domenica 28 settembre 2025

Il mondo che non cambia

Ho già scritto che sono "impegnato" in un "ripasso" del passato attraverso gli editoriali di Ugo Malaguti, scritti per una rivista di fantascienza, Nova Sf*, ma che toccavano anche le percezioni del mondo esterno a quella letteratura.

Ieri ho letto l'editoriale del numero 28, ottobre 1974 e ho trovato una conferma circa l'attitudine del mondo ad avvitarsi su questioni che, alla contemporaneità, sembrano di capitale rilevanza e poi, viste a distanza di qualche anno, sembrano nulla, un passaggio di una Storia, quella dell'Umanità, che si ripete, con esiti diversi, perchè le esigenze, le aspirazioni, le pulsioni degli Uomini sono sempre quelle.

Cosa ci si ricorda, a memoria, del 1974 ?

Io mi ricordo che fu l'anno delle dimissioni di Richard Nixon, il primo presidente degli Stati Uniti a dimettersi, costrettovi dallo scandalo del Watargate.

Dimissioni che aprirono una profonda crisi negli Stati Uniti ma che hanno anche posto le basi per la rinascita che cominciò sei anni dopo con Ronald Reagan.

Poi mi ricordo i mondiali a Monaco di Baviera, con la vittoria della Germania ancora Ovest, la cocente delusione azzurra della eleiminazione sin dal girone iniziale e l'avvento del calcio totale sull'onda dell'entusiasmo portato dall'Olanda di Cruyf.

Sempre nel mondo del calcio il primo scudetto della Lazio di Maestrelli, Wilson, Chinaglia.

Il referendum sul divorzio.

La caduta dei Colonnelli che erano al potere in Grecia dal 1967, travolti dalla loro stessa ambizione di acquisire Cipro e piegati dall'intervento militare turco (ancora oggi Cipro è divisa).

E ricordo che il primo ottebre iniziò l'anno scolastico che mi portò alla maturità del luglio 1975.

Tutto qui ?

Sicuramente no, ma a memoria questi sono i fatti, personali e generali, che mi sono rimasti impressi tanto da ricordarli senza difficoltà, di tutto un anno in cui, ogni giorno, i giornali erano pieni di notizie che sembravono, ognuna, una pietra miliare della nostra Storia e adesso sono solo una breve nota negli almanacchi di quell'anno. 

 

domenica 21 settembre 2025

Riletture

In assenza di nuovi romanzi da autori che mi diano maggiori garanzie di quelli sconosciuti e che si stanno rivelando dei bidoni (mi consolo pensando che stanno per uscire un paio di certezze, tra cui il nuovo romanzo di Robert Galbraith, alias J.K. Rowling, con protagonista Cormiran Strike, se non sbaglio a ottobre, mentre a novembre prosegue la serie dell'Ispettore Linley di Elisabeth George) ho, con piacere, cominciato la rilettura di vecchi volumi.

Ho iniziato da una rivista di fantascienza che, unica nel suo genere, dopo i primi quattro numeri molto simili ad Urania, ha definitivamente assunto il formato di "rivista libro": Nova Sf*, la prima produzione di Ugo Malaguti che, faticosamente, l'ha portata avanti attraverso vicissitudini varie, tre case editrici, 42 (43 con il numero speciale del 1976 sulla fantascienza italiana e numerato come speciale 1) numeri per la prima serie editi dalla Libra Editrice e 81 per la seconda editi prima dalla Perseo Linri e poi dalla tuttora esistente, con la guida di Armando Corridore dopo la morte di Malaguti il 26 settembre 2021, Elara Libri.

Racconti e romanzi sono una certezza, il grande merito di Malaguti nel corso della sua ultracinquantennale attività, tutta dedicata, anche con pesanti sacrifici economici e personali, alla fantascienza è di aver presentato nei suoi circa 600 volumi complessivi un panorama della fantascienza che copre tutte le correnti di questa letteratura, molto meglio di quel che potrebbe essere in una Enciclopidia che pure era nei programmi di Malaguti, di cui sono usciti i primi due volumi di oltre 1000 pagine (il numero 1 con la Libra, il 2 con la Perseo) ma che era troppo ambiziosa per le forze di un uomo solo.

