martedì 27 gennaio 2009

Da non credersi

Cari Amici,

sul Corriere della Sera di ieri 26 gennaio, mi ha colpito un articolo di Renato Mannheimer, evidenziato anche nel corso del telegiornale, dal titolo: "Antisemiti, in Italia sono il 12 per cento"

"Una ricerca condotta dal Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano) mostra un quadro molto complesso. - Il 56% è estraneo ai pregiudizi contro gli ebrei, nel restante 44% restano tracce di ostilità” Si tratta di tre tipologie storiche di antisemiti, ciascuna sviluppatasi in un ben preciso periodo. Oggi queste tre forme convivono, mescolandosi tra loro.

Nel 56% degli italiani relativamente estraneo al pregiudizio contro gli ebrei vi è solo un 12% (in misura più che proporzionale laureati, con pochi preconcetti anche rispetto ad altre minoranze, non collocati politicamente e con un giudizio sostanzialmente benevolo nei confronti di Israele) che respinge tutti gli stereotipi CON FORZA. Il 43% non prende alcuna posizione.

Il restante 44% (ndr.: udite udite) mostra atteggiamenti più o meno ostili:

Il primo (10%) condivide gli stereotipi antiebraici «classici»: ad esempio, gli ebrei non «sono italiani fino in fondo», «non ci si può mai fidare del tutto di loro» e «sotto sotto sono sempre vissuti alle spalle degli altri», respingendo però i pregiudizi contingenti (verso Israele e Shoah). Tra costoro troviamo in misura più che proporzionale persone di destra (+8%), legate alle tradizioni religiose (+13%), con forti pregiudizi nei confronti delle altre minoranze (+15%). Un altro gruppo (11% della popolazione, con un'accentuazione al Nord-ovest), approva invece solamente gli stereotipi «moderni», mentre respinge quelli «classici» e «contingenti». Per costoro, «gli ebrei sono ricchi e potenti», «controllano e muovono la politica, i media e la finanza» ed inoltre «sono più fedeli a Israele piuttosto che al Paese in cui sono nati».

Un terzo gruppo (12%) è caratterizzato da convinzioni «contingenti» («tutti gli ebrei strumentalizzano la Shoah per giustificare la politica di Israele», «parlano troppo delle loro tragedie trascurando quelle degli altri», «gli ebrei si comportano da nazisti con i palestinesi»), ma non concorda con i pregiudizi classici. Qui troviamo una presenza più che proporzionale di persone di sinistra (+9%), laiche (+16%), laureate (+7%), ovviamente con un atteggiamento fortemente ostile allo Stato d'Israele (+20%). In questo caso, però (ma, in parte, anche nei due precedenti), la condivisione di solo alcuni — e ben definiti — degli stereotipi e dei convincimenti descritti sin qui induce a ritenere che non ci si trovi di fronte a una ideologia antiebraica vera e propria: il termine antisemitismo appare qui sproporzionato.

I veri «antisemiti» sono invece coloro (12% degli italiani) che condividono tutte le tipologie di stereotipi sopra elencati, da quelli «classici» a quelli «contingenti». Tra costoro si registra una presenza più che proporzionale sia delle persone di estrema destra, sia di quelle di estrema sinistra: in quest'ultimo settore politico il 23% mostra un atteggiamento chiaramente antisemita.
Resta il fatto che il pregiudizio antiebraico è multiforme e trasversale, ciò che rende difficoltosa una lettura del fenomeno. È vero ad esempio che oggi un atteggiamento di matrice xenofoba riguarda gli ebrei in maniera decisamente inferiore rispetto ad altre minoranze (rom, islamici, extracomunitari ecc). È altrettanto vero, però, che il calo «dell'antiebraismo xenofobo» rischia di essere ampiamente rimpiazzato dalla nascita di tutta una serie di nuovi stereotipi, che poco hanno a che fare con la xenofobia, ma che non per questo devono venir tenuti in minor considerazione."

NDR.: Io non lo avrei mai immaginato. E voi? Che ne pensate? La giornata della memoria non acquista un altro significato alla luce di questa ricerca?

11 commenti:

valeria ha detto...

Non sentitevi obbligati a rispondere. Mi premeva, però, sottoporvi la lettura di questo articolo...

Massimo F. ha detto...

