
Riordinando i film che scacrico dalla rete mi sono imbattuto nei divx della Divina Commedia che Roberto Benigni ha recitato alla sua maniera per la Rai negli scorsi anni. Benigni può legittimamente non piacere ma bisogna pur dargli atto di aver fatto qualcosa di buono con il passare degli anni, non ultimo aver vinto un Oscar per il malridotto cinema italiano. La questione nasce qualche tempo fa durante una delle mie pause caffè al giornale, durante le quali ho il piacere della conversazione - direi non proprio dell’amicizia ma della stima (e non è facile conoscendo il personaggio ve l’assicuro) - con il prof. C.S. nostro collaboratore alla cultura da moltissimi anni. Potete leggere quotidianamente la sua risposta a una lettera sul Carlino, più tutte le domeniche un’intervista a un personaggio bolognese e altro ancora. Essendo discepolo di Anceschi e professore ai massimi livelli, lo ascolto sempre con attenzione anche perché dotato di grande ironia e conoscenza nonché memoria di un passato che va via via scomparendo. Ebbene stuzzicandolo sul Dante di Benigni quel giorno scatenai una sua reazione del tutto negativa in cui lo distruggeva dicendo che non era Dante quello, Dante era roba seria, difficile, Dante non era “per tutti”, Dante era piuttosto Albertazzi o soprattutto lo straordinario Carmelo Bene che lo lesse a Bologna dalla torre Asinelli nel primo anniversario della strage della stazione.
Ora al di là delle sue argomentazioni erudite che manco ricordo bene io tenni duro (apposta) dicendo che a me in fondo non era dispiaciuto affatto. Forse un po’ troppe spiritosaggini per accattivarsi il pubblico e troppe ovvietà ma Benigni è fatto così.
Ora al di là delle sue argomentazioni erudite che manco ricordo bene io tenni duro (apposta) dicendo che a me in fondo non era dispiaciuto affatto. Forse un po’ troppe spiritosaggini per accattivarsi il pubblico e troppe ovvietà ma Benigni è fatto così.
Voi cosa ne dite? E’ stato fatto o no un buon servizio al Poeta e agli ascoltatori?
25 commenti:
Non sopporto Benigni. Quando appare in tv cambio canale. Mi vanto di non aver mai visto un suo film, nè al cinema, nè in televisione.
Forse avete già capito la mia risposta ... :-D
Assolutamente sì!
Per me, "La vita è bella" è davvero un film stupendo, che mi ha fatto "vibrare" nel profondo, e ha avuto un tale impatto su di me che da quel momento in poi ho seguito Benigni con un’ attenzione diversa, con un maggior rispetto.
Persino "La tigre e la neve", rivisto recentemente e credo non bene accolto dalla critica, a me è piaciuto.
Per molti il vero Benigni è quello comico, a me quello comico non piace affatto, mentre non può lasciarmi indifferente quello più impegnato.
Nella sua lettura di Dante si sente una vera "passione", un suo immergersi nei versi danteschi che quasi lo trasfigura e non può non trascinare l’ ascoltatore (personalmente, quando l' ho seguito mi ha tenuta incollata alla tv), e questo mi sembra già un buon punto a favore. Inoltre, per sua stessa ammissione, il suo non vuole essere altro che il contributo personale a un dono così bello e così alto della nostra letteratura (aiutandone la divulgazione),tant’è che, e non è di poco conto, recita tutto a memoria: che cosa ci può essere di sbagliato in questo? Ritengo, poi, che vi possano essere vari livelli di lettura, ma che quando un’ opera è veramente amata e chi la declama lo fa per un proprio autentico piacere e questo viene inevitabilmente trasmesso agli altri, non abbia più senso disquisire se sia meglio quello o l’ altro. Mi piace, e basta. E’ bravo, e basta. Serve per diffondere la conoscenza (difficile) di versi così belli rendendoli di più facile acquisizione e ascolto. Ben venga.
