domenica 29 settembre 2024

Troppi "esperti" del nulla

Le trasmissioni radiofoniche sono imbottite dalle autoreferenziali "confessioni" di attori, cantanti, scrittori (o presunti tali), elevati al rango di filosofi, maitre a penser e di "esperti" della rava e della fava che ci dicono, con una sicumera invidiabile, cosa si deve fare e perchè un determinato evento negativo è accaduto.

Sono trasmissioni tutte uguali, cambia solo il conduttore, ma la banalità delle domande e delle risposte è sempre la stessa.

Abbiamo attori e cantanti che ci comunicano quanto sia stato difficile e faticoso realizzare quella canzone, quel libro, quel film e, tutti, lo hanno fatto per noi, per dare una indicazione di vita vissuta (forse) di cui non sentiamo alcun bisogno.

Purtroppo noto che molti comportamenti delle generazioni più giovani, sono improntate ai "drammi esistenziali" che ascoltano per radio e vedono in televisione e poi non sanno come comportarsi se forano una gomma.

La domanda che mi pongo sempre è come mai, con tutti i reggimenti di "esperti" che abbiamo, ancora non abbiamo risolto i problemi che ci coinvolgono.

Forse perchè quelli che straparlano davanti ai microfoni non sono veri "esperti" o forse perchè la loro è mera teoria che non trova alcun riscontro nella pratica ?

O forse perchè, invece di farli straparlare, sarebbe meglio mandarli a spalare fango o costruire ferrovie ?

Così si cresce una generazione che, per la prima volta, ha meno capacità, meno laboriosità, meno inventiva, meno forza di quella precedente.

Così si pongono le premesse per la decadenza della nostra Civiltà e ne precede il crollo.

domenica 22 settembre 2024

Il Bologna in Champions

Mercoledì scorso, dopo sessanta anni, il Bologna è tornato a giocare una partita nel massimo torneo calcistico europeo.

Allora vi partecipavano solo le vincenti dei rispettivi campionati nazionali e un posto di diritto era attribuito alla squadra che aveva vinto il torneo l'anno precedente e, infatti, quell'anno furono due le formazioni italiane, il Bologna vincitore dello Scudetto e l'Inter che aveva vinto la Coppa dei Campioni.

Oggi non è più Coppa dei Campioni, perchè sono ammesse anche le squadre arrivate seconde, terze, quarte e persino quinte nei rispettivi campionati, secondo una distribuzione per nazione che tiene conto dei risultati ottenuti.

Io ho un vago ricordo della delusione del primo e unico incontro della Coppa dei Campioni.

Tre partite, compresa la "bella", contro una squadra belga, l'Anderlecht che passò per il lancio di una famigerata monetina, al secondo lancio perchè il primo la monetina non ne volle sapere di prendere una parte.

Non credo che il Bologna andrà oltre il primo turno anche questa volta, ma almeno vedremo otto partite, una delle quali contro la squadra che sin da allora elessi come mia beniamina, il Liverpool, unicamente perchè la vidi sconfiggere l'odiata Inter.

La prima partita non ha avuto vincitori, quindi, essendosi giocata a Bologna, è una occasione persa per il Bologna, ma giunti a queste otto partite, il risultato assume una valenza marginale.

Godiamoci lo spettacolo a prescindere dal risultato che, comunque, se arrivasse, sarebbe come la classica ciliegina sulla torta.


domenica 15 settembre 2024

Il collezionista

Ho conosciuto in passato una persona che acquistava i libri, tutti, di una casa editrice, tutte le collane, spediti per corrispondenza, protetti da un bel cellofan e li sistemava, così come erano, senza neppure rimuovere il cellofan, in libreria, dicendosi e dicendo che li avrebbe letti una volta andato in pensione.

Non so se sia riuscito a coronare il suo progetto, certo è che non è la prima persona che ha comportamenti compulsivi verso un qualcosa che colleziona.

Io stesso, ho trovato, durante una ricerca durata anni di alcuni volumi di fantascienza editi da una casa non più in vita, due  volumi ancora incellofanati (copertura che ho rimosso subito con grande soddisfazione, visto che i volumi erano intonsi e li avevo pagati come usati).

Sempre per rimanere in ambiti di mia conoscenza, conosco persone che comprano pipe e non le usano per fumare, ma le tengono in una teca, mostrandole agli amici e si scandalizzano pure quando dico che un certo modello io lo uso regolarmente.

Altri fanno lo stesso con le stilografiche, poi ci sono quelli dei piatti ricordo, dei servizi di caffè, di piatti, posate, comprati e mai usati.

Per la gioia degli eredi.

Probabilmente io non avrò l'anima del vero collezionista, ma non usare un qualcosa di bello (o comunque che piace a me, non necessariamente deve piacere agli altri) che ho comprato, mi sembrerebbe uno spreco.

