Sapete che ho il chiodo del ricordo "futuro"... Rimarremmo troppo male, tra vent' anni, riguardando il blog, se non trovassimo nemmeno un accenno alla giornata di oggi... W l' Italia!
Viva l'Italia, certo. Come diceva la canzone ? L'Italia che lavora, l'Italia che produce ... ;-) Sulle celebrazioni di ieri avrei molte, tante riserve, a cominciare dalla considerazione che se fosse una ricorrenza considerata importante, dovrebbe essere celebrata ogni anno e non una tantum al 150* anniversario. Ma sarebbero motivo di inutili lacerazioni nel gruppo. Così colgo lo spunto di Valeria, della nota "a futura memoria" e ricordo che il 24 maggio 2015 sarà il centenario dell'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale che, per noi, rappresenta la Quarta Guerra di Indipendenza che portò a compimento quasi totale l'Unità della Nazione con Trento, Trieste, Fiume e Istria (sarebbe mancata solo la Dalmazia). E poi ci sarà il 4 novembre 2018, centenario della Vittoria. Saranno celebrate allo stesso modo anche quelle ricorrenze ?
Secondo me, non è vero che per essere considerata importante una celebrazione dovrebbe essere annuale. 150 anni sono un numero emblematico, come i 100, i 200 e così via e quindi l' avervi dato questo giusto rilievo ha evidenziato, anche se una tantum,l' importanza dell' evento per noi Italiani; Se poi al 24 maggio o al 4 novembre non verrà riconosciuta la stessa evidenza, che cosa cambia? L'Unità d'Italia è festeggiata, a prescindere dalla data individuata come più significativa. Per quanto riguarda il federalismo, con buona pace di Roberto (che mi anticipa sempre interventi profondi..che poi non arrivano!), condivido la posizione di chi lo appoggia avendo ben presente che la cornice imprescindibile di riferimento deve essere l' Italia unita. Capisco, Max, che lacerazioni nel gruppo siano inutili, ma se il Galvani non ci ha insegnato a dialogare "liberamente" (gran bel valore la libertà!), dovremmo tutti vivere ciò come un enorme insuccesso! Che ne dici? Piccola notazione, infine, sul Leone Remo: sarebbe triste oggi, a 54 anni, vederlo in una gabbia, ma da bambini bolognesi era una festa andare ai Giardini Margherita e, magari dopo qualche discesa dallo scivolo, ammirare con un po' di suspence e trepidazione il Re della Foresta! Purtroppo sono tante, e ben più rilevanti, le tradizioni di quest' Italia Unita che si vanno perdendo...
W L'ITALIA Io ho adeguatamente festeggiato con esposizione del tricolore sul balcone. Per quel che riguarda il federalismo a me pare che la parte politica che lo vuole non abbia capito che cosa significhi la parola federare: sarebbe più proprio parlare di decentramento amministrativo con poteri legislativi dati alle Regioni su molte materie pur mantenendo l'Unità Nazionale che anzi io vedrei federata negli Stati Uniti d'Europa. Il leone Vale lasciamolo nella savana e portiamo i bambini a conoscere la nostra di fauna che è altrettanto bella e affascinante.
Valeria, l'hai voluto tu ! :-) Storicamente il 17 marzo 1861 non fu proclamata l'Unità d'Italia, ben consci che mancavano all'appello: Venezia, il Veneto e lembi della Lombardia; Roma e il Lazio; Trento, Trieste, Fiume, l'Istria e la Dalmazia. Tanto che nel 1866 l'unica battaglia navale della Terza Guerra di Indipendenza, a Lissa, vide la vittoria dell'Impero la cui marina era chiamata “austro-veneta”, i comandi venivano dati in lingua veneziana e la maggior parte degli equipaggi erano formati da Veneziani, Veneti, Triestini, Dalmati, Istriani e Giuliani. Erano talmente consapevoli che l'Unità era di là da venire, che fu infatti proclamato il Regno d'Italia, non l'Unità d'Italia che avremmo sostanzialmente raggiunta solo nel 1920 con l'integrazione di Fiume nel territorio nazionale. Proprio perchè fu proclamato il Regno d'Italia, da cui scaturì l'Unità, la Festa avrebbe dovuto esaltare il ruolo della Casa Reale e sarebbe stato giusto far partecipare alle celebrazioni i Principi di Casa Savoia, ora non più esiliati coattivamente come nel 1961, e non limitarsi ad un peloso e nascosto omaggio a Vittorio Emanuele II. A maggior ragione se si considera che, man mano che si guarda con maggiore obiettività a quel 2 giugno 1946, viene