Ma, Claudio, quell' "apposta" mi fa pensare ad un tranello...
Sapete che avrei scommesso ad occhi chiusi sulla risposta di Massimo: originariamente avevo scritto "Benigni può legittimamente non piacere (e qui non so perché penso a Massimo F.) ma...".
Nessun tranello... questa volta!
Beh, Claudio, a quella di Benigni preferisco totalmente la lettura dantesca del prof. Corsi ... :-)
Benigni è un attore che tutto sommato non mi dispiace, perlomeno il Benigni guitto, comico puro e basta. Per me il miglior Benigni è quello dei film più disimpegnati: comicità pura, senza tante pretese, basata spesso sulla vecchia formula della commedia degli equivoci. Film come “Il mostro” e “Johnny Stecchino” mi sono piaciuti: gradevoli, leggeri, girati al solo scopo di far divertire e basta. “La vita è bella” è senz’altro un film riuscito: romantico, delicato, vagamente surreale pur considerando la tragicità dell’argomento che tratta; comunque non un film memorabile: l’ho visto, mi è piaciuto e stop. Non rientra nella lista dei film che riguarderei in continuazione senza stancarmi. Ma dopo questo film Benigni non ne ha ingranata una: Pinocchio e La Tigre e la Neve sono stati dei flop meritati: film brutti, senza mordente, senza fascino: ho fatto molto fatica a vederli fino alla fine.
E dire che Benigni avrebbe della qualità di autoironia e senso dell’umorismo assai rari nei personaggi della sinistra (penso ad es. al pesantissimo e tetro Nanni Moretti, ma ce ne sono tanti altri).
Non ho mai ascoltato la “lectura Dantis” di Benigni, quindi non posso giudicare: però le letture dantesche di Albertazzi o Gassman, che invece conosco bene per me sono inarrivabili: non è facile fare di meglio.
A proposito: si parla sempre della Divina Commedia nel suo complesso, ma in realtà si potrebbe parlare solo dell’Inferno: è l’Inferno che piace, è l’Inferno che fa spettacolo: quanti personaggi, quanti canti dell’inferno sono conosciuti da tutti: Paolo e Francesca, Farinata, il conte Ugolino, Ulisse, Pier delle Vigne e poi i diavoli, le pene infernali, ecc.:
quanto di tutto questo si può dire a proposito del Purgatorio, ma soprattutto del Paradiso. Senza la prima cantica la Commedia dantesca sarebbe ugualmente così famosa?
Un’ultima cosa: ho letto che Benigni nel 2007 fu candidato al premio Nobel 2007 per la letteratura per la sua opera di divulgazione della Divina Commedia. La notizia mi sembra incredibile anche se, a pensarci bene, se hanno assegnato il nobel a Dario Fo tutto è diventato possibile…
Saluti.
Sono d'accordo con te per quel che riguarda l'Inferno, io per esempio di Paradiso e Purgatorio ricordo pochissimo. Forse coincisero con gli anni del liceo in cui almeno io mi impegnavo ai minimi (in terza credo di non essere mai stato interrogato in Storia, io che un libro su due che compro è di storia e per di più in lingua inglese!) o magari le spiegazioni erano meno coinvolgenti chissà.
Sui Nobel dati negli ultimi anni beh ci sarebbe da ridire parecchio e poco di buono. Certo se avessero dato il Nobel a Benigni avrebbe fatto l'accoppiata Oscar/Nobel come è riuscita ad Al Gore (per la pace poi... forse per aver bombardato la Serbia con Clinton...)
