domenica 13 luglio 2025

Letteratura di anticipazione

La Fantascienza è stata a lungo irrisa dagli ambienti snob, autoreferenzialmente "colti" dei circoli letterari e cinematografari, salvo poi scoprire che il seguito di pubblico era tale che poteva persino sostenere una casa editrice.

E' così cominciata una rivalutazione che ha avuto picchi dopo successi come Guerre Stellari e Incontri Ravvicinati del terzo tipo, al punto da far uscire dagli archivi una serie vecchia e bellissima: Star Trek, la Serie Originale, prodotta per tre stagioni tra il 1966 e il 1969 che ha poi dato seguito a numerose altre versioni a cominciare da The Next Generation iniziata nel 1987 (oltre alle serie animate che non sono francamente di mio interesse).

Non voglio fare una storia di Star Trek o della Fantascienza, ma prendere spunto da quella memorabile serie e le successive fino alla odierna "Strange and New Worlds", per richiamare il concetto di "letteratura di anticipazione" attribuito alla Fantascienza.

Verne anticipò, quasi con matematica precisione, l'orbita necessaria per arrivare sulla Luna e ritorno.

La già richiamata Star Trek mostrava già nel 1966 i "comunicatori", incredibilmente simili ai telefoni cellulari apparsi in uso comune trenta anni dopo.

Charles Eric Maine, nel 1960, scriveva un romanzo dal titolo "Contagio" che anticipava di sessanta anni il covid, con la reclusione dei cittadini nelle loro abitazioni, la sottrazione delle più elementari libertà, persino le mascherine (peraltro utilizzate sin dalla peste di Atene quasi 2500 anni fa).

A quando la realizzazione di due, geniali, intuizioni come il replicatore di vivande e il teletrasporto ? 

domenica 6 luglio 2025

Un fantasy per l'estate

Non sono un appassionato del Fantasy che, ormai, ha preso il sopravvento sulla Fantascienza, forse perchè le storie che vi vengono raccontate sono come le fiabe per bambini e l'epoca contemporanea mi sembra che sogni poco il futuro, abbia esaurito quelle speranze, quelle visioni, quegli spazi immensi che appartengono alla Fantascienza e hanno fatto da traino e anticipazione a tanti eventi che poi, in qualche modo si sono realizzati.

Pensiamo al viaggio sulla Luna e ritorno preconizzato da Verne o ai comunicatori di Star Trek tanto simili ai nostri cellulari.

Anche il Fantasy più ... fantascientifico come quella di Tanith Lee non mi ha mai preso come un bel romanzo di avventure spaziali di Edmond Hamilton o uno post catastrofico di John Wyndham.

Mi sono quindi accostato con perplessità alla scelta della Elara, la casa editrice bolognese erede e continuatrice della Libra e della Perseo di Ugo Malaguti, di pubblicare la trilogia di RJ Baker sulle navi d'ossa: Le navi d'ossa, La chiamata delle navi d'ossa, Il retaggio della nave d'ossa.

Tre volumi da circa 600 pagine l'uno in cui l'Autore ha inserito tutti i suoi sogni, la sua immaginazione, il suo mondo incantato, anche se molto violento e poco fiabesco.

Ho appena terminato di leggere il terzo e conclusivo (salvo ripensamenti che potrebbero arrivare dal successo della trilogia) volume e non posso che confermare l'apprezzamento per lo sforzo letterario e di immaginazione che, a differenza di altri romanzi Fantasy, superate le prime decine di pagine, perchè, almeno io, ho fatto molta fatica a immedesimarmi nel mondo inventato dall'Autore,  si fa leggere con piacere e con l'aspettativa di scoprire cosa accadrà nel capitolo successivo, inducendoci a macinare pagine su pagine e finire volumi così corposi in pochi giorni.

Sicuramente consigliabile a chi ha già una positiva inclinazione per il Fantasy, ma anche a chi, del Fantasy, apprezza solo i brevi e delicati (anche se spesso con raggelanti finali) racconti fiabeschi, potrà trovare qualcosa che lo appassionerà e, alla fine, gli farà dire: peccato, è già finito. 

domenica 29 giugno 2025

Milioni come noccioline

In questi giorni, intorno alle 18, Italia1, in attesa di Studio Aperto, propone una trasmissione intitolata "Sport Mediaset" che prende lo spunto dal (ridicolo) campionato del mondo per club, ma parla anche del mercato dei calciatori.

In passato non ho mai fatto caso al merrcato estivo o di gennaio, perchè tanto il Bologna, chi acquista, acquista e chi vende, vende, continuerà ad essere la mia squadra (come dicono gli Americani: right or wrong is my Country), ma guardando Sport Mediaset ho recepito i contatti, le proposte e, soprattutto, l'enorma massa di denaro che, sulla carta, viene messa in gioco.

