domenica 30 novembre 2025

A volte l'apparenza è sostanza

Non riesco a capire perchè i giovani di oggi appaiano così trasandati (un eufemismo per indicare un aspetto apparentemente privo di qualsivoglia cura, igiene e pulizia).

Non sono solo i tatuaggi che, soprattutto d'estate, rovinano l'estetica delle belle ragazze, ma il modo di vestirsi, con i pantaloni a volte strettissimi che non riescono a contenere neppure un fazzoletto, altre volte larghi e dal cavallo che arriva alle caviglie.

Maglioni informi, magari sandali a piedi nudi anche in inverno, capelli accuratamente spettinati, o dritti come dopo la lettura di un romanzo di Stephen King o la visione di un film di Dario Argento, tagliati in modo asimmetrico.

E il tutto in un contesto in cui, come zombi, si trascinano stancamente, con gli occhi fissati sullo schermo di un telefono anche quando sono in compagnia e senza lo straccio di un sorriso. 

Vedo vecchi (neanche poi tanto, 30, 40 anni, anche meno) film in cui sì, c'erano tanti con i capelli lunghi, ma per il resto si presentavano in modo impeccabile in giacca e cravatta.

Persino i "complessi" degli anni Sessanta, tanto rivoluzionari, quando si presentavano in televisione (per non dire a Sanremo) avevano cura di rispettare nell'aspetto prima di tutto se stessi e quindi il pubblico (e l'equazione la si può invertire, ma la sostanza non cambia se nel rispettare il prossimo si rispetta anche se stessi).

E ridevano, parlavano con i propri amici, guardavano i monumenti del nostro glorioso passato in mezzo ai quali viviamo e camminiamo come in un museo a cielo aperto. 

L'abito non fa il monaco, dice un proverbio, ed è vero, ma l'abito, l'aspetto, come ci si presenta, è un biglietto da visita per quello che siamo o che vorremmo essere. 

domenica 23 novembre 2025

Ma sono seri ?!?!?

Ad ascoltare la radio, soprattutto quando si guida, si è quasi obbligati ad accettare "quello che passa il convento", visto che sarebbe troppo una distrazione cambiare continuamente canale (e, comunque, non mi sembra che ci sia tanta varietà).

Così ascolto anche le trasmissioni religiose, con preti, pastori, pope, imam, rabbini che, con la stessa voce impostata, quasi a essere "posseduti" da una visione metafisica, illustrano la loro dottrina.

In campo religioso mi sembra anche accettabile che i racconti religiosi vengano diffusi con una sorta di cantilena profetica, inappropriato, invece, mi sembra l'utilizzo di quella cantilena da parte di cantanti e attori che ci raccontano la rava e la fava sulle loro "opere", i "messaggi" che dicono di voler veicolare.

E se a me sembra una presa in giro dell'ascoltatore o, meglio, del "fan" che si beve quelle storie, mi sembra anche molto inquietante che qualcuno possa pensare di mandare messaggi tramite film e canzonette, perchè immagini e suoni ci arrivano a ondate contnue e si rischia di accettarli inconsciamente senza che ci si possa tornare, criticamente, sopra, come si farebbe con la lettura di un testo scritto.

domenica 16 novembre 2025

Il tempo è galantuomo

Mi è capitato di leggere un articolo sulla malattia di Brigitte Bardot, corredato da due sue fotografie, una recente ed una degli anni Sessanta o Settanta.

Era una bellissima donna ed è triste vederla così ridotta, soprattutto sapendola malata, anche se dobbiamo sempre ricordarci che ha più di 90 anni.

Forse per questo si dice che "muore giovane chi è caro agli Dei", perchè di lui rimarrà sempre il ricordo e l'immagine giovanile, come per James Dean o Marylin Monroe.

Sono riflessioni che vengono anche quando vado a guardare gli anni di produzione di una serie televisiva e, impietosamente, vengono affiancati ai nomi degli attori le fotografie di come erano nella serie e di come sono oggi (e ormai di molti si legge "deceduto il ...").

Forse per questo alcuni personaggi pubblici si sono eclissati (Greta Garbo, Mina) per non mostrare la decadenza fisica e farsi ricordare come erano negli anni migliori.

Ma il "come eravamo" che nella odierna diffusione dei mezzi di comunicazione è anche "come erano", aiuta a smitizzare certi personaggi, facendoci capire che il tempo è sempre, come si diceva una volta, galantuomo e non concede privilegi.

domenica 9 novembre 2025

Ogni generazione ha i simboli che merita

Ascoltando spesso la radio, noto come vengano ripetutamente intervistati cantanti e attori, che, avendo probabilmente poco da dire sulle loro attività professionali, dopo aver presentato la loro ultima "fatica", si lanciano in improbabili considerazioni filodofiche,illustrando all'ascoltatore la loro esperienza di vita, magari quando ancora non hanno compiuto i trenta anni.

Alla fine, sono tutti uguali, parole vuote, intrise di un melenso buonismo che ricalca le prediche domenicali dei parroci di campagna.

E' la fiera della inutilità che si sovrappone a quella della vanità.

