martedì 8 marzo 2011

Benessere degli animali


Vorrei rispondere a Katia e al commento da lei fatto al post precedente e per farlo ho preferito crearne un altro perchè è un argomento che mi appassiona molto. Amare gli animali è a mio avviso un indice di sensibilità e umanità, ma a volte amare troppo può essere deleterio soprattutto per l’essere che è amato. Sono tutte vere le barbarie che dici che subiscono gli animali negli allevamenti intensivi e non, ma è soprattutto brutto veder macellare un animale anche se lo scopo per cui lo si fa è quello alimentare; rimasi impressionato una volta, quando lavoravo ancora in agricoltura, nel visitare un allevamento di polli a terra con circa 30 volatili a mq alimentati con mangimi pieni di antibiotici per prevenire le malattie. Io ho sempre amato gli animali fin da bambino ed ho sempre avuto una grandissima passione che mi ha spinto a studiarli e a conoscerli sempre meglio e penso tutto sommato di essermi creato una certa competenza sulla fauna selvatica e canina (purtroppo sono come la mia cagnetta: i gatti non mi piacciono). Non sempre amare vuol dire salvarla una vita animale; mi è capitato diverse volte di intervenire su incidenti stradali, uno proprio stamattina, dove c’erano selvatici gravemente feriti (per lo più cervi e caprioli). Una volta mi successe che una signora stava accarezzando un capriolo investito con entrambe le zampe spezzate, fratture esposte, lesione alla colonna vertebrale e paralisi del treno posteriore e lo aveva addirittura coperto con un panno per ripararlo dal freddo. Quella signora stava facendo senza rendersene conto a quel capriolo un male pazzesco perché, tutte le volte che lo accarezzava, provocava nella bestiola uno stress inimmaginabile. Quando ho detto alla signora che quel animale l’avrei dovuto sopprimere (un selvatico che si fa toccare dall’uomo è un animale comunque finito e, anche se lo si riuscisse a recuperare, non sarebbe comunque più adatto alla vita selvatica) questa disse che se l’avessi fatto mi avrebbe denunciato perché non ero un veterinario e non potevo sapere se il capriolo era salvabile o meno. In questi casi anche se avessi telefonato al veterinario convenzionato col nostro servizio mi sarei sentito rispondere come al solito che animali ne vediamo più noi di lui e quindi sappiamo noi se un animale è recuperabile o meno. Tra l’altro quello che afferma il veterinario è vero in quanto all’università studiano gli animali domestici e dei selvatici, che hanno fisiologia ed etologia completamente differenti, sanno poco o nulla e tante volte vengono a chiedere consiglio a noi. Avrei potuto a quel punto intimare alla signora di allontanarsi pena la denuncia per interruzione di pubblico servizio ma non lo feci e decisi di fare divulgazione scientifica spiegando le ragioni per cui quel animale non poteva più vivere. Ci misi un’ora circa ma alla fine ci riuscii a convincerla; l’unico che ci rimise fu il povero capriolo che dovette sopportare un’ora in più di sofferenza. Vi assicuro che tutte le volte che guardo negli occhi un capriolo che deve essere soppresso, se potessi, farei a meno, ma devo farlo perché me lo impone il suo benessere sancito per altro dalla Legge e tra l’altro fa parte anche dei nostri compiti istituzionali (solo noi siamo autorizzati a sopprimere un selvatico in periodo di chiusura di caccia, neanche il Corpo Forestale dello Stato e tra l'altro abbiamo seguito anche dei corsi per fare questo). Quando arrivo su un capriolo ferito col suo sguardo languido molte volte vorrei fuggire ma, guardando il dolore negli occhi del selvatico (diverso è il discorso con un animale domestico), alla fine quando premo il grilletto della pistola è una liberazione soprattutto per la bestiola. La caccia infine, attività che non pratico e non praticherei perché non mi piace, ha anche come qualcuno ha accennato la funzione di contenere lo sviluppo esagerato di certa fauna(ungulati in genere), prevenendo in questo modo le malattie. Non voglio farvi una lezione sulla “capacità portante” di un determinato habitat, ma tenete presente che oltre un certo numero gli animali selvatici non possono espandersi raggiunto il quale vengono limitati dalle malattie; quindi in assenza dei loro predatori naturali, se l’uomo si sostituisce a questi non crea danno all’ambiente. Tra l’altro cibarsi di carne cacciata è molto più salubre che cibarsi di carne allevata perché un cervo ha vissuto ed è morto molto ma molto ma molto meglio di un qualsiasi manzo allevato in stalla. Io ad esempio, pur non mangiando molta carne preferisco una bistecca di cervo ad una di manzo per sapore, consistenza, genuinità dell’alimento. Ultima cosa e non è certo il caso di Katia persona per quel che ricordo dall’umanità profonda e dalla grande sensibilità, a me piacerebbe che quelli che si definiscono animalisti al 100% guardassero negli occhi un capriolo con le zampe rotte e soprattutto mi piacerebbe che avessero la stessa sensibilità che hanno verso gli animali anche verso gli esseri umani. Spero di non avervi tediato troppo. Il prossimo post lo dedicherò per farvi conoscere la mia cagnolina ed il suo carattere, dato che è un cane veramente eccezionale. Se volete posso anche scrivere qualcosa, visto che sta arrivando il momento, sulla stagione dei parti nel bosco (ho scritto parti e non parties) e magari su qualche altro endemismo delle Alpi. A fine mese vado tra l’altro a seguire a Tarvisio un corso sui grandi carnivori tenuto da docenti dell’Università di Udine e di Lubiana massimi esperti europei perché c’è sempre da imparare sugli animali.
Nella foto piccolo di cervo da me fotografato a poche ore dal parto la primavera scorsa.