Rispondo ... rispondo ... :-)
Alle sette del mattino mi limito a pochi flash, senza sviluppare.
1) A domanda rispondo: no.
2) La fonte:centro di documentazione ebraica. Non mi sembra affidabile per imparzialità.
3) Vittimismo. L'intera "inchiesta" tende a proiettare una sola conclusione: quanto sono antisemiti gli italiani che all'88% o sono indifferenti o sono ostili. Proprio ciò che porta anche persone colte come Roberto a scrivere impropriamente "la nostra cattiva coscienza".
4) Confusione. Non ritengo che si possa sovrapporre lo Stato di Israele con le comunità ebraiche locali.Personalmente sono un totale sostenitore di Israele, avamposto della nostra civiltà e unica democrazia circondata da stati totalitari, mentre non ho simpatia per il lobbismo che si manifesta, a casa nostra, con gli interventi delle comunità ebraiche.
E confusione anche negli assunti portati come caratteristiche della varie categorie.
5) Perchè ? In tutto il sondaggio manca uno degli elementi fondamentali del giornalismo di inchiesta: il "perchè" ? Ed è il punto che ritengo sia fondamentale quello di domandarsi e analizzare il perchè, a latitudini e in epoche differenti, le comunità ebraiche hanno provocato reazioni irritate nelle popolazioni indigene. Magari pensando a come la comunità ebraica italiana sia "salita in cattedra" pretendendo di mettere sotto esame la Chiesa Cattolica, i Vescovi e persino il Papa in occasione della revoca della scomunica ai Tradizionalisti di Monsignor Lefebvre o come nel 1994 obbligarono a modificare la data delle nostre elezioni politiche.
6) Infine un nuovo "perchè", prendendo spunto dalla giornata di ieri, in cui non si è persa occasione per cercare di soffocare ogni voce stonata che, invece, ò la ricchezza della democrazia e della conoscenza. Naturalmente, con me, ma non solo se guardiamo alle opinioni espresse in Rete, il tentativo di imporre un pensiero unico ottiene esattamente l'effetto opposto.
Ogni sviluppo a sera o domani (alle 20,30 c'è l'infrasettimanale di Campionato con Atalanta-Bologna ... :-).

Buona giornata.

valeria ha detto...

La risposta che mi dai è frutto manifesto di un gigantesco pregiudizio plurimo.

1. La ricerca è stata fatta da un centro ebraico (e viene firmata da un noto docente che presiede un altrettanto noto centro di sondaggi); in tutti i modi non dovresti rispondere che, per questo, non è attendibile ma, da liberale quale dici di essere, dovresti oppormi altra ricerca che la smentisca. (tuo pregiudizio)

2. La ricerca ha una sua finalità molto precisa, che non deve essere palesata in un articolo di giornale per essere valida, e che, comunque, in questo caso, è insita nei risultati stessi: capire quanti stolti (e siamo teneri nel definirli!) ci sono che ancora vaneggiano con discorsi xenofobi, in un Paese la cui Costituzione all’ art 3 esprime chiaramente che siamo tutti uguali senza distinzione di razza e di religione. E da liberale quale dici di essere dovresti commentare positivamente una finalità di questo tipo. (tuo pregiudizio)

3. Su che basi parli di "tentativo di imporre un pensiero unico" che "ottiene esattamente l'effetto opposto" su di te? Sulla base di un libero pensiero che viene liberamente manifestato? Da liberale quale dici di essere dovresti gustarti un tale dibattito...(tuo pregiudizio) .

4. Non so se qualcuno di voi ieri sera abbia visto il Pianista.
Se non vedi e non leggi niente sulla shoah, difficilmente ti farai un’ opinione LIBERA in merito...
E questo non è da liberale quale dici di essere. (tuo pregiudizio)

4. Un liberale non ha paura del confronto, nella sua libreria tiene anche Primo Levi (se c'è) e segue i vari dibattiti, escludendo solo quello sull’ olocausto dato che quello non è un dibattito (come ti ho già ampiamente spiegato, il dibattito riguarda le opinioni su un fatto...e non opinioni su un fatto erroneamente e volutamente ritenuto opinione) (tuo pregiudizio)

5. Storicamente è dimostrato che all’ inizio del delirio nazista, prima del 1933, il popolo tedesco non era assolutamente razzista e che ebrei e tedeschi convivevano serenissimamente: il nervo del razzismo è facile a scoprirsi e io sono grata a chi, con un articolo o un sondaggio o un’ opinione, comunque, mi dà modo di riflettere e dire la mia sull’ argomento (...ma IO sono liberale.)

6. Se il dato del 12% di antisemiti e dell’ 88% di agnostici sull’ argomento fosse vero, che cosa risponderesti? Che ognuno è "libero" di pensare come vuole o mi risponderesti in altro modo?...

A QUESTA DOMANDA SI' CHE GRADIREI UNA RISPOSTA PARTICOLAREGGIATA.

Massimo F. ha detto...

Cara Valeria, è difficile avere dei pregiudizi su un argomento che non interessa.
Mi ero riservato di fare un commento più approfondito stasera o domani sera, anche perché puoi ben comprendere come, alle sette del mattino, non possa che limitarmi a brevi flash, ma tu hai preferito rispondere subito, allora eccoti la replica. :-)

Premessa. Io NON sono un liberale, mi definisco un Reazionario nei Valori e Liberale in Economia.

1) E’ noto che chi commissiona o produce una indagine, ha già in mente un risultato e le domande che pone sono articolate in modo tale da incanalare le risposte verso la propria soluzione. Non è un pregiudizio, è la realtà.
2) Del resto lo ammetti tu stessa che la ricerca ha una finalità ben precisa, questo riporta al punto 1) e non è un mio pregiudizio, bensì un’altra realtà che hai ammesso tu stessa.
3) Se uno continua a cercare di impedire la diffusione di una tesi, io sono incuriosito da quella tesi e non accetto acriticamente quello che viene asserito. Questo non solo non è un pregiudizio, ma è esattamente l’opposto e i pregiudizi stanno tutti dalla parte di chi si schiera con chi vorrebbe cancellare la tesi minoritaria.
4) Quella su Primo Levi era una battuta (in questo momento mi sento tanto come Berlusconi e lo capisco benissimo ! :-). Quello sull’olocausto, per me, è un dibattito come tutti gli altri e la tua spiegazione non … spiega il perché esiste tutto questo accanimento nel cercare di soffocare le tesi che propongono idee alternative. Quindi il mio giudizio rimane tuttora in sospeso fino a quando (e se) mi interesserò al tema e mi documenterò in proposito leggendo gli uni e gli altri.
5) Storicamente i “pogrom” nei confronti degli ebrei sono una caratteristica diffusa – non solo in europa – ben prima dell’avvento del nazionalsocialismo in Germania. Il piacere che tu provi nell’affermare la tua opinione suppongo sia lo stesso che ha chiunque nell’ esprimere le sue idee e le sue conclusioni. Anche se in contrasto con quelle generalmente diffuse.
6) Se quel dato fosse vero ne prenderei atto. Quale risposta particolareggiata dovrei fornirti ? Per quanto mi riguarda, finchè uno non esercita violenza nei confronti del prossimo – intendo violenza fisica o violenza morale impedendogli di esprimere le sue idee – è nell’ambito del suo diritto manifestare il sentimento che prova nei confronti di qualsivoglia vicenda. Non devono esistere argomenti “tabù”, come non devono esistere limiti alla diffusione delle idee ed alla manifestazione del pensiero.

Ovviamente mi riservo nei prossimi giorni di procedere a quell'analisi della ricerca che, ancora, non ho fatto. :-)

valeria ha detto...

La mia risposta spiega che non c'è assolutamente "accanimento nel cercare di soffocare le tesi che propongono idee alternative" all' olocausto. Semplicemente non possono esserci tesi alternative perchè l' olocausto è una realtà.
Che cosa devo dirti di più?
Sciorinarti le innumerevoli fonti?
Non ti basterebbero, e il perchè è già tutto nella tua risposta finale.............................
.................................
Quanto alla finalità, la parola da me usata è equivalente a "oggetto" non a "obiettivo".
I limiti, infine, devono esserci e noi italiani li abbiamo nelle nostre leggi. Possono essere però, all' occorrenza, aumentati :-)
NB: Io rispondo quando mi aggrada....:-)

Massimo F. ha detto...

Anche la Germania nazionalsocialista e la Russia comunista avevano leggi la cui finalità era uguale a quelle che, ancora oggi in alcuni stati, vogliono impedire la libera manifestazione e diffusione del pensiero. :-)

valeria ha detto...

..e sulla bontà della democrazia ritroviamo il nostro cuore comune...:-)
Buona giornata!

massimo p. ha detto...

Voglio rientrare anch’io nella discussione per un attimo (ma solo un attimo, visto anche quello che ha scritto Roberto nell’altro post):
Valeria, l’antisemitismo non è un’invenzione dei nazisti: esisteva da secoli, soprattutto in Germania, ma non solo: da cultore di storia medievale ho scoperto che in tale periodo l’odio per gli ebrei era diffusissimo: ho letto pagine di scrittori, soprattutto ecclesiastici (ma questo non vuol dire nulla: all’epoca la cultura era appannaggio quasi esclusivamente dei chierici) in cui gli ebrei vengono descritti come creature del demonio, tutti dediti a far del male alla comunità cristiana con misteriosi ed abominevoli riti svolti nello loro sinagoghe. E naturalmente esistevano anche i pogrom che periodicamente devastavamo vaste regioni della Germania, come alla fine dell’XI secolo, quando si misero in moto le c.d. “crociate dei pezzenti”; quei movimenti di masse turbolenti ed indisciplinate, infiammate da predicatoti quali Pietro l’Eremita e Gualtieri Senza Averi, che precedettero la Prima Crociata e che ebbero l'unico risultato di causare spaventosi eccidi di ebrei in molte città tedesche (quando poi quelle masse eterogenee riuscirono in qualche modo ad arrivare in Asia Minore furono facilmente sterminate dai Turchi).
Un altro famoso pgrom fu quello che interessò la Franconia nel 1298: anche in questo caso fu un movimento sostanzialmente popolare, anarchico, che devastò quelle regioni con eccidi incontrollati e che le autorità faticarono a controllare e reprimere. Ho letto una viva cronaca di quegli eccidi nelle pagine d'uno scrittore dell’epoca: Rudolph von Schlettstadt, autore pervaso da un antisemitismo così profondo da fare invidia a quello dei nazisti: trattasi di racconti raccapriccianti, in cui gli ebrei vengono descritti come esseri sanguinari, tutti dediti a pratiche immonde, ( fra cui spicca l’assassinio di bambini cristiani durante riti diabolici ) e che alla fine vengono giustamente puniti con la morte durante vere e proprie stragi perpetrate da folle inferocite guidate da un inquietante e sanguinario capobanda, macellaio di professione, chiamato “Rindfleisch” (carne di manzo), che viene glorificato come uomo santo e giusto.

E qui mi fermo.

valeria ha detto...

Caro Massimo,
premetto che ti invito a correggermi se troverai errato quanto dirò, anche perchè non sono un' esperta della materia; ho riletto il mio commento, effettivamente troppo categorico e quindi inesatto... Quello che però volevo dire è che il nazismo non è "partito" dal sentimento razzista del popolo tedesco, anche se Hitler trovò in parte terreno fertile in questo senso per affermare il suo disegno criminoso. A riprova di quello che dico, la ghettizzazione e l’esclusione graduale degli ebrei che caratterizzarono il periodo fino alla metà degli anni trenta, furono svolti mediante una propaganda volutamente pacata del regime nazista nel timore dell’opinione pubblica interna e internazionale. Tra le premesse su cui si basava il processo di distruzione figurava la necessità di scongiurare proteste tra la popolazione non ebrea.
E ancora oggi gli storici fanno fatica a spiegare alcune ideologie, specie le più sadiche e radicali, che riuscirono a penetrare nella società europea mediante la figura carismatica del Führer e la creazione di un clima d’odio e di terrore nei confronti degli ebrei; ma fu attraverso la propaganda nazista che si riuscì a creare una cultura capace di accettare tali soprusi...
E’ vero comunque che verso la fine del XIX secolo in Europa si verificò un riacutizzarsi del pregiudizio antisemita e che stavolta ai motivi religiosi si sostituirono quelli politici ed economici. Fu soprattutto in Germania e in Austria che si sviluppò l'antisemitismo moderno e da allora sulla scena politica tedesca vi fu sempre almeno un partito apertamente antisemita fino al 1933, anno in cui l'antisemitismo divenne addirittura politica ufficiale del governo nazionalsocialista.

massimo p. ha detto...

Ciao Valeria:
nulla da eccepire sul tuo ultimo intervento.

valeria ha detto...

Sei comunque un grande!
:-)