Quel che preoccupa è che le giovani generazioni,che sembrano svuotate da ogni approccio culturale e filosofico di spessore, elevino cantanti  attori al ruolo di guida della loro esistenza, come se una canzone o una interpretazione potessero sostituire riflessioni ben più fondate, ponderate e frutto di studi fondati su documentazioni che ci riportano le riflessioni dei Grandi del passato.

Mi piace pensare che quelle per cantanti e attori siano solo infatuazioni infantili, destinate ad essere superate con le vere esperienza di vita che, prima o poi, ogni adolescente dovrà affrontare nella realtà e non con lenote di una canzone o la trama di un film. 

domenica 2 novembre 2025

La nevrosi del tempo che non c'è

La radio offre trasmissioni per tutti i gusti.

Molte del passato sono state sostituite da nuovi programmi che non sempre fanno onore al mezzo.

Alcune trasmissioni interessanti, vengono rovinate da un conduttore fazioso e di parte che non rende onore a quella che dovrebbe essere la sua professione (di cui si vanta di essere "professionista") e cioè informare, non fare propaganda.

Ma ci sono anche trasmissioni che rispettano pienamente il loro compito e qualificano positivamente i conduttori.

Ping pong con Annalisa Chirico, ad esempio, oppure Sportello Italia diretto da Paola Bonanni o anche l'Edicola che adesso è di Massimo Gilardi.

Purtroppo anche in quelle trasmissioni di autentico servizio, non riescono ad organizzare i tempi per dare la possibilità agli ospiti di sviluppare il loro pensiero perchè il tempo scorre inesorabilmente e "abbiamo solo dieci secondi".

Ma cosa volete che dica uno su argomenti a volte complessi come un investimento, una legge per i consumatori, un commento ad un fatto, in dieci secondi ?

Il bello, cioè il brutto, è che in ogni trasmissione, cinque, dieci o più minuti, a seconda della durata della trasmissione stessa, sono dispersi per trasmettere una canzonetta.

Ma non ci sono le trasmissioni di varietà preposte a inondare l'etere di canzonette ?

Perchè anche nelle trasmissioni di servizio si devono dedicare minuti ad una strimpellata vocale, salvo poi condizionare la possibilità di una risposta, sul tema proprio della trasmissione, completa e articolata ?

Ascoltando spesso la radio, noto che alcune canzoni, alcuni cantanti vengono proposti in continuazione, mentre altri vengono relegati ai margini e senza che le loro canzoni abbiano particolari colpe, visto che voci e canzoni sono ormai tutte uguali.

Lessi, tempo fa, che le case discografiche intervengono per "spingere" i loro cantanti e più passaggi fanno, più il pubblico, abituandosi ad un certo titolo, lo richiede.

A pensare male ... 

domenica 26 ottobre 2025

Ora solare

Nella notte siamo "tornati" all'ora solare o naturale.

Tra le tante fesserie che ascolto negli abituali servizi, triti e ritriti, sull'argomento, uno è palesemente falso, eppure viene riproposto ad ogni cambiamento dell'ora.

Dicono che con il ritorno all'ora naturale si "perdano" ore di luce, quindi il nostro umore ne risente negativamente perchè è la luce a produrre seratonina.

Io guardo gli orari dell'alba e del tramonto, eppure, oggi con l'ora solare, come ieri con quella legale, ci sono tutte le poco più di 11 ore di luce che andranno a ridursi fino al Solstizio d'Inverno, ma non per il passaggio all'ora solare, bensì in modo del tutto naturale e sul quale neppure una direttiva dell'unione europea potrebbe incidere (anche se probabillmente prima o poi ci proveranno ugualmente).

Quello che cambia, significativamente, è che l'alba arriva un'ora prima e ugualmente il tramonto.

In sostanza a perdersi ore di luce sono i tiratardi, quelli che al mattino poltriscono, quelli che stanno diffondendo la pessima abitudine di aprire gli esercizi commerciali alle 10 del mattino e persino anche più tardi.

Chi, invece, al mattino si alza presto ("il mattino ha l'oro in bocca", "chi dorme non piglia pesci" etc.) si gode per intero la luce che la Natura, da sempre e indipendentemente da guerre e risultati elettorali, ci mette a disposizione in estate e in inverno nella geniale alternanza tra le stagioni.

E finalmente anche chi si alza presto non deve più accendere la luce artificiale, perchè, albeggiando, abbiamo la luce occorrente, che non disturba, inizialmente tenue, poi sempre più intensa, che tanto ci fa iniziare di buon umore la giornata.

Un piacere che chi poltrisce ad oltranza non potrà mai capire, nè gustare. 

domenica 19 ottobre 2025

Il rinnovo della patente

Mio padre mi disse una volta che si era sentito vecchio la prima volta in cui un giovane gli aveva offerto il suo posto a sedere in autobus.

Io l'autobus lo prendo poco, girando in scooter e, forse, mi sono sentito vecchio la prima volta in cui ho realizzato che dovevo rinnovare la patente non più dopo dieci anni, bensì dopo cinque.