Sento nominare calciatori a me totalmente sconosciuti affiancati dal cartellino del prezzo: 30 milioni e 20 milioni al giocatore in quattro anni, 50 milioni, 25 milioni.

Pare che per due giocatori del Bologna presenti nella lista dei desideri del Napoli, la società di Saputo pretenda 80 milioni.

E si parla di euro, quindi, a braccio, arrotondando, sono 160 miliardi delle care Lire.

Lo stesso Napoli fece scandalo una cinquantina di anni fa comprando, sempre dal Bologna, un solo calciatore (Savoldi, sicuramente di valore superiore ai due in ballo oggi) per un miliardo di Lire, cioè, al cambio di 1936,27, poco più di 516mila euro, cifra con la quale non credo riuscirebbero a comprare neppure un clandestino appena scaricato da un barcone.

Intendiamoci, non contesto retribuzioni eccessive ai calciatori, anche perchè la loro carriera è breve e implica che quelle dovranno essere adeguate a fornire di che vivere per tutta la vita, in un arco temporale di una ventina di anni, contesto la leggerezza con la quale si parla di milioni, di decine di milioni.

Al punto da far perdere il senso della misura e da confondere i milioni con i miliardi, come ha fatto qualche giorno fa un quotidiano nella cui locandina si leggeva che Bezos, a Venezia, avrebbe speso tra 20 e 30 mioni "come una manovra di bilancio in Italia".

Peccato che le manovre di bilancio in Italia siano dai 20 ai 30 MILIARDI !  

domenica 22 giugno 2025

Gratis

C'è una pubblicità, trasmessa in modo ossessivo, in cui il protagonista sfruculia una commessa che ripete come quella azienda, fino al 4 luglio (e magari prorogherà) consentirà "gratis" il passaggio al 5g per i propri clienti.

Il protagonista ride sguaiatamente e ritiene la promessa una "battuta" che fa ripetere.

In effetti il "gratis" non esiste, un prezzo c'è sempre, anche se chi lo paga non sempre ne è consapevole.

Non so quanto costi il "passaggio", ma sicuramente l'implementazione del servizio 5g ha un costo, come un costo l'ha la sua manutenzione, quindi è ovvio che non possa essere "gratis", diversamente l'azienda sarebbe un ente destinato (giustamente) al fallimento nel giro di poco tempo oppure ad essere mantenuto a spese di tutti tramite contributi pubblici che tocciano dalle nostre tasche con le tasse e le imposte di vario genere.

Spesso vengono infatti introdotte regole apparentemente senza costi, ma che comunque, comportando un lavoro, degli strumenti, il loro aggiornamento costante, il costo l'hanno e qualcuno lo paga.

Anche inconsapevolmente.

Non sarebbe quindi meglio evitare la ingannevole "gratuità", in modo che si crei la consapevolezza che ogni bene, ogni servizio ha un costo e che quel costo qualcuno deve pagare e se non è chi ne usufruisce, lo paghiamo tutti noi ? 

domenica 15 giugno 2025

In vena di celebrazioni

Dopo la sbornia della Coppa Italia, l'anniversario del Settimo Scudetto e, adesso, leggo articoli e celebrazioni per lo Scudetto del 1925.

Francamente mi sembra triste, perchè il tutto mi appare come un modo per nascondere il fatto che un ottavo scudetto (o il nono per chi considera che dovrebbe esserci assegnato quello del 1927) difficilmente è dietro l'angolo.

Certo, ci speriamo, ma la testa ci dice che no, non abbiamo possibilità.

Pensiamo solo al fatto che per quel torneo estivo che hanno deciso di fare a Miami chiamandolo  pomposamente "mondiale per club", hanno chiamato Juventus e Inter, le due squadre "zero titoli" del 2025, che per il solo fatto della partecipazione si cuccheranno 25-30 milioni di euro, alterando i rapporti economici con le società concorrenti.

Del resto Juventus e Inter, dirà qualcuno, sono le due squadre più titolate in Italia, ma se avessero voluto chiamare le due squadre con un titolo nazionale in rappresentanza dell'Italia avrebbero dovuto chiamare Napoli e Bologna ... facendo fuggire gli sponsor.

Quindi chi si accontenta gode e allora godiamoci le celebrazioni, i centenari, i cinquantenari ... 

domenica 8 giugno 2025

La Nazionale rovinata dalle regole imposte dall'unione europea

Perdere tre a zero con la Norvegia non ci sta.

Loro non hanno tradizione calcistica, sono solo sei milioni di abitanti e possono giocare in un vero campo da calcio pochi mesi all'anno, dovendo per il resto rifugiarsi in impianti artificialmente protetti a causa delle condizioni atmosferiche.

