domenica 27 ottobre 2024

L'ora naturale

E' noto, per averlo scritto più volte, che sono favorevole all'ora solare rispetto alla abnorme estensione di quella di stato.

Oggi, finalmente, inizia il breve periodo di cinque mesi nei quali, chi vuole, può esercitare il suo diritto a vivere secondo i tempi naturali e non cercare di adeguare la Natura alle proprie esigenze.

L'esposizione alla luce solare è sempre la stessa, che ci sia l'ora naturale o quella di stato.

La differenza sta nel fatto che l'ora di stato cerca di inseguire le pulsioni (e gli interessi) che portano a non rispettare i tempi di lavoro e quelli di riposo, come si faceva una volta, fondati sui tempi della Natura.

La estensione anomala del "nottambulismo" fino alle prime ore del mattino, costringe i protagonisti di tali dubbie performances ad estendere il periodo di riposo ben oltre l'alba.

Così abbiamo esercizi commerciali che aprono alle dieci, persino alle undici del mattino, salvo poi chiudere alle sette o alle otto spostando sempre di più gli orari verso periodi che dovrebbero essere meglio dedicati a riposo e famiglia.

In tanti parlano di recupero di un ritorno alla Natura.

Non sarebbe un bel primo passo se si ricominciasse a svolgere le proprie attività nel rispetto dei tempi del sorgere e del tramonto, invece di forzare artificialmente l'orario per adeguarlo a mode indotte ?

sabato 19 ottobre 2024

Tempo d'altri tempi

Questi giorni di pioggia, pioggerellina, nebbia, pallido sole, mi ricordano altri giorni, che colloco, forse mitizzandoli un po', nel periodo della mia infanzia e adolescenza, anni Sessanta e Settanta.

Grande è la sensazione di piacere che provo al mattino quando, sollevando la tapparella, vedo una nebbia in procinto di alzarsi e di svelare il paesaggio di casa mia, noto eppure diverso quando visto attraverso quel filtro naturale che mi ricorda la televisione in bianco e nero della mia infanza.

Questo è l'autunno d'altri tempi che mi si presenta oggi, anche se, forse, è il superamento della frenesia degli anni del lavoro che mi consente di recuperare le sensazioni di una volta.

Ma se fosse invece il cambiamento climatico che mi riporta le stagioni idealizzate nella staticità della memoria, allora ben venga il cambiamento climatico.

domenica 13 ottobre 2024

Alla riscoperta di Mickey Spillane

Spillane, Hammet, Chandler, il trio di autori gialli dell'America dei gangster e dei poliziotti rudi.

I loro Hammer, Spade e Marlowe sono gli antesignani dell'Ispettore Callaghan di Clint Eastwood e di Paul Kersey di Charles Bronson.

Duri, spietati, onesti.

Ce ne vorrebbero ancora, anche in Italia, soprattutto in Italia, di personaggi così, peccato che siano solo frutto dell'immaginazione di tre autori che sto riscoprendo in questi mesi.

Spillane lo avevo letto tanti anni fa, quando ancora, in estate, scambiavo libri con un mio amico di infanzia e lui mi consegnò due gialli di questo Mickey Spillane.

Allora non ne compresi la velocità dell'azione e la trama, senza fronzoli, in cui, alla fine, il Bene trionfa sul Male e non ci fu seguito.

Qualche mese fa, nella mia ricerca di gialli che non fossero inquinati dal politicamento corretto imperante nelle trame odierne, vidi che la Fanucci, casa editrice storica della letteratura fantastica e di fantascienza,  si era lanciata anche in altri settori.

Tra questi la ristampa (forse a diritti scaduti, chissà) dei romanzi di Mickey Spillane con protagonista Mike Hammer, detective tutto di un pezzo, il cui linguaggio e le cui considerazioni sulle donne oggi sarebbero oggetto di aspri commenti e censure.

Tali romanzi vengono anche pubblicati in edizione digitale e così, costretto dalle esigenze di spazio che non ho più per i libri cartacei comunque miei preferiti, ne ho acquistato uno.

Sono rimasto folgorato dalla bellezza delle situazioni, senza un solo briciolo di quelle paturnie che si leggono oggi, soprattutto nei romanzi gialli scandinavi.

Due-trecento pagine di trama, di scazzottate, di sparatorie, di morti e di belle donne.

Quasi immediato l'acquisto di un secondo, poi un terzo e, adesso, un quarto romanzo.

Consigliabilissimi.

domenica 6 ottobre 2024

Dopo il Liverpool

Come tifoso del Bologna vorrei vedere la mia squadra sempre vincente.

Ma la realtà è diversa e posso comunque ringraziare di aver visto, nel 1964, "LO" scudetto del Bologna (che poi sarebbe l'ottavo considerando anche quello che non ci fu mai riconosciuto nel 1927 e che, prima o poi, visti i precedenti a favore dell'Inter, dovrà esserci assegnato) e, dopo sessanta anni di attesa, la partita contro il Liverpool squadra per la quale, sin da bambino, dopo averla vista sconfiggere l'odiata Inter di Moratti, Herrera e Suarez, ho sempre tifato in campo europeo.

Una partita piacevole, con risultato giusto, che ha visto il Bologna uscire dignitosamente e, anzi, poter recriminare perchè almeno un golletto lo avremmo meritato.

Ma oggi si torna nei ranghi, tra i mortali, ci aspetta il Parma e sarebbe ora di cominciare a vincere regolarmente in Campionato per sperare di avere altre occasioni per giocare all'Anfield Stadium.



domenica 29 settembre 2024

Troppi "esperti" del nulla

Le trasmissioni radiofoniche sono imbottite dalle autoreferenziali "confessioni" di attori, cantanti, scrittori (o presunti tali), elevati al rango di filosofi, maitre a penser e di "esperti" della rava e della fava che ci dicono, con una sicumera invidiabile, cosa si deve fare e perchè un determinato evento negativo è accaduto.

Sono trasmissioni tutte uguali, cambia solo il conduttore, ma la banalità delle domande e delle risposte è sempre la stessa.

Abbiamo attori e cantanti che ci comunicano quanto sia stato difficile e faticoso realizzare quella canzone, quel libro, quel film e, tutti, lo hanno fatto per noi, per dare una indicazione di vita vissuta (forse) di cui non sentiamo alcun bisogno.

Purtroppo noto che molti comportamenti delle generazioni più giovani, sono improntate ai "drammi esistenziali" che ascoltano per radio e vedono in televisione e poi non sanno come comportarsi se forano una gomma.

La domanda che mi pongo sempre è come mai, con tutti i reggimenti di "esperti" che abbiamo, ancora non abbiamo risolto i problemi che ci coinvolgono.

Forse perchè quelli che straparlano davanti ai microfoni non sono veri "esperti" o forse perchè la loro è mera teoria che non trova alcun riscontro nella pratica ?

O forse perchè, invece di farli straparlare, sarebbe meglio mandarli a spalare fango o costruire ferrovie ?

Così si cresce una generazione che, per la prima volta, ha meno capacità, meno laboriosità, meno inventiva, meno forza di quella precedente.

Così si pongono le premesse per la decadenza della nostra Civiltà e ne precede il crollo.

domenica 22 settembre 2024

Il Bologna in Champions

Mercoledì scorso, dopo sessanta anni, il Bologna è tornato a giocare una partita nel massimo torneo calcistico europeo.

Allora vi partecipavano solo le vincenti dei rispettivi campionati nazionali e un posto di diritto era attribuito alla squadra che aveva vinto il torneo l'anno precedente e, infatti, quell'anno furono due le formazioni italiane, il Bologna vincitore dello Scudetto e l'Inter che aveva vinto la Coppa dei Campioni.

Oggi non è più Coppa dei Campioni, perchè sono ammesse anche le squadre arrivate seconde, terze, quarte e persino quinte nei rispettivi campionati, secondo una distribuzione per nazione che tiene conto dei risultati ottenuti.

Io ho un vago ricordo della delusione del primo e unico incontro della Coppa dei Campioni.

Tre partite, compresa la "bella", contro una squadra belga, l'Anderlecht che passò per il lancio di una famigerata monetina, al secondo lancio perchè il primo la monetina non ne volle sapere di prendere una parte.

Non credo che il Bologna andrà oltre il primo turno anche questa volta, ma almeno vedremo otto partite, una delle quali contro la squadra che sin da allora elessi come mia beniamina, il Liverpool, unicamente perchè la vidi sconfiggere l'odiata Inter.

La prima partita non ha avuto vincitori, quindi, essendosi giocata a Bologna, è una occasione persa per il Bologna, ma giunti a queste otto partite, il risultato assume una valenza marginale.

Godiamoci lo spettacolo a prescindere dal risultato che, comunque, se arrivasse, sarebbe come la classica ciliegina sulla torta.


domenica 15 settembre 2024

Il collezionista

Ho conosciuto in passato una persona che acquistava i libri, tutti, di una casa editrice, tutte le collane, spediti per corrispondenza, protetti da un bel cellofan e li sistemava, così come erano, senza neppure rimuovere il cellofan, in libreria, dicendosi e dicendo che li avrebbe letti una volta andato in pensione.

Non so se sia riuscito a coronare il suo progetto, certo è che non è la prima persona che ha comportamenti compulsivi verso un qualcosa che colleziona.

Io stesso, ho trovato, durante una ricerca durata anni di alcuni volumi di fantascienza editi da una casa non più in vita, due  volumi ancora incellofanati (copertura che ho rimosso subito con grande soddisfazione, visto che i volumi erano intonsi e li avevo pagati come usati).

Sempre per rimanere in ambiti di mia conoscenza, conosco persone che comprano pipe e non le usano per fumare, ma le tengono in una teca, mostrandole agli amici e si scandalizzano pure quando dico che un certo modello io lo uso regolarmente.

Altri fanno lo stesso con le stilografiche, poi ci sono quelli dei piatti ricordo, dei servizi di caffè, di piatti, posate, comprati e mai usati.

Per la gioia degli eredi.

Probabilmente io non avrò l'anima del vero collezionista, ma non usare un qualcosa di bello (o comunque che piace a me, non necessariamente deve piacere agli altri) che ho comprato, mi sembrerebbe uno spreco.

Perchè l'avrei comprato, allora, se non lo uso, ma mi limito a rimirarlo chiuso in una bacheca ?

E come la mettiamo con il fascino di un oggetto consunto dal proprio uso ?

In ogni caso, sempre siano lodati i collezionisti che ci lasciano oggetti pregiati, nuovi, da poter "conquistare" quando eredi venali ed ignoranti li rimettono in vendita per pochi spiccioli.

domenica 8 settembre 2024

Star Trek i film

Terminato il ripasso delle serie di Star Trek, mi sono dedicato ai film.

Tredici quelli usciti finora.

Sei con l'equipaggio della Serie Originale, quattro con quello della Next Generation e tre, gli ultimi tra il 2009 e il 2016, in cui si fantastica su come i protagonisti della Serie Originale si siano conosciuti in Accademia e quindi abbiano cominciato a lavorare assieme.

Gli ultimi tre sono, a mio parere, un "tradimento" dello spirito di Star Trek, non perchè siano disprezzabili, ma perchè somigliano più a Star Wars che a Star Trek.

Sono stati un errore, perchè i personaggi delle varie serie sono indissolubilmente legati ai loro interpreti e perchè non fanno riferimento ad alcuna serie sviluppate in una pluralità di stagioni ed episodi, tali da consentirci di conoscerne caratteri e di farceli sentire "nostri".

Molto ben fatti invece gli altri dieci che ripropongono i personaggi delle prime due serie con un passaggio del testimone nel settimo film (Generationi), tra la Serie Originale e Next Generation e, appena accennato, nel decimo film (Nemesi) tra Next Generation e Voyager attraverso la breve apparizione del capitano Janaway, divenuta nel frattempo ammiraglio.

Non so se altri si cimenteranno per realizzare un quattordicesimo film di Star Trek, di materiale ce ne sarebbe in abbondanza, ma è da vedere la risposta di un pubblico affezionato ai protagonisti di sempre.

Sì perchè anche per me, pur considerando Voyager la serie migliore, con un suo filo conduttore che ha condotto tutte le sette stagioni, il fascino della Serie Originale rimane intatto, con il suo entusiasmo adolescenziale (ricordiamoci che la Serie Originale è stata prodotta tra il 1964 e il 1966 !) e la fantasia galoppante per un mondo migliore, con l'ottimismo di una umanità che ancora scontava i rigori di una guerra e guardava al futuro con tanta speranza.

Una serie con protagonisti che si sono cuciti addosso il loro personaggio, quattro dei quali deceduti tra il 1999 e il 2022 (De Forest Kelley cioè il Dottor McCoy, James Doohan/Montgomery Scott, Leonard Nimoy/Spock e Nichelle Nichols/Uhura) e che i tre ancora in vita hanno 83 anni (Cecov e Sulu) e ben 93 il Capitano Kirk, al secolo William Shatner che alcuni anni fa coronò anche il sogno di viaggiare nella spazio ospite di uno dei primi lanci privati.

Nei film, come nelle apparizioni nelle serie successive, li ritroviamo invecchiati ma ancora interpreti di un sogno, perchè gli attori muoiono, ma i loro personaggi vivranno per sempre.

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I FILM

1979 - Star Trek il film (Serie Originale)

1982 - Star Trek II l'Ira di Kahn (Serie Originale)

1984 - Star Trek III alla ricerca di Spock (Serie Originale)

1986 - Star Trek IV rotta verso la Terra (Serie Originale)

1989 - Star Trek V l'Ultima Frontiera (Serie Originale)

1991 - Star Trek VI Rotta verso l'ignoto (Serie Originale)

1994 - Star Trek VII Generazioni (Next Generation)

1996 - Star Trek VIII Primo contatto (Next Generation)

1999 - Star Trek IX L'insurrezione (Next Generation)

2002 - Star Trek X La Nemesi (Next Generation)

2009 - Star Trek XI L'inizio

2013 - Star Trek XII Into the darkness

2016 - Star Trek XIII  Beyond

domenica 1 settembre 2024

Il Bologna parla poco italiano

Il Bologna ha iniziato male il Campionato che andrà in parallelo con la partecipazione, dopo sessanta anni, alla Champions.

Ma non è sui risultati (siamo appena alla terza giornata) che scrivo, bensì sulla rosa della squadra che ho visto in una delle rassegne stampa sul Bologna e di cui ho cercato di recuperare l'elenco pubblicato con il nome del giocatore, il ruolo, l'anno di nascita e la cittadinanza (la nazionalità è altra cosa).

Così ho visto che su trentare giocatori in lista, SOLO DIECI sono Italiani: numero insufficiente anche per comporre una formazione !

Ventitre stranieri, provenienti da ogni parte del mondo, un melting pot al ragù, una Torre di Babele che accentua le difficoltà organizzative e tattiche per l'allenatore.

Ma, soprattutto, uno schiaffo alla Nazionale di cui ci si lamenta quando viene eliminata dalla fase finale dei campionati del mondo o agli ottavi degli europei, ma non si riflette abbastanza che se una squadra di terza fascia come il Bologna ha solo dieci Italiani in rosa su trentatre e in campo ne manda contemporaneamente, quando va bene, due ed a volte gioca senza Italiani, come si può sperare che crescano giocatori che diano lustro alla maglia Azzurra ?

Purtroppo la situazione dei vivai è quasi identica, come dimostra l'ingresso in pompa magna di un polacco come Urbanski nella rosa titolare, dopo essere stato allevato per due anni nel nostro vivaio.

Ma fosse solo il Bologna, potremmo anche chiudere un occhio, visto che, con una proprietà straniera, che ha anche una squadra in Canada, ci può stare il melting pot, il fatto grave è che, chi più chi meno, tutte le squadre, incluse in serie B, hanno imboccato la stessa strada.

E allora ?

Allora tocca alla Federazione, magari stabilendo che ogni squadra può comperare tutti gli stranieri che vuole, ma in campo, contemporaneamente, possono esserceno solo due o al massimo tre.

Allora torneremo a sorridere anche in Nazionale.


domenica 25 agosto 2024

Helgoland 513

Quando vidi la prima pubblicità che anticipava la messa in onda di uno sceneggiato di produzione tedesca intitolato "Helgoland 513", mi segnai la data per poi scaricare dall'on demand di Sky tutti i sette episodi che compongono la prima (e probabilmente ultima) stagione.

Ho sempre avuto una particolare passione per le storie del "dopo catastrofe", a cominciare dalle opere di John Wyndham, che non è solo "Il giorno dei Trifidi" e, in televisione, da "I sopravvissuti", eccezionale serie inglese di fine anni settanta, solo da pochi anni disponibile anche in dvd per poterla rivedere quando si vuole.

Helgoland 513, dalla pubblicità, sembrava poter rinverdire quei fasti.

Solito virus micidiale, in un'isola si rifugiano delle persone sane in numero non superiore a 513 per poter essere in grado di attendere tempi migliori senza ristrettezze.

Notare che l'idea del virus è ricorrente (cito solo "Contagio" di Eric Maine molto simile, pur essendo stato scritto ai primi degli anni sessanta, a quello che abbiamo vissuto con il covid) e che era anche la causa della strage ne I sopravvissuti.

Anche l'isola è una idea ricorrente (veggasi il citato Wyndham ne "Il giorno dei Trifidi", ma anche nei "Trasfigurati" e ne "Il risveglio del Kraken") perchè viene vista come una zona, protetta naturalmente dal mare, all'interno della quale è più facile gestire una situazione di emergenza.

Mi sono quindi messo a guardare, con favorevole predisposizione d'animo, Helgoland 513.

Dire delusione è poco e penso che non ci sarà un seguito, tanto la buona, ancorchè non originale, idea iniziale è stata vanificata da una trama inconsistente, da una recitazione piatta, da una tristezza che pervade tutta la narrazione come solo i tedeschi possono sviluppare quando ripiegano su se stessi (peraltro molto meglio, per noi, di quando si sentono invincibili e padroni del mondo).

Per me rappresenta la decadente Germania di oggi che, oltre ad aver perso da tempo ogni Valore, da due-tre anni batte in testa nel motore dell'economia e perde così l'unica medaglia che può far brillare sul suo petto.

Ogni paragone con la serie inglese anni settanta è improponibile.

I sopravvissuti anno 1977 resta ancora il miglior esempio di racconto televisivo su una Terra ed una Umanità che devono ricominciare il loro cammino.