domenica 10 agosto 2025

Il ritorno del krapfen

Dalla settimana scorsa, non so fino a quando, la rai trasmette una nuova serie poliziesca, di produzione croata, con attori croati e ambientato a Spalato.

Ho per caso visto la programmazione e l'ho registrata per guardarla successivamente in quanto viene trasmessa in un orario (alle 16,25) in cui solitamente non guardo la televisione.

Non è male, segue i soliti canoni della serie poliziesca, aggiornati dal moderno femminismo che vuole a capo della squadra omicidi (la serie si intitola proprio "Squadra omicidi Spalato"") una super donna che fa tutto, prende e rifila un sacco di botte, irride ai vecchi parrucconi di una fantomatica "commissione" del dipartimento di polizia e, alla fine, ca va sans dire, ha ragione lei.

La squadra, alla fine di ogni indagine corredata da immancabile successo, si ritrova a mangiare un krapfen (bombolone per i romagnoli).

Ohibò, da anni non ne mangiavo uno !

Mi è venuta una improvvisa voglia e così ne ho comprato uno, ovviamente alla crema, bello gonfio.

Squisito.

Mi sono ricordato quanto mi piacesse e mi domando: come è possibile che l'abbia trascurato per così tanto tempo ? 

domenica 3 agosto 2025

I podcast

Non bastavano le canzonette con le quali si riempie la programmazione radiofonica a costo zero, non bastavano le repliche in televisione, adesso sono arrivati i podcast.

Sono storielle, in tempi vari, basate su uno sconosciuto evento o personaggio, sul quale l'autore costruisce un testo per poterlo recitare autocompiacendosi della sua voce e della sua inflessione.

E' una inconcludente storia, di cui l'unico aspetto di interesse è che si basa su un fatto (spesso secondario)  sconosciuto ai più e che, una volta acquisito, giacerà per sempre dimenticato nei cassetti della memoria di chi lo ha ascoltato, salvo partecipare a qualche improbabile riedizione del Rischiatutto.

Le chiacchiere non finiscono mai. 

 

domenica 27 luglio 2025

I sempreverdi

In estate la programmazione televisiva (e radiofonica) è ridotta ai minimi termini, basata su uno tsunami di programmi che hanno come base le canzonette.

E' quindi difficile crearsi un proprio palinsesto basandosi sulle registrazioni dei giorni precedenti, visto che film e telefilm sono spesso repliche o fondi di magazzino di cui si capisce il perchè appena si prova a guardarli.

Ma nell'epoca tecnologica che viviamo abbiamo sempre una alternativa: il dvd.

Vero, c'è anche l'on demand e le programmazioni, come si dice ? streaming ?, di canali come Paramount dove qualcosa di interesse c'è sempre (ad esempio dal 17 luglio, ogni giovedì, è trasmessa la nuova stagione di Star Trek Strange New Worlds) ma mi piace rispolverare, nelle due ore che anche d'estate dedico alla televisione, i classici del passato.

Tanto per i telefilm, come I Sopravvissuti (tre stagioni nella seconda metà degli anni Settanta) o gli inossidabili Nero Wolfe e Maigret con Tino Buazzelli, Paolo Ferrari e Gino Cervi. 

Ma anche film come Zulù in cui abbiamo la prima recitazione di Michael Caine e 55 giorni a Pechino con David Niven e Charlton Heston e cito questi perchè non vengono trasmessi in quanto oggetto di oblio per il loro contenuto che oggi viene considerato politicamente scorretto.

E come rinunciare ad un bel western, ovviamente con John Wayne ?

A ben vedere, quindi, la "pausa" estiva nel proporre nuovi film e telefilm, viene ampiamente compensata dalla possibilità di un salutare tuffo nel passato, quando non c'erano tutte le odierne fisime e lo spettacolo era garantito, senza retropensieri o subdoli messaggi. 

domenica 20 luglio 2025

Collezioni

Qual è il piacere maggiore di un collezionista ?

Per me la ricerca e il trovare il pezzo mancante.

Perchè, sì, la collezione è bella da vedere, da toccare, da mostrare agli amici, ogni pezzo ha una storia, ma nulla è per me paragonabile alla soddisfazione di trovare un numero di una rivista, magari del 1968, prima ancora che fossi interessato a quell'argomento o sapessi dell'esistenza diquel volume, e poterlo incamerare nella mia personale collezione.

