Siamo costantemente spiati o, come ci si compiace di dire con termine politicamente corretto, monitorati.
L'ultima è la notizia che le smart tv di ultima generazione memorizzano le trasmissioni che guardiamo per poi far passare messaggi pubblicitari.
Dello spionaggio ne ero diventato consapevole alcuni anni fa, quando feci una ricerca su google per vedere cosa offrisse il mercato in materia di cantinette per conservare il vino alla temperatura costante.
Dopo alcuni giorni, ogni volta che aprivo la posta vedevo offerte di ogni genere per tale prodotto e similari.
Analogamente io, che non compro su Amazon e neppure online, guardo però su internet le novità editoriali e a volte cerco un determinato titolo, da comprare ovviamente in una libreria vera, con tanto di commesso in carne ed ossa con cui poter interagire.
Dopo qualche giorno sono subissato da mail, pop up e altro che mi comunicano ogni genere di titolo.
Ed è pure una selezione intelligente, visto che in prevalenza cerco polizieschi e fantascienza e mi arrivano messaggi titpo "chi ha scelto Pippo ha comprato anche Pluto !".
Nei contratti collettivi viene sempre più introdotto un nuovo diritto, quello alla disconnessione.
Nella vita di tutti i giorni la disconnessione ce la dobbiamo creare da soli, spegnendo i dispositivi e godendoci una bella giornata di sole o un bel romanzo che ci porti a zonzo tra le stelle.
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