domenica 24 marzo 2024

La fiera delle banalità

Nonostante infarciscano ogni trasmissione con canzonette, i conduttori radio televisivi non riescono a sfruttare i loro spazi per formulare domande che non abbiano risposte scontate.

Ieri, ad esempio, ho sentito per radio il principale cronista radiofonico delle partite di calcio, Francesco Repice (quello che parla a raffica e snocciola la formazione tutta in un fiato così non si capiscono i nomi) domandare, per ben due volte, prima al CT Spalletti e poi ad un calciatore di cui non ricordo il nome, una domanda epocale.

Parlando della visita del presidente della FIGC e del dirigente accompagnatore delle nazionali all'Onu, ripetendo la premessa sul luogo dove si discute di cose orribili, la domanda verteva sul calcio (e, in genere, sullo sport) come momento di relax e di pace, chiedendo agli intervistati se ci pensavano.

Entrambi, ovviamente, hanno risposto di sì: eccome se ci pensiamo, anzi, ogni volta che scendiamo in campo ci gratifica sapere che concediamo due ore di felicità agli spettatori.

E come avrebbero dovuto rispondere ?

No, non ci pensiamo perchè siamo professionisti, il nostro obiettivo è vincere e quindi siamo concentrati solo sulla partita ?

Ma sono domande da farsi ?

Giusto per spargere miele, al punto che ormai il melenso è diventato troppo indigesto.

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