In un certo senso è come la caccia ad una preda, dove la preda è il libro e stanarlo, trattarne l'acquisto e poi portarselo a casa equivale ad un trofeo dello stesso valore morale delle teste di leoni, rinoceronti etc. che facevano bella mostra nelle tenute di antichi cacciatori.

Se ho la convinzione che il cartaceo non sarà mai sostituito dal digitale, mi rendo anche conto che la facilità con la quale oggi si ristampano volumi danneggia i collezionisti, quelli alla ricerca della prima edizione, quando i volumi venivano stampati in numerose copie per la difficoltà di reperire anche solo i fondi per una seconda o terza ristampa.

E così i collezionisti più giovani dovevano aspettare sulla riva del fiume che gli eredi dei collezionisti più vecchi disperdessero, ignari del patrimonio nelle loro mani, quello che i loro padri avevano raccolto con tanta cura.

E un libro, un solo libro, farà la felicità di tanti. 

domenica 13 luglio 2025

Letteratura di anticipazione

La Fantascienza è stata a lungo irrisa dagli ambienti snob, autoreferenzialmente "colti" dei circoli letterari e cinematografari, salvo poi scoprire che il seguito di pubblico era tale che poteva persino sostenere una casa editrice.

E' così cominciata una rivalutazione che ha avuto picchi dopo successi come Guerre Stellari e Incontri Ravvicinati del terzo tipo, al punto da far uscire dagli archivi una serie vecchia e bellissima: Star Trek, la Serie Originale, prodotta per tre stagioni tra il 1966 e il 1969 che ha poi dato seguito a numerose altre versioni a cominciare da The Next Generation iniziata nel 1987 (oltre alle serie animate che non sono francamente di mio interesse).

Non voglio fare una storia di Star Trek o della Fantascienza, ma prendere spunto da quella memorabile serie e le successive fino alla odierna "Strange and New Worlds", per richiamare il concetto di "letteratura di anticipazione" attribuito alla Fantascienza.

Verne anticipò, quasi con matematica precisione, l'orbita necessaria per arrivare sulla Luna e ritorno.

La già richiamata Star Trek mostrava già nel 1966 i "comunicatori", incredibilmente simili ai telefoni cellulari apparsi in uso comune trenta anni dopo.

Charles Eric Maine, nel 1960, scriveva un romanzo dal titolo "Contagio" che anticipava di sessanta anni il covid, con la reclusione dei cittadini nelle loro abitazioni, la sottrazione delle più elementari libertà, persino le mascherine (peraltro utilizzate sin dalla peste di Atene quasi 2500 anni fa).

A quando la realizzazione di due, geniali, intuizioni come il replicatore di vivande e il teletrasporto ? 

domenica 6 luglio 2025

Un fantasy per l'estate

Non sono un appassionato del Fantasy che, ormai, ha preso il sopravvento sulla Fantascienza, forse perchè le storie che vi vengono raccontate sono come le fiabe per bambini e l'epoca contemporanea mi sembra che sogni poco il futuro, abbia esaurito quelle speranze, quelle visioni, quegli spazi immensi che appartengono alla Fantascienza e hanno fatto da traino e anticipazione a tanti eventi che poi, in qualche modo si sono realizzati.

Pensiamo al viaggio sulla Luna e ritorno preconizzato da Verne o ai comunicatori di Star Trek tanto simili ai nostri cellulari.

Anche il Fantasy più ... fantascientifico come quella di Tanith Lee non mi ha mai preso come un bel romanzo di avventure spaziali di Edmond Hamilton o uno post catastrofico di John Wyndham.

Mi sono quindi accostato con perplessità alla scelta della Elara, la casa editrice bolognese erede e continuatrice della Libra e della Perseo di Ugo Malaguti, di pubblicare la trilogia di RJ Baker sulle navi d'ossa: Le navi d'ossa, La chiamata delle navi d'ossa, Il retaggio della nave d'ossa.

Tre volumi da circa 600 pagine l'uno in cui l'Autore ha inserito tutti i suoi sogni, la sua immaginazione, il suo mondo incantato, anche se molto violento e poco fiabesco.