14 commenti:

Massimo F. ha detto...

Acc era qui la prosecuzione della discussione ! Mi sembra che quel che ha scritto Andrea sia abbastanza equilibrato. Ripeto la chiusura del mio commento nel post precedente: regole sì, divieti assoluti no.

valeria ha detto...

In medio stat virtus.
Non mi sono mai appassionata alle cause degli animalisti perché ci sono problemi che mi colpiscono di più, ad esempio sono più sensibile a cause del tipo adozioni a distanza. Le battaglie degli animalisti mi lasciano più indifferente, non perché io non sia sensibile, anzi, ritengo di esserlo. Così, di fronte all’ abbandono di un cane, provo molta pietà per lui e molto, molto ribrezzo per l’ essere umano (che peraltro è capace di tutto, come la storia insegna). Però, inevitabilmente, se sento storie di abbandoni o violenze o abusi su minori o anziani, cioè su soggetti umani deboli, la mia commozione va alle stelle e quel senso di impotenza che mi assale è assai più forte e sconfortante…Insomma, ci sono delle priorità e l’ Uomo (nemmeno io trovo ci sia nulla di male nel metterlo al centro dell’ universo) è la prima di queste.
Ho da tempo desiderio di un cane (rigorosamente cane, anche io non amo per niente i gatti), ma poi evito accuratamente di prenderne uno per vari motivi: sicuramente l’ impegno è un notevole deterrente, ma anche il fatto che non ho un bel giardino dove farlo vivere felice. Sopra ogni altra, però, la ragione che mi impedisce di cedere alla voglia di prendermi un cane è che non voglio assolutamente fare la fine di tutti coloro che hanno un animale domestico.
Quale? Quella di trattarlo da essere umano.
E’ una cosa che non amo veder fare, ma so che avrei molte probabilità di cadere nella trappola. Lo fanno tutti, perché dovrei riuscire a non farlo io? E, d’ altra parte, un animale domestico diventa uno di famiglia, difficilissimo non trattarlo da umano. ( A questo proposito mi piacerebbe molto sapere qual’ è il legame di Katia e Andrea con i loro animali).
Comunque, allo stesso modo, non mi piace nemmeno pensare che sia equilibrato il comportamento di quel cacciatore che per sette anni segue un camoscio e poi lo ammazza perché ha raggiunto l’ età in cui è lecito farlo. E’ possibile che sia un cacciatore rispettoso delle norme, questo forse sì, ma io trovo schizofrenico il suo comportamento. Tutti gli eccessi del genere mi danno inquietudine, non solo quelli degli animalisti convinti … Se segui per anni un animale, ti sarai pure affezionato a lui? O no? E alla fine lo ammazzi solo perché “puoi” farlo? Mah!
Naturalmente, del tutto diverso è il caso di chi, come Andrea, deve uccidere - e lo fa con pena- un animale ferito o morente.
Insomma, ragazzi: per quel che mi riguarda, mi piace rimanere ancorata il più possibile a un sano buon senso.
Sembra scontato, ma forse non lo è poi del tutto.
Comunque, mi piacciono il titolo di questo post e anche e soprattutto l' immagine del tenero cerbiatto: riguardano la vita, e non la morte(come invece la caccia)

