domenica 20 gennaio 2013

Niente nevone ? E altre amenità

La settimana scorsa ci ha provato.
Gli allarmi c'erano tutti.
Ma la neve ha dribblato meglio di Gilardino (non che sia impossibile ...) e ci ha lasciati solo bagnati.
Soprattutto oggi.
C'è ancora tempo, in fondo lo scorso anno la grande nevicata fu a fine gennaio e inizio febbraio, quindi non disperiamo.

Il Bologna perde, questa volta con pieno merito.
Una squadra irriconoscibile rispetto alle ultime partite, inclusa quella contro l'Inter in coppa Italia.
Per fortuna anche le altre concorrenti alla salvezza non ingranano.

Tornando alla neve, forse non è un male che non ne cada, vista l'assoluta impreparazione del comune.
Quei quattro fiocchi caduti la settimana scorsa hanno evidenziato l'assoluto menefreghismo della giunta verso i pedoni.
Si preoccupano di liberare (solo con il sale finchè non cadono dieci centimetri) le strade, ma lasciano i marciapiedi ingombri di neve.
E meno male che anche la temperatura è sempre stata alta, per cui non ha gelato !

Ottima iniziativa del Carlino che ha messo in vendita le copie originali dei giornali stampati nei giorni che ognuno di noi giudica "importanti".
Ho ricevuto la copia del 31 dicembre 1956.
Purtroppo è esaurita quella dell'8 giugno 1964.
Perchè 8 giugno 1964 ?
Scommetto che molti sapranno rispondere ...

Siete a conoscenza di un qualche dispositivo che vieterebbe agli operatori telefonici di proporre condizioni migliori ai propri abbonati per evitare situazioni di monopolio ?
Io non ne conosco e non ne ho trovati, però mi hanno detto che esite quando, dopo essere rimasto inascoltato alle mie rimostranze per gli sconti fatti ai "nuovi abbonati" senza che un "vecchio abbonato" ricevesse alcuna proposta, decorso il tempo che avevo concesso per farmene una, ho accettato la prima proposta migliorativa.
Per bloccare il mio passaggio ad altro operatore mi hanno subito contattato offrendomi un contratto ancora migliore e giustificando l'assenza di proposte con tale fantomatico "divieto".
Ovviamente mi tengo (per almeno un anno) le condizioni migliori, poi vedrò.
Per ora posso consigliare di accettare proposte migliorative, magari anche il vostro operatore vi contatta offrendovi soluzioni ancora migliori.

Ultima annotazione.
Da un paio di anni (forse più) vado in ufficio prevalentemente a piedi.
Al ritorno a volte prendo l'autobus.
Possibile che io sia l'unico in tutta Bologna a non avere l'abbonamento ?
No, perchè la quasi totalità delle volte sono l'unico a timbrare (rectius: obliterare) il biglietto, mentre vedo sistematicamente almeno una decina di persone per volta che salgono e scendono senza curarsi di tale incombenza nel totale disinteresse dell'autista ...

12 commenti:

massimo p. ha detto...

accidenti, quanta carne al fuoco !!!
Mi sento in dovere d'intervenire per quanto riguarda la neve: abbiamo perso un grande occasione per avere una bellissima nevicata di almeno 30-40 cm.
La configurazione era quella giusta, di quelle che fanno nevicare in Emilia (come alla fine è comunque avvenuto), ma sono mancate le temperature. Purtroppo venivamo da un periodo meteorologicamente orribile, caldissimo, che sarebbe stato normale in ottobre, non in gennaio. Se fosse stato un inverno normale si sarebbe formato il necessario cuscino di aria fredda che avrebbe permesso, in una configurazione come questa, il realizzarsi d'una bella nevicata; invece, purtroppo, è mancata la temperatura: sarebbe bastato solo mezzo grado in meno (solo mezzo grado !!!) ma da Natale a metà gennaio c'è stato un caldo stomachevole e quindi niente cuscino. Peccato!!!

massimo p. ha detto...

a proposito, dimenticavo: 8 giugno 1964: il mitico spareggio con l'Inter

Massimo F. ha detto...

Il giornale del "giorno dopo" ... :-)

valeria ha detto...

