domenica 30 novembre 2025

A volte l'apparenza è sostanza

Non riesco a capire perchè i giovani di oggi appaiano così trasandati (un eufemismo per indicare un aspetto apparentemente privo di qualsivoglia cura, igiene e pulizia).

Non sono solo i tatuaggi che, soprattutto d'estate, rovinano l'estetica delle belle ragazze, ma il modo di vestirsi, con i pantaloni a volte strettissimi che non riescono a contenere neppure un fazzoletto, altre volte larghi e dal cavallo che arriva alle caviglie.

Maglioni informi, magari sandali a piedi nudi anche in inverno, capelli accuratamente spettinati, o dritti come dopo la lettura di un romanzo di Stephen King o la visione di un film di Dario Argento, tagliati in modo asimmetrico.

E il tutto in un contesto in cui, come zombi, si trascinano stancamente, con gli occhi fissati sullo schermo di un telefono anche quando sono in compagnia e senza lo straccio di un sorriso. 

Vedo vecchi (neanche poi tanto, 30, 40 anni, anche meno) film in cui sì, c'erano tanti con i capelli lunghi, ma per il resto si presentavano in modo impeccabile in giacca e cravatta.

Persino i "complessi" degli anni Sessanta, tanto rivoluzionari, quando si presentavano in televisione (per non dire a Sanremo) avevano cura di rispettare nell'aspetto prima di tutto se stessi e quindi il pubblico (e l'equazione la si può invertire, ma la sostanza non cambia se nel rispettare il prossimo si rispetta anche se stessi).

E ridevano, parlavano con i propri amici, guardavano i monumenti del nostro glorioso passato in mezzo ai quali viviamo e camminiamo come in un museo a cielo aperto. 

L'abito non fa il monaco, dice un proverbio, ed è vero, ma l'abito, l'aspetto, come ci si presenta, è un biglietto da visita per quello che siamo o che vorremmo essere. 

domenica 23 novembre 2025

Ma sono seri ?!?!?

Ad ascoltare la radio, soprattutto quando si guida, si è quasi obbligati ad accettare "quello che passa il convento", visto che sarebbe troppo una distrazione cambiare continuamente canale (e, comunque, non mi sembra che ci sia tanta varietà).

Così ascolto anche le trasmissioni religiose, con preti, pastori, pope, imam, rabbini che, con la stessa voce impostata, quasi a essere "posseduti" da una visione metafisica, illustrano la loro dottrina.

In campo religioso mi sembra anche accettabile che i racconti religiosi vengano diffusi con una sorta di cantilena profetica, inappropriato, invece, mi sembra l'utilizzo di quella cantilena da parte di cantanti e attori che ci raccontano la rava e la fava sulle loro "opere", i "messaggi" che dicono di voler veicolare.

E se a me sembra una presa in giro dell'ascoltatore o, meglio, del "fan" che si beve quelle storie, mi sembra anche molto inquietante che qualcuno possa pensare di mandare messaggi tramite film e canzonette, perchè immagini e suoni ci arrivano a ondate contnue e si rischia di accettarli inconsciamente senza che ci si possa tornare, criticamente, sopra, come si farebbe con la lettura di un testo scritto.

domenica 16 novembre 2025

Il tempo è galantuomo

Mi è capitato di leggere un articolo sulla malattia di Brigitte Bardot, corredato da due sue fotografie, una recente ed una degli anni Sessanta o Settanta.

Era una bellissima donna ed è triste vederla così ridotta, soprattutto sapendola malata, anche se dobbiamo sempre ricordarci che ha più di 90 anni.

Forse per questo si dice che "muore giovane chi è caro agli Dei", perchè di lui rimarrà sempre il ricordo e l'immagine giovanile, come per James Dean o Marylin Monroe.

Sono riflessioni che vengono anche quando vado a guardare gli anni di produzione di una serie televisiva e, impietosamente, vengono affiancati ai nomi degli attori le fotografie di come erano nella serie e di come sono oggi (e ormai di molti si legge "deceduto il ...").

Forse per questo alcuni personaggi pubblici si sono eclissati (Greta Garbo, Mina) per non mostrare la decadenza fisica e farsi ricordare come erano negli anni migliori.

Ma il "come eravamo" che nella odierna diffusione dei mezzi di comunicazione è anche "come erano", aiuta a smitizzare certi personaggi, facendoci capire che il tempo è sempre, come si diceva una volta, galantuomo e non concede privilegi.

domenica 9 novembre 2025

Ogni generazione ha i simboli che merita

Ascoltando spesso la radio, noto come vengano ripetutamente intervistati cantanti e attori, che, avendo probabilmente poco da dire sulle loro attività professionali, dopo aver presentato la loro ultima "fatica", si lanciano in improbabili considerazioni filodofiche,illustrando all'ascoltatore la loro esperienza di vita, magari quando ancora non hanno compiuto i trenta anni.

Alla fine, sono tutti uguali, parole vuote, intrise di un melenso buonismo che ricalca le prediche domenicali dei parroci di campagna.

E' la fiera della inutilità che si sovrappone a quella della vanità.

Quel che preoccupa è che le giovani generazioni,che sembrano svuotate da ogni approccio culturale e filosofico di spessore, elevino cantanti  attori al ruolo di guida della loro esistenza, come se una canzone o una interpretazione potessero sostituire riflessioni ben più fondate, ponderate e frutto di studi fondati su documentazioni che ci riportano le riflessioni dei Grandi del passato.

Mi piace pensare che quelle per cantanti e attori siano solo infatuazioni infantili, destinate ad essere superate con le vere esperienza di vita che, prima o poi, ogni adolescente dovrà affrontare nella realtà e non con lenote di una canzone o la trama di un film. 

domenica 2 novembre 2025

La nevrosi del tempo che non c'è

La radio offre trasmissioni per tutti i gusti.

Molte del passato sono state sostituite da nuovi programmi che non sempre fanno onore al mezzo.

Alcune trasmissioni interessanti, vengono rovinate da un conduttore fazioso e di parte che non rende onore a quella che dovrebbe essere la sua professione (di cui si vanta di essere "professionista") e cioè informare, non fare propaganda.

Ma ci sono anche trasmissioni che rispettano pienamente il loro compito e qualificano positivamente i conduttori.

Ping pong con Annalisa Chirico, ad esempio, oppure Sportello Italia diretto da Paola Bonanni o anche l'Edicola che adesso è di Massimo Gilardi.

Purtroppo anche in quelle trasmissioni di autentico servizio, non riescono ad organizzare i tempi per dare la possibilità agli ospiti di sviluppare il loro pensiero perchè il tempo scorre inesorabilmente e "abbiamo solo dieci secondi".

Ma cosa volete che dica uno su argomenti a volte complessi come un investimento, una legge per i consumatori, un commento ad un fatto, in dieci secondi ?

Il bello, cioè il brutto, è che in ogni trasmissione, cinque, dieci o più minuti, a seconda della durata della trasmissione stessa, sono dispersi per trasmettere una canzonetta.

Ma non ci sono le trasmissioni di varietà preposte a inondare l'etere di canzonette ?

Perchè anche nelle trasmissioni di servizio si devono dedicare minuti ad una strimpellata vocale, salvo poi condizionare la possibilità di una risposta, sul tema proprio della trasmissione, completa e articolata ?

Ascoltando spesso la radio, noto che alcune canzoni, alcuni cantanti vengono proposti in continuazione, mentre altri vengono relegati ai margini e senza che le loro canzoni abbiano particolari colpe, visto che voci e canzoni sono ormai tutte uguali.

