sabato 14 aprile 2012

Nero Wolfe da Buazzelli a Pannofino, da New York a Roma


Avete guardato il nuovo Nero Wolfe ?
Io ho visto per ora solo il primo episodio ed ho registrato il secondo, trasmesso giovedì scorso.
Nostalgia del "nostro" Nero Wolfe interpretato da Tino Buazzelli e ambientato, come nei romanzi di Rex Stout, a New York e non in una improbabile Roma anni cinquanta ?
Nel 1969 l’attesa del Nero Wolfe televisivo era alta perché era, dopo il Maigret di Gino Cervi, il primo tentativo italiano di realizzare una versione televisiva di un grande giallo straniero, il primo americano che fosse predisposto in salsa italiana.
Il successo fu immediato.
Tino Buazzelli era un Nero Wolfe corposo e credibile, mentre Paolo Ferrari rappresentava in pieno l’ironico, scanzonato e donnaiolo Archie Goodwin.
Gli stessi personaggi di “contorno”, a cominciare da uno spassosissimo Pupo de Luca nei panni del cuoco Fritz e da un più che convincente ispettore Cramer interpretato da Renzo Palmer, contribuirono a rendere gli sceneggiati tanti piccoli capolavori del genere.
Una recitazione professionale e una dizione che nulla lasciava alle inflessioni regionali, tanto da rendere l’ambientazione newyorkese perfettamente credibile, soprattutto con una sigla di apertura che, nelle immagini e nel sottofondo musicale, evocava la New York che immaginavamo.
La trama, poi, non si discuteva.
Una perfetta attinenza ai romanzi era la ciliegina sulla torta di uno sceneggiato che, come per tanti (tutti ?) quelli dell’epoca, è godibilissimo anche oggi con il fascino che a noi (almeno a me) suscita sempre il bianco e nero.
Cosa è rimasto nel nuovo Nero Wolfe interpretato da Pannofino e Sermonti nel ruolo di Goodwin ?
E’ rimasta la trama, solida e intrigante.
E basta.
Pannofino merita, comunque, un bravo superiore agli altri, perché ha dato spessore al suo Nero Wolfe, pur apparendo sin troppo attivo e non avendo una “stazza” tale da sovrastare (come Buazzelli e come si immagina il Nero Wolfe dei romanzi) gli interlocutori (diciamo che Pannofino appare piuttosto basso …), mentre Sermonti sembra il fratello sfigato dell’Archie Goodwin dei romanzi e anche di quello mirabilmente rappresentato da Paolo Ferrari.
Ma, almeno, i due protagonisti non hanno quasi nessuna inflessione dilettale.
Che dire invece delle caricature dei comprimari, anche del commissario di polizia che somiglia ad un incrocio tra Montalbano e il maresciallo Quagliarulo ?
E l’investigatore privato italiano, molto sbruffone e altrettanto fifone ?
E cosa c’entra la giornalista (che temo si ripresenterà sempre uguale nei prossimi episodi in una sorta di "politicamente corretto" impensabile per Nero Wolfe) ?
Ma, soprattutto, perché inventarsi uno scontro tra Wolfe e l’FBI per giustificare un improbabile trasferimento dell’investigatore in Italia ?
Trasferimento che gli appassionati di Rex Stout, che inventò il suo investigatore di origine montenegrina e nuovo cittadino degli Stati Uniti fedele alla sua patria di elezione ed alle sue leggi e istituzioni, sanno essere completamente fuori da ogni categoria del possibile.
L’idea di rifare il Nero Wolfe è meritoria e non possiamo essere legati ai grandi sceneggiati del passato (per fortuna possiamo vederli e rivederli a piacimento in dvd !), ma cambiare l’ambientazione, che è parte della storia, e colorare con i dialetti regionali una storia nata per New York, rappresenta un azzardo che, stando al primo episodio, non è andato a buon fine.

12 commenti:

massimo p. ha detto...

nero wolf mi piaceva da matti
quanta nostalgia per quello sceneggiato (e per altri simili di quel periodo, tra cui giustamente ricordi il Maigret dell'impareggiabile e compianto Gino Cervi).
Oggi quel modo di fare TV, semplice, ma nel contempo estremamente raffinato, non esiste più.
Basta sentire l'orribile recitazione degli attori nelle fiction italiane di oggi e confrontarla con i Buazzelli, i Paolo Ferrari, i Gino Cervi.
Il Nero Wolf attuale non sapevo neanche che esistesse e non l'avrei guardato comunque, ma dopo aver letto il tuo post me ne guarderò bene dal cadere in tentazione.
E poi, la decisione di ambientare Nero Wolf in Italia:orrore allo stato puro (ma non è che sia uno sceneggiato horror ??)

Massimo F. ha detto...

Lasciati tentare ... per quanto ben lontano dal "nostro" Nero Wolfe e con tutte le pecche che derivano da un aambientazione coatta (anche a causa della recitazione di oggi che non cura più la dizione) resta comunque un qualcosa di superiore alla massa delle "miniserie" melense e banali che trasmette abitualmente la rai.

claudio ha detto...