Perchè l'avrei comprato, allora, se non lo uso, ma mi limito a rimirarlo chiuso in una bacheca ?

E come la mettiamo con il fascino di un oggetto consunto dal proprio uso ?

In ogni caso, sempre siano lodati i collezionisti che ci lasciano oggetti pregiati, nuovi, da poter "conquistare" quando eredi venali ed ignoranti li rimettono in vendita per pochi spiccioli.

domenica 8 settembre 2024

Star Trek i film

Terminato il ripasso delle serie di Star Trek, mi sono dedicato ai film.

Tredici quelli usciti finora.

Sei con l'equipaggio della Serie Originale, quattro con quello della Next Generation e tre, gli ultimi tra il 2009 e il 2016, in cui si fantastica su come i protagonisti della Serie Originale si siano conosciuti in Accademia e quindi abbiano cominciato a lavorare assieme.

Gli ultimi tre sono, a mio parere, un "tradimento" dello spirito di Star Trek, non perchè siano disprezzabili, ma perchè somigliano più a Star Wars che a Star Trek.

Sono stati un errore, perchè i personaggi delle varie serie sono indissolubilmente legati ai loro interpreti e perchè non fanno riferimento ad alcuna serie sviluppate in una pluralità di stagioni ed episodi, tali da consentirci di conoscerne caratteri e di farceli sentire "nostri".

Molto ben fatti invece gli altri dieci che ripropongono i personaggi delle prime due serie con un passaggio del testimone nel settimo film (Generationi), tra la Serie Originale e Next Generation e, appena accennato, nel decimo film (Nemesi) tra Next Generation e Voyager attraverso la breve apparizione del capitano Janaway, divenuta nel frattempo ammiraglio.

Non so se altri si cimenteranno per realizzare un quattordicesimo film di Star Trek, di materiale ce ne sarebbe in abbondanza, ma è da vedere la risposta di un pubblico affezionato ai protagonisti di sempre.

Sì perchè anche per me, pur considerando Voyager la serie migliore, con un suo filo conduttore che ha condotto tutte le sette stagioni, il fascino della Serie Originale rimane intatto, con il suo entusiasmo adolescenziale (ricordiamoci che la Serie Originale è stata prodotta tra il 1964 e il 1966 !) e la fantasia galoppante per un mondo migliore, con l'ottimismo di una umanità che ancora scontava i rigori di una guerra e guardava al futuro con tanta speranza.

Una serie con protagonisti che si sono cuciti addosso il loro personaggio, quattro dei quali deceduti tra il 1999 e il 2022 (De Forest Kelley cioè il Dottor McCoy, James Doohan/Montgomery Scott, Leonard Nimoy/Spock e Nichelle Nichols/Uhura) e che i tre ancora in vita hanno 83 anni (Cecov e Sulu) e ben 93 il Capitano Kirk, al secolo William Shatner che alcuni anni fa coronò anche il sogno di viaggiare nella spazio ospite di uno dei primi lanci privati.

Nei film, come nelle apparizioni nelle serie successive, li ritroviamo invecchiati ma ancora interpreti di un sogno, perchè gli attori muoiono, ma i loro personaggi vivranno per sempre.

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I FILM

1979 - Star Trek il film (Serie Originale)

1982 - Star Trek II l'Ira di Kahn (Serie Originale)

1984 - Star Trek III alla ricerca di Spock (Serie Originale)

1986 - Star Trek IV rotta verso la Terra (Serie Originale)

1989 - Star Trek V l'Ultima Frontiera (Serie Originale)

1991 - Star Trek VI Rotta verso l'ignoto (Serie Originale)

1994 - Star Trek VII Generazioni (Next Generation)

1996 - Star Trek VIII Primo contatto (Next Generation)

1999 - Star Trek IX L'insurrezione (Next Generation)

2002 - Star Trek X La Nemesi (Next Generation)

2009 - Star Trek XI L'inizio

2013 - Star Trek XII Into the darkness

2016 - Star Trek XIII  Beyond

domenica 1 settembre 2024

Il Bologna parla poco italiano

Il Bologna ha iniziato male il Campionato che andrà in parallelo con la partecipazione, dopo sessanta anni, alla Champions.

Ma non è sui risultati (siamo appena alla terza giornata) che scrivo, bensì sulla rosa della squadra che ho visto in una delle rassegne stampa sul Bologna e di cui ho cercato di recuperare l'elenco pubblicato con il nome del giocatore, il ruolo, l'anno di nascita e la cittadinanza (la nazionalità è altra cosa).

Così ho visto che su trentare giocatori in lista, SOLO DIECI sono Italiani: numero insufficiente anche per comporre una formazione !