Ho appena terminato di leggere il terzo e conclusivo (salvo ripensamenti che potrebbero arrivare dal successo della trilogia) volume e non posso che confermare l'apprezzamento per lo sforzo letterario e di immaginazione che, a differenza di altri romanzi Fantasy, superate le prime decine di pagine, perchè, almeno io, ho fatto molta fatica a immedesimarmi nel mondo inventato dall'Autore,  si fa leggere con piacere e con l'aspettativa di scoprire cosa accadrà nel capitolo successivo, inducendoci a macinare pagine su pagine e finire volumi così corposi in pochi giorni.

Sicuramente consigliabile a chi ha già una positiva inclinazione per il Fantasy, ma anche a chi, del Fantasy, apprezza solo i brevi e delicati (anche se spesso con raggelanti finali) racconti fiabeschi, potrà trovare qualcosa che lo appassionerà e, alla fine, gli farà dire: peccato, è già finito. 

domenica 29 giugno 2025

Milioni come noccioline

In questi giorni, intorno alle 18, Italia1, in attesa di Studio Aperto, propone una trasmissione intitolata "Sport Mediaset" che prende lo spunto dal (ridicolo) campionato del mondo per club, ma parla anche del mercato dei calciatori.

In passato non ho mai fatto caso al merrcato estivo o di gennaio, perchè tanto il Bologna, chi acquista, acquista e chi vende, vende, continuerà ad essere la mia squadra (come dicono gli Americani: right or wrong is my Country), ma guardando Sport Mediaset ho recepito i contatti, le proposte e, soprattutto, l'enorma massa di denaro che, sulla carta, viene messa in gioco.

Sento nominare calciatori a me totalmente sconosciuti affiancati dal cartellino del prezzo: 30 milioni e 20 milioni al giocatore in quattro anni, 50 milioni, 25 milioni.

Pare che per due giocatori del Bologna presenti nella lista dei desideri del Napoli, la società di Saputo pretenda 80 milioni.

E si parla di euro, quindi, a braccio, arrotondando, sono 160 miliardi delle care Lire.

Lo stesso Napoli fece scandalo una cinquantina di anni fa comprando, sempre dal Bologna, un solo calciatore (Savoldi, sicuramente di valore superiore ai due in ballo oggi) per un miliardo di Lire, cioè, al cambio di 1936,27, poco più di 516mila euro, cifra con la quale non credo riuscirebbero a comprare neppure un clandestino appena scaricato da un barcone.

Intendiamoci, non contesto retribuzioni eccessive ai calciatori, anche perchè la loro carriera è breve e implica che quelle dovranno essere adeguate a fornire di che vivere per tutta la vita, in un arco temporale di una ventina di anni, contesto la leggerezza con la quale si parla di milioni, di decine di milioni.

Al punto da far perdere il senso della misura e da confondere i milioni con i miliardi, come ha fatto qualche giorno fa un quotidiano nella cui locandina si leggeva che Bezos, a Venezia, avrebbe speso tra 20 e 30 mioni "come una manovra di bilancio in Italia".

Peccato che le manovre di bilancio in Italia siano dai 20 ai 30 MILIARDI !  

domenica 22 giugno 2025

Gratis

C'è una pubblicità, trasmessa in modo ossessivo, in cui il protagonista sfruculia una commessa che ripete come quella azienda, fino al 4 luglio (e magari prorogherà) consentirà "gratis" il passaggio al 5g per i propri clienti.

Il protagonista ride sguaiatamente e ritiene la promessa una "battuta" che fa ripetere.

In effetti il "gratis" non esiste, un prezzo c'è sempre, anche se chi lo paga non sempre ne è consapevole.

Non so quanto costi il "passaggio", ma sicuramente l'implementazione del servizio 5g ha un costo, come un costo l'ha la sua manutenzione, quindi è ovvio che non possa essere "gratis", diversamente l'azienda sarebbe un ente destinato (giustamente) al fallimento nel giro di poco tempo oppure ad essere mantenuto a spese di tutti tramite contributi pubblici che tocciano dalle nostre tasche con le tasse e le imposte di vario genere.

Spesso vengono infatti introdotte regole apparentemente senza costi, ma che comunque, comportando un lavoro, degli strumenti, il loro aggiornamento costante, il costo l'hanno e qualcuno lo paga.

Anche inconsapevolmente.

