domenica 10 aprile 2022

L'aria pulita del passato

Una amica mi ha regalato un volume che ha ritrovato durante gli sgomberi per un trasloco.

E' un "antico" omnibus Mondadori, edizione del 1970, con ancora incollato il cartellino del prezzo (lire 3500 !!!) e contiene una serie di racconti lunghi e romanzi sui "grandi ladri", da Arsenio Lupin a Raffles, al Barone, a Fantomas e a Simon Templar.

Alcuni personaggi sono diventati miti per molti di noi ultra sessantenni grazie alle riduzioni televisive (Lupin o Simon Templar con un giovanissimo Roger Moore, dopo Ivanhoe ma prima ancora di essere Brett Sinclair e molto prima di essere 007) o cinematografiche (il comico Fantomas, con l'ispettore Juve interpretato da Louis De Funes).

I romanzi (da notare che stanno ripubblicando tutto Arsenio Lupin) sono una riscoperta di come sia possibile ordire trame poliziesche, eleganti, appassionanti e senza scadere nel turpiloquio o nella compiaciuta descrizione di perversioni sessuali.

Lupin, il Santo, Fantomas, resteranno nella letteratura poliziesca, anche quando nessuno più ricorderà le centinaia di inutili pagine di Millennium o della Marklund, che sminuiscono la trama poliziesca per fare la marchetta alla moda del momento.

domenica 3 aprile 2022

Credevo fosse solo una leggenda metropolitana

Avevo letto in passato dell'Inps che aveva smesso di pagare pensioni, ritenendo defunto il beneficiario e avevo letto della richiesta di dimostrare di essere in vita.

Credevo fossero esagerazioni, leggende metropolitane, salvo qualche sporadico incidente di percorso che portava a registrare erroneamente come defunto un soggetto vivo e vegeto.

Del resto una delle consulenze che come ufficio legale abbiamo fornito di frequente è stata sulla gestione di conti intestati a defunti, del cui decesso nessuno aveva mai fornito notizia, proprio perchè la banca non chiede periodicamente ai propri correntisti di dimostrare di essere vivi.

Invece, dopo neanche un anno dal momento in cui percepisco la rendita della pensione integrativa aziendale, una delle compagnie che mi accredita mensilmente la sua quota di rendita, mi fa pervenire (il primo aprile !!!) una lettera nella quale mi si chiede, entro un mese, la dimostrazione che sono in vita, pena la sospensione della rendita.

Bontà loro, allegano anche un modulo di autocertificazione di esistenza in vita da rispedire, anche via e mail, unitamente ad un documento di identità in corso di validità.

E mi sa che sarà così ogni anno ...

domenica 27 marzo 2022

Eliminati anche questa volta

Come, credo, tutti gli Italiani, sono rimasto sbigottito per la eliminazione dell'Italia già al turno preliminare contro la Macedonia.

Temevo la partita contro il Portogallo (che davo vincente, come è stato, contro la Turchia) ma giovedì sera mi sono seduto davanti alla televisione convinto che l'Italia avrebbe passato il turno.

Così non è stato e, alle tante opinioni, aggiungo la mia.

Troppi stranieri.

Le squadre di serie A entrano in campo ogni domenica con undici calciatori, la cui maggioranza è straniera, a volte di italiani ne riusciamo ad individuare appena uno o due.

E questo accade anche nelle giovanili ed in squadre minori come il Bologna, dove giocano prevalentemente giovani prelevati dalla Finlandia, dalla Polonia o dall'Africa.

La soluzione è ovvia.

Per rispettare le normative internazionali ogni società può comprare tutti gli stranieri che vuole, ma che in campo possa schierarne contemporaneamente solo un paio.

Così, in passato, arrivarono i Rivera, i Bulgarelli, gli Antognoni, i Baggio, così torneremo ad averli.

Una piccola appendice.

Quattro anni fa fummo eliminati dopo aver affrontato un girone molto più difficile (c'era la Spagna) e alla seconda partita di spareggio contro la Svezia.

Il presidente federale Tavecchio e il CT Ventura vennero virtualmente crocefissi sulle pubbliche piazze, costretti alle dimisssioni ed a scomparire dai radar del calcio.