Lessi, tempo fa, che le case discografiche intervengono per "spingere" i loro cantanti e più passaggi fanno, più il pubblico, abituandosi ad un certo titolo, lo richiede.

A pensare male ... 

domenica 26 ottobre 2025

Ora solare

Nella notte siamo "tornati" all'ora solare o naturale.

Tra le tante fesserie che ascolto negli abituali servizi, triti e ritriti, sull'argomento, uno è palesemente falso, eppure viene riproposto ad ogni cambiamento dell'ora.

Dicono che con il ritorno all'ora naturale si "perdano" ore di luce, quindi il nostro umore ne risente negativamente perchè è la luce a produrre seratonina.

Io guardo gli orari dell'alba e del tramonto, eppure, oggi con l'ora solare, come ieri con quella legale, ci sono tutte le poco più di 11 ore di luce che andranno a ridursi fino al Solstizio d'Inverno, ma non per il passaggio all'ora solare, bensì in modo del tutto naturale e sul quale neppure una direttiva dell'unione europea potrebbe incidere (anche se probabillmente prima o poi ci proveranno ugualmente).

Quello che cambia, significativamente, è che l'alba arriva un'ora prima e ugualmente il tramonto.

In sostanza a perdersi ore di luce sono i tiratardi, quelli che al mattino poltriscono, quelli che stanno diffondendo la pessima abitudine di aprire gli esercizi commerciali alle 10 del mattino e persino anche più tardi.

Chi, invece, al mattino si alza presto ("il mattino ha l'oro in bocca", "chi dorme non piglia pesci" etc.) si gode per intero la luce che la Natura, da sempre e indipendentemente da guerre e risultati elettorali, ci mette a disposizione in estate e in inverno nella geniale alternanza tra le stagioni.

E finalmente anche chi si alza presto non deve più accendere la luce artificiale, perchè, albeggiando, abbiamo la luce occorrente, che non disturba, inizialmente tenue, poi sempre più intensa, che tanto ci fa iniziare di buon umore la giornata.

Un piacere che chi poltrisce ad oltranza non potrà mai capire, nè gustare. 

domenica 19 ottobre 2025

Il rinnovo della patente

Mio padre mi disse una volta che si era sentito vecchio la prima volta in cui un giovane gli aveva offerto il suo posto a sedere in autobus.

Io l'autobus lo prendo poco, girando in scooter e, forse, mi sono sentito vecchio la prima volta in cui ho realizzato che dovevo rinnovare la patente non più dopo dieci anni, bensì dopo cinque.

Fu nel 2020 e per fortuna che avendo,come per la carta di identità, allungato alla data del compleanno la scadenza, "guadagnai" 10 mesi ed evitai di dovermi sbattere con la burocrazia nel pieno (sarebbe stato in febbraio) marasma al seguito del covid.

I cinque anni sono passati velocemente e così, per non saper nè leggere nè scrivere, sono andato all'Aci, ho versato l'obolo alla burocrazia, preso appuntamento per la visita medica, versato un altro obolo al medico e ne sono uscito con l'abilitazione a guidare per altri cinque anni, ancora senza lenti.

Non so quanto impiegherà l'Aci a consegnarmi la patente aggiornata, ma ho l'attestato che mi ha rilasciato il medico e la ricevuta di tutti i pagamenti, quindi, per me, sono a posto.

Resta una grande perplessità sul significato della visita medica o, meglio, attitudinale.

Mi domando perchè non ci si affidi al medico di famiglia (o generico, o di base o come si chiama adesso) che ci conosce e, quindi, assumerebbe, con cognizione di causa e non sulla base di dichiarazioni unilaterali, la responsabilità di certificare la nostra capacità fisica alla guida.

E questo è anche l'ultimo rinnovo quinquennale (come la missione dell'Enterprise): dalla prossima volta la bega sarà ogni tre anni.

 

domenica 12 ottobre 2025

Il sapore della memoria

Già da anni prima di andare in pensione,ma soprattutto dopo, mi diletto nel cucinare ... quello che mi piace.

Ho capito che, per avere un piatto che corrisponda ai miei gusti, devo prepararmelo da solo.

Sto parlando essenzialmente dei primi, perchè dai secondi non sono mai stato particolaremente attratto.

C'è però qualcosa che mi è rimasto nella memoria e che non sono riuscito a ritrovare, nè provandoci e riprovandoci (e continuo a provarci) nè, tanto meno, in un ristorante.

E' il condimento che mia nonna preparava quando in tavola arrivavano i tortelloni e gli gnocchi.

Io ricordo che fosse lo stesso condimento, al pomodoro, leggermente granuloso ... 

Ho pensato fosse pancetta tritata ed ho provato: no, non è quello.

Ho pensato fosse parmigiano e ci sono andato vicino, ma ancora non è quello.

Oppure sono io che ho nella memoria un sapore che è irriproducibile, perchè è il sapore del ricordo. 

domenica 5 ottobre 2025

Una domenica anni Settanta

5 ottobre, piove.

Nonostante il perenne annuncio del cambiamento climatico è freddino e siamo tutti coperti.

Alle 15 gioca il Bologna.

Le lasagne per pranzo (compere, come si dice a Bologna) sono pronte da infornare. 

Sembra una delle tante giornate autunnali dell'adolescenza, negli anni Settanta.

Quasi quasi, dopo la partita, mi guardo il DVD con un paio di episodi di UFO ...  

 

domenica 28 settembre 2025

Il mondo che non cambia

Ho già scritto che sono "impegnato" in un "ripasso" del passato attraverso gli editoriali di Ugo Malaguti, scritti per una rivista di fantascienza, Nova Sf*, ma che toccavano anche le percezioni del mondo esterno a quella letteratura.

Ieri ho letto l'editoriale del numero 28, ottobre 1974 e ho trovato una conferma circa l'attitudine del mondo ad avvitarsi su questioni che, alla contemporaneità, sembrano di capitale rilevanza e poi, viste a distanza di qualche anno, sembrano nulla, un passaggio di una Storia, quella dell'Umanità, che si ripete, con esiti diversi, perchè le esigenze, le aspirazioni, le pulsioni degli Uomini sono sempre quelle.

Cosa ci si ricorda, a memoria, del 1974 ?

Io mi ricordo che fu l'anno delle dimissioni di Richard Nixon, il primo presidente degli Stati Uniti a dimettersi, costrettovi dallo scandalo del Watargate.

Dimissioni che aprirono una profonda crisi negli Stati Uniti ma che hanno anche posto le basi per la rinascita che cominciò sei anni dopo con Ronald Reagan.

Poi mi ricordo i mondiali a Monaco di Baviera, con la vittoria della Germania ancora Ovest, la cocente delusione azzurra della eleiminazione sin dal girone iniziale e l'avvento del calcio totale sull'onda dell'entusiasmo portato dall'Olanda di Cruyf.

Sempre nel mondo del calcio il primo scudetto della Lazio di Maestrelli, Wilson, Chinaglia.

Il referendum sul divorzio.

La caduta dei Colonnelli che erano al potere in Grecia dal 1967, travolti dalla loro stessa ambizione di acquisire Cipro e piegati dall'intervento militare turco (ancora oggi Cipro è divisa).

E ricordo che il primo ottebre iniziò l'anno scolastico che mi portò alla maturità del luglio 1975.

Tutto qui ?

Sicuramente no, ma a memoria questi sono i fatti, personali e generali, che mi sono rimasti impressi tanto da ricordarli senza difficoltà, di tutto un anno in cui, ogni giorno, i giornali erano pieni di notizie che sembravono, ognuna, una pietra miliare della nostra Storia e adesso sono solo una breve nota negli almanacchi di quell'anno. 