valeria ha detto...

Ragazzi, questa è una prova.
Ci ho messo molto tempo per pubblicare il commento, non riuscivo.
Spero non ci siano più problemi...Ciao

Massimo F. ha detto...

Fondamentalmente, Valeria, quando parlo di "equilibrio" e contro gli eccessi, intendo la medesima tua posizione. In termini più in generale credo che noi siamo malati di un eccesso, una giungla di norme, leggi, direttive e regolamenti, quando invece dovremmo operare nell'ambito di un quadro generale di regole, all'interno delle quali è lasciata ai singoli quella libertà individuale che è fondamentale in una società evoluta e che trova il suo limite nel'analoga libertà altrui.

Ma cosa vi hanno fatto i gatti ? A me sono sempre piaciuti più dei cani. Sporcano meno, sono di gran lunga più indipendenti, hanno anche un effetto terapeutico contro lo stress, occupano poco spazio e comunque se lo trovano loro da soli in un angolo della casa in cui noi non li collocheremmo mai ... :-)

claudio ha detto...

Io anni fa ho avuto una gatta per 4/5 anni (era di una ex compagna) e devo dire che le volevo bene e ci facevamo un sacco di scherzi. Mi mancò quando allora tornai single. Ora data la casa piccolissima e soprattutto il tempo, posso "permettermi" solo l'acquario marino, piccino anch'esso, in cui regna incontrastato e coccolato da ormai 7 anni il piccolo Nemo. Adesso che non vado più per mari e barriere ne mantengo almeno un ricordo sotto gli occhi.

valeria ha detto...

I gatti?
Ma sì, sono carini anche loro, anzi da cuccioli sono irresistibili, e sono degli amici domestici di tutto rispetto.
Io preferisco i cani per quello che rappresentano:sono amici fedeli e la fedeltà è un valore per me primario.
Inoltre, i gatti sono più menefreghisti e sfuggenti anche nel modo di fare: camminano silenziosi rasenti ai muri, ti guardano e sembra che ti vogliano attaccare agli occhi, se non vogliono conferire con te non conferiscono, hanno gli artigli e a me gli artigli non piacciono. Esteticamente, quando invecchiano perdono molto della loro grazia. Li trovo un po' inquietanti e mi farebbe molto più compagnia un cane.
I cani sembra che ti parlino e che ti ascoltino, quando ti guardano con quei loro bei musi (pitbull e razze affini esclusi), sono più disponibili, a volte anche un po' tontoloni perchè dal padrone si farebbero fare tutto, e questo mi intenerisce: in genere, mi schiero dalla parte dei deboli e i cani, nella loro fedeltà senza riserve, sono veramente indifesi...

Nb: Carino il piccolo Nemo... Tante volte ho pensato pure a un pesce, ma francamente non mi direbbe un granchè :-)

massimo p. ha detto...