Sarei proprio curioso di vederlo e prima o poi spero di farcela perché il personaggio è interessante. Ovviamente anch'io ho guardato a suo tempo gli splendidi Buazzelli e Ferrari ma non vorrei partire per forza prevenuto. La mia vecchia mamma che ama questi sceneggiati "gialli" l'ha visto e mi ha detto più o meno quello che pensa Massimo: certo il vecchio era un'altra cosa ma di questi tempi non è malaccio.
Aggiungo che Pannofino quanto a dizione è il numero uno: come doppiatore sua è la voce italiana di tanti di quegli attori che non sto neanche a menzionarveli!

Massimo F. ha detto...

Infatti, Claudio, ho commentato Massimo dicendo che il prodotto è superiore alla paccottiglia che produce abitualmente la rai. Credo non sia un caso che il produttore sia Barbareschi, che produsse anche "Le ragazze dello swing", dedicato al Trio Lescano e ambientato negli anni trenta e inizio quaranta, prodotti che innalzano una media alquanto bassa. Il suo errore (grave) è stato l'aver ambientato a Roma Nero Wolfe, forse perchè non aveva a disposizione attori in numero sufficiente che parlassero italiano ...

valeria ha detto...

Per gli amanti del genere, segnalo che il digitale permette di rivedere vecchi programmi, come ad es. Maigret interpretato da Gino Cervi... credo ci fosse ieri pom. su rai 4 o rai 5...
Dissento però con voi: qualche fiction attuale è molto gradevole...
Ad es., che ne dite di Zodiaco, giallo interpretato da Sergio Assisi in questo periodo?
Quanto a Nero Wolf, non sono ancora riuscita a vederlo, ma l' idea di ambientarlo a Roma e rompere con l' edizione di Tino Buazzelli non mi pare malvagia....

Massimo F. ha detto...

Io ho fatti prima: dvd e me li riguardo quando voglio :-)
Zodiaco non l'ho guardato ... non si può vedere tutto, neppure registrando.
Però no, Nero Wolfe a Roma non esiste proprio ... immagino, Valeria, che tu non sia una cultrice di Stout ... :-)

Jeager ha detto...

Secondo me il punto non è nella collocazione geografica, nè nella statura di Wolfe, ma nella assoluta incongruità
dell' impossibile rapporto Wolfe/polizia italiana, nell' atteggiamento "padronale" e antagonistico di Wolfe
nei riguardi di Goodwin, in un Wolfe che stringe la mano alle donne, si lascia dare bacini,
esce con relativa facilità, etc.
Lo spirito dell' opera di Stout è stato variamente "tradito".
Meglio sarebbe stato, forse, inventarsi un Nerone Lupo e dichiarare l' opera per quel che veramente è : una parodia
(purtroppo non molto riuscita).
Concordo sul fatto che, nello squallido panorama della produzione RAI d' oggi,
è uno sceneggiato sopra la media, e questo dà una idea di come siamo ridotti.
Cerco di dimenticare di aver pagato il canone tv anche quest' anno.

Massimo F. ha detto...

Sì, sono ulteriori e aggiuntivi elementi che rendono il Nero Wolf di Pannofino non comparabile con il personaggio letterario e neppure con quello di Buazzelli. Non condivido però la qualifica di "parodia". Non c'è alcuna volontà di ridicolizzare o trasformare il giallo in commedia. Del resto il riconoscimento che nel panorama degli sceneggiati rai resti comunque un prodotto al di sopra della media dovrebbe, in parte, salvarlo.

Jeager ha detto...

Ho parlato di parodia perchè tale mi pare, visto il risultato.
So bene che la cosa non è intenzionale, e lo considero un ulteriore punto a demerito.
Comunque non voglio infierire e mi fermo qui.

Anonimo ha detto...

partendo dal presupposto che non ha nulla di Nero Wolfe, ma vogliamo parlare della recitazione da cane di Sermonti sbaglia tutte le pause. Secondo me Paolo Ferrari da casa avrà distrutto il televisore. Hanno banalizzato su tutto.
Nessuna cura nei dettagli, ci sono pagine intere di blogger in cui descrivono gli enormi errori nell'allestimento del set.
Due sono stati i dettagli, per molti insignificanti, che mi hanno fatto chiudere la televisione:
- la storia dei tappi, ora Wolfe conta le birre attraverso i tappi e ci giochicchia
- Wolfe passa lo stesso bicchiere in cui ha bevuto ad un Archie assetato per via del piccante ingerito

Massimo F. ha detto...

Come darvi torto ? Eppure è sempre meglio delle balorde e melense tiritere in cui lui ama lei che però preferisce l'altro che insegue la sorella di lui e via con una serie di sfighe galattiche in sequenza fantozziana ...

Jeager ha detto...

Contesto !!!
Questa serie è impresentabile e questo è un punto fermo, ma non diamole pecche che non le spettano.
Il contare i tappi per tenere il conto della birra bevuta è ricorrente in molti romanzi di Wolfe.
Ho una piccolissima riserva sul giocherellarci sulla scrivania, perchè a me ha sempre dato
l' impressione che li contasse dentro il cassetto, ma non si può certo escludere.