E' vero. Del Purgatorio e del Paradiso ci ricordiamo poco, ma se provate a leggerli oggi, forse cambiereste idea. L'Inferno è, da sempre, quello più "terreno", vivo, secondo alcuni, dove sono racchiuse le nostre passioni e i nostri vizi. Un po' come nei giornali vengono pubblicate le notizie di cronaca nera con gran risalto (incidenti, morti, sangue, disastri, scoppi ...) e molto meno quelle positivo perchè ... non fanno notizia. Anche in fantascienza il tema dell'Inferno è stato riproposto in molteplici salse, mentre non viene ripreso quello del Purgatorio e del Paradiso. Ma il Paradiso, più che il Purgatorio a mio avviso, rappresenta l'apice della poetica e di un messaggio positivo e religioso che, forse, neanche un grande Papa come Benedetto XVI è in grado di tradurre con tanta efficacia.
Forse, almeno credo, è troppo difficile per degli adolescenti. Magari a 50 anni ci porta a riconoscere il perchè Dante è il nostro Sommo Poeta e, anche, a rivedere il nostro approccio con Dio e la religione. Forse anche a commuoverci (positivamente) un po'.
Condivido appieno le vostre osservazioni sui nobel (piccoli, piccoli e volutamente minuscolo) per Fo e Gore ;-)
A Massimo P.:
quale film rientrerebbe nella lista dei film che rivedresti a oltranza?...immagino che non riguardino il tema dell' antisemitismo e delle deportazioni!
A Claudio:
perchè compri libri di storia in inglese?
A Massimo F.:
Papa Benedetto XVI è un Papa che amo molto...
Perché per molti argomenti che mi interessano tipo le campagne di Napoleone tradotto in italiano esiste pochissimo, direi niente di esauriente tranne Chandler o di dettagliato, mentre la bibliografia inglese è sterminata (andrebbe bene anche il francese naturalmente).
Benedetto XVI è un divulgatore eccezionale. Fa sembrare facili concetti sempre presentati solo sulla "Fede".
Il suo Gesù è un racconto che appassiona e che spiega tante cose.
Il suo pontificato mi sta riconciliando con la Chiesa e con la religione, anche se le esternazioni dei vescovi e di Famiglia Cristiana (oltre che di porporati come Tettamanzi e Martini per non parlare di sacerdoti "no global" e terzomondisti) spesso riescono ad annullarne l'influsso.
Da bolognese segnalo, giacchè ci sono, anche i bellissimi saggi del Cardinale Biffi.
Cara Valeria,
quali sono i film che vedrei ad oltranza senza stancarmi ? E’ solo questione di gusti, direi di “suggestioni”, mai di una scelta razionale. Se decidessi di compilare una lista , mi verrebbero in mente film di generi incredibilmente vari, dal western al giallo, dal noir alla commedia, dal neorealismo alla fantascienza. Ma c’è anche un film che parla dell’olocausto: Schindler List, che personalmente considero uno dei più grandi capolavori della storia del cinema.
Grazie, ragazzi!
E a proposito di Schindler List è
veramente molto bello. E l' ho effettivamente visto più di una volta...
Adesso lancio la pietra dello scandalo: siete proprio sicuri dell'olocausto ? Io non ho mai avuto alcuna passione per la storia della seconda guerra mondiale, per cui ho letto veramente poco in tema e non credo di abbandonare le mie letture di attualità, di storia romana o di storia americana per quel periodo.
Ma c'è un aspetto che mi fa pensare e dubitare: perchè tutto quell'accanimento - dopo ben 60 anni ! - contro gli storici definiti "negazionisti" come Nolte e Irving ? Perchè vogliono impedire loro di esporre le loro tesi e i risultati dei loro studi ?
Caro Massimo, troppo impegnativo questo argomento, lascio la parola agli altri amici!
Figurati che ero rimasta a Benedetto XVI e stavo per rispondere, anche se non proprio a tono!