Visto l’argomento non posso che intervenire anch’io, come rampollo (degenere) d’una nobilissima schiatta di veterinari.

Nella mia famiglia siamo alla quinta generazione di veterinari, da quando mio trisnonno Felice si laureò nel 1824 (ma suo padre era fabbro maniscalco e quindi “de facto”, anche se non “de iure” esercitava l’arte veterinaria, come s’usava ai quei tempi).

Ci fu anche un articolo sul Carlino, anni fa, sulla mia famiglia.

Torniamo all’argomento del post: è verissimo che i veterinari non sanno quasi niente della fauna selvatica: è opinione comune, del tutto errata, che un normale veterinario sappia tutto su tutti gli animali (ovviamente ci sono anche i veterinari esperti di fauna selvatica ed esotica, ma devono fare specifici studi e prendere specifiche specializzazioni).

Potrei raccontare divertenti aneddoti sull’argomento (sicuramente il più strano fu quando si presentò una persona dell’entourage di Cicciolina per far curare il serpente che la suddetta utilizzava per i propri spettacoli)

Quante volte, inoltre, mio padre o mio fratello hanno dovuto fare un’iniezione per sopprimere un animale, nonostante le proteste del cliente che non capiva (e non vi dico le minacciose lettera anonime che ogni tanto ricevevamo).

Io mi considero un animalista: ho un cane e sette gatti, tutti trovatelli, tutti trovati per strada o al canile (lo stesso dicasi per i due cani che ho avuto in precedenza, anch’essi presi da un canile); quando possibile ho salvato anche qualche animaletto selvatico (dei ricci, dei merli, persino una talpa) che ho portato ad un centro per il recupero della fauna selvatica (tranne la talpa) a Modena o Bologna, tuttavia conosco bene l’estremismo animalista, sicuramente deleterio. Con questi estremisti è impossibile dialogare (come con tutti gli estremisti) ed alla fine sono stato costretto a chiudere qualsiasi rapporto.

Ed infine, un piccolo appunto: ma è mai possibile che chi ama i cani non ami anche i gatti?
Mi è già capitato molte volte di imbattermi in gente amante i cani ed odiante i gatti.
Ma perché ?
Se si vuol bene alle bestie si vuole bene a tutte, senza distinzioni.
Ma quello che vorrei sottolineare è che che sono gli amanti dei cani ad odiare i gatti, mai viceversa e mi sono sempre chiesto perché.
Forse c’è una risposta, ma la tengo per me.

valeria ha detto...

Massimo, c'è una bella differenza tra il prediligere i cani e l' odiare i gatti; inoltre ci lasci con un palmo di naso ad arrovellarci la testa sul pensiero che non vuoi esplicitarci.In un blog di dialogo mi piacerebbe...il dialogo :-)
Pazienza!
Oggi a scuola da me c'è stata una prova di evacuazione antincendio con cani antidroga addestrati per ritrovare i dispersi.
Che meraviglia!
I gatti lo farebbero?
NO.
Altra ragione per cui, senza dietrologie spesso assurde, strapreferisco i cani....senza odiare i gatti: semplicemente, non ne vado pazza (i gatti sono anche molto opportunisti, caratteristica che aborro pure negli umani)

gaggio ha detto...