Fu nel 2020 e per fortuna che avendo,come per la carta di identità, allungato alla data del compleanno la scadenza, "guadagnai" 10 mesi ed evitai di dovermi sbattere con la burocrazia nel pieno (sarebbe stato in febbraio) marasma al seguito del covid.

I cinque anni sono passati velocemente e così, per non saper nè leggere nè scrivere, sono andato all'Aci, ho versato l'obolo alla burocrazia, preso appuntamento per la visita medica, versato un altro obolo al medico e ne sono uscito con l'abilitazione a guidare per altri cinque anni, ancora senza lenti.

Non so quanto impiegherà l'Aci a consegnarmi la patente aggiornata, ma ho l'attestato che mi ha rilasciato il medico e la ricevuta di tutti i pagamenti, quindi, per me, sono a posto.

Resta una grande perplessità sul significato della visita medica o, meglio, attitudinale.

Mi domando perchè non ci si affidi al medico di famiglia (o generico, o di base o come si chiama adesso) che ci conosce e, quindi, assumerebbe, con cognizione di causa e non sulla base di dichiarazioni unilaterali, la responsabilità di certificare la nostra capacità fisica alla guida.

E questo è anche l'ultimo rinnovo quinquennale (come la missione dell'Enterprise): dalla prossima volta la bega sarà ogni tre anni.

 

domenica 12 ottobre 2025

Il sapore della memoria

Già da anni prima di andare in pensione,ma soprattutto dopo, mi diletto nel cucinare ... quello che mi piace.

Ho capito che, per avere un piatto che corrisponda ai miei gusti, devo prepararmelo da solo.

Sto parlando essenzialmente dei primi, perchè dai secondi non sono mai stato particolaremente attratto.

C'è però qualcosa che mi è rimasto nella memoria e che non sono riuscito a ritrovare, nè provandoci e riprovandoci (e continuo a provarci) nè, tanto meno, in un ristorante.

E' il condimento che mia nonna preparava quando in tavola arrivavano i tortelloni e gli gnocchi.

Io ricordo che fosse lo stesso condimento, al pomodoro, leggermente granuloso ... 

Ho pensato fosse pancetta tritata ed ho provato: no, non è quello.

Ho pensato fosse parmigiano e ci sono andato vicino, ma ancora non è quello.

Oppure sono io che ho nella memoria un sapore che è irriproducibile, perchè è il sapore del ricordo. 

domenica 5 ottobre 2025

Una domenica anni Settanta

5 ottobre, piove.

Nonostante il perenne annuncio del cambiamento climatico è freddino e siamo tutti coperti.

Alle 15 gioca il Bologna.

Le lasagne per pranzo (compere, come si dice a Bologna) sono pronte da infornare. 

Sembra una delle tante giornate autunnali dell'adolescenza, negli anni Settanta.

Quasi quasi, dopo la partita, mi guardo il DVD con un paio di episodi di UFO ...  

 

domenica 28 settembre 2025

Il mondo che non cambia

Ho già scritto che sono "impegnato" in un "ripasso" del passato attraverso gli editoriali di Ugo Malaguti, scritti per una rivista di fantascienza, Nova Sf*, ma che toccavano anche le percezioni del mondo esterno a quella letteratura.

Ieri ho letto l'editoriale del numero 28, ottobre 1974 e ho trovato una conferma circa l'attitudine del mondo ad avvitarsi su questioni che, alla contemporaneità, sembrano di capitale rilevanza e poi, viste a distanza di qualche anno, sembrano nulla, un passaggio di una Storia, quella dell'Umanità, che si ripete, con esiti diversi, perchè le esigenze, le aspirazioni, le pulsioni degli Uomini sono sempre quelle.

Cosa ci si ricorda, a memoria, del 1974 ?

Io mi ricordo che fu l'anno delle dimissioni di Richard Nixon, il primo presidente degli Stati Uniti a dimettersi, costrettovi dallo scandalo del Watargate.

Dimissioni che aprirono una profonda crisi negli Stati Uniti ma che hanno anche posto le basi per la rinascita che cominciò sei anni dopo con Ronald Reagan.

Poi mi ricordo i mondiali a Monaco di Baviera, con la vittoria della Germania ancora Ovest, la cocente delusione azzurra della eleiminazione sin dal girone iniziale e l'avvento del calcio totale sull'onda dell'entusiasmo portato dall'Olanda di Cruyf.

Sempre nel mondo del calcio il primo scudetto della Lazio di Maestrelli, Wilson, Chinaglia.

Il referendum sul divorzio.

La caduta dei Colonnelli che erano al potere in Grecia dal 1967, travolti dalla loro stessa ambizione di acquisire Cipro e piegati dall'intervento militare turco (ancora oggi Cipro è divisa).

E ricordo che il primo ottebre iniziò l'anno scolastico che mi portò alla maturità del luglio 1975.

Tutto qui ?

Sicuramente no, ma a memoria questi sono i fatti, personali e generali, che mi sono rimasti impressi tanto da ricordarli senza difficoltà, di tutto un anno in cui, ogni giorno, i giornali erano pieni di notizie che sembravono, ognuna, una pietra miliare della nostra Storia e adesso sono solo una breve nota negli almanacchi di quell'anno.