Ventitre stranieri, provenienti da ogni parte del mondo, un melting pot al ragù, una Torre di Babele che accentua le difficoltà organizzative e tattiche per l'allenatore.

Ma, soprattutto, uno schiaffo alla Nazionale di cui ci si lamenta quando viene eliminata dalla fase finale dei campionati del mondo o agli ottavi degli europei, ma non si riflette abbastanza che se una squadra di terza fascia come il Bologna ha solo dieci Italiani in rosa su trentatre e in campo ne manda contemporaneamente, quando va bene, due ed a volte gioca senza Italiani, come si può sperare che crescano giocatori che diano lustro alla maglia Azzurra ?

Purtroppo la situazione dei vivai è quasi identica, come dimostra l'ingresso in pompa magna di un polacco come Urbanski nella rosa titolare, dopo essere stato allevato per due anni nel nostro vivaio.

Ma fosse solo il Bologna, potremmo anche chiudere un occhio, visto che, con una proprietà straniera, che ha anche una squadra in Canada, ci può stare il melting pot, il fatto grave è che, chi più chi meno, tutte le squadre, incluse in serie B, hanno imboccato la stessa strada.

E allora ?

Allora tocca alla Federazione, magari stabilendo che ogni squadra può comperare tutti gli stranieri che vuole, ma in campo, contemporaneamente, possono esserceno solo due o al massimo tre.

Allora torneremo a sorridere anche in Nazionale.


domenica 25 agosto 2024

Helgoland 513

Quando vidi la prima pubblicità che anticipava la messa in onda di uno sceneggiato di produzione tedesca intitolato "Helgoland 513", mi segnai la data per poi scaricare dall'on demand di Sky tutti i sette episodi che compongono la prima (e probabilmente ultima) stagione.

Ho sempre avuto una particolare passione per le storie del "dopo catastrofe", a cominciare dalle opere di John Wyndham, che non è solo "Il giorno dei Trifidi" e, in televisione, da "I sopravvissuti", eccezionale serie inglese di fine anni settanta, solo da pochi anni disponibile anche in dvd per poterla rivedere quando si vuole.

Helgoland 513, dalla pubblicità, sembrava poter rinverdire quei fasti.

Solito virus micidiale, in un'isola si rifugiano delle persone sane in numero non superiore a 513 per poter essere in grado di attendere tempi migliori senza ristrettezze.

Notare che l'idea del virus è ricorrente (cito solo "Contagio" di Eric Maine molto simile, pur essendo stato scritto ai primi degli anni sessanta, a quello che abbiamo vissuto con il covid) e che era anche la causa della strage ne I sopravvissuti.

Anche l'isola è una idea ricorrente (veggasi il citato Wyndham ne "Il giorno dei Trifidi", ma anche nei "Trasfigurati" e ne "Il risveglio del Kraken") perchè viene vista come una zona, protetta naturalmente dal mare, all'interno della quale è più facile gestire una situazione di emergenza.

Mi sono quindi messo a guardare, con favorevole predisposizione d'animo, Helgoland 513.

Dire delusione è poco e penso che non ci sarà un seguito, tanto la buona, ancorchè non originale, idea iniziale è stata vanificata da una trama inconsistente, da una recitazione piatta, da una tristezza che pervade tutta la narrazione come solo i tedeschi possono sviluppare quando ripiegano su se stessi (peraltro molto meglio, per noi, di quando si sentono invincibili e padroni del mondo).

Per me rappresenta la decadente Germania di oggi che, oltre ad aver perso da tempo ogni Valore, da due-tre anni batte in testa nel motore dell'economia e perde così l'unica medaglia che può far brillare sul suo petto.

Ogni paragone con la serie inglese anni settanta è improponibile.

I sopravvissuti anno 1977 resta ancora il miglior esempio di racconto televisivo su una Terra ed una Umanità che devono ricominciare il loro cammino.


domenica 18 agosto 2024

Alain Delon


Una domenica estiva sotto una refrigerante pioggia nell'attesa dell'esordio del Bologna in Campionato, viene scossa dalla notizia della morte di un mito del cinema degli anni settanta e ottanta.

Alain Delon ha sicuramente rappresentato uno stereotipo francese, ma è anche stato un attore capace di interpretare molteplici ruoli.

I giornali online sono pieni di quei coccodrilli dove si citano i film che sono nella manica della intellighenzia mondiale, la cui cappa tende a soffocare ogni libera coscienza, ma a me piace ricordarlo in un film che non ho ancora letto tra le tante citazioni.

Un film che, per me, appassionato del genere, rappresenta una delle pellicole più affascinanti, non la sola, ma una di quella decina che non mi stanco mai di rivedere e, infatti, ne posseggo una copia in dvd per poterl riprodurre ogni volta che ne abbia voglia.