Massimo non è che io odi i gatti, mi lasciano indifferente anche se ammetto che certi esemplari sono anche molto belli da vedere. Il fatto è che avendo un piccolo grande cane, che tratto Valeria rigorosamente da cane nonostante mi e gli sia molto affezionato e sia molto viziato da mia moglie, tendo ad immedesimarmi nell'odio viscerale che questo ha per i felini (quando pubblicherò il post saprete anche il perchè). E' comunque normale che chi ama i cani non ami i gatti e viceversa, essendo l'etologia delle due specie un po' agli antipodi con la quale tra l'altro tendono ad immedesimarsi i proprietari. Se posso vorrei fare un'ultima considerazione riguardo alla caccia. Alcuni di voi hanno giustamente affermato che viviamo in una società antropocentrica dove l'uomo ha delegato ad altri il procurarsi di che vivere. Se ciò non fosse chi sarebbe in grado di trovare di che nutrirsi, riscaldarsi, vestirsi ecc.? Credo ben pochi, per cui Cesco è normale che in questo tipo di società ci possano essere delle parti di popolazione che considerandosi animaliste ritengano immorale uccidere animali anche per alimentarsi perchè hanno delegato ad altri il farlo. Nella nostra organizzazione sociale ha ragione Valeria quando mi pare abbia affermato che la caccia trasmette solo il valore della morte perchè l'uomo non è costretto a procacciarsi di che vivere, altrimenti in un altro modello, l'uccisione della preda avrebbe il valore della vita umana che si perpetua. Non so se questo tipo di società sia la più giusta; un capo pellerossa, società nella quale l'uomo era parte del mondo e non al centro di esso, mi pare disse che il mondo non lo abbiamo ricevuto in eredità dai nostri padri ma dai nostri figli. Claudio capisco il fascino che possa avere la caccia grossa però credimi i ricconi che la praticano, dato che mi capitano spesso riviste di caccia sulle quali costoro di fanno immortalare a fianco delle loro costose prede, sono mediamente dei vecchi panzoni che vengono porati in fuoristrada ad uccidere le loro prede, soprattutto se queste possono essere un minimo pericolose e sono sicuro che costoro non sarebbero in grado di seguirmi su una montagna per sparare ad esempio ad un camoscio. ;-)
Massimo ho molto apprezzato il tuo intervento sul mondo dei veterinari coi quali collaboriamo quotidianamente e che ci riconoscono sempre grande professionalità.
Un abbraccio a tutti

Massimo F. ha detto...

Io ho avuto solo gatti. Uno, anzi una, doveva restare un mese (vero, Marcella ?;-) e si è fermata 14 anni. Però quando andrò in pensione comprerò un cane che mi obblighi a muovermi, perchè sennò sprofonderei in poltrona ... Resto comunque un gattofilo. Avevo letto anni fa un test che chiedeva di rispondere, senza pensare, citando tre animali. Formulate anche voi la risposta: tre animali preferiti. Ecco, il primo che avete nominato rappresenta come siete, il secondo come vorreste essere e il terzo come vi vedono gli altri. La mia risposta era di una banalità assoluta: gatto, cavallo e cane.

Apprezzo la moderazione di Andrea, l'estremismo è qualcosa che corrode e distrugge. Animalisti e cacciatori: "est modus in rebus". Per prendere l'esempio di Andrea: sapremmo cavarcela se non ci fossero "altri" che si preoccupano di farci trovare il cibo necessario ? Ecco credo che se continueremo a porre restrizioni e divieti alla manifestazione della nostra natura umana, del nostro individualismo, la risposta sarà, sempre più, negativa. Quando ho scritto in uno dei precedenti commenti che la caccia era educativa, pensavo anche a questo.

claudio ha detto...

Vorrei precisare che io non sono affatto un fanatico della caccia: non ho mai avuto la minima intenzione di praticarla e mai lo farò. Mi sono limitato a esprimere qualche parere e a spiegare un paio di cose, l'estremismo è lontano da me in questo caso.

Avete ragione nel dire che non sapremmo certo procurarci il cibo da noi, quasi nessuno. Abbiamo "delegato" questo ad altri come dice Andrea, e non solo questo... "Noi dormiamo al sicuro nei nostri letti perchè uomini rudi vegliano nella notte per difenderci da coloro che vorrebbero farci del male" diceva Orwell.

Vorrei spezzare una lancia in favore del gatto in un mondo assai più cinofilo, ma meglio di me vi rimando al celebre "Anello di Re Salomone" di Konrad Lorenz, il fondatore della moderna etologia, uno che se ne intendeva. Rileggete cosa diceva del gatto e cosa del cane...

Katia G. ha detto...