 

domenica 21 settembre 2025

Riletture

In assenza di nuovi romanzi da autori che mi diano maggiori garanzie di quelli sconosciuti e che si stanno rivelando dei bidoni (mi consolo pensando che stanno per uscire un paio di certezze, tra cui il nuovo romanzo di Robert Galbraith, alias J.K. Rowling, con protagonista Cormiran Strike, se non sbaglio a ottobre, mentre a novembre prosegue la serie dell'Ispettore Linley di Elisabeth George) ho, con piacere, cominciato la rilettura di vecchi volumi.

Ho iniziato da una rivista di fantascienza che, unica nel suo genere, dopo i primi quattro numeri molto simili ad Urania, ha definitivamente assunto il formato di "rivista libro": Nova Sf*, la prima produzione di Ugo Malaguti che, faticosamente, l'ha portata avanti attraverso vicissitudini varie, tre case editrici, 42 (43 con il numero speciale del 1976 sulla fantascienza italiana e numerato come speciale 1) numeri per la prima serie editi dalla Libra Editrice e 81 per la seconda editi prima dalla Perseo Linri e poi dalla tuttora esistente, con la guida di Armando Corridore dopo la morte di Malaguti il 26 settembre 2021, Elara Libri.

Racconti e romanzi sono una certezza, il grande merito di Malaguti nel corso della sua ultracinquantennale attività, tutta dedicata, anche con pesanti sacrifici economici e personali, alla fantascienza è di aver presentato nei suoi circa 600 volumi complessivi un panorama della fantascienza che copre tutte le correnti di questa letteratura, molto meglio di quel che potrebbe essere in una Enciclopidia che pure era nei programmi di Malaguti, di cui sono usciti i primi due volumi di oltre 1000 pagine (il numero 1 con la Libra, il 2 con la Perseo) ma che era troppo ambiziosa per le forze di un uomo solo.

Sì, perchè Malaguti traduceva, scriveva, sceglieva, polemizzava ... splendidi i suoi editoriali che andrebbero raccolti e pubblicati, con riferimenti all'epoca in cui venivano scritti e che riletti oggi, ci danno lo spaccato di una Italia, non solo di una fantascienza, che volava ancora sulle ali di un entusiasmo che è andato poi spegnendosi, soprattutto quando gli Stati Uniti hanno rinunciato a continuare a mandare uomini sulla Luna, sperando che Trump, come promesso, riesca a riprendere il filo virtuoso della conquista dello spazio.

Narrativa e cronaca divenuta storia.

Una rilettura che mi fa riscoprire entusiasmi solo accantonati e una giovinezza che, sull'onda della fantasia, mi sembra prosegua anche oggi. 

domenica 14 settembre 2025

Non ci sono più i (telefilm) tedeschi di una volta !

Io ricordo molto chiaramente la qualità, la solidità della trama e la sobria interpretazione di vecchi telefilm o serie prodotte in Germania.

Faber, il Commissario Koster, Un caso per due, ma, soprattutto, l'Ispettore Derrick, oggi ostracizzato e non più proposto solo perchè, dopo la morte dell'attore protagonista, Horst Tappert, si scoprì che lui aveva combattuto nelle Waffen-SS e dopo la guerra partecipava a incontri di vecchi camerati, collezionando cimeli della seconda guerra mondiale.

Come se le idee politiche di un attore potessero inficiare la sua interpretazione e la trama di un telefilm poliziesco !

In compenso, oltre a simili pruderie, la Germania sta sfornando serie di pessima qualità, tutte recitate con la volontà di inserire tonalità rosa e umoristiche di cui i tedeschi non sono affatto all'altezza.

Così, invece delle repliche di Derrick che sarebbero più che gradite come lo sono quelle di Perry Mason e del Tenente Colombo, veniamo scottati dalla visione di prova di nuova serie tedesche.

Vorrebbero essere poliziesche con umorismo, ma sono prodotti decisamente scarsi.

Mi riferisco a "Jacobs un veterinario per agente" trasmessa su Giallo (che fortunatamente da stasera riprenderà "I misteri di Brokenwood" serie neozelandese) e "Homicide Hill" trasmessa sulla piattaforma Rai Play.

Le due pessime serie sono girate negli stessi luoghi come si vede chiaramente dall'edificio che, in entrambe le produzioni, "ospita" la stazione di polizia, anzi polizei.

Ambedue le serie introducono personaggi che vorrebbero essere comici, ma sono soltanto patetici, gli uomini spesso sono dipinti come tonti, mentre le attrici sono bruttine e non rappresentano certo il consolidato immaginario della donna tedesca, inoltre in entrambe le serie c'è lo stesso attore, turco o simile, che interpreta la stessa macchietta dell'immigrato che vive al limite della legalità, ma prova ad avviare una qulche attività legale (sempre senza successo commerciale).

Poi, anche qui i tedeschi non sono proprio nelle loro corde, viene introdotta una storiella di amore, più o meno ricambiato, tra i protagonisti, come abbiamo visto, molto, ma molto meglio, meglio, in serie americane come Castle e Bones.

Arridatece Derrick !!! 

domenica 7 settembre 2025

Il ciclo della vita

Il passare del tempo si manifesta più dalle morti "eccellenti" di personaggi in vista, che dallo specchio in cui ci guardiamo ogni mattina.

Nel giro di poche settimane giornali, radio, televisioni e persino i nuovi strumenti social sono stati pieni di "coccodrilli" per la morte di tre personaggi che, in modo differente, hanno segnato molti anni della nostra vita.

Sono morti ad età "rispettabili", credo a 94, 91 e 89 anni, quindi un qualcosa del tutto naturale, preventivabile, che però ci dice quanto sia veloce lo scorrere del tempo e quanto infinitesimale e marginale sia il nostro passaggio.

E capisco come molti vogliano fortissimamente credere, avere Fede, che ci possa essere un "al di là" da dove continuare a guardare cosa accade su questa nostra Terra. 

domenica 31 agosto 2025

Testimonianze d'epoca

Negli ultimi tempi non ho trovato letture interessanti, anzi sono stati più i romanzi che mi hanno deluso, di quelli che ho gradito e anche "serie" che avevano iniziato bene, scadono nel loro stanco procedere periodico, senza più una levata di ingegno.

Ho però una riserva alla quale attingere e che non delude.

Sono i volumi che ho negli anni acquistato per completare una collezione (quella dei 231 volumi di fantascienza pubblicati dalla Libra di Malaguti dal 1967 al 1982) e che attendono di essere sfogliati e, ancora molti di essi, letti per la prima volta.

In effetti la Libra ha vissuto prevalentemente prima che io ne conoscessi le pubblicazioni (Malaguti mi fu presentato solo nel 1976-1977) e quando fallì non ebbi più la possibilità di acquistare dal suo magazzino (disperso perchè probabilmente venduto a blocchi ai migliori offerenti dalla gestione della procedura) i volumi che mi mancavano, così potevo solo sperare di trovarli tra gli usati, nelle bancarelle o nelle librerie come Nanni e il Libraccio.

Così è stato e, ad oggi, sono arrivato a - 2 dal completamento e alcuni volumi non li ho neppure letti.

In particolare è piacevole leggersi gli editoriali, i commenti, le lettere dei lettori, datatissime, che però sono appassionate testimonianze di un'epoca che sembra distante da noi quanto le civiltà descritte nei romanzi di fantascienza pubblicati dalla Libra.

