Star Trek ! Signor Scott, energia. E siamo subito a destinazione ... :-)
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