Mi era venuto in mente di aver letto quel libro, Senza radici, che il Papa, quando ancora era Cardinale, scrisse con Marcello Pera, sull’importanza del cristianesimo come radice della civiltà occidentale. Pur partendo dai diversi punti di vista religioso e laico, i due autori analizzavano la situazione dell' Occidente e in particolare dell' Europa, giungendo alla comune conclusione della necessità di un rinnovamento spirituale prima che politico e dell’ importanza di difendere alcuni valori e principi di fondo, come la dignità della persona (concetto cristiano) e il rispetto religioso . "L’ Occidente non ama più se stesso (scriveva il Papa) .La multiculturalità, che viene con passione favorita, è talvolta soprattutto abbandono e rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose proprie. Ma la multiculturalità non può sussistere senza il rispetto di ciò che è sacro...Essa comporta l’ andare incontro con rispetto agli elementi sacri dell’ altro, ma questo lo possiamo fare solamente se il sacro, Dio, non è estraneo a noi stessi"
E Pera: "...l’ Europa è affetta dal morbo del relativismo, pensa che le culture siano equipollenti, si rifiuta di giudicarle, ritiene che accettarne una, la propria, e difenderla sia un atto di egemonia, un gesto di intolleranza, comunque un atteggiamento non democratico, non liberale…A un’ Europa che pensa così, spirituale è digeribile, perché generico, religioso anche perché indistinto, ovvio, condiviso, ma cristiano è inaccettabile, perché identitario, proprio, preciso, e perciò sospetto di arroganza"
A buon intenditor!
Mi tocca di andare a una cena e mi sento tanto "no woman"…
Buona serata, Amici!
Massimo io ho letto sì sulla seconda guerra mondiale, ma non mi sono interessato all’olocausto più di tanto perché mi appassionano più gli aspetti militari strategico/tattici, quindi lo considero un aspetto secondario. C’è da dire però una cosa e cioè che a mio avviso è ora di finirla. Sono passati oltre 60 anni e la Shoa, che io non nego, è stata “cavalcata” a sufficienza da certi politici e intellettuali di casa nostra. Smettiamola di indignarci, o facciamolo anche per i khmer rossi, per il massacro degli armeni durante la prima guerra mondiale, e via via fino alle persecuzioni dei cristiani. E poi troppe cose sono state viste sempre a senso unico dalla “gente” forse fino a quando Pansa un paio di anni fa ha aperto gli occhi a molti suscitando il vespaio che conosciamo tutti e attirandosi – ma guarda un po’ - gli strali di buona parte della sinistra. La strage degli ebrei è un fatto, Irving mi fa sorridere quando la nega, ma ho visto troppe altre mistificazioni intorno a quel periodo storico. Un esempio per tutti: avrete forse visto alcuni anni fa l’acclamato film dei fratelli Taviani La notte di San Lorenzo. Beh a me non era dispiaciuto, ma qualcosa suonava storto: in una scena cruciale del film si vede che parte degli abitanti dell'antico borgo di San Miniato, convenuti in piazza per ordine dei tedeschi, vengono sbrigativamente fatti entrare in chiesa. Non appena donne, vecchi e bambini sono all'interno della cattedrale, le implacabili SS chiudono portale e finestre e fanno saltare tutto.
La verità appurata nel dopoguerra ci dice che in realtà si è trattato di una strage (una delle tante) americana! Il paese si trovava in quei giorni proprio sulla linea del fronte e la popolazione rischiava di rimanere coinvolta in un duello campale di artiglierie.
I tedeschi invitarono la popolazione a riparare nei campi ma il vescovo fece notare al comando tedesco che non tutti - soprattutto i vecchi, le donne e i bambini - avrebbero potuto e suggerì di far concentrare la parte più debole della popolazione nella cattedrale. I tedeschi dettero il loro assenso, poi accadde la tragedia. Un proiettile americano a scoppio ritardato centrò il rosone della chiesa, rimbalzò all'interno della navata e scoppiò esattamente sopra le teste degli sventurati all'interno della chiesa.
Una fatalità, insomma, la cui responsabilità, se di responsabilità si può parlare, ricade sugli americani.
Di esempi simili la storia ne è piena: noi non possiamo assolvere le SS, vedi Marzabotto, neppure la Wehrmacht, vedi gli alpini di Cefalonia, ma mi sembra che certi ricordi siano fatti per essere dimenticati.