Sì, perchè Malaguti traduceva, scriveva, sceglieva, polemizzava ... splendidi i suoi editoriali che andrebbero raccolti e pubblicati, con riferimenti all'epoca in cui venivano scritti e che riletti oggi, ci danno lo spaccato di una Italia, non solo di una fantascienza, che volava ancora sulle ali di un entusiasmo che è andato poi spegnendosi, soprattutto quando gli Stati Uniti hanno rinunciato a continuare a mandare uomini sulla Luna, sperando che Trump, come promesso, riesca a riprendere il filo virtuoso della conquista dello spazio.

Narrativa e cronaca divenuta storia.

Una rilettura che mi fa riscoprire entusiasmi solo accantonati e una giovinezza che, sull'onda della fantasia, mi sembra prosegua anche oggi. 

domenica 14 settembre 2025

Non ci sono più i (telefilm) tedeschi di una volta !

Io ricordo molto chiaramente la qualità, la solidità della trama e la sobria interpretazione di vecchi telefilm o serie prodotte in Germania.

Faber, il Commissario Koster, Un caso per due, ma, soprattutto, l'Ispettore Derrick, oggi ostracizzato e non più proposto solo perchè, dopo la morte dell'attore protagonista, Horst Tappert, si scoprì che lui aveva combattuto nelle Waffen-SS e dopo la guerra partecipava a incontri di vecchi camerati, collezionando cimeli della seconda guerra mondiale.

Come se le idee politiche di un attore potessero inficiare la sua interpretazione e la trama di un telefilm poliziesco !

In compenso, oltre a simili pruderie, la Germania sta sfornando serie di pessima qualità, tutte recitate con la volontà di inserire tonalità rosa e umoristiche di cui i tedeschi non sono affatto all'altezza.

Così, invece delle repliche di Derrick che sarebbero più che gradite come lo sono quelle di Perry Mason e del Tenente Colombo, veniamo scottati dalla visione di prova di nuova serie tedesche.

Vorrebbero essere poliziesche con umorismo, ma sono prodotti decisamente scarsi.

Mi riferisco a "Jacobs un veterinario per agente" trasmessa su Giallo (che fortunatamente da stasera riprenderà "I misteri di Brokenwood" serie neozelandese) e "Homicide Hill" trasmessa sulla piattaforma Rai Play.

Le due pessime serie sono girate negli stessi luoghi come si vede chiaramente dall'edificio che, in entrambe le produzioni, "ospita" la stazione di polizia, anzi polizei.

Ambedue le serie introducono personaggi che vorrebbero essere comici, ma sono soltanto patetici, gli uomini spesso sono dipinti come tonti, mentre le attrici sono bruttine e non rappresentano certo il consolidato immaginario della donna tedesca, inoltre in entrambe le serie c'è lo stesso attore, turco o simile, che interpreta la stessa macchietta dell'immigrato che vive al limite della legalità, ma prova ad avviare una qulche attività legale (sempre senza successo commerciale).

Poi, anche qui i tedeschi non sono proprio nelle loro corde, viene introdotta una storiella di amore, più o meno ricambiato, tra i protagonisti, come abbiamo visto, molto, ma molto meglio, meglio, in serie americane come Castle e Bones.

Arridatece Derrick !!! 

domenica 7 settembre 2025

Il ciclo della vita

Il passare del tempo si manifesta più dalle morti "eccellenti" di personaggi in vista, che dallo specchio in cui ci guardiamo ogni mattina.

Nel giro di poche settimane giornali, radio, televisioni e persino i nuovi strumenti social sono stati pieni di "coccodrilli" per la morte di tre personaggi che, in modo differente, hanno segnato molti anni della nostra vita.

Sono morti ad età "rispettabili", credo a 94, 91 e 89 anni, quindi un qualcosa del tutto naturale, preventivabile, che però ci dice quanto sia veloce lo scorrere del tempo e quanto infinitesimale e marginale sia il nostro passaggio.

E capisco come molti vogliano fortissimamente credere, avere Fede, che ci possa essere un "al di là" da dove continuare a guardare cosa accade su questa nostra Terra.