sempre più riconosciuto quanto abbiano inciso i brogli al referendum istituzionale. Oltre ad avere alcuno “simboli” nazionali proprio derivanti dai colori di Casa Savoia, come l'Azzurro delle maglie delle Nazionali e delle bande in uso per gli Ufficiali di servizio. Questo per quanto riguarda la parte storica. Ma ho anche motivazioni politiche per non aver festeggiato. E non riguardano la strumentalizzazione di una ricorrenza (peraltro, come abbiamo visto, alterata) in chiave antifederalista (Andrea, il decentramento e le autonomie locali ormai non bastano più e non sono sicuro che ormai anche il Federalismo possa essere sufficiente) . Ma riguardano i compagni di celebrazione. Francamente è ridicolo che un Bersani si definisca patriottico creando un evidente ossimoro. Ho molti dubbi sui festeggiamenti a comando, non so quanto in buona fede, da parte di quelli che fino a ieri agitavano bandiere rosse o arcobaleno e non il Tricolore, cantavano l'internazionale o bella ciao e non l'Inno di Mameli ed erano, per l'appunto, compagni e non Fratelli d'Italia. Venti anni fa, più o meno, Marcello Veneziani dalle colonne de L'Italia Settimanale, prendendo atto che mancava una Festa Nazionale condivisa, propose il 17 marzo. Fu irriso dagli stessi che il 17 improvvisamente sventolavano per la prima volta (calcio a parte … forse) il Tricolore. E sulla sincerità della conversione mi si consenta di esprimere dubbi, confermati anche quando ho visto dei Tricolori nuovi di zecca (segno che in casa non l'avevano … e anche questo sarebbe sintomatico di una festa a comando) esposti da alcune famiglie nella zona in cui abito e che nel 2003 (e non solo) , quando io e altri esponemmo Tricolore e Bandiera Statunitense, avevano invece sul balcone solo un triste stendardo arcobaleno. Ecco i motivi per cui non ho condiviso i festeggiamenti, pur dicendo Viva l'Italia. Quella vera e sincera, però. Come vero e sincero deve essere il patriottismo e l'attaccamento all'interesse nazionale. E anche su questo, sulla strada per perseguirlo, non vedo molta affinità con i neofiti del Tricolore.
4 commenti:
Viva l'Italia, certo. Come diceva la canzone ? L'Italia che lavora, l'Italia che produce ... ;-)
Sulle celebrazioni di ieri avrei molte, tante riserve, a cominciare dalla considerazione che se fosse una ricorrenza considerata importante, dovrebbe essere celebrata ogni anno e non una tantum al 150* anniversario. Ma sarebbero motivo di inutili lacerazioni nel gruppo.
Così colgo lo spunto di Valeria, della nota "a futura memoria" e ricordo che il 24 maggio 2015 sarà il centenario dell'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale che, per noi, rappresenta la Quarta Guerra di Indipendenza che portò a compimento quasi totale l'Unità della Nazione con Trento, Trieste, Fiume e Istria (sarebbe mancata solo la Dalmazia).
E poi ci sarà il 4 novembre 2018, centenario della Vittoria. Saranno celebrate allo stesso modo anche quelle ricorrenze ?
Secondo me, non è vero che per essere considerata importante una celebrazione dovrebbe essere annuale. 150 anni sono un numero emblematico, come i 100, i 200 e così via e quindi l' avervi dato questo giusto rilievo ha evidenziato, anche se una tantum,l' importanza dell' evento per noi Italiani;
Se poi al 24 maggio o al 4 novembre non verrà riconosciuta la stessa evidenza, che cosa cambia? L'Unità d'Italia è festeggiata, a prescindere dalla data individuata come più significativa.
Per quanto riguarda il federalismo, con buona pace di Roberto (che mi anticipa sempre interventi profondi..che poi non arrivano!), condivido la posizione di chi lo appoggia avendo ben presente che la cornice imprescindibile di riferimento deve essere l' Italia unita.
Capisco, Max, che lacerazioni nel gruppo siano inutili, ma se il Galvani non ci ha insegnato a dialogare "liberamente" (gran bel valore la libertà!), dovremmo tutti vivere ciò come un enorme insuccesso! Che ne dici?
Piccola notazione, infine, sul Leone Remo: sarebbe triste oggi, a 54 anni, vederlo in una gabbia, ma da bambini bolognesi era una festa andare ai Giardini Margherita e, magari dopo qualche discesa dallo scivolo, ammirare con un po' di suspence e trepidazione il Re della Foresta!