Perfettamente d'accordo con quanto espone Claudio.
Non sono assolutamente d’ accordo; mettere in discussione l’ olocausto o anche solo pensare di poterlo fare è qualcosa che mi ripugna. E nemmeno lasciarlo alla sfera dei ricordi che si possano o debbano dimenticare.
Non penso che sia giusto avere un approccio men che visceralmente e profondamente indignato verso un fatto così abnorme e squallido e di così gigantesche proporzioni, ma palesemente vero nella sua sostanza, senza possibilità di smentita alcuna…Scarso rilievo ha in questo contesto disquisire su San Miniato.
Piuttosto, si dovrebbero allo stesso modo evidenziare altre drammatiche nefandezze, alcune delle quali attuali e rigorosamente sotto silenzio e/o indifferenza.
Cara Valeria, per fortuna non ricordiamo sempre tutto quello che è accaduto, passeremmo la vita a commemorare ... :-)
Io ho proposto solo un mio dubbio, derivante dall'accanimento con il quale si cerca di impedire la diffusione di studi e opinioni che sono difformi dalla vulgata sull'olocausto.
Che mi venga in mente ho cambiato idea nel corso della mia vita su due questioni di rilievo etico e politico: eutanasia e ingresso della Turchia in europa. Ero favorevole, ma leggendo e approfondendo, ho cambiato idea e, ora, sono contrario. Come avrei potuto sviluppare il mio senso critico e l'evoluzione del mio pensiero se fosse stata proibita la pubblicazione e la diffusione delle idee che ora ritengo più valide ?
Bada che non sto dicendo che sia giusto quello che penso adesso, rispetto a quello che pensavo allora, dico solo che io mi sono convinto che sia giusto, liberi gli altri di pensarla diversamente, ma io di pensarla e di esprimermi in questo senso.
Vi propongo poi un'altro dubbio, sempre sull'argomento. Quando eravamo alle elementari ed alle medie c'era tutto questo accanimento per ricordare, giorno della memoria, celebrazioni, etc. ?
No, non c'era. Come per i rigurgiti antifascisti, tutto è iniziato dopo il '68.
Come mai nel periodo più vicino ai fatti non c'era tutto questo accanimento nel celebrare quegli eventi così recenti ?
Perchè solo dopo 20-25 anni ?
Non sembra un qualcosa di studiato a tavolino per un qualche recondito motivo ?
Bene inteso: le mie sono solo domande senza risposta. Non mi schiero nè da una parte, nè dall'altra (dovrei cominciare a leggere troppo e al momento non ho il tempo ed ho questioni che mi interessano maggiormente cui dedicare le mie letture), ma il dubbio rimane.
Un dubbio che non avrei se fosse lasciata libertà di parola a tutti.
Chi è convinto delle proprie ragioni, non ha timore di confrontarsi con le convinzioni altrui e difformi dalle sue.
Caro Massimo, le shoah non sono così tante da non potere essere commemorate.
E’ inoltre mia "convinzione" che tu faccia un bel po’ di confusione...
Le convinzioni sono opinioni, giudizi su fatti, pertanto devono partire da un dato oggettivo.
Uccidere è reato, Tizio uccide Caio, non posso convincermi che Tizio non uccide Caio. Passare con il rosso è vietato, passo con il rosso, non posso convincermi di essere passato con il verde.
Come fai a porre sullo stesso piano argomentativo l’ ingresso della Turchia in Europa o l’ eutanasia e l’ Olocausto? I primi due temi ammettono argomentazioni a favore e argomentazioni 'a contrariis' e quindi aprono un dibattito non solo possibile ma auspicabile; il terzo è un fatto storicamente verificatosi soltanto sessanta anni fa e sul quale esiste un numero pantagruelico di testimonianze DIRETTE (e sulla cui aberrazione, come è ovvio, non è ammissibile alcun dibattito in un paese democratico che si riconosce nei nostri valori costituzionali). Metterlo in discussione sarebbe come mettere in discussione che la nostra classe si diplomò nel 1975. Il "fatto" non è discutibile, è accaduto. E nessuno meglio di noi potrebbe garantirlo e chiunque si convincesse del contrario sarebbe matto o in malafede e la sua convinzione non avrebbe senso alcuno.