Una precisazione: non capisco perché essere animalisti debba a) essere equiparato ad una sorta di integralismo talebano, b) perché esserlo faccia dubitare dei sentimenti ed emozioni provati verso gli esseri umani. Ho molto apprezzato l'intervento di Andrea perchè parla con assoluta cognizione di causa e condivido le sue parole circa la necessità, certe volte, di sopprimere un animale, ma questo discorso è ben diverso dal difendere l'attività venatoria. Suggerimento per Massimo: gli animali non si comprano, si adottano ma capisco che ci sia ancora una certa difficoltà nel comprendere che stiamo parlando di vite senzienti e che non si può trattarli come oggetti. E' giusto non umanizzarli perché umani non sono, ma rispettarli nella loro dignità mi pare sacrosanto: trovo pertanto indegno venderli, comprarli, sfruttarli attraverso gravidanze continue. Altro punto: non stigmatizziamo gli uni e gli altri, sono diversi e belli nella loro diversità. I gatti non sono infìdi e opportunisti, ma hanno un carattere "felino" che li rende unici, bisogna vivere con loro per capire quanto possano dare. I cani sono a loro volta meravigliosi, ma molto impegnativi, per cui Valeria fai bene a pensarci 100 volte e non tanto per il fatto di avere o meno un bel giardino, il cane non ha bisogno di questo ma di "contatto", se viene lasciato solo molte ore soffre anche se nel parco più bello del mondo! Io penso che la vita accanto ad un animale sia di qualità migliore perché proprio da loro abbiamo un sacco di cose da imparare e, alla fine, danno molto più di quanto da noi ricevono.

Massimo F. ha detto...

Se gli animalisti vogliono essere considerati interlocutori affidabili, devono comportarsi di cpnseguenza e prendere le distanze da chi, ad esempio, nottetempo lascia sciamare nelle strade piccoli animali, verso morte certa (oltre a provocare possibili incidenti). Ai Giardini Margherita avevamo il leone Reno. Per la minaccia degli animalisti di aprire la gabbia il comune è stato costretto a sopprimerlo e i bambini, da allora, non hanno più il piacere, che noi abbiamo avuto, di vedere il leone dei giardini.
E, infine, per veder riconosciuta la propria credibilità, bisogna concederla anche al prossimo, la famosa condizione di reciprocità, cioè anche ai cacciatori.
Se saremo capaci di fare questo, avremo fatto un passo avanti enorme, senza fondamentalismi, verso la direzione giusta.

Non capisco cosa tu voglia dire con i cani che non si comprano nè si vendono. Mica possiamo lasciarli randagi e se qualcuno si preoccupa di accudirli prima che trovino una casa è giusto che sia retribuito per tale sua attività utile alla società e agli animali. Remunerazione che deriva dalla possibilità di vendere animali sani a famiglie che ne avranno cura e daranno loro affetto. Non ci vedo nulla di male. Anzi.

claudio ha detto...

Direi che Katia ha detto cose sacrosante sui gatti e sui cani, centrando il punto della questione: il gatto ha il suo carattere, ma è molto meno infido di quanto non si pensi. Pensate quando un gatto è arrabbiato sul serio: si fa capire eccome, con tutti gli atteggiamenti tipici anche dei grandi felini. Ci sono stati a volte invece cani apparentemente mansueti che senza preavviso si sono rivoltati: magari avevano le loro ragioni ma nulla avevano lasciavato presagire.
Sul cane poi è assolutamente vero che l'importante, più dello spazio, è dedicargli il proprio tempo il più possibile: sarà più felice un cane in un appartamento con un padrone che lo ama e gli sta vicino di un cane con un giardino ma lasciato troppo tempo solo.
Massimo, ok, il leone dei giardini quando ero bambino mi emozionava, ma ora lasciamo per favore certi animali nel loro ambiente, dove sono splendidi dominatori. I bambini portiamoli nei parchi a vedere gli animali liberi. Se ripenso al vecchio re in gabbia mi viene solo tristezza.