domenica 29 marzo 2020

Una corsa di resistenza

Un articolo sul Carlino di oggi, quarta domenica agli arresti domiciliari, segnala che la perdurante mancanza di libertà di movimento potrà portare conseguenze emotive su circa il 50% degli Italiani.
Un altro articolo evidenzia come si siano esaurite le "balconate" della prima e della seconda settimana, prevalendo ora un senso di angoscia.
In effetti, anche da radio e televisione, era inizialmente tutto un proliferare di "ce la faremo", "andrà tutto bene", istruzioni su come impiegare il proprio tempo in casa.
Poi tutto si è scolorito, come i drappi ancora appesi a qualche balcone o finestra, sporchi, alcuni già laceri, altri non più stesi con cura.
Mentre si prospetta un ulteriore rinvio di due settimane e già ci dicono che la vita normale non potrà essere immediatamente ripresa, facciamo i conti con le conseguenze del passo da bersaglieri con il quale si era iniziata questa reclusione, probabilmente con gli stessi che cantavano e rilanciavano slogan che pensavano sarebbe stata di breve durata.
Invece occorre il passo del maratoneta, non del velocista.
E la preoccupazione resta sempre quella economica.
Il danno provocato dalle chiusure è immensoe richiederebbe decisioni molto forti.
Perchè il problema non è stare in casa oggi, ma ricominciare domani.

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