Purtroppo sono tante, e ben più rilevanti, le tradizioni di quest' Italia Unita che si vanno perdendo...
W L'ITALIA
Io ho adeguatamente festeggiato con esposizione del tricolore sul balcone. Per quel che riguarda il federalismo a me pare che la parte politica che lo vuole non abbia capito che cosa significhi la parola federare: sarebbe più proprio parlare di decentramento amministrativo con poteri legislativi dati alle Regioni su molte materie pur mantenendo l'Unità Nazionale che anzi io vedrei federata negli Stati Uniti d'Europa. Il leone Vale lasciamolo nella savana e portiamo i bambini a conoscere la nostra di fauna che è altrettanto bella e affascinante.
Valeria, l'hai voluto tu ! :-)
Storicamente il 17 marzo 1861 non fu proclamata l'Unità d'Italia, ben consci che mancavano all'appello:
Venezia, il Veneto e lembi della Lombardia;
Roma e il Lazio;
Trento, Trieste, Fiume, l'Istria e la Dalmazia.
Tanto che nel 1866 l'unica battaglia navale della Terza Guerra di Indipendenza, a Lissa, vide la vittoria dell'Impero la cui marina era chiamata “austro-veneta”, i comandi venivano dati in lingua veneziana e la maggior parte degli equipaggi erano formati da Veneziani, Veneti, Triestini, Dalmati, Istriani e Giuliani.
Erano talmente consapevoli che l'Unità era di là da venire, che fu infatti proclamato il Regno d'Italia, non l'Unità d'Italia che avremmo sostanzialmente raggiunta solo nel 1920 con l'integrazione di Fiume nel territorio nazionale.
Proprio perchè fu proclamato il Regno d'Italia, da cui scaturì l'Unità, la Festa avrebbe dovuto esaltare il ruolo della Casa Reale e sarebbe stato giusto far partecipare alle celebrazioni i Principi di Casa Savoia, ora non più esiliati coattivamente come nel 1961, e non limitarsi ad un peloso e nascosto omaggio a Vittorio Emanuele II. A maggior ragione se si considera che, man mano che si guarda con maggiore obiettività a quel 2 giugno 1946, viene sempre più riconosciuto quanto abbiano inciso i brogli al referendum istituzionale. Oltre ad avere alcuno “simboli” nazionali proprio derivanti dai colori di Casa Savoia, come l'Azzurro delle maglie delle Nazionali e delle bande in uso per gli Ufficiali di servizio. Questo per quanto riguarda la parte storica.
Ma ho anche motivazioni politiche per non aver festeggiato.
E non riguardano la strumentalizzazione di una ricorrenza (peraltro, come abbiamo visto, alterata) in chiave antifederalista (Andrea, il decentramento e le autonomie locali ormai non bastano più e non sono sicuro che ormai anche il Federalismo possa essere sufficiente) . Ma riguardano i compagni di celebrazione. Francamente è ridicolo che un Bersani si definisca patriottico creando un evidente ossimoro. Ho molti dubbi sui festeggiamenti a comando, non so quanto in buona fede, da parte di quelli che fino a ieri agitavano bandiere rosse o arcobaleno e non il Tricolore, cantavano l'internazionale o bella ciao e non l'Inno di Mameli ed erano, per l'appunto, compagni e non Fratelli d'Italia.
Venti anni fa, più o meno, Marcello Veneziani dalle colonne de L'Italia Settimanale, prendendo atto che mancava una Festa Nazionale condivisa, propose il 17 marzo. Fu irriso dagli stessi che il 17 improvvisamente sventolavano per la prima volta (calcio a parte … forse) il Tricolore.
E sulla sincerità della conversione mi si consenta di esprimere dubbi, confermati anche quando ho visto dei Tricolori nuovi di zecca (segno che in casa non l'avevano … e anche questo sarebbe sintomatico di una festa a comando) esposti da alcune famiglie nella zona in cui abito e che nel 2003 (e non solo) , quando io e altri esponemmo Tricolore e Bandiera Statunitense, avevano invece sul balcone solo un triste stendardo arcobaleno.
Ecco i motivi per cui non ho condiviso i festeggiamenti, pur dicendo Viva l'Italia. Quella vera e sincera, però. Come vero e sincero deve essere il patriottismo e l'attaccamento all'interesse nazionale. E anche su questo, sulla strada per perseguirlo, non vedo molta affinità con i neofiti del Tricolore.
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