Cari amici nelle mie letture del fine settimana mi sono imbattuto in questo paradosso
piuttosto stimolante, purtroppo non riesco a trovare la risposta al quesito. Poichè so che tra voi vi sono brillanti menti matematiche ve lo giro e attendo fiducioso,la ricerca su internet non ha dato frutti.
un saluto affettuoso.
« Tre tizi entrano in un albergo, ciascuno con 10 dollari in tasca. Prendono una stanza a 30 dollari per notte. Poco dopo un fax della direzione comunica che il prezzo della camera è ridotto a 25 dollari a notte. L'addetto al ricevimento dà al fattorino 5 dollari da restituire ai tre che dividono la stanza. Non avendo mai ricevuto da loro una mancia e non sapendo come dividere 5 dollari in tre, il fattorino decide di intascare 2 dollari e restituire ai tre un dollaro a testa. Così ognuno dei tre clienti ora ha speso 9 dollari e il fattorino ne ha 2, per un totale di 29 dollari. Dov'è finito il dollaro che manca? »
(Frank Morgan)
sabato 28 gennaio 2012
venerdì 27 gennaio 2012
Quel pianto, la rivincita dell' uomo

Franco Varini, classe 1926,bolognese d.o.c., è il presidente dell’Aned,
l’associazione degli ex deportati.
E’ venuto anche nella mia scuola: la sua missione è di non far perdere la
memoria e quindi parla a milioni di giovani della shoah, che "non si deve
ricordare solo il 27 gennaio, noi nei campi ci siamo stati anche
gli altri giorni".
Mi sono sentita una privilegiata per avere potuto conoscere un sopravvissuto dai campi di concentramento nazisti e per averne ascoltato la testimonianza
Varini è un uomo semplice ma arguto e la sua età non si percepisce perché il racconto, ancorchè greve, è disseminato di battute che caratterizzano il suo carattere e la sua voglia di vita ma che sono molto utili per stemperare l’ angoscia di simili ricordi.
Fu arrestato dalle Brigate Nere l'8 luglio 1944 a Bologna, in seguito a delazione, perché militante nella V Brigata della Bonvicini di Bologna Fu carcerato a Bologna, nella sede delle Brigate Nere in via S.Mamolo, poi presso la sede delle SS ai Giardini Margherita in via S.Chiara, poi al carcere di S.Giovanni in Monte.
Deportato poi nei Lager nazisti d'Italia, Fossoli e Bolzano e nei Lager nazisti d'oltralpe: in Germania, a Flossenbürg, matricola n.21.778, ad Augsburg, matricola n.117.065, e a Kottern (sottocampi di Dachau)
La sua liberazione avvenne tra la fine di aprile e gli inizi di maggio 1945 a Kottern, da parte dell'armata di Patton, durante una marcia della morte partita da Kottern
Secondo lui, la Resistenza è stata di tutti, e ricorda come la scelta di resistere non sia stata ideologica, ma di vita. "Qualcuno ha scelto la libertà,altri scelsero la Repubblica di Salò. Ma eravamo ragazzi di strada,non gente nata con il fucile in
mano. Non conoscevamo Pci o Psi,volevamo semplicemente difendere il nostro Paese».
Antonio Magri, anarchico di Molinella,fu il suo insegnante politico ed egli maturò la scelta di resistere proprio grazie alle paroledi quest’uomo che «un giorno si e
uno no era in carcere a San Giovanni in Monte».
Furono loro, i ragazzi dei "mirasoli" (dal nome della via),a fare le prime azioni antifasciste a Bologna. Venne preso a causa di una spia. Stride quasi la sua ironia nel raccontare i vari passaggi da un campo all' altro. "Io ero quello del mese. Un mese a Fossoli, uno a Bolzano, uno a Flossenburg e così via...Quando arrivai a Fossoli chiesi se la situazione era accettabile lì. Mi dissero che il giorno prima ne avevano fucilati 70. Ah è buono, allora! Risposi". Oppure quando ricorda che nel campo le SS bisognava guardarle nel petto e non negli occhi perché si era degli inferiori, "una volta però ne ho guardato uno: lui intanto è morto, io sono ancora qui".
Innumerevoli le sofferenze patite: dalle labbra appoggiate alle lamiere per la sete sui convogli che andavano ai campi, alle docce prima bollenti poi ghiacciate nel gelo invernale tedesco, oppure quando si doveva fare la stufa umana sotto la pioggia per scaldarsi e poi le bucce di patate mangiate, un po’ di trinciato barattato per un pezzo di pane o l’erba strappata a terra per avere più sostanza della brodaglia nera del rancio.
Alla domanda "Che cosa rimane di tutto il male patito?" ha una risposta: il pianto.
Ma è un pianto liberatorio e pieno di significato. Infatti,quando rimise per la prima volta piede, dal giorno della cattura, nella sua strada, via Mirasole, e vide suo fratello, si strinsero "con violenza, quasi volessimo entrare l’uno nell’altro. All ’improvviso e per la prima volta in tutta la mia vita, vidi Renzo piangere.–Dai Renzo, basta- dissi- è finita.
Ma capivo che quel pianto era la nostra rivincita, era la riaffermazione dell ’uomo. Umiliato, vilipeso, schiacciato in mille modi, l’uomo aveva vinto, era più vivo che mai, aveva conservato intatti i suoi valori ed era sopravvissuto alla barbarie"
L'UOMO.
Non vorrei mai che si riperdesse ancora, questo Uomo.
E' per questo che è davvero importante la nostra memoria.
domenica 22 gennaio 2012
sabato 14 gennaio 2012
Elogio del tempo perso
Da quasi un anno, complice anche la collocazione dell'ufficio relativamente vicino a casa, ho progressivamente lasciato in garage la moto per girare a piedi o in autobus.
Sono circa due chilometri e mezzo tra casa e ufficio che al mattino percorro sistematicamente a piedi, mentre per il ritorno, con il freddo o nel pieno della canicola agostana, uso l'autobus.
Era dalla terza media che non usavo sistematicamente dell'autobus, 40 anni in cui tra automobile e moticicletta ho dimenticato il mezzo pubblico, sacrificandolo nel nome del “guadagno” di tempo.
Ma tutto quello che rincorriamo, che vogliamo, che “dobbiamo” assolutamente fare in giornata è realmente necessario ?
Le prime volte in cui ho dovuto attendere un autobus in ritardo sbuffavo, poi ho apprezzato anche quei momenti di tranquillità per guardarmi intorno e vedevo gli “altri me stesso” indaffarati, camminare di passo svelto senza neppure godersi, ad esempio, l'illuminazione con la quale i commercianti di Bologna hanno onorato il periodo natalizio.
Abbiamo “tante cose da fare”, così spesso chiudiamo una conversazione o un incontro casuale con un amico.
Quali ?
E sono tutte indifferibili ?
Non sarebbe bello mettere a frutto una generale situazione che induce al ritorno verso l'individualismo, per rallentare il nostro ritmo di vita ?
Per quanto ragionevolmente possibile visto che con i moderni strumenti di comunicazione il ritmo è incalzante e mentre una volta per ottenere una risposta ad una tua lettera aspettavi anche un mese, oggi, a volte, non passa neppure un'ora.
Ma siamo proprio obbligati a rispondere immediatamente ?
Aspettare l'autobus, a volte, consente di divagare su questioni ad impatto pratico nullo, ma che ci permettono ancora di sentirci esseri umani e non robot.
… poi ci sono quelli che vedi salire senza timbrare il biglietto e la nuvoletta di beatitudine scompare, perchè non è possibile che tutti, tranne te, abbiano l'abbonamento ... ma questa è un 'altra storia ...
Sono circa due chilometri e mezzo tra casa e ufficio che al mattino percorro sistematicamente a piedi, mentre per il ritorno, con il freddo o nel pieno della canicola agostana, uso l'autobus.
Era dalla terza media che non usavo sistematicamente dell'autobus, 40 anni in cui tra automobile e moticicletta ho dimenticato il mezzo pubblico, sacrificandolo nel nome del “guadagno” di tempo.
Ma tutto quello che rincorriamo, che vogliamo, che “dobbiamo” assolutamente fare in giornata è realmente necessario ?
Le prime volte in cui ho dovuto attendere un autobus in ritardo sbuffavo, poi ho apprezzato anche quei momenti di tranquillità per guardarmi intorno e vedevo gli “altri me stesso” indaffarati, camminare di passo svelto senza neppure godersi, ad esempio, l'illuminazione con la quale i commercianti di Bologna hanno onorato il periodo natalizio.
Abbiamo “tante cose da fare”, così spesso chiudiamo una conversazione o un incontro casuale con un amico.
Quali ?
E sono tutte indifferibili ?
Non sarebbe bello mettere a frutto una generale situazione che induce al ritorno verso l'individualismo, per rallentare il nostro ritmo di vita ?
Per quanto ragionevolmente possibile visto che con i moderni strumenti di comunicazione il ritmo è incalzante e mentre una volta per ottenere una risposta ad una tua lettera aspettavi anche un mese, oggi, a volte, non passa neppure un'ora.
Ma siamo proprio obbligati a rispondere immediatamente ?
Aspettare l'autobus, a volte, consente di divagare su questioni ad impatto pratico nullo, ma che ci permettono ancora di sentirci esseri umani e non robot.
… poi ci sono quelli che vedi salire senza timbrare il biglietto e la nuvoletta di beatitudine scompare, perchè non è possibile che tutti, tranne te, abbiano l'abbonamento ... ma questa è un 'altra storia ...
venerdì 6 gennaio 2012
6 GENNAIO: la Befana quest' anno porta AUGURI!
domenica 1 gennaio 2012
Un nuovo anno, un nuovo inizio.
Domani, 2 gennaio, i quotidiani proseguiranno nei virtuosismi delle penne più ispirate, intrise di melenso buonismo.
Per quanto ovvio, io non credo nelle profezie, mi piace però far correre l'immaginazione e quella dei Maya è intrigante allo scopo.
I Maya computavano il tempo sulla base di tre calendari, ma quello che ci interessa è il calendario detto di "lungo periodo", in base al quale finisce un ciclo, la Terra si rinnova e ... ne inizia un altro.
Il 20 dicembre finirà quello che chiamavano il 13° baktun, ma subito inizierà il 14°.
Sarà vero ?
In fondo in tutte le religioni e le mitologie è presente la "fine del mondo" che, poi, non significa altro che il rinnovamento che inizia subito dopo.
Non ci sarà "fine del mondo", ma solo un nuovo inizio.
Se non accadrà ... almeno fino al 21 dicembre potremo sperare che accada quel rinnovamento che da sempre, l'Umanità sogna e si attende dal futuro.
Se non del mondo, perchè quello resterà, così com'è con i suoi pregi e difetti, almeno nella nostro "piccolo", che poi è l'aspetto più importante per ciascuno di noi.
Auguro a tutti noi un 2012 pieno di salute, soddisfazioni e felicità.
Domani, 2 gennaio, i quotidiani proseguiranno nei virtuosismi delle penne più ispirate, intrise di melenso buonismo.
Per quanto ovvio, io non credo nelle profezie, mi piace però far correre l'immaginazione e quella dei Maya è intrigante allo scopo.
I Maya computavano il tempo sulla base di tre calendari, ma quello che ci interessa è il calendario detto di "lungo periodo", in base al quale finisce un ciclo, la Terra si rinnova e ... ne inizia un altro.
Il 20 dicembre finirà quello che chiamavano il 13° baktun, ma subito inizierà il 14°.
Sarà vero ?
In fondo in tutte le religioni e le mitologie è presente la "fine del mondo" che, poi, non significa altro che il rinnovamento che inizia subito dopo.
Non ci sarà "fine del mondo", ma solo un nuovo inizio.
Se non accadrà ... almeno fino al 21 dicembre potremo sperare che accada quel rinnovamento che da sempre, l'Umanità sogna e si attende dal futuro.
Se non del mondo, perchè quello resterà, così com'è con i suoi pregi e difetti, almeno nella nostro "piccolo", che poi è l'aspetto più importante per ciascuno di noi.
Auguro a tutti noi un 2012 pieno di salute, soddisfazioni e felicità.
Buon Anno !
domenica 25 dicembre 2011

Ci sono parole che fan vivere / E sono parole innocenti / La parola calore la parola fiducia / Giustizia amore e la parola libertà / La parola figlio e la parola gentilezza / Certi nomi di fiori certi nomi di frutti / La parola coraggio la parola scoprire / E la parola fratello e la parola compagno / E certi nomi di luoghi e paesi / E certi nomi di donne e d' amici.
(Paul Eluard)
A tutti, il mio BUON NATALE!
sabato 24 dicembre 2011
Come ci ha, con la consueta precisione ed arguzia illustrato Massimo, da anni ed anni non abbiamo un bianco Natale.
In compenso questo Natale è l’ultimo prima di un anno al verde … ;-)
Quindi spero che tutti noi lo si possa godere al meglio, con i propri affetti, ricordi e speranze.
Poi il 2012, l’anno dei Maya …, sarà quel che sarà.
Magari non sarà così brutto come lo dipingono.
In compenso questo Natale è l’ultimo prima di un anno al verde … ;-)
Quindi spero che tutti noi lo si possa godere al meglio, con i propri affetti, ricordi e speranze.
Poi il 2012, l’anno dei Maya …, sarà quel che sarà.
Magari non sarà così brutto come lo dipingono.
mercoledì 21 dicembre 2011
Il Natale e la neve
Accolgo l'invito di Claudio per un post di argomento meteo sul Natale:
...
Natale con la neve: è il sogno un po’ di tutti: anche quelli che odiano la neve la accettano per un solo giorno all’anno: il Natale.
Sarà colpa della pubblicità sempre più ossessionante, delle cartoline natalizie e soprattutto dei film ambientati nel periodo natalizio (tutti immancabilmente pieni di neve), ma Natale senza la dama bianca non sembra neppure un Natale.
Eppure avere un Natale con la neve sembra una maledizione per noi.
Da noi in inverno nevica, l’inverno padano è molto simile, quasi uguale a quello dell’Europa Centrale (e molto più freddo, ad esempio, dell’inverno tipico dell’Europa occidentale atlantica), in ogni altra ricorrenza invernale (che so, Capodanno, Befana, S.Antonio,ecc.) i ricordi di nevicate antiche o recenti si sprecano, ma il Natale fa eccezione.
Sembra proprio che il dio della meteo abbia deciso che in Italia, anzi in Pianura Padana, anzi in Emilia-Romagna può nevicare indifferentemente in qualsiasi giorno dell’inverno, tranne che per Natale.
L’ultima nevicata natalizia vera risale all’ormai lontano 1963.
Grande inverno quell’inverno, col Bologna F.C. lanciato verso lo scudetto, con una nevicata epocale di più di 60 cm. fra il 14 e il 18 dicembre ed il bis, di ulteriori 30 cm. proprio fra il 24 e il 25.
Dopo di allora, però, più nulla.
A dire il vero nel 1984 nevicò la mattina del 24, ma si trattò solo di una spolverata ed entro sera la neve era già sciolta.
Nel 1990 cadde qualche fiocco di neve addirittura nelle prime ore della mattina del 25, quando era ancora buio, ma fu veramente ben poca roba e praticamente non attaccò.
Nel 1991 ci fu una bella nevicata di qualche centimetro il 23/12, ma era l’antivigilia: non la si può considerare una nevicata natalizia.
Per il resto, nient’altro.
E dire che tutte le altre ricorrenze delle feste natalizie sono sempre state generose di neve.
Qualche esempio ?
Per Santo Stefano ci furono almeno tre ottime nevicate di svariati centimetri nel 1980-1993-2001
Il 31 gennaio nevicò nel 1973, nel 1979 (immensa quella nevicata di quasi 40 cm.), nel 1985 (spolverata), ed ancora nel 1995 e 1996
Per Capodanno abbiamo le grandi nevicate del 1971 e 1979 (anche se, a dire il vero, iniziarono nella serata del giorno 1) e quelle più recenti del 1994 , 2006 e 2009
Sarà colpa della pubblicità sempre più ossessionante, delle cartoline natalizie e soprattutto dei film ambientati nel periodo natalizio (tutti immancabilmente pieni di neve), ma Natale senza la dama bianca non sembra neppure un Natale.
Eppure avere un Natale con la neve sembra una maledizione per noi.
Da noi in inverno nevica, l’inverno padano è molto simile, quasi uguale a quello dell’Europa Centrale (e molto più freddo, ad esempio, dell’inverno tipico dell’Europa occidentale atlantica), in ogni altra ricorrenza invernale (che so, Capodanno, Befana, S.Antonio,ecc.) i ricordi di nevicate antiche o recenti si sprecano, ma il Natale fa eccezione.
Sembra proprio che il dio della meteo abbia deciso che in Italia, anzi in Pianura Padana, anzi in Emilia-Romagna può nevicare indifferentemente in qualsiasi giorno dell’inverno, tranne che per Natale.
L’ultima nevicata natalizia vera risale all’ormai lontano 1963.
Grande inverno quell’inverno, col Bologna F.C. lanciato verso lo scudetto, con una nevicata epocale di più di 60 cm. fra il 14 e il 18 dicembre ed il bis, di ulteriori 30 cm. proprio fra il 24 e il 25.
Dopo di allora, però, più nulla.
A dire il vero nel 1984 nevicò la mattina del 24, ma si trattò solo di una spolverata ed entro sera la neve era già sciolta.
Nel 1990 cadde qualche fiocco di neve addirittura nelle prime ore della mattina del 25, quando era ancora buio, ma fu veramente ben poca roba e praticamente non attaccò.
Nel 1991 ci fu una bella nevicata di qualche centimetro il 23/12, ma era l’antivigilia: non la si può considerare una nevicata natalizia.
Per il resto, nient’altro.
E dire che tutte le altre ricorrenze delle feste natalizie sono sempre state generose di neve.
Qualche esempio ?
Per Santo Stefano ci furono almeno tre ottime nevicate di svariati centimetri nel 1980-1993-2001
Il 31 gennaio nevicò nel 1973, nel 1979 (immensa quella nevicata di quasi 40 cm.), nel 1985 (spolverata), ed ancora nel 1995 e 1996
Per Capodanno abbiamo le grandi nevicate del 1971 e 1979 (anche se, a dire il vero, iniziarono nella serata del giorno 1) e quelle più recenti del 1994 , 2006 e 2009
Ed infine, la Befana: generosissima di neve (la cagadeinna d’la vecia, si diceva una volta): inutile fare l’elenco.
E allora perché S.Stefano,S.Silvestro,Capodanno,Befana sì e Natale no ??
Mistero.
E pensare che coloro che probabilmente hanno inventato il Natale con la neve, vale a dire gli Americani, la neve natalizia ce l’hanno immancabilmente tutti gli anni.
E non è che il loro clima sia poi così diverso dal nostro: certo, molti stati degli USA d’inverno sono delle autentiche ghiacciaie, ma in moltissimi altri (tutti gli stati del sud) l’inverno è molto più caldo che da noi, ma la neve a Natale non manca mai.
Un esempio ? Pochi anni fa, nel 2004 a Brownsville, la città più meridionale del Texas, ai confini col Messico, a soli 25,5° di latitudine nord, ci fu una eccezionale nevicata di quasi 20 cm. proprio la notte di Natale.
La neve in quei posti (oltretutto sul livello del mare, bagnati dalle calde acque del Golfo del Messico) è rarissima, con tempi di ritorno addirittura secolari (nella vicina Galveston, dove caddero 11 cm, era dal 1895 che non nevicava così).
Quindi un evento che succede una sola volta in un secolo quando sceglie di capitare ?
Ma la notte di Natale, perbacco !
Forse la differenza con noi è tutta qui.
E allora perché S.Stefano,S.Silvestro,Capodanno,Befana sì e Natale no ??
Mistero.
E pensare che coloro che probabilmente hanno inventato il Natale con la neve, vale a dire gli Americani, la neve natalizia ce l’hanno immancabilmente tutti gli anni.
E non è che il loro clima sia poi così diverso dal nostro: certo, molti stati degli USA d’inverno sono delle autentiche ghiacciaie, ma in moltissimi altri (tutti gli stati del sud) l’inverno è molto più caldo che da noi, ma la neve a Natale non manca mai.
Un esempio ? Pochi anni fa, nel 2004 a Brownsville, la città più meridionale del Texas, ai confini col Messico, a soli 25,5° di latitudine nord, ci fu una eccezionale nevicata di quasi 20 cm. proprio la notte di Natale.
La neve in quei posti (oltretutto sul livello del mare, bagnati dalle calde acque del Golfo del Messico) è rarissima, con tempi di ritorno addirittura secolari (nella vicina Galveston, dove caddero 11 cm, era dal 1895 che non nevicava così).
Quindi un evento che succede una sola volta in un secolo quando sceglie di capitare ?
Ma la notte di Natale, perbacco !
Forse la differenza con noi è tutta qui.
domenica 11 dicembre 2011
Così si gioca solo in Paradiso
Esagero, ovviamente, perchè il Paradiso appartiene a quella squadra che abbiamo amato da bambini e di cui tutti noi ricordiamo la felicità che ci regalò quel 7 giugno 1964 conquistando lo scudetto, l'ultimo, contro l'Inter (che "odio" dalla nascita :-) nello spareggio di Roma.
Però era da tempo che non vedevo un Bologna così tonico, concentrato, ben messo in campo.
Anche giovedì sera, contro la Juventus (che "odio" dalla maggiore età :-), le "riserve" avevano disputato una partita eccellente, ma il campionato è un'altra cosa.
Il Milan (che mi è simpatico da sempre a parte il periodo di Benetti dopo che spaccò Liguori) ha un organico e una struttura societaria di gran lunga superiore al Bologna.
Eppure abbiamo giocato alla pari.
Tutti bravi, ma permettetemi di sottolineare la prova di Crespo e Raggi che dopo aver giocato 120 minuti più recupero giovedì sera, hanno sopportato altri 96 minuti senza sbavature.
Finalmente una bella partita con il Bologna protagonista.
Se Pioli saprà tenere concentrati i calciatori anche con le "piccole", potremmo anche cambiare le prospettive funebri di qualche commento addietro (vero, Claudio ? :-).
Però era da tempo che non vedevo un Bologna così tonico, concentrato, ben messo in campo.
Anche giovedì sera, contro la Juventus (che "odio" dalla maggiore età :-), le "riserve" avevano disputato una partita eccellente, ma il campionato è un'altra cosa.
Il Milan (che mi è simpatico da sempre a parte il periodo di Benetti dopo che spaccò Liguori) ha un organico e una struttura societaria di gran lunga superiore al Bologna.
Eppure abbiamo giocato alla pari.
Tutti bravi, ma permettetemi di sottolineