domenica 20 marzo 2011

Perché la Libia?


Ci risiamo, i venti di guerra soffiano di nuovo sul Mediterraneo e le potenze occidentali hanno iniziato una nuova missione, stavolta sotto il mandato Onu, volta a ridurre Gheddafi a più miti consigli, se non a farlo cadere. Ora, se militarmente il problema non è insormontabile tale è la sproporzione fra gli armamenti schierati, politicamente la faccenda è se possibile più complicata e indecifrabile rispetto a situazioni già viste. Le variabili sono tante: i dubbi Usa (che poi giocoforza hanno preso il comando), la fretta francese (i Rafale erano schierati a Saint Dizier che dista alcune ore dalla Libia quindi, per colpire alle 17.45, sono partiti ben prima della decisione finale Onu, avrebbero attaccato comunque?), la posizione “neutrale” della Germania (ma secondo me è da Ramstein, territorio della Merkel, più che da Napoli che partono le direttive a livello tattico). L’Italia non può stare alla finestra come auspicherebbe la Lega malgrado i nostri accordi con la Libia (del resto resi nulli dal fatto che Gheddafi ha fatto quello che ha fatto) per il semplice motivo che Tripoli è a due passi. Siamo nell'Onu e nella Nato. A posizioni geografiche invertite anche i tedeschi avrebbero dovuto collaborare. E cosa succede veramente in Libia? Uno stato dominato da tante misteriose tribù che non si sono mai amate fra loro. Chi c’è veramente a capo dei ribelli? Che canali hanno attivato con la Francia. Stavolta non vedo un mediatore come Holbrook con Milosevic. E poi, siamo davvero sicuri di voler che Gheddafi sia abbattuto? Come diceva Reagan per Saddam in tempi ormai lontani: è un figlio di puttana, ma è il nostro figlio di puttana. Si è visto cosa è successo dopo lo scià di Persia, dopo l’Afghanistan, dopo Saddam. Ci sono ancora tanti interrogativi a cui cercare una risposta, voi che ne dite?
Mentre stavo scrivendo da Birgi sono partiti anche i primi Tornado.

8 commenti:

Massimo F. ha detto...

Condivido i tuoi dubbi sul "dopo". Posto che Gheddafi non può vincere. Purtroppo quelle bombe cadono anche sugli interessi nazionali dell'Italia che, con un Trattato con la Libia, aveva ottenuto petrolio, gas e commesse per infrastrutture, oltre al fermo sulle coste africani dell'invasione degli illegali. Io un sospetto ce l'ho. Sarà mica che Francia e Gran Bretagna avessero una simile voglia di bombardare proprio perchè escluse da tali succulenti contratti economici ? ;-). Comunque sia, l'Italia ha solo da rimetterci.

valeria ha detto...

Questa passerà alla storia come la "guerra della confusione" e, con riferimento all' interventismo francese, non mi pare così assurdo il titolo di una nota testata giornalistica: "A loro il petrolio, a noi i clandestini" (ndr rifugiati)
E non solo petrolio, comunque.

Massimo F. ha detto...

Valeria. Il titolo di Libero è azzeccatissimo, l'articolo coglie in pieno il nocciolo del problema. Per proseguire nella battuta si potrebbe dire che con il Trattato che avevamo con Gheddafi i termini erano esattamente invertiti: a noi il petrolio, agli altri gli immigrati. E forse proprio questo non era gradito dai galletti transalpini.

Massimo F. ha detto...

Con le notizie di questi ultimi due giorni, si potrebbe aggiungere: e perchè la Siria no ? ;-)
Buon fine settimana.

Roberto ha detto...

Caro Claude, ti chiedi perchè la libia?? Forse perchè abbiamo un interesse strategico ed economico stringente anche per evidenti ragioni storico geografiche.
E' quindi esiziale che si partecipi attivamente e che si cacci Gheddafi che d'altronde non ha più alcuna legittimità internazionale.Noi italiani però siamo speciali ci dividiamo su tutto anche sulle cose più semplici e così dobbiamo assistere al penoso spettacolo di questi giorni , con la sinistra interventista che sembra essere al governo e il governo che tentenna pietosamete, e pensa già( dopo solo una settimana di guerra a porsi come mediatore tra gheddafi e i ribelli( sic..)

Massimo F. ha detto...

Immagino, Roberto, che sia stato un lapsus calami e intendessi "essenziale" e non "esiziale", sennò sarei d'accordo ... :-)
Nella guerra contro la Libia si sono invertiti gli schieramenti (e non parlo dei politici, ma dei cittadini). A destra contro, a sinistra a favore. Per favore non spaccate il capello in quattro, ragiono per grandi gruppi.:-). Ho letto un articolo sul Carlino (di cui ricordo bene l'autore, ma non lo dico :-) in cui si evidenziava come questa contro la Libia sia una guerra di sinistra e che esistono guerre di sinistra (Kossovo, Libano, Libia) e di destra (Afghanistan, Iraq). La differenza, secondo il giornalista, è nelle motivazioni: umanitarie per la sinistra e di interesse per la destra. Io, di destra, mi ci ritrovo in pieno in tale distinzione, la confermo per la frequentazione di molti bloggers di destra e aggiungo quel che, con molto senso dell'opportunismo, l'articolista non scriveva. Le guerre "umanitarie" hanno come conseguenza un costo per noi, quelle per "interesse" un beneficio. Per sintetizzare: la strada per l'Inferno è lastricata di buone intenzioni. Così in Libia avevamo ottimi contratti per il gas, il petrolio, la realizzazione di infrastrutture e un accordo valido e funzionante che bloccava l'immigrazione. La guerra è quindi esiziale (non è un refuso) per i nostri interessi nazionali. Con l'embargo sul petrolio il primo a rimetterci è l'Eni. Arrivano migliaia di clandestini che nessuno vuole vicino a casa sua (veggasi Monghidoro). Il dpo guerra sarà una totale incertezza sulla sorte dei contratti che, bene che vada, conserveremo solo in parte, perchè l'altra dovremo cederla a francesi e inglesi. Poichè personalmente ritengo che la politica debba avere come stella polare l'interesse nazionale, cioè l'utile per i cittadini dello stato, noi che siamo Italiani avremmo avuto tutto l'interesse a che non fosse scoppiata alcuna guerra. Ma poichè la guerra c'è, abbiamo tutto l'interesse che finisca presto con un bel compromesso che ci consenta di salvare quanto più è possibile dei nostri accordi pregressi. A cominciare da quello per il blocco dell'immigrazione

Roberto ha detto...

Caro Max,intendevo ovviamente "essenziale": Quandoque bonus dormitat Homerus:). Sulle altre considerazioni direi questo: E' proprio perchè vi sono interessi in ballo per l'italia assai rilevanti che avremmo dovuto affiancare francesi e inglesi( e americani) in maniera decisa.Mi sembra vano e illusorio sperare che gheddafi resti al potere e sperare in un ruolo del governo italiano di mediazione;non cisono
gli spazi.
Berlusca grande mediatore: forse per far dimenticare agli italiani il rubygate??. il TEMPO stabilirà chi ha ragione.
A presto

Massimo F. ha detto...

Berlusconi mediatore per natura, perchè chi lo vota segue le questioni serie e non le sciocchezze alla Ruby che interessano solo chi non lo vota. :-)
Il nostro interesse sarebbe stato impedire l'intervento militare contro la Libia. Ora che c'è l'unica soluzione è cercare di salvare il salvabile mediando tra le parti in modo da ottenere concessioni da entrambe.