E mi fa riflettere sulla effettiva utilità di tanti polveroni che vengono sollevati e che sono al centro delle notizie e dei commenti di oggi, pensando che probabilmente, anche nel breve svolgere di una parte solo della vita di una persona, fra pochi anni saranno solo testimonianze da leggere con un sorrisino a mezzo tra il compatimento e la nostalgia. 

domenica 24 agosto 2025

Sciatteria

Con buona pace dei professionisti della catastrofe climatica, l'estate che volge al termine non batterà nessun record.

Da anni ogni primo giugno (ma anche ogni primo ottobre) azzero la memoria delle stazioncine meteo che ho in casa, per poi vedere, a fine stagione le temperature.

L'estate in corso mi ha finora (e dubito che possa superarsi) fornito la temperatura massima più bassa in entrambi i lati (Nord e Sud), rispettivamente con 35,8 e 37,3, degli ultimi cinque anni, cioè da quando annoto il dato.

Non capisco, quindi, perchè per le strade e le piazze di Bologna continui a vedere un abbigliamento così sciatto che, vagamente (con supremo sforzo) poteva trovare una motivazione in un "gran caldo", ma che oggi risulta solamente inappropriato.

Passi per i turisti che "viaggiando leggero", fanno con quello che hanno e possiamo solo ringraziarli per venire a spendere i loro soldi da noi.

Ma i residenti che hanno a portata di mano il proprio guardaroba completo ? 

Donne, più o meno giovani, che sembrano le eroine uscite malconce da una battaglia galattica con i mostri dell'Id.

Uomini, più o meno giovani, abbigliati come gli zombi di tanti film dell'orrore.

Possibile che si sia completamente perso il senso del rispetto, prima che per il prossimo, ma per se stessi ?

Perchè non vogliamo più bene a noi stessi ?  

domenica 17 agosto 2025

Pippo Baudo, R.I.P.

Un blog generazionale che ha il suo fulcro nei nati nel 1956, non può tacere sulla scomparsa di Pippo Baudo.

A me non è mai piaciuto, non la sua conduzione, non i contenuti dei suoi programmi, sin da Settevoci a metà anni Sessanta, perchè più che le canzonette (che mi vengono a noia anche adesso) aspettavo quelli che allora erano chiamati "sketch" .

Riconosciuta la grande professionalità, preferivo Corrado e Mike Bongiorno e, tra i presentatori non "titolari", Raimondo Vianello e Johnny Dorelli.

Ma per quelli della mia generazione, Pippo Baudo fu una presenza costante, dietro quel mobile divenuto un piccolo totem nelle nostre abitazioni, anche perchè la "minestra" televisiva era pressochè obbligata.

E come per tutti i personaggi che, soprattutto nel passare degli anni, hanno rappresentato una costante della nostra vita, la morte di Pippo Baudo ci toglie qualcosa, poco o tanto che sia e che ciascuno di noi percepisce.

E' quindi giusto, nei suoi confronti, ma anche nei nostri, ricordare un personaggio che appartiene ad un pezzetto della nostra vita. 

domenica 10 agosto 2025

Il ritorno del krapfen

Dalla settimana scorsa, non so fino a quando, la rai trasmette una nuova serie poliziesca, di produzione croata, con attori croati e ambientato a Spalato.

Ho per caso visto la programmazione e l'ho registrata per guardarla successivamente in quanto viene trasmessa in un orario (alle 16,25) in cui solitamente non guardo la televisione.

Non è male, segue i soliti canoni della serie poliziesca, aggiornati dal moderno femminismo che vuole a capo della squadra omicidi (la serie si intitola proprio "Squadra omicidi Spalato"") una super donna che fa tutto, prende e rifila un sacco di botte, irride ai vecchi parrucconi di una fantomatica "commissione" del dipartimento di polizia e, alla fine, ca va sans dire, ha ragione lei.

La squadra, alla fine di ogni indagine corredata da immancabile successo, si ritrova a mangiare un krapfen (bombolone per i romagnoli).

Ohibò, da anni non ne mangiavo uno !

Mi è venuta una improvvisa voglia e così ne ho comprato uno, ovviamente alla crema, bello gonfio.

Squisito.

Mi sono ricordato quanto mi piacesse e mi domando: come è possibile che l'abbia trascurato per così tanto tempo ? 

domenica 3 agosto 2025

I podcast

Non bastavano le canzonette con le quali si riempie la programmazione radiofonica a costo zero, non bastavano le repliche in televisione, adesso sono arrivati i podcast.

Sono storielle, in tempi vari, basate su uno sconosciuto evento o personaggio, sul quale l'autore costruisce un testo per poterlo recitare autocompiacendosi della sua voce e della sua inflessione.

E' una inconcludente storia, di cui l'unico aspetto di interesse è che si basa su un fatto (spesso secondario)  sconosciuto ai più e che, una volta acquisito, giacerà per sempre dimenticato nei cassetti della memoria di chi lo ha ascoltato, salvo partecipare a qualche improbabile riedizione del Rischiatutto.

Le chiacchiere non finiscono mai. 

 

domenica 27 luglio 2025

I sempreverdi

In estate la programmazione televisiva (e radiofonica) è ridotta ai minimi termini, basata su uno tsunami di programmi che hanno come base le canzonette.

E' quindi difficile crearsi un proprio palinsesto basandosi sulle registrazioni dei giorni precedenti, visto che film e telefilm sono spesso repliche o fondi di magazzino di cui si capisce il perchè appena si prova a guardarli.

Ma nell'epoca tecnologica che viviamo abbiamo sempre una alternativa: il dvd.

Vero, c'è anche l'on demand e le programmazioni, come si dice ? streaming ?, di canali come Paramount dove qualcosa di interesse c'è sempre (ad esempio dal 17 luglio, ogni giovedì, è trasmessa la nuova stagione di Star Trek Strange New Worlds) ma mi piace rispolverare, nelle due ore che anche d'estate dedico alla televisione, i classici del passato.

Tanto per i telefilm, come I Sopravvissuti (tre stagioni nella seconda metà degli anni Settanta) o gli inossidabili Nero Wolfe e Maigret con Tino Buazzelli, Paolo Ferrari e Gino Cervi. 

Ma anche film come Zulù in cui abbiamo la prima recitazione di Michael Caine e 55 giorni a Pechino con David Niven e Charlton Heston e cito questi perchè non vengono trasmessi in quanto oggetto di oblio per il loro contenuto che oggi viene considerato politicamente scorretto.

E come rinunciare ad un bel western, ovviamente con John Wayne ?

A ben vedere, quindi, la "pausa" estiva nel proporre nuovi film e telefilm, viene ampiamente compensata dalla possibilità di un salutare tuffo nel passato, quando non c'erano tutte le odierne fisime e lo spettacolo era garantito, senza retropensieri o subdoli messaggi. 

domenica 20 luglio 2025

Collezioni

Qual è il piacere maggiore di un collezionista ?

Per me la ricerca e il trovare il pezzo mancante.

Perchè, sì, la collezione è bella da vedere, da toccare, da mostrare agli amici, ogni pezzo ha una storia, ma nulla è per me paragonabile alla soddisfazione di trovare un numero di una rivista, magari del 1968, prima ancora che fossi interessato a quell'argomento o sapessi dell'esistenza diquel volume, e poterlo incamerare nella mia personale collezione.

In un certo senso è come la caccia ad una preda, dove la preda è il libro e stanarlo, trattarne l'acquisto e poi portarselo a casa equivale ad un trofeo dello stesso valore morale delle teste di leoni, rinoceronti etc. che facevano bella mostra nelle tenute di antichi cacciatori.

