domenica 12 febbraio 2023

L'eccesso di invasività delle app

Ogni tanto mi capita di ricevere sul telefono cellulare, un avviso con il quale una app mi "chiede" l'accesso per poter svolgere qualche funzione assolutamente imperdibile, ma di cui non ho mai avuto necessità.

Ogni volta mando avanti e, ogni volta, vengo avvisato che per procedere la app chiedeva l'accesso alla mia rubrica telefonica, alle immagini e a tutto il resto che era archiviato nel dispositivo.

Ogni volta nego l'accesso e continuo ad usare felicemente il telefono in tutte le sue funzioni a me utili.

Per quanto si sprechino quintali di carta per far sottoscrivere le dichiarazioni "privacy", ecco che la nostra legittima riservatezza può essere messa in pericolo da una semplice distrazione, fretta, stanchezza di ricevere avvisi e voglia quindi di far cessare tale inoltro.

Solo dopo, chi ha accettato tutto, dice "ma io non ho niente da nascondere".

Non è questione di nascondere qualcosa, ma di riservare a se stessi uno spazio di intimità che non sia alla portata del prossimo.

E più tale spazio è grande (come, ad esempio, comprare per quanto possibile usando i contanti, così che le società che gestiscano le carte private non possano venire a sapere cosa ci interessa e quindi quale tipo di pubblicità inviarci) tanto più si espande la nostra Libertà e con essa il nostro Benessere.

Che poi è ciò che conta.

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