Eppure sembravano maramaldeggiare contro una Nazionale che nulla ha a che spartire con quelle del passato.

Il coro è partito unanime: Spalletti via.

Qualcuno un po' più riflessivo ha aggiunto anche il presidente federale, Gravina sul quale gravano le colpe maggiori.

Ma il responsabile primo è il regolamento imposto dall'unione europea sull'obbligo di aprire agli stranieri nel nome della libera circolazione delle merci e delle persone, perchè i calciatori sono considerati lavoratori dipendenti.

Ma ci sarebbe una scappatoia se avessimo un presidente della federazione con gli attributi che pensasse al bene del Calcio e della Nazionale e non ai suoi giochini di potere.

Introdurre un regolamento in base al quale, fermo il diritto di ogni squadra di imbottirsi con tutti gli stranieri che vuole, quindi rispettando la normativa europea sulla circolazione dei lavoratori, in campo debbano essere sempre presenti almeno otto Italiani per squadra.

Si aggira la normativa europea e si rivendica la difesa del calcio italiano.

Facendo giocare, almeno in Campionato e in Coppa Italia, poi sarebbe gioco forza mantenere l'integrità della squadra anche nelle coppe europee, otto Italiani per squadra, daremmo la possibilità di fare esperienza, di mettere a disposizione del Commissario Tecnico una base molto più ampia da cui effettuare le convocazioni. 

Il periodo d'oro dei fuoriclasse Italiani è quello in cui ci fu il divieto di acquisto di giocatori stranieri e grazie a quella scelta, i cui frutti come per tutti i cambiamenti si sono visti anni dopo, abbiamo vinto due campionati del mondo (1982 e 2006) anche se quella legge era ormai superata, ma i vivai erano ancora attivi.

Al contrario adesso paghiamo la scelta non solo delle direttive europee sulla circolazione dei lavoratori, ma anche delle ricerche negli alberi genealogiche (che con la nuova normativa appena decisa dal Governo avranno un freno) che hanno reso Italiani, ricorrendo a fantomatici avi, gente che Italiana non è. 

Del resto, quelli che accusano Spalletti, dovrebbero dire chi avrebbero convocato al posto di quelli convocati, che fossero così bravi da imputare al commissario tecnico scelte sbagliate che, del resto, anche  le tattiche sul campo le deve adattare al materiale disponibile. 

domenica 1 giugno 2025

Ieri sera ho quasi provato simpatia per l'Inter

Chi mi conosce sa che, calcisticamente parlando, l'Inter e la Juventus sono squadre che non reggo e per le quali non ho mai fatto, non dico il tifo, ma neppure una apertura di credito se non, per la Juventus, quando si affrontano tra loro.

Ieri sera, però, guardando quel cinque a zero finale con il quale il PSG ha vinto la sua prima coppa dei campioni, l'Inter mi ha fatto pena ed ho pensato ai tanti amici, tifosi interisti, perchè il paradosso è che pur non sopportando Inter e Juve, i casi della vita mi hanno portato a frequentare ed apprezzare persone che tifano soprattutto per quelle due squadre (a parte gli amici di infanzia e dell'adoloscenza che sono solidamente rossoblu, perchè una volta chi era di Bologna, tifava Bologna, senza tanti fichi).

Soprattutto gli scomposti, violenti e criminali festeggiamenti parigini, mi hanno reso fiero di essere Italiano (e Bolognese) pensando alla gioiosità senza crimini dei festeggiamenti per la vittoria della Coppa Italia e sono convinto che se l'Inter avesse vinto, a Milano non ci sarebbero state le azioni delinquenziali registrate a Parigi e in Francia.

E se vogliamo la conferma: che il Bologna, il prossimo anno, vinca l'Europa League. 

domenica 25 maggio 2025

Nino Benvenuti e Bruno Capra

Come se non bastassero le personali constatazioni di quel che si riesce ancora a fare (e come) e di quel che,magari, è meglio non fare più, lo scorrere del tempo ci viene anche ritmato dalle "morti eccellenti" che per me sono quelle di personaggi che hanno rappresentato un qualcosa nella mia vita, pur senza averli mai conosciuti di persona.

La settimana che si chiude oggi ha visto ben due di quelle morti.

Ambedue ben oltre gli ottanta anni, ambedue legati più alla infanzia che all'adolescenza.

Uno, notissimo, amato in tutta Italia, celebre e celebrato, Nino Benvenuti, è legato al ricordo di un mio compagno di classe delle elementari.

Il pugilato non mi ha mai appasisonato, ma quell'aprile del 1967 lo ricordo perchè, poco prima degli esami di quinta elementare, uno di noi ci disse che si sarebbe assentato per alcuni giorni perchè andava con suo padre, in aereo ! (era il 1967 ...), negli Stati Uniti per vedere il match di Benvenuti al Madison Square Garden.