Gravina e Mancini hanno fatto molto peggio, venendo eliminati in un girone facile (la Svizzera come avversaria più temibile !!!) e alla prima partita di spareggio, eppure sembra che siano coccolati e protetti in base a non capisco quale ragionamento.

Se quattro anni fa fu d'obbligo cambiare, oggi l'obbligo sarebbe ancora più stringente e Gravina e Mancini dovrebbero avere la sensibilità di capirlo e di fare, loro, il gesto onorevole di lasciare.

domenica 20 marzo 2022

Alessandro Manzoni

So che parlare di Alessandro Manzoni evoca la lettura scolastica de I Promessi Sposi e, purtroppo, quel tipo di lettura coatta, ha introdotto in molti di noi degli anticorpi che rendono diffidenti verso Manzoni anche oggi.

A differenza di altri autori che, pure, siamo stati costretti a studiare, ma che poi abbiamo ripreso in età adulta (a me ne viene in mente uno che sento sistematicamente elogiato ma che io, al di là della perfezione stilistica, non ho mai amato: Giacomo Leopardi).

Da bastian contrario, invece, ho sempre amato Alessandro Manzoni che per me rappresenta l'Autore per eccellenza della nostra Italia, ai miei occhi più ancora di Dante.

Ho quindi letto con piacere il recente (credo ottobre 2021) saggio curato da Marcello Veneziani "Manzoni I fiori del bene" (Vallecchi, 277 pagine, € 18,00) in cui sono stati raccolti, come già per il precedente "Dante, nostro padre" sempre curato da Veneziani, brani meno conosciuti delle Opere del Manzoni.

Tutto suddiviso in cinque capitoli che rappresentano altrettanti punti non solo della poetica, ma anche della vita umana e politica di Manzoni: FEDE, MORALE, LETTERATURA,LINGUA e ITALIA.

All'inizio di ogni capitolo Veneziani introduce l'argomento con un brevissimo commento (massimo due pagine) che rappresenta la sintesi del pensiero che possiamo andare a conoscere leggendo i brani selezionati.

Chissà che, in questo modo, anche i più riottosi e legati ai ricordi del Manzoni del liceo (e magari di chi avrebbe dovuto farcelo amare ...) non riscoprano un Autore che ha dato voce anche a qualche nostra riflessione.

domenica 6 marzo 2022

Carnevale a fine anni sessanta

Martedì scorso mi sono trovato in centro e mi sono accorto che era martedì grasso.

Me ne sono accorto vedendo bambini in maschera, accompagnati dai genitori, che si lanciavano qualche coriandolo.

Non ho visto carri, forse per il virus cinese che ancora condiziona la vita di molti di noi, forse per l'incidente occorso qualche anno fa ad un bambino caduto e morto.

Ma forse sono passati più tardi (non mi sono fermato in centro).

Mi sono venuti in mente i martedì e giovedì grassi della mia infanza, in particolare degli anni delle scuole medie, quando ci si trovava "armati" di bastoni in plastica gonfiata d'aria e si sfogava la energia giovanile "assaltando" estranei e, quando si trovavano "bande" di egual numero, improvvisando una battaglia nei sottopassaggi di via Rizzoli e via Ugo Bassi, off limits in quei giorni anche per gli adulti isolati.

Non mi ricordo che qualcuno di noi si sia mai fatto male, al più qualche livido.

Vedendo i ragazzini di oggi imbrigliati dai genitori, soffocati nella loro esuberanza che quando si manifesta da piccoli è utile per non trasformare l'adolescenza in una palestra di violenza (come vediamo troppo spesso dalle cronache) mi viene da domandare cosa sarà della mia Italia quando tutto sarà nelle mani degli odierni ragazzini.

E preferisco non provare a rispondermi.

domenica 27 febbraio 2022

Chi nulla rischia, Jeffrey Archer

Ho appena terminato di leggere l'ultimo romanzo di Jeffrey Archer, Chi nulla rischia, 415 pagine, edito da HarperCollins.

A me piace la narrazione di Archer, sin dai tempi di Caino e Abele, ma negli ultimi anni (adesso ha più di ottanta anni) ha affinato non tanto lo stile, che già c'era, quanto i contenuti, con una giusta dose di ironia tipicamente inglese e senza cadere nell'errore di tanti scrittori (un nome per tutti: Camilla Lackberg) di voler trasformare una bella storia di fantasia in un messaggio sociale.