Sole Rosso è un film dei primi anni settanta, un western epico, dove abbiamo i banditi, buoni e cattivi, il buono venuto dal Giappone, un inseguimento, la lealtà, l'amicizia, la rivalità e, ovviamente una bellissima donna contesa.

Charles Bronson, Toshiro Mifune, Ursula Andress furono i colleghi di Alain Delon che interoretava la parte del cattivo "Gauche", allo stesso modo con il quale Henry Fonda aveva interpretato qualche anno prima il cattivo "Frank" in "C'era una volta il West" di Sergio Leone, con la medeisma coerenza e crudeltà.

Ecco, quando si parla di Alain Delon, penso a Gauche ed a Sole Rosso, al piacere che continua a darmi la visione di un bel film, bene interpretato.

domenica 11 agosto 2024

Cosa è andato storto ?

Sto leggendo un romanzo giallo scritto nel 1919 e ambientato nella Londra del 1912.

E' uno degli oltre duecento titoli della collana Mystery I Bassotti della Polillo Editore, dalla caratteristica copertina rossastra, scritti tra il 1910 e mil 1960.

Si tratta di "Delitto a Middle Temple, di Joseph Smith Fletcher, il primo che ha come protagonista il giornalista investigativo Frank Spargo.

Il romanzo appare subito avvincente, con una trama solida, pulito, elegante, senza cadute, ma quello che mi ha fatto riflettere è: sono veramente esistiti giornalisti di qualità come quello dipinto dal personaggio di Spargo ?

Perchè sicuramente oggi non esistono, tutti proiettati come sono a scodinzolare davanti al padrone, trasformati in megafoni di propaganda.

E se sono realmente esistiti: cosa è andato storto ?

domenica 4 agosto 2024

Lavori in corso

Tornando a Bologna dopo alcuni giorni ho visto un nuovo cartello di lavori in corso lungo la strada di casa.

Da un paio di mesi hanno chiuso a rotazione, per qualche giorno o qualche settimana, le vie di accesso (due) alternative tra loro, ma questa volta il cartello indica nel 7, 8 e 9 agosto la chiusura di un tratto di strada "per asfaltatura" che non ha alternative, se non un lungo e tortuoso passaggio per i Colli.

Non c'è neppure l'indicazione "eccetto i residenti" e non viene indicata alcuna strada alternativa.

E' necessario asfaltare (anche se sarebbe più importante riaprire via degli Scalini chiusa dal maggio 2023 "per frana" all'altezza dei numeri 4 e 9 con un bel cartello, di fresca apposizione, "chiusa anche a pedoni e ciclisti") ma potrebbero benissimo asfaltare in tempi diversi le due carreggiate e far passare i mezzi, almeno quelli dei residenti, con un bel semaforo che alterni il passaggio, come vedo spesso in montagna (dove le frane sono di casa).

Condivisibile invece la scelta di effettuare i lavori dal 7 al 9 agosto, quando il traffico dovrebbe essere ridotto al minimo ed i disagi ricadere solo su pochi.

domenica 28 luglio 2024

Subdoli

Da quasi due anni mi sono piegato, per ragioni di spazio, all'acquisto di libri digitali.

L'esperienza è meglio del previsto, anche se non c'è paragone con il libro cartaceo nella fruizione di tutto ciò che è il contorno rispetto al contenuto del libro.

Alcuni libri, però non li vedevo in formato digitale, quindi li ho comprati cartacei, dandomi da fare per recuperare quel poco di spazio nelle librerie ancora disponibile e trasferendone alcuni in montagna.

Ho poi scoperto che all'uscita di un nuovo volume, non è immediata l'uscita del formato digitale, così ho cominciato ad attendere anche un mese per poter usufruire della copia e non appesantire le mie librerie.

Nei giorni scorsi ho scoperto, dopo aver visto che alcuni volumi proprio non annunciavano il formato immateriale, che, invece, lo avevano prodotto, ma non veniva indicato tra i formati (rilegato, brossura, economico) esposti.

L'ho scoperto per caso, andando a guardare l'elenco dei romanzi pubblicati di un autore e, nella lista, ad un certo punto ho visto che ricominciava con tutte le versioni digitali.

Per curiosità ho fatto altre ricerche con lo stesso criterio tra i volumi di cui sembrava non ci fosse quel formato e quasi sempre ho ottenuto il medesimo risultato.

Potebbe essere una politica di quella specifica casa editrice, anche se non sono sicuro che il libro cartaceo possa portare un maggior guadagno.

Certo è che, adesso che lo so, farò qualche ricerca in più per conquistarmi la mia copia digitale.

Purtroppo non ho un magazzino sotto casa da adibire a libreria ...