Se ho la convinzione che il cartaceo non sarà mai sostituito dal digitale, mi rendo anche conto che la facilità con la quale oggi si ristampano volumi danneggia i collezionisti, quelli alla ricerca della prima edizione, quando i volumi venivano stampati in numerose copie per la difficoltà di reperire anche solo i fondi per una seconda o terza ristampa.

E così i collezionisti più giovani dovevano aspettare sulla riva del fiume che gli eredi dei collezionisti più vecchi disperdessero, ignari del patrimonio nelle loro mani, quello che i loro padri avevano raccolto con tanta cura.

E un libro, un solo libro, farà la felicità di tanti. 

domenica 13 luglio 2025

Letteratura di anticipazione

La Fantascienza è stata a lungo irrisa dagli ambienti snob, autoreferenzialmente "colti" dei circoli letterari e cinematografari, salvo poi scoprire che il seguito di pubblico era tale che poteva persino sostenere una casa editrice.

E' così cominciata una rivalutazione che ha avuto picchi dopo successi come Guerre Stellari e Incontri Ravvicinati del terzo tipo, al punto da far uscire dagli archivi una serie vecchia e bellissima: Star Trek, la Serie Originale, prodotta per tre stagioni tra il 1966 e il 1969 che ha poi dato seguito a numerose altre versioni a cominciare da The Next Generation iniziata nel 1987 (oltre alle serie animate che non sono francamente di mio interesse).

Non voglio fare una storia di Star Trek o della Fantascienza, ma prendere spunto da quella memorabile serie e le successive fino alla odierna "Strange and New Worlds", per richiamare il concetto di "letteratura di anticipazione" attribuito alla Fantascienza.

Verne anticipò, quasi con matematica precisione, l'orbita necessaria per arrivare sulla Luna e ritorno.

La già richiamata Star Trek mostrava già nel 1966 i "comunicatori", incredibilmente simili ai telefoni cellulari apparsi in uso comune trenta anni dopo.

Charles Eric Maine, nel 1960, scriveva un romanzo dal titolo "Contagio" che anticipava di sessanta anni il covid, con la reclusione dei cittadini nelle loro abitazioni, la sottrazione delle più elementari libertà, persino le mascherine (peraltro utilizzate sin dalla peste di Atene quasi 2500 anni fa).

A quando la realizzazione di due, geniali, intuizioni come il replicatore di vivande e il teletrasporto ? 

domenica 6 luglio 2025

Un fantasy per l'estate

Non sono un appassionato del Fantasy che, ormai, ha preso il sopravvento sulla Fantascienza, forse perchè le storie che vi vengono raccontate sono come le fiabe per bambini e l'epoca contemporanea mi sembra che sogni poco il futuro, abbia esaurito quelle speranze, quelle visioni, quegli spazi immensi che appartengono alla Fantascienza e hanno fatto da traino e anticipazione a tanti eventi che poi, in qualche modo si sono realizzati.

Pensiamo al viaggio sulla Luna e ritorno preconizzato da Verne o ai comunicatori di Star Trek tanto simili ai nostri cellulari.

Anche il Fantasy più ... fantascientifico come quella di Tanith Lee non mi ha mai preso come un bel romanzo di avventure spaziali di Edmond Hamilton o uno post catastrofico di John Wyndham.

Mi sono quindi accostato con perplessità alla scelta della Elara, la casa editrice bolognese erede e continuatrice della Libra e della Perseo di Ugo Malaguti, di pubblicare la trilogia di RJ Baker sulle navi d'ossa: Le navi d'ossa, La chiamata delle navi d'ossa, Il retaggio della nave d'ossa.

Tre volumi da circa 600 pagine l'uno in cui l'Autore ha inserito tutti i suoi sogni, la sua immaginazione, il suo mondo incantato, anche se molto violento e poco fiabesco.

Ho appena terminato di leggere il terzo e conclusivo (salvo ripensamenti che potrebbero arrivare dal successo della trilogia) volume e non posso che confermare l'apprezzamento per lo sforzo letterario e di immaginazione che, a differenza di altri romanzi Fantasy, superate le prime decine di pagine, perchè, almeno io, ho fatto molta fatica a immedesimarmi nel mondo inventato dall'Autore,  si fa leggere con piacere e con l'aspettativa di scoprire cosa accadrà nel capitolo successivo, inducendoci a macinare pagine su pagine e finire volumi così corposi in pochi giorni.

Sicuramente consigliabile a chi ha già una positiva inclinazione per il Fantasy, ma anche a chi, del Fantasy, apprezza solo i brevi e delicati (anche se spesso con raggelanti finali) racconti fiabeschi, potrà trovare qualcosa che lo appassionerà e, alla fine, gli farà dire: peccato, è già finito. 

domenica 29 giugno 2025

Milioni come noccioline

In questi giorni, intorno alle 18, Italia1, in attesa di Studio Aperto, propone una trasmissione intitolata "Sport Mediaset" che prende lo spunto dal (ridicolo) campionato del mondo per club, ma parla anche del mercato dei calciatori.

In passato non ho mai fatto caso al merrcato estivo o di gennaio, perchè tanto il Bologna, chi acquista, acquista e chi vende, vende, continuerà ad essere la mia squadra (come dicono gli Americani: right or wrong is my Country), ma guardando Sport Mediaset ho recepito i contatti, le proposte e, soprattutto, l'enorma massa di denaro che, sulla carta, viene messa in gioco.

Sento nominare calciatori a me totalmente sconosciuti affiancati dal cartellino del prezzo: 30 milioni e 20 milioni al giocatore in quattro anni, 50 milioni, 25 milioni.

Pare che per due giocatori del Bologna presenti nella lista dei desideri del Napoli, la società di Saputo pretenda 80 milioni.

E si parla di euro, quindi, a braccio, arrotondando, sono 160 miliardi delle care Lire.

Lo stesso Napoli fece scandalo una cinquantina di anni fa comprando, sempre dal Bologna, un solo calciatore (Savoldi, sicuramente di valore superiore ai due in ballo oggi) per un miliardo di Lire, cioè, al cambio di 1936,27, poco più di 516mila euro, cifra con la quale non credo riuscirebbero a comprare neppure un clandestino appena scaricato da un barcone.

Intendiamoci, non contesto retribuzioni eccessive ai calciatori, anche perchè la loro carriera è breve e implica che quelle dovranno essere adeguate a fornire di che vivere per tutta la vita, in un arco temporale di una ventina di anni, contesto la leggerezza con la quale si parla di milioni, di decine di milioni.

Al punto da far perdere il senso della misura e da confondere i milioni con i miliardi, come ha fatto qualche giorno fa un quotidiano nella cui locandina si leggeva che Bezos, a Venezia, avrebbe speso tra 20 e 30 mioni "come una manovra di bilancio in Italia".

Peccato che le manovre di bilancio in Italia siano dai 20 ai 30 MILIARDI !  

domenica 22 giugno 2025

Gratis

C'è una pubblicità, trasmessa in modo ossessivo, in cui il protagonista sfruculia una commessa che ripete come quella azienda, fino al 4 luglio (e magari prorogherà) consentirà "gratis" il passaggio al 5g per i propri clienti.

Il protagonista ride sguaiatamente e ritiene la promessa una "battuta" che fa ripetere.

In effetti il "gratis" non esiste, un prezzo c'è sempre, anche se chi lo paga non sempre ne è consapevole.

Non so quanto costi il "passaggio", ma sicuramente l'implementazione del servizio 5g ha un costo, come un costo l'ha la sua manutenzione, quindi è ovvio che non possa essere "gratis", diversamente l'azienda sarebbe un ente destinato (giustamente) al fallimento nel giro di poco tempo oppure ad essere mantenuto a spese di tutti tramite contributi pubblici che tocciano dalle nostre tasche con le tasse e le imposte di vario genere.

Spesso vengono infatti introdotte regole apparentemente senza costi, ma che comunque, comportando un lavoro, degli strumenti, il loro aggiornamento costante, il costo l'hanno e qualcuno lo paga.

Anche inconsapevolmente.

Non sarebbe quindi meglio evitare la ingannevole "gratuità", in modo che si crei la consapevolezza che ogni bene, ogni servizio ha un costo e che quel costo qualcuno deve pagare e se non è chi ne usufruisce, lo paghiamo tutti noi ? 

domenica 15 giugno 2025

In vena di celebrazioni

Dopo la sbornia della Coppa Italia, l'anniversario del Settimo Scudetto e, adesso, leggo articoli e celebrazioni per lo Scudetto del 1925.

Francamente mi sembra triste, perchè il tutto mi appare come un modo per nascondere il fatto che un ottavo scudetto (o il nono per chi considera che dovrebbe esserci assegnato quello del 1927) difficilmente è dietro l'angolo.

Certo, ci speriamo, ma la testa ci dice che no, non abbiamo possibilità.

Pensiamo solo al fatto che per quel torneo estivo che hanno deciso di fare a Miami chiamandolo  pomposamente "mondiale per club", hanno chiamato Juventus e Inter, le due squadre "zero titoli" del 2025, che per il solo fatto della partecipazione si cuccheranno 25-30 milioni di euro, alterando i rapporti economici con le società concorrenti.

Del resto Juventus e Inter, dirà qualcuno, sono le due squadre più titolate in Italia, ma se avessero voluto chiamare le due squadre con un titolo nazionale in rappresentanza dell'Italia avrebbero dovuto chiamare Napoli e Bologna ... facendo fuggire gli sponsor.

Quindi chi si accontenta gode e allora godiamoci le celebrazioni, i centenari, i cinquantenari ... 

domenica 8 giugno 2025

La Nazionale rovinata dalle regole imposte dall'unione europea

Perdere tre a zero con la Norvegia non ci sta.

Loro non hanno tradizione calcistica, sono solo sei milioni di abitanti e possono giocare in un vero campo da calcio pochi mesi all'anno, dovendo per il resto rifugiarsi in impianti artificialmente protetti a causa delle condizioni atmosferiche.

Eppure sembravano maramaldeggiare contro una Nazionale che nulla ha a che spartire con quelle del passato.

Il coro è partito unanime: Spalletti via.

Qualcuno un po' più riflessivo ha aggiunto anche il presidente federale, Gravina sul quale gravano le colpe maggiori.

Ma il responsabile primo è il regolamento imposto dall'unione europea sull'obbligo di aprire agli stranieri nel nome della libera circolazione delle merci e delle persone, perchè i calciatori sono considerati lavoratori dipendenti.

Ma ci sarebbe una scappatoia se avessimo un presidente della federazione con gli attributi che pensasse al bene del Calcio e della Nazionale e non ai suoi giochini di potere.

Introdurre un regolamento in base al quale, fermo il diritto di ogni squadra di imbottirsi con tutti gli stranieri che vuole, quindi rispettando la normativa europea sulla circolazione dei lavoratori, in campo debbano essere sempre presenti almeno otto Italiani per squadra.

Si aggira la normativa europea e si rivendica la difesa del calcio italiano.

Facendo giocare, almeno in Campionato e in Coppa Italia, poi sarebbe gioco forza mantenere l'integrità della squadra anche nelle coppe europee, otto Italiani per squadra, daremmo la possibilità di fare esperienza, di mettere a disposizione del Commissario Tecnico una base molto più ampia da cui effettuare le convocazioni. 

Il periodo d'oro dei fuoriclasse Italiani è quello in cui ci fu il divieto di acquisto di giocatori stranieri e grazie a quella scelta, i cui frutti come per tutti i cambiamenti si sono visti anni dopo, abbiamo vinto due campionati del mondo (1982 e 2006) anche se quella legge era ormai superata, ma i vivai erano ancora attivi.

Al contrario adesso paghiamo la scelta non solo delle direttive europee sulla circolazione dei lavoratori, ma anche delle ricerche negli alberi genealogiche (che con la nuova normativa appena decisa dal Governo avranno un freno) che hanno reso Italiani, ricorrendo a fantomatici avi, gente che Italiana non è. 

Del resto, quelli che accusano Spalletti, dovrebbero dire chi avrebbero convocato al posto di quelli convocati, che fossero così bravi da imputare al commissario tecnico scelte sbagliate che, del resto, anche  le tattiche sul campo le deve adattare al materiale disponibile. 

domenica 1 giugno 2025

Ieri sera ho quasi provato simpatia per l'Inter

Chi mi conosce sa che, calcisticamente parlando, l'Inter e la Juventus sono squadre che non reggo e per le quali non ho mai fatto, non dico il tifo, ma neppure una apertura di credito se non, per la Juventus, quando si affrontano tra loro.

Ieri sera, però, guardando quel cinque a zero finale con il quale il PSG ha vinto la sua prima coppa dei campioni, l'Inter mi ha fatto pena ed ho pensato ai tanti amici, tifosi interisti, perchè il paradosso è che pur non sopportando Inter e Juve, i casi della vita mi hanno portato a frequentare ed apprezzare persone che tifano soprattutto per quelle due squadre (a parte gli amici di infanzia e dell'adoloscenza che sono solidamente rossoblu, perchè una volta chi era di Bologna, tifava Bologna, senza tanti fichi).

Soprattutto gli scomposti, violenti e criminali festeggiamenti parigini, mi hanno reso fiero di essere Italiano (e Bolognese) pensando alla gioiosità senza crimini dei festeggiamenti per la vittoria della Coppa Italia e sono convinto che se l'Inter avesse vinto, a Milano non ci sarebbero state le azioni delinquenziali registrate a Parigi e in Francia.

E se vogliamo la conferma: che il Bologna, il prossimo anno, vinca l'Europa League. 

domenica 25 maggio 2025

Nino Benvenuti e Bruno Capra

Come se non bastassero le personali constatazioni di quel che si riesce ancora a fare (e come) e di quel che,magari, è meglio non fare più, lo scorrere del tempo ci viene anche ritmato dalle "morti eccellenti" che per me sono quelle di personaggi che hanno rappresentato un qualcosa nella mia vita, pur senza averli mai conosciuti di persona.

La settimana che si chiude oggi ha visto ben due di quelle morti.

Ambedue ben oltre gli ottanta anni, ambedue legati più alla infanzia che all'adolescenza.

Uno, notissimo, amato in tutta Italia, celebre e celebrato, Nino Benvenuti, è legato al ricordo di un mio compagno di classe delle elementari.

Il pugilato non mi ha mai appasisonato, ma quell'aprile del 1967 lo ricordo perchè, poco prima degli esami di quinta elementare, uno di noi ci disse che si sarebbe assentato per alcuni giorni perchè andava con suo padre, in aereo ! (era il 1967 ...), negli Stati Uniti per vedere il match di Benvenuti al Madison Square Garden.

Al suo ritornò regalò a ciascuno di noi la fotografia di Benvenuti, autografata.

Benvenuti, un campione nello sport e nella vita, coerente, lucido, attaccato alla sua terra d'origine, l'Istria, da cui la sua famiglia fuggì dopo la seconda guerra mondiale.

Il secondo personaggio e sconosciuto ai più ma da me ugualmente considerato, Bruno Capra.

Capra era il terzino destro titolare del Bologna l'anno prima dello scudetto e come tale iniziò anche la stagione 1963-1964, poi sostituito dal più giovane Furlanis.

Un infortunio che costrinse il Bologna a rinunciare, allo spareggio, ad Ezio Pascutti, mise Capra fra gli undici (non c'erano sostituzioni allora) che vinsero quel memorabile incontro del 7 giugno 1964.

E così restò negli annali e nella memoria di noi tifosi ed è  l'ultimo, di quella squadra che ci fece tanto sognare, a lasciarci.

Non fu famoso come Bulgarelli, non ebbe un seguito particolarmente esaltante, non divenne un personaggio a statura nazionale, ma rappresenta comunque una parte della mia, personale storia.

domenica 18 maggio 2025

Finalmente una soddisfazione calcistica

Quando ero professionalmente attivo, dopo pranzo andavo quasi sempre a prendere il caffè in un bar del centro storico di Bologna, gestito e frequentato da tifosi del Bologna.

Il barista e gestore era molto più giovane di me e quando dicevo che speravo di poter vedere un secondo scudetto per il Bologna, lui diceva "a me basterebbe vedere almeno una Coppa Italia".

La sua età, infatti, non gli aveva permesso di vedere non solo lo scudetto del 1964 (settimo, dicono gli annali, ma per me resta l'ottavo perchè voglio computare anche quello del 1927) ma neppure le due successive coppe Italia del 1970 e del 1974.

Mercoledì scorso, in una partita sostanzialmente equilibrata, con qualche dubbio sull'arbitraggio, il Bologna è invece riuscito nella titanica impresa di regalare una soddisfazione, dopo cinquantuno anni, ai suoi tifosi vincendo la sua terza Coppa Italia.

Una volta la Coppa Italia non se la filava nessuno, adesso invece è la chiave per partecipare al secondo torneo europeo con i relativi incassi.

Dal punto di vista sportivo, invece, segna una conferma del Bologna che, conquistando per la seconda volta l'accesso ad un torneo europeo e vincendo qualcosa di concreto, sembrerebbe aver messo l'ancora tra le squadre migliori del Campionato, con uno sguardo futuribile su piazzamenti sempre più interessanti e rendendo il nostro Campionato ancora più avvincente, come accade quando aumentano le formazioni che possono dire la loro per le posizioni di vertice.

Mi auguro che nel Bologna non credano di "essere arrivati", perchè resta sempre il sogno di vedere un altro Scudetto, dopo quello del 1964 e che ormai è confuso con i ricordi dell'infanzia.

domenica 11 maggio 2025

Conclave

E' durato poco, ma i diciassette giorni passati dalla morte di Bergoglio all'annuncio della elezione di Papa Leone XIV hanno scatenato tutti che, da commissari tecnici, si sono riciclati come vaticanisti.

Il conclave ha in effetti quel patino di mistero sul quale poter ricamare storie e retroscena, anche perchè, a pena scomunica, i protagonisti non possono rivelare nulla.

In tempi non sospetti anche romanzieri si sono cimentati con le trame oscure che, a loro avviso, accompagnano l'elezione di un papa.

In ultimo due famosi romanzieri, Robert Harris che avevo apprezzato nella sua trilogia su Cicerone e Glenn Cooper, hanno affrontato il tema del conclave.

Il primo con "Conclave" ha avuto l'onore di una trasposizione cinematografica, peraltro piatta, mentre il secondo, forse perchè il suo "L'ultimo conclave" è recentissimo, del 2024, ha introdotto una trama a forti tinte drammatiche, con il rapimento, sin dalle prime pagine, di tutto il collegio cardinalizio e la guida della chiesa affidata ad una donna.

Un particolare interessante, visto che nella chiesa esiste quello che ormai possiamo considerare l'ultimo club riservato ai soli uomini.


In questo caso (e nei precedenti) però il conclave è molto meno affascinante e misterioso di quanto non emerga dalla fervida fantasia dei romanzieri e il nuovo papa, al di là delle dichiarazioni, delle speranze e delle pretese di ciascuno di noi, farà quello che hanno sempre fatto (con evidente successo) i suoi predecessori: preservare nel tempo il potere della chiesa, con e contro qualunque trascorrere del tempo, regime, situazione ambientale.

domenica 4 maggio 2025

1923

Più o meno un mese fa, Paramount ha trasmesso la seconda e ultima stagione di "1923", il sequel del prequel "1883" della famosa serie con Kevin Costner "Yellowstone".

Come le altre due serie, anche 1923 è un affresco di un pezzo di storia americana o, meglio, degli Americani.

Harrison Ford è il protagonista e Timothy Dalton l'antagonista.

Sono peraltro storie di varie persone, di Individui che rappresentano il prototipo di coloro che hanno "fatto" l'America, delle sconfitte e delle vittorie che li hanno accompagnati, delle speranze e delle delusioni.

E' come si vedono gli Americani stessi o, meglio, come guardano al loro passato e traggono ispirazione per il loro presente e futuro coloro che rappresentano il nocciolo duro degli Stati Uniti, scevri di ogni correttismo politico, woke, lgbt, blm, cancel culture.

E si capisce perchè eleggono Donald Trump come presidente.

domenica 27 aprile 2025

Tra romanzo, Storia e Ucronia

"L'enigma della maschera" è la sesta indagine poliziesca ambientata da Paolo Lanzotti nella "sua" Venezia di metà Settecento, quando ancora c'era la Serenissima, pur in rapida decadenza come conseguenza, tra le altre, della scoperta dell'America che ridusse il Mediterraneo ad un grande lago interno.

I romanzi di Lanzotti, anche autore di fantascienza, che hanno come protagonista Marco Leon e le sue Ombre agli ordini del Consiglio dei Dieci, pur inventati di sana pianta, sono piacevolmenti incardinati in una Venezia storicamente esistita.

E' il classico giallo che un autore ambienta in un periodo storico importante e spesso sottovalutato.

In Italia abbiamo avuto una Storia millenaria che parte da Roma, in cui si potrebbero ben ambientare storie di fantasia verosimili.

E alcuni autori hanno colto questa opportunità, come, appunto, Paolo Lanzotti, ma anche Matteo Strukul e Alez Connor per la Venezia dei Dogi o, per la Roma classica, i due romanzi di esordio della coppia De Bellis - Fiorillo, con le vicende gialle nella Roma di Silla e Cicerone o la compianta Danila Comastri Montanari con la lunga serie di gialli in epoca imperiale (Claudio) aventi come protegonista il ricco sfondato patrizio e appassionato di misteri, Publio Aurelio Stazio. 

Sono tutti romanzi piacevoli alla lettura per la trama, ma anche istruttivi per il contorno reale in cui vengono incardinati.

Venezia, ad esempio, la Serenissima Repubblica, occupata da Napoleone nel 1797 e, unica tra gli stati prerivoluzionari, mai restaurata dal Congresso di Vienna dopo la definitiva sconfitta del sanguinario tiranno corso.

Perchè ?

Mi sono spesso posto la domanda, cercando di immaginare una Ucronia in cui la Serenissima non solo non fosse stata cancellata dalle armi francesi, ma, anzi, avesse, dopo la scoperta dell'America, intuito che per sopravvivere avrebbe dovuto essere lei a formare lo stato unitario italiano.

Del resto i presupposti c'erano tutti.

Venezia era una potenza, aveva tenuto testa ad aggressioni molteplici dagli stati europei all'espansionismo islamico.

A Venezia sorse il primo ghetto dove gli ebrei potevano vivere in una relativa tranquillità che non avevano altrove.

Venezia aveva affiancato agli inquisitori della chiesa, propri magistrati che avevano comunque l'ultima parola sulle accuse che nei secoli venivano mossi a presunti eretici e fantomatiche streghe.

E chissà come sarebbe stata l'Italia, se l'Unità fosse stata realizzata partendo dal Nord Est e non dal Nord Ovest.

 

domenica 20 aprile 2025

Pasqua di ...

Oggi, Pasqua, eccezionalmente con il Campionato e che partita !

Bologna-Inter.

Noi per un posticino in una qualche straccio di campionato sovranazionale (che a me interessa solo per la remunerazione che può avere per la società), loro per inseguire il sogno dello scudetto che già altre volte, per merito del Bologna, hanno dovuto abbandonare.

E mi auguro che oggi non si continui su tale linea, con buona pace di tutti gli amici che tifano Inter.

 



domenica 13 aprile 2025

Le velenose conseguenze delle serie pluriennali

Nei giorni scorsi ho completato la visione di tutte le tredici stagioni, che precedono quella in corso di trasmissione su Rai2, di Blue Bloods.

Non so per quale ragione non abbia, a suo tempo, iniziato a guardare una serie molto bella, totalmente nelle mie corde e con una piacevole abitudinarietà che si può riassumere nella cena domenicale della famiglia Reagan con la quale si concludono quasi tutti gli episodi (alla fine saranno quasi 300).

La trama è articolata sulle vicende dei componenti di una famiglia con una tradizione nella Polizia di New York di cui il protagonista è comandante, dopo che anche suo padre aveva ricoperto lo stesso ruolo.

Il padre, attorno al quale ruotano gli episodi anche se ogni componente ha le sue vicende autonome, è interpretato da un perfetto Tom Selleck, il Magnum della serie originale "Magnum P.I.".

La serie è piacevole ed è un peccato che con la stagione in corso abbiano deciso di abbandonarla ma tutto ha una fine.

Soprattutto quando il tempo passa anche per gli attori e guardare a distanza ravvicinata gli episodi iniziali per poi arrivare a quelli attuali, lo si vede chiaramente.

Tom Selleck ha oggi 80 anni e ne aveva poco più di 60 quando iniziò la serie.

Oggi la sua recitazione è quasi sempre da seduto e i pochi passi che gli si vedono compiere sono quelli, prudenti, di un ottantenne robusto, quando all'inizio della serie impugnava ancora la pistola e, in alcuni episodi, si prestava a scendere sul campo.

Anche le attrici nelle lunghe serie manifestano il passare del tempo, pur cercando di mantenersi al meglio, come la figlia interpretata da Bridget Moynahan, che oggi avrà più di 50 anni e all'inizio della serie poco meno di 40.

Il tempo non concede sconti a nessuno e le maratone televisive su serie che si erano perse, sono la miglior cartina di tornasole di come, tutti noi, dobbiamo fare i conti con l'inevitabile scorrere degli anni. 

Il tempo, forse il più onesto principio di uguaglianza che ci sia.

domenica 6 aprile 2025

Carbonara day


Oggi è il giorno dedicato alla carbonara, la ottima pasta che, si dice, sia stata preparata per la prima volta, sul finire della seconda guerra mondiale, a Roma, sotto l'occupazione angloamericana.

Ma le versioni sono molpteplici.

Ascoltando la radio ho avuto l'impressione di un ring tra ascoltatori, ognuno dei quali vantava di possedere la ricetta autentica e unica di ciò che si chiama "carbonara", negando legittimità alle alternative.

Personalmente non mi curo della purezza della ricetta, ma del sistema di preparazione e ognuno di noi ha affinato il suo, per rendere la pasta corrispondente al proprio gusto.

Così l'uovo, ma solo il tuorlo, lo utilizzo senza fare la "frittatina", ma annegandovi gli spaghetti o i rigatoni appena cotti.

Uso la pancetta affumicata di Praga tagliata a listelle e non il guanciale, il parmigiano e non il pecorino, l'olio e non il burro.

E viene il piatto che, per il mio gusto, è quello più gradito.

E poichè non abbiamo (fortunatamente) tutti gli stessi gusti, ognuno si prepari la carbonara come più gli piace, con gli ingredienti che fanno parte della sua Tradizione culinaria e che si confanno maggiormente ai suoi gusti.

Buon appetito !

domenica 30 marzo 2025

Ci risiamo con l'ora "legale"

E così siamo di nuovo sotto la tagliola dell'ora legale.

La conduttrice del giornale radio di questa mattina mi ha informato, tutta giuliva, che con i sette mesi di ora "legale" risparmieremo 100 milioni di euro, praticamente 1 euro e quaranta centesimi a testa: ne vale la pena ?

Ho sempre avuto la sensazione che gli "oralegalisti" pensino che, con l'ora "legale", anche il Sole obbedisse al diktat statalista e aumentasse l'orario di luce.

Sappiano invece che no, non è così, le ore di luce sono sempre quelle, con l'ora "legale" che le articola forzatamente in modo da favorire i nottambuli, quelli che "tirano tardi" e che si presentano al lavoro ingrugniti, con gli occhi rossi e gonfi, carburando solo nella tarda mattinata.

Altra cosa che non ho mai capito.

Sarà perchè, come si dice, chi ha la pressione alta (ed io l'ho alta) tende ad essere attivo sin dal primo mattino e ad andare a dormire con le galline, ma ho sempre cercato di essere regolare negli orari e, soprattutto adesso che sono in pensione e rischio di fare sin troppi strappi, mi trovo molto meglio ad assecondare una naturale alternanza della luce e del buio, essendo attivo nel primo caso, dormendo nel secondo.

Non in base a quando una legge mi dice che devo dormire o alzarmi, ma quando c'è luce o buio e questo avviene a prescindere dall'ora "legale", perchè, alla fine dei conti, per quanti decreti o direttive europee possano essere emanate, in inverno ci sarà sempre luce per 8-9 ore e in estate per 15-16.

Con buona pace di chi pretende di imporre alla Natura di agire secondo i dettami del politicamente corretto e della transizione ecologica.

domenica 23 marzo 2025

Piacevole sorpresa

Ogni tanto abbandono il certo dei romanzi gialli dei primi sessanta anni del Novecento (e anche di fine Ottocento) e i (pochi) autori consolidati contemporanei, per provare qualche nuovo sapore, il più delle volte attratto da un riassunto della trama che, ex post, risulta molto meglio del romanzo.

Ultimamente ho letto delle autentiche ciofeche, purtroppo ormai scrivono tutti, si autopubblicano e talvolta ho l'impressione che il romanzo, per caratteristiche, personaggi, intrecci che si ripetono con le sole varianti delle località e dei nomi, sia scritto dalla intelligenza artificiale (e paradossalmente sono quelli più gradevoli).

Oggi, però, ho il piacere di poter apprezzare un romanzo, Il Santuario di Sarah Pearse, inglese, che è avvincente, non originale, ma sapientemente condotto.

Di un giallo non si deve scrivere troppo perchè si rischia di togliere il piacere della lettura, ma posso sicuramente scrivere che l'ambientazione, la combinazione è tipicamente inglese.

Chi ama l'Ispettore Barnaby o i nuovi romanzi di Angela Marsons e Patricia Gibney, non può non amare questo romanzo che mi ha spinto ad acquistare anche gli altri due dell'Autrice, con la stessa detective protagonista e che mi accingo a leggere per vedere se posso confermare l'opinione dopo questa prima lettura o cestinare il tutto.

Un'ultima osservazione di carattere generale.

Film, telefilm, romanzi, gli autori inglesi sembrano conservare una qualche supremazia rispetto alla concorrenza europea e di oltre oceano.