lunedì 19 gennaio 2009

Mala tempora currunt


Un sant' uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese: "Signore,
mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l 'Inferno".
Dio condusse il sant' uomo verso due porte.

Aprì una delle due e gli permise
di guardare all' interno. In mezzo alla stanza, c' era una grandissima tavola rotonda. Al centrodella tavola, si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso.
Il sant' uomo sentì l' acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall' aspetto livido e malato. Avevano tutti l' aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant' uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".

Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l'aprì.
La scena che l' uomo vide era identica alla precedente. C' era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l' acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch' esse i cucchiai dai lunghi manici.
Questa volta, però, le persone erano ben nutrite e felici e conversavano tra di loro sorridendo.
Il sant' uomo disse a Dio: Non capisco!
E' semplice, rispose Dio, dipende solo da un' abilità. Essi hanno appreso a
nutrirsi gli uni gli altri mentre gli altri non pensano che a loro stessi.

Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura ... La differenza la fa
ognuno di noi!>

Questa storiella circola su internet (…o tempora o mores!) e a me è giunta in questo momento…
Perché privarvene, dato l’ interesse dimostrato per l’ argomento Inferno e Paradiso?

Inoltre tratta il tema della solidarietà, al quale si potrebbe ricollegare Massimo F. per evitare di fare il commento n.25………………ma naturalmente, è solo un suggerimento :-)!

3 commenti:

Massimo F. ha detto...

Meglio spostarsi qui che fare il commento nr. 25 :-)
Vedi, nella tua parabola non si parla di assistenzialismo e, forse, neppure di solidarietà. Ambedue presuppongono un intervento unilaterale, anche se fondato su differenti presupposti.
In questo caso, invece, ognuno svolge un servizio al prossimo, che lo ripaga con la sua prestazione. E' esattamente lo schema di società fondata sull'economia liberale. Senza che intervenga un terzo (lo stato) che ti obbliga o che ti sottrae risorse per ripartirle come pare a lui.
Smith ? Sicuramente sì. Non so se l'ho scritto qui, ma io mi sento profondamente reazionario nei Valori e altrettanto liberale in economia :-)

valeria ha detto...

Su questo commento concordo.
Smith però è superato anche per i liberisti più sfrenati, che comunque oggi ammettono la necessità, seppur minima, di un intervento in economia: insomma, uno stato sociale minimo, non uno stato neutrale....

Massimo F. ha detto...

Smith non è affatto superato. E' il traguardo cui aspirare, tenendo conto che ci sono anche quelli che invece vorrebbero uno stato invasivo. Però, in Italia, oggi c'è troppo stato, basta guardare alla percentuale delle trattenute fiscali sulla busta paga che, poi, sono solo una parte di quel che lo stato ci sottrae per darci in cambio servizi da terzo mondo ed una pubblica amministrazione ipertrofica nel personale e poco produttiva nei risultati.