Lo sterminio sistematico di milioni di ebrei che vivevano in Europa prima della seconda guerra mondiale è un "fatto" confermato dalla vasta documentazione lasciata dai nazisti stessi (scritta e fotografica) e dalle testimonianze dirette (di vittime, carnefici e spettatori) e dalle registrazioni statistiche delle varie nazioni occupate e dai lager nazisti (a proposito: ne hai mai visitato uno?). Le eliminazioni di massa venivano condotte in modo sistematico: venivano fatte liste dettagliate di vittime presenti, future e potenziali, così come sono state trovate le meticolose registrazioni delle esecuzioni. Le opere in materia, tratte da fonti più che certe, non si contano.
Il revisionismo dell' Olocausto fornisce dati che sono in totale contraddizione con tutti i dati e le ricostruzioni
storico-documentali, basate anche sugli stessi documenti ufficiali interni del Reich. Qui non siamo nel campo delle "convinzioni", ma dei fatti.
Tra l’ altro, la pubblica esposizione di tesi revisioniste/negazioniste è attualmente un crimine in molti paesi europei, tra cui Francia, Spagna, Polonia, Austria, Svizzera, Belgio, Germania, Lussemburgo: perché un conto è dire che un asino vola (non è vero, ma poco importa), un conto è dire che migliaia e migliaia di ebrei non sono stati sterminati per il delirio nazista (non è vero, ma è profondamente offensivo). Da noi, l’ apologia di reato è una fattispecie di reato con matrice non molto dissimile, a riprova che non tutte le idee sono manifestabili, nemmeno in un paese democratico . Alcune sono vietate come delitti, in quanto ripugnano alla coscienza collettiva.
Mi risulta, ma solo per indagine su internet, che Irving sia stato condannato e arrestato come "antisemita e razzista, associato con l'estremismo di destra che promuove il neonazismo". Nella sentenza si affermò anche che egli avesse "per le sue ragioni ideologiche continuativamente e deliberatamente manipolato e alterato l'evidenza storica". Per uno storico, non è un gran bel giudizio!
Per concludere: la "libertà di parola a tutti", come da te invocata, deve rimanere nei limiti consentiti e democraticamente condivisi e le convinzioni sono giudizi su fatti. Non tutte le convinzioni, poi, sono legittimamente manifestabili.
Buona domenica!...in compagnia di BUONE letture :-)
La storia è sempre fatta dai vincitori, ricordatevelo sempre. Ciò vale anche per la II guerra mondiale, ma non per l'olocausto (su quello sono d'accordo in pieno con Valeria).
Detto questo, gli olocausti sono sempre esistiti (fanno ahimè parte della natura umana): la storia ne è piena.
ma per tornare al XX secolo, Hitler non inventò nulla di nuovo, ma copiò da alcuni suoi immediati predecessori.
Chi sono ?
Stalin, che aprì i Gulag prima di Hitler, avviando uno sterminio di massa ben più imponente di quello dei nazisti (vds. quello che scrive Solženicyn afferma nel suo "Arcipelago Gulag")
E poi Ataturk: il genocidio degli Armeni è precedente a Stalin e a Hitler, risalendo agli anni '10. I Turchi decisero di eliminare fisicamente un'ingombrante minoranza che abitava nell'Anatolia orientale da molti secoli (anzi, millenni) prima di ci arrivassero loro. Ed inoltre qui ci troviamo di fronte a motivazioni non etniche o economiche, ma squisitamente religiose (un grande popolo dalle radici profondamente cristiane non era più tollerabile che vivesse in un paese musulmano).
