venerdì 13 febbraio 2009

In memoria di Giacomo Bulgarelli

Interrompo questo lungo silenzio che è sceso sul blog per commentare una triste notizia: la scomparsa di Giacomo Bulgarelli

La notizia mi ha colpito profondamente, anche se non seguo più il calcio come una volta: è morta la bandiera del Bologna, del grande Bologna dello scudetto, dell’unico vero grande Bologna.

Era ancora giovane, troppo giovane, non doveva morire così presto.

Faccio mie le parole di commemorazione che ho letto sul sito Ansa :

“a Bologna molti di quelli che hanno piu' di 50 anni recitano ancora a memoria la formazione di quella squadra di Bernardini. Cominciava con William Negri e finiva con Ezio Pascutti. A farla giocare 'da paradiso' ci pensava, soprattutto, Giacomo Bulgarelli.”


Bulgarelli oltretutto faceva parte di quel ristretto gruppo di giocatori che, avendo giocato sempre (o quasi sempre) solo per una stessa squadra, erano una bandiera per la stessa.

Situazione tipica degli anni ’60 (adesso non so): mi vengono in mente i nomi di Rivera per il Milan, Mazzola per l’Inter, De Sisti per la Fiorentina, Juliano per il Napoli, Ferrini per il Torino.

Dopo una rapida ricerca in internet ho scoperto che forse Bulgarelli è il primo fra i titolari di quella mitica squadra a lasciarci: ho considerato gli 11 titolari + Bruno Capra, che per il ruolo importantissimo avuto nello spareggio merita di essere ricordato al pari degli altri. Mi rimane solamente un dubbio riguardo Furlanis e lo stesso Capra.

Un’ultima annotazione personale: molti anni fa al matrimonio di un mio cugino di Villa Fontana (frazione di Medicina) era presente anche Bulgarelli, amico di famiglia (era nativo di Portonovo, altra frazione di Medicina) : è stato l’unico giocatore del Bologna che ho visto dal vivo, fuori dal campo.

Addio, Giacomo.

2 commenti:

Massimo F. ha detto...

Rieccomi. Condivido il ricordo di Massimo e mi permetto di riprodurre di seguito, con un copia e incolla che spero funzioni, quel che ho scritto di getto sui miei blog personali.

Il 12 febbraio 2009, a poco più di 68 anni, è deceduto Giacomo Bulgarelli, campione (in tutti i sensi), sportivo, bandiera e capitano del Bologna che vinse lo scudetto con lo spareggio all’Olimpico del 7 giugno 1964.
Del Bulgarelli calciatore e uomo, ne hanno scritto i giornali ed ho visto bei servizi in televisione, ma qui io vorrei ricordarlo attraverso gli occhi di chi, bambino, lo vide giocare “dal vivo” sul verde prato dello Stadio di Bologna il Littoriale, poi chiamato Comunale ed ora Dall’ara in onore e memoria del Presidentissimo Renato Dall'Ara.
Per i bolognesi della mia generazione, Bulgarelli ha rappresentato l’esempio della sana gioventù sportiva di un tempo.
Mi ricordo che i nostri genitori erano lieti di potercelo indicare come esempio anche di vita quando si seppe che, nonostante i suoi successi sportivi, non aveva abbandonato gli studi e conseguì un diploma, credo da geometra e poi si iscrisse anche all’Università.
Altro che capricci e veline !
E mi ricordo che il suo comportamento esemplare in campo era il modello cui tendere, per correttezza e sportività, prima ancora che per i risultati.
Bulgarelli appartiene a quel calcio che ho amato e che faceva di alcuni giocatori delle bandiere e non delle banderuole.
Bulgarelli nel Bologna ha aperto e chiuso la sua carriera e ne è divenuto, negli anni, il simbolo, come forse sono Mazzola per l’Inter, Boniperti per la Juventus, Riva per il Cagliari e Rivera per il Milan.
Bulgarelli era un campione (non solo un bravissimo giocatore di calcio) come un Maradona non è mai stato e mai sarà, perché per essere dei campioni è necessario esserlo anche nella vita.
E Bulgarelli, nonostante gli infortuni sul campo e qualche avversità fuori dal campo ha saputo sempre interpretare, con semplicità e naturalezza, la parte, evidentemente non stonata, di campione in campo e nella vita.
Non mi ricordo sue dichiarazioni sopra le righe, neppure quando una coppia di dirigenti trascinò il “suo” Bologna in serie “C”.
Spesso Bulgarelli fu invocato come salvatore della società, ma non ebbe mai la fortuna di essere per Bologna quel che Boniperti è stato per la Juventus, forse perché i presidenti del Bologna, dopo l’indimenticabile Presidentissimo Renato Dall’ara, anche se nati da queste parti, avevano ed hanno inequivocabili ascendenze per metà genovesi e per metà scozzesi.
Potrei ricordare a lungo episodi dell’infanzia quando, bambini, prima di una partita tra di noi “interpretavamo” i giocatori e tutti volevamo “essere” Bulgarelli (si litigava anche per quello, salvo poi “farlo” a rotazione) o quando la “figurina Panini” del capitano rossoblu era la più contesa o quando ci si arrabattava per averne l’autografo.
Preferisco chiudere con un ricordo recentissimo.
Fino ad pochi mesi fa, in via Farini, al mattino presto, lo incrociavo mentre mi recavo in ufficio.
La prima volta, più come una affermazione che come una domanda dissi “Lei è Bulgarelli”.
Si fermò ed ebbi modo di dirgli quel che aveva rappresentato per me, per noi ragazzi negli anni sessanta, e che ho riassunto in questo ricordo.
Sorrise e mi ringraziò, spero (e credo) gli abbia fatto piacere, oltre 30 anni dopo che aveva smesso di giocare, essere ancora ricordato in quei termini.
Nei giorni successivi ci salutammo ogni volta, senza scambiare alcuna parola, ma solo con un gesto della mano e un sorriso, come due persone che si conoscono da sempre.
Onorevole Giacomino, salute !”.

valeria ha detto...

Questa mattina mi sono trovata in centro città..deserta. Tanti Bolognesi, e non solo, erano in San Pietro e in via Indipendenza per i funerali di Giacomo Bulgarelli
Commovente e nmeritato il tributo che Bologna ha reso a questo grande calciatore, come si è potuto vedere dai funerali trasmessi su ètv....