In questo caso Chi nulla rischia, è frutto di una brillante intuizione di Archer che, dopo aver scritto i sette volumi della saga familiare dei Clifton (consigliabile a chi si è appassionato nel passato ai Buddenbrok di Thomas Mann e alla Saga dei Forsythe di John Galswarthy) ha pensato di scrivere quello che nella saga era solo la serie di successo inventata dal protagonista, scrittore di professione.

Così Archer ha fatto sì che le "Indagini del detective William Warwich" non fossero solo una invenzione funzionale ad un romanzo che trattava di altro, ma vedessero realmente la luce.

Qualcuno potrebbe definirlo un "legal thriller", perchè molto è ambientato nei tribunali, spesso in punta di legge, il che tradisce la base professionale di Archer (laureato a Oxford, parlamentare e sottosegretario nei governi conservatori di Margareth Thatcher, sindaco di Londra), ma la trama poliziesca c'è tutta e si legge bene.

E soprattutto non ci sono messaggi sociali dietro l'angolo, il che ci lascia solo il piacere della lettura di una trama ben costruita con il pronosticabile lieto fine.

domenica 20 febbraio 2022

Il ciclista solitario

Stamattina sono partito presto per recarmi qualche giorno in montagna, sperando di evitare, vista la bella giornata che si profilava, il codazzo dei ciclisti della domenica.

Ci sono in parte riuscito.

Con mia grande sorpresa ho superato e incrociato ciclisti solitari che probabilmente erano partiti prima delle otto per poter raggiungere una qualche meta collinare.

Più agevole, ovviamente, passare un singolo ciclista che non una mandria di dieci-venti tutti vestiti uguale, che pedalano anche affiancati (persino in tre) con il capo branco che, alla fine della giornata, avrà sicuramente il torcicollo visto che più che guardare la strada si erge sui pedali per guardarsi alle spalle se qualche pecorella smarrita è andata a farfalle.

Mi sono sempre chiesto "chi glielo fa fare" ?

Posso capire l'uscita in gruppo, chiacchiere e, magari, un bel pranzo prima del rientro (in discesa) innaffiato da un buon vino rosso.

Ma la pedalata solitaria mi porta tanta tristezza, pensando che anche una bella bevuta di vino, se in compagnia porta allegria, se solitaria solo malinconia.

domenica 13 febbraio 2022

Il trolley

La settimana scorsa sono stato costretto ad andare al mercato in centro più tardi del solito.

E l'ho trovato intasato, non di persone, ma di trolley (se si scrive così).

Quello strumento, che ho cominciato ad odiare quando andavo per lavoro a Milano e in stazione  vedevo (e subivo) sempre più persone che se lo tiravano dietro e, appena terminate le scale, lo lasciavano cadere incuranti di fare attenzione se ci fossero piedi di altri passanti, ha ormai preso ... piede, in tutti i sensi.

Capisco la comodità di un carriolino con le ruote per portarsi dietro la spesa, ma possibile che siano così tante le persone che non sono in grado di usare normalissime sporte ?

Il trolley è un inciampo per chi cammina e un ostacolo quando il proprietario è in coda, in attesa del suo turno (andate a vedere in via Drapperie davanti alle pescherie !) e lo lascia per terra, senza avere quella creanza che a noi fu insegnata sin da bambini, quando i genitori ci dicevano di tenere cartella o zaino tra le gambe in autobus, per evitare di disturbare il prossimo.

Pollice verso.


domenica 6 febbraio 2022

Evoluzione dei tempi

In questi giorni in montagna, ho notato che le automobili con gli sci sul tetto sono diventate mosche bianche.

Anni fa, in questo periodo, erano innumerevoli le automobile con il portasci e, avviandosi verso le località di montagne, quasi tutte trasportavano sci (a volte sistemati al contrario ...).

Oggi, da qualche anno, non è più così.

L'arrivo di suv e minisuv con interni spaziosi, consente, a meno che - sempre meno - non si abbia per famiglia una tribù, di posizionare gli sci all'interno.

E se proprio uno non vuole caricarsi di troppa roba, il noleggio sci non conosce crisi (se non quella indotta dai divieti) e vedo sempre più persone che, invece di portarsi dietro i propri sci, preferisce noleggiarli per una settimana o giorno per giorno.

Tutto sommato, non mi sembra una cattiva idea.