E per finire, ricordiamo amche gli olocausti successivi:
La Cambogia di Pol Pot
La Cina di Mao (e non solo di Mao, vedi quello che succede anche oggi in Tibet)
Cara Valeria, quando parlo di commemorazioni che, a seguirle tutte, ci impegnerebbero tutto l’anno intendo riferirmi a tutti i fatti tragici e luttuosi di cui è costellato il cammino dell’Umanità come ha illustrato Massimo, proponendo solo pochi (tra i tanti possibili) esempi recenti.
Da quello che scrivi desumo che tu abbia approfondito l’argomento e ne abbia tratto le relative, legittime, conclusioni, come del resto fa Massimo.
Ma scrivi anche “la pubblica esposizione di tesi revisioniste/negazioniste è attualmente un crimine in molti paesi europei, tra cui Francia, Spagna, Polonia, Austria, Svizzera, Belgio, Germania, Lussemburgo” ed è proprio questo che contesto: la pervicace persecuzione nei confronti di chi propone una visione difforme dai canoni imposti da chi ha vinto la guerra.
Proprio perché sono passati ben 60 anni dovremmo lasciare ogni valutazione ed approfondimento agli storici, che interpretino le fonti storiche senza costringerli ad abiure per evitare la galera (mi ricorda qualcosa che risale ai secoli passati …:-).
Sui “fatti” non posso risponderti perché non li ho vissuti, non ho letto le tesi contrapposte, non sono attirato ad approfondire il tema (al momento le mie letture sono tutt’altro che buone, riguardando la riorganizzazione aziendale in atto … :-) , quindi non sono in grado di affermare nulla in proposito.
La mia è solo una petizione di principio: le analisi storiche non uccidono e neppure sono apologia di reato :-) anche quando vanno contro la vulgata generale.
E se qualcuno ha paura delle idee tanto da perseguitare e sanzionare penalmente chi ne espone in contrasto con le sue, allora o le sue non valgono nulla, oppure ha interessi da occultare.
E qui si innesterebbe un ulteriore tema di discussione che riguarda la libertà ed il suo limite, e la misura in cui uno stato può porre limiti alla libertà dei cittadini con le leggi che sono solo convenzioni soggette al mutare dei tempi e quel che è reato oggi potrebbe non esserlo più domani (veggasi il caso dell’aborto), con il rischio di trasformarci in sudditi (come avviene dove lo stato diventa un moloch al quale sacrificare redditi e opinioni).
Da questo già si capisce che personalmente sostengo il minor interventismo statale che, a mio avviso, deve solo limitarsi a garantire la sicurezza dei cittadini, i servizi amministrativi, la difesa dai nemici esterni, l’amministrazione della giustizia dirimendo le controversie da una posizione terza e lasciando al privato tutto il resto, per intervenire solo in via sussidiaria in caso di necessità.
Ma tu guarda dove siamo arrivati dalla lettura dantesca ... :-)
Caro Max,
accertata la tua totale impermeabilità alle mie argomentazioni nonché la tua fiducia nella sola preparazione di Massimo ma non nella mia..( si avverte benissimo!), ritengo che 22 commenti a un post su Dante possano bastare...
:-)
Cara Valeria, se tale è la percezione, me ne dispiaccio, ma non risponde alla realtà :-).
(e così arriviamo a 23, record assoluto :-).
Caro Max,
non sapevo come venirne fuori...Un capricorno ascendente capricorno è tosto anche per una sagittaria ascendente leone, ovviamente non nelle argomentazioni (:-)) ma nella cocciutaggine... Mi sono detta: "a che pro?" Ma se proprio vogliamo dirla tutta, anche i tuoi termini, peraltro appena accennati, sull'entità dell' intervento dello Stato mi sono sembrati un po'...datati!Non so per quale motivo, ma mi è venuto in mente Smith e la scuola classica....
So che ci sarà il commento numero 25! :-)
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