Al suo ritornò regalò a ciascuno di noi la fotografia di Benvenuti, autografata.

Benvenuti, un campione nello sport e nella vita, coerente, lucido, attaccato alla sua terra d'origine, l'Istria, da cui la sua famiglia fuggì dopo la seconda guerra mondiale.

Il secondo personaggio e sconosciuto ai più ma da me ugualmente considerato, Bruno Capra.

Capra era il terzino destro titolare del Bologna l'anno prima dello scudetto e come tale iniziò anche la stagione 1963-1964, poi sostituito dal più giovane Furlanis.

Un infortunio che costrinse il Bologna a rinunciare, allo spareggio, ad Ezio Pascutti, mise Capra fra gli undici (non c'erano sostituzioni allora) che vinsero quel memorabile incontro del 7 giugno 1964.

E così restò negli annali e nella memoria di noi tifosi ed è  l'ultimo, di quella squadra che ci fece tanto sognare, a lasciarci.

Non fu famoso come Bulgarelli, non ebbe un seguito particolarmente esaltante, non divenne un personaggio a statura nazionale, ma rappresenta comunque una parte della mia, personale storia.

domenica 18 maggio 2025

Finalmente una soddisfazione calcistica

Quando ero professionalmente attivo, dopo pranzo andavo quasi sempre a prendere il caffè in un bar del centro storico di Bologna, gestito e frequentato da tifosi del Bologna.

Il barista e gestore era molto più giovane di me e quando dicevo che speravo di poter vedere un secondo scudetto per il Bologna, lui diceva "a me basterebbe vedere almeno una Coppa Italia".

La sua età, infatti, non gli aveva permesso di vedere non solo lo scudetto del 1964 (settimo, dicono gli annali, ma per me resta l'ottavo perchè voglio computare anche quello del 1927) ma neppure le due successive coppe Italia del 1970 e del 1974.

Mercoledì scorso, in una partita sostanzialmente equilibrata, con qualche dubbio sull'arbitraggio, il Bologna è invece riuscito nella titanica impresa di regalare una soddisfazione, dopo cinquantuno anni, ai suoi tifosi vincendo la sua terza Coppa Italia.

Una volta la Coppa Italia non se la filava nessuno, adesso invece è la chiave per partecipare al secondo torneo europeo con i relativi incassi.

Dal punto di vista sportivo, invece, segna una conferma del Bologna che, conquistando per la seconda volta l'accesso ad un torneo europeo e vincendo qualcosa di concreto, sembrerebbe aver messo l'ancora tra le squadre migliori del Campionato, con uno sguardo futuribile su piazzamenti sempre più interessanti e rendendo il nostro Campionato ancora più avvincente, come accade quando aumentano le formazioni che possono dire la loro per le posizioni di vertice.

Mi auguro che nel Bologna non credano di "essere arrivati", perchè resta sempre il sogno di vedere un altro Scudetto, dopo quello del 1964 e che ormai è confuso con i ricordi dell'infanzia.

domenica 11 maggio 2025

Conclave

E' durato poco, ma i diciassette giorni passati dalla morte di Bergoglio all'annuncio della elezione di Papa Leone XIV hanno scatenato tutti che, da commissari tecnici, si sono riciclati come vaticanisti.

Il conclave ha in effetti quel patino di mistero sul quale poter ricamare storie e retroscena, anche perchè, a pena scomunica, i protagonisti non possono rivelare nulla.

In tempi non sospetti anche romanzieri si sono cimentati con le trame oscure che, a loro avviso, accompagnano l'elezione di un papa.

In ultimo due famosi romanzieri, Robert Harris che avevo apprezzato nella sua trilogia su Cicerone e Glenn Cooper, hanno affrontato il tema del conclave.

Il primo con "Conclave" ha avuto l'onore di una trasposizione cinematografica, peraltro piatta, mentre il secondo, forse perchè il suo "L'ultimo conclave" è recentissimo, del 2024, ha introdotto una trama a forti tinte drammatiche, con il rapimento, sin dalle prime pagine, di tutto il collegio cardinalizio e la guida della chiesa affidata ad una donna.

Un particolare interessante, visto che nella chiesa esiste quello che ormai possiamo considerare l'ultimo club riservato ai soli uomini.


In questo caso (e nei precedenti) però il conclave è molto meno affascinante e misterioso di quanto non emerga dalla fervida fantasia dei romanzieri e il nuovo papa, al di là delle dichiarazioni, delle speranze e delle pretese di ciascuno di noi, farà quello che hanno sempre fatto (con evidente successo) i suoi predecessori: preservare nel tempo il potere della chiesa, con e contro qualunque trascorrere del tempo, regime, situazione ambientale.