E' noto a tutti che non amo i ciclisti quando li incontro per strada.
Non li amo quando guido l'automobile, non li amo quando fanno lo slalom sul marciapiede o in zona pedonale usandomi come spartitraffico, non li amo probabilmente perchè io sono automobilista, motociclista, pedone, ma non ciclista.
Ne ho scritte tante qui, dagli anzianotti che sulla Lungovalle procedono a zig zag obbligandomi ad indovinare quando si accostano alla destra per poterli superare o quando chiacchierano beatamente affiancati a due o tre, incuranti del tappo che provocano.
Poi ne ho scritto sui ciclisti che, in città, nonostante i chilometri di pista ciclabile (anche assurda come in Viale XII giugno) si ostinano a circolare per strada (vedere, ad esempio sui viali dove hanno appena finito una pista per biciclette sul marciapiede spartitraffico e alcuni continuano a girare tra le automobili).
Oggi cito i ciclisti che, pur usando le piste ciclabile, non hanno alcuna prudenza, non rallentano, non si guardano attorno quando attraversano la strada tra una pista e l'altra.
Vero che c'è un obbligo generale dell'automobilista di consentire il passaggio, come per i pedoni, ma è anche vero che il pedone, per la velocità che ha, lo si vede arrivare e si fa in tempo a decidere e calcolare la tempistica di passaggio.
Ma un ciclista che arriva pedalando come un forsennato, spesso per attraversare in un punto in cui la visuale è ostruita da automobili o, peggio, camion parcheggiati, come si fa ?
Le regole non valgono per i ciclisti ?
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