Come se non bastassero le personali constatazioni di quel che si riesce ancora a fare (e come) e di quel che,magari, è meglio non fare più, lo scorrere del tempo ci viene anche ritmato dalle "morti eccellenti" che per me sono quelle di personaggi che hanno rappresentato un qualcosa nella mia vita, pur senza averli mai conosciuti di persona.
La settimana che si chiude oggi ha visto ben due di quelle morti.
Ambedue ben oltre gli ottanta anni, ambedue legati più alla infanzia che all'adolescenza.
Uno, notissimo, amato in tutta Italia, celebre e celebrato, Nino Benvenuti, è legato al ricordo di un mio compagno di classe delle elementari.
Il pugilato non mi ha mai appasisonato, ma quell'aprile del 1967 lo ricordo perchè, poco prima degli esami di quinta elementare, uno di noi ci disse che si sarebbe assentato per alcuni giorni perchè andava con suo padre, in aereo ! (era il 1967 ...), negli Stati Uniti per vedere il match di Benvenuti al Madison Square Garden.
Al suo ritornò regalò a ciascuno di noi la fotografia di Benvenuti, autografata.
Benvenuti, un campione nello sport e nella vita, coerente, lucido, attaccato alla sua terra d'origine, l'Istria, da cui la sua famiglia fuggì dopo la seconda guerra mondiale.
Il secondo personaggio e sconosciuto ai più ma da me ugualmente considerato, Bruno Capra.
Capra era il terzino destro titolare del Bologna l'anno prima dello scudetto e come tale iniziò anche la stagione 1963-1964, poi sostituito dal più giovane Furlanis.
Un infortunio che costrinse il Bologna a rinunciare, allo spareggio, ad Ezio Pascutti, mise Capra fra gli undici (non c'erano sostituzioni allora) che vinsero quel memorabile incontro del 7 giugno 1964.
E così restò negli annali e nella memoria di noi tifosi ed è l'ultimo, di quella squadra che ci fece tanto sognare, a lasciarci.
Non fu famoso come Bulgarelli, non ebbe un seguito particolarmente esaltante, non divenne un personaggio a statura nazionale, ma rappresenta comunque una parte della mia, personale storia.