Sulle cronache dell'epoca nulla si dice dell' incontro sportivo, ma si parla molto di un nubrifagio sulla costa marchigiana(io ricordo qualcosa)

8 giugno 1968

SPAVENTOSO NUBIFRAGIO SUL LITORALE

Un violentissimo nubifragio si è scatenato ieri sera su Pesaro e lungo il suo litorale. Alle 19,30 il cielo si è improvvisamente incupito e nuvole bassissime hanno cominciato a gravare su tutta la zona.
Raffiche di vento di inaudita violenza hanno cominciato a soffiare sradicando alberi, facendo precipitare le tegole di molte case, infrangendo vetri. La forza del vento è riuscita in certi momenti a fare suonare le campane.
I danni sembrano da segnalare nella zona di mare dove i capanni sono stati scoperchiati ed abbattuti in molti tratti. I locali notturni hanno avuto vetrate, lampadari e suppellettili distrutti. La città, dall'inizio del temporale, è rimasta al buio e, a tarda sera ancora, le squadre dell'ENEL, entrate prontamente in azione, non erano riuscite a riparare i vari guasti provocati dal maltempo agli impianti.
I vigili del fuoco hanno avuto numerosissime chiamate tanto che il numero telefonico del servizio di pronto intervento è risultato continuamente occupato per quanto i vigili si affannassero immediatamente ricevuta la segnalazione ad avvertire il pubblico di lasciare libera la linea.
I fulmini si sono succeduti l'uno all'altro colpendo soprattutto pagliai in campagna e scaricandosi anche in città su cabine elettriche.

Da: "Il Resto del Carlino", 9 giugno 1964

* * * * * * * * *

valeria ha detto...

Sorry! :-)
Vedo ora che si trattava del 1964....
Comunque la notizia del nubifragio la lascio, visto che abbiamo un esperto meteo tra noi...

massimo p. ha detto...

la tempesta che hai citato è stata una delle tempeste estive più gravi che abbiano colpito nel dopoguerra il medio-alto adriatico.
E' rimasta famoso in quegli anni uno spaventoso uragano estivo che distrusse tutti gli stabilimenti balneari del litorale romagnolo (si parlò di onde alte 6-7 metri: le più alte mai verificatesi in Adriatico), ma non riesco a ricordare se si tratta dello stesso temporale dell'8 giugno 1964.

Massimo F. ha detto...

Il nubifragio riportato avvenne l'8 giugno, infatti il Carlino da cui trai la notizia è quello del 9 giugno ... :-)

valeria ha detto...

"L'urlo della città.

ERA DOMENICA, 7 giugno 1964 e il Bologna si giocava lo scudetto con l’Inter in uno spareggio in programma a Roma. Il direttore Giovanni Spadolini, pur essendo un alieno degli stadi (credeva che le partite si svolgessero in tre ‘atti’), aveva capito l’enorme valenza popolare dell’evento e aveva mobilitato le firme del Carlino. «Tu — mi aveva detto — fai la città».



E così alle 17 in punto, mentre cominciava la radiocronaca (non tele), ingranai la marcia e cominciai a pattugliare lentamente il centro di Bologna. La città era vuota, letteralmente, senza un’anima. Troppo facile il paragone con certi film di fantascienza dove l’obbiettivo carrella lento su strade intatte ma senza vita, su finestre aperte e deserte, e nel silenzio, si ode solo un ronzio che non si capisce bene cosa rappresenti, ma è certamente di sicuro effetto.

(prima parte)

valeria ha detto...




ANCHE a Bologna, nel silenzio e nel vuoto delle strade, udivo questo strano ronzio metallico: erano decine di migliaia di radio accese nei soggiorni, nei bar, nelle cantine dove faceva più fresco. Non vedevo la gente ma la immaginavo, tutti riuniti, parenti, amici, condomini perchè insieme era più facile affrontare quei novanta minuti di angoscia. Parola impegnativa ma non ne trovavo altre: non era più soltanto un campionato che si concludeva, ma una vicenda terribile e assurda, perché in questo gioco della domenica si erano concentrati sentimenti, drammi, dolori, persino la morte (di un anziano sulle gradinate), che normalmente riguardano altri più essenziali aspetti della nostra esistenza.



Desideravo, al di là del tifo, che vincesse il Bologna perché era stato ingiustamente accusato di doping. Poi la verità aveva trionfato e quindi era logico aspettarsi un finale da ‘arrivano i nostri’. Per questo tutti stavano incollati alla radio, anche quelli che, quando il cronista urlava Suarez entra in area, avevano un tuffo al cuore e poi mormoravano fra sé: di chi sarà questo Suarez, del Bologna o dell’Inter?