Non sarebbe quindi meglio evitare la ingannevole "gratuità", in modo che si crei la consapevolezza che ogni bene, ogni servizio ha un costo e che quel costo qualcuno deve pagare e se non è chi ne usufruisce, lo paghiamo tutti noi ? 

domenica 15 giugno 2025

In vena di celebrazioni

Dopo la sbornia della Coppa Italia, l'anniversario del Settimo Scudetto e, adesso, leggo articoli e celebrazioni per lo Scudetto del 1925.

Francamente mi sembra triste, perchè il tutto mi appare come un modo per nascondere il fatto che un ottavo scudetto (o il nono per chi considera che dovrebbe esserci assegnato quello del 1927) difficilmente è dietro l'angolo.

Certo, ci speriamo, ma la testa ci dice che no, non abbiamo possibilità.

Pensiamo solo al fatto che per quel torneo estivo che hanno deciso di fare a Miami chiamandolo  pomposamente "mondiale per club", hanno chiamato Juventus e Inter, le due squadre "zero titoli" del 2025, che per il solo fatto della partecipazione si cuccheranno 25-30 milioni di euro, alterando i rapporti economici con le società concorrenti.

Del resto Juventus e Inter, dirà qualcuno, sono le due squadre più titolate in Italia, ma se avessero voluto chiamare le due squadre con un titolo nazionale in rappresentanza dell'Italia avrebbero dovuto chiamare Napoli e Bologna ... facendo fuggire gli sponsor.

Quindi chi si accontenta gode e allora godiamoci le celebrazioni, i centenari, i cinquantenari ... 

domenica 8 giugno 2025

La Nazionale rovinata dalle regole imposte dall'unione europea

Perdere tre a zero con la Norvegia non ci sta.

Loro non hanno tradizione calcistica, sono solo sei milioni di abitanti e possono giocare in un vero campo da calcio pochi mesi all'anno, dovendo per il resto rifugiarsi in impianti artificialmente protetti a causa delle condizioni atmosferiche.

Eppure sembravano maramaldeggiare contro una Nazionale che nulla ha a che spartire con quelle del passato.

Il coro è partito unanime: Spalletti via.

Qualcuno un po' più riflessivo ha aggiunto anche il presidente federale, Gravina sul quale gravano le colpe maggiori.

Ma il responsabile primo è il regolamento imposto dall'unione europea sull'obbligo di aprire agli stranieri nel nome della libera circolazione delle merci e delle persone, perchè i calciatori sono considerati lavoratori dipendenti.

Ma ci sarebbe una scappatoia se avessimo un presidente della federazione con gli attributi che pensasse al bene del Calcio e della Nazionale e non ai suoi giochini di potere.

Introdurre un regolamento in base al quale, fermo il diritto di ogni squadra di imbottirsi con tutti gli stranieri che vuole, quindi rispettando la normativa europea sulla circolazione dei lavoratori, in campo debbano essere sempre presenti almeno otto Italiani per squadra.

Si aggira la normativa europea e si rivendica la difesa del calcio italiano.

Facendo giocare, almeno in Campionato e in Coppa Italia, poi sarebbe gioco forza mantenere l'integrità della squadra anche nelle coppe europee, otto Italiani per squadra, daremmo la possibilità di fare esperienza, di mettere a disposizione del Commissario Tecnico una base molto più ampia da cui effettuare le convocazioni. 

Il periodo d'oro dei fuoriclasse Italiani è quello in cui ci fu il divieto di acquisto di giocatori stranieri e grazie a quella scelta, i cui frutti come per tutti i cambiamenti si sono visti anni dopo, abbiamo vinto due campionati del mondo (1982 e 2006) anche se quella legge era ormai superata, ma i vivai erano ancora attivi.

Al contrario adesso paghiamo la scelta non solo delle direttive europee sulla circolazione dei lavoratori, ma anche delle ricerche negli alberi genealogiche (che con la nuova normativa appena decisa dal Governo avranno un freno) che hanno reso Italiani, ricorrendo a fantomatici avi, gente che Italiana non è. 

Del resto, quelli che accusano Spalletti, dovrebbero dire chi avrebbero convocato al posto di quelli convocati, che fossero così bravi da imputare al commissario tecnico scelte sbagliate che, del resto, anche  le tattiche sul campo le deve adattare al materiale disponibile.