domenica 21 settembre 2014

Ci risiamo

Guardare ieri la partita del Bologna mi ha ringiovanito.
Praticamente nulla è cambiato dal 2008, quando è tornato in serie A.
O dal 1982quando retrocesse per la prima volta.
Le squadre che il Bologna affronta, anche se oggi si chiamano Entella Chiavari e Crotone, sembrano corazzate come Milan e Juventus.
Nonostante si giochi in serie B il copione è sempre lo stesso: niente gioco, poche idee ma confuse, sterilità all'attacco e un allenatore che non ne azzecca una.
Ora, ditemi per quale ragione, dopo aver visto che Laribi ha giocato contro il Pescara un ottimo primo tempo a ridosso delle punte, come rifinitore, Lopez lo ha riportato a centrocampo, facendolo correre senza costrutto in interdizione.
Ma i perchè sarebbero tanti, del resto quando la telecamera riprende Lopez, sembra quasi un passante, capitato per caso in mezzo al campo, che non riesce a rendersi conto di quel che sta succedendo.
Qui ci vorrebbe una società, con un presidente di carattere e perfettamente in sella, invece di un Guaraldi che non vede l'ora di vendere.
E' il fallimento del modello di società ideata da Consorte: venti "nani" (anche se io vorrei essere economicamente "nano" come loro) che si opposero all'unico gigante (Zanetti) attorno al quale andava invece costruita la nuova compagine societaria.
E adesso le conseguenze le pagano (economicamente) loro e sportivamente tutti noi.
La nostra squadra di calcio come specchio di una citta in completa decadenza, che non sa più esprimere un sindaco che sia proprio figlio.
Ma queste sono cose che sappiamo tutti, basta andare a passeggio per la città, salire su un autobus, recarsi in un ufficio pubblico, ci troviamo sempre davanti a persone la cui loquela li fa manifesti di altre patrie natii.
E' il frutto avvelenato del meticciato o, se vogliamo scrivere politicamente corretto, del melting pot.
Che noi abbiamo in abbondanza, sin troppo !, interno ed esterno.
Tanto che per risollevarci (ma solo sportivamente, perchè per il resto ci vuole ben altro !) non possiamo che sperare nell'arrivo degli Americani, con un nome le cui origini sono ben chiare e per nulla bolognesi: Tacopina.


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