Se nello psicodramma collettivo i rossoblù erano i ‘buoni’, i nerazzurri proprio cattivi non erano. Ma poco simpatici pure. Tanti ricordavano infatti che, quando l’Inter era andata a Vienna, aveva snobbato l’albergo che era stato di Onassis e di Soraya, perché non abbastanza all’altezza. E, durante la conferenza stampa ai cronisti austriaci, i camerieri, invece di servire tartine e Martini, offrivano orologi e altri omaggi costosi. E i dirigenti dichiaravano ai giornalisti: «Se vinciamo venite con noi a Rio De Janeiro, paghiamo tutto noi». E i bolognesi commentavano: «Miliardari lo saranno, ma signori proprio no».

(2 parte)

valeria ha detto...

PASSARONO lentamente i primi quarantacinque minuti. Mi fermai su un viale e mi sedetti su una panchina. Nell’intervallo finestre e balconi si popolarono di uomini in canottiera e donne in sottoveste. Scuotevano la testa e scambiavano due parole, o stavano muti con i gomiti sul davanzale. Dopo un quarto d’ora, tutti sparirono come a un colpo di fischietto. La radio ricominciò a parlare di azioni, di linea laterale del campo, di goal mancati per un soffio. Sulla voce della radiocronaca, ognuno ricominciò a costruirsi il suo filmato personale, forse più emozionante di una telecronaca.



Ad un tratto accadde qualcosa di indescrivibile. Un urlo disumano, che non si era mai udito perché siamo abituati ai boati degli stadi, non a quello di una città. Non era il Bologna che aveva fatto goal, era una vicenda che cominciava a chiudersi come doveva: la favola con dentro tutti gli ingredienti che dicevo, Davide e Golia, la calunnia e la verità, l’innocenza che trionfa. Dopo qualche minuto, un altro mostruoso rimbombo (per il fischio di chiusura) e, quasi istantaneamente, si rovesciò per le strade una vera umanità, giovanissima e veneranda, sciccosa e plebea, bella e brutta. Guardavo le mille facce e mi sorpresi a pensare che ognuna di esse con le sue corde vocali avesse messo insieme quell’urlo surreale.



In pochi minuti nelle strade non ci si muoveva più e constatai con sgomento che bisognava risalire alla fine della guerra, cioè a ben altro evento, per trovare uno spettacolo simile. Ma poi pensai che anche le cose più modeste diventano rispettabili se riescono a suscitare una gioia così grande e così vera. Era giusto che ci fossero giorni anche per queste bandiere, queste lacrime, queste candide emozioni. Scesi dall’auto e abbracciai un signore.

di Luca Goldoni

(fine)

valeria ha detto...








7 giugno 1964. Oggi come allora l'urlo della città - Il Resto del Carlino
Penso ti interessi sapere che forse anche il Carlino del 29 maggio (in cui è stato ripubblicato l' articolo di Goldoni)potrebbe interessarti....!

www.ilrestodelcarlino.it/.../92744-giugno_1964_oggi_come_allora_...


29/mag/2008 – Un filo ideale lega la data storica del calcio rossoblù — 7 giugno 1964, vittoria dello scudetto nello spareggio contro l'Inter — a domenica ...

Massimo F. ha detto...

Bella prosa, quella di Luca Goldoni, ma un po' snob con il suo insistere sul non conoscere chi fosse Suarez o la "concessione" per cui "Ma poi pensai che anche le cose più modeste diventano rispettabili se riescono a suscitare una gioia così grande e così vera". A Bologna da quel 7 giugno 1964 non vediamo uno scudetto. Sì, è vero, abbiamo vinto due coppe Italia, ma quella coppa non vale nulla, tanto più oggi che non consente neppure l'accesso alla Champions ma solo alla League. Per il resto, soffrire, soffrire, soffrire. E quel 29 maggio 2008 stavamo per tornare in serie A dopo tre anni di inferno. Un accostamento azzardato, ma ogni giorno vado a prendere il caffè in un bar del centro dove il barista è un tifoso rossoblu, più giovane di me. Lui non c'era nel 1964 e le sue gioie (sportive) sono legate ad una promozione, ad una salvezza. Io non mi accontento. Noi che abbiamo visto quello scudetto, abbiamo quasi la sensazione che non ce ne saranno altri e la gioia di quel giorno, la nostra gioia di ragazzini di 8 anni, non avrà un bis. Per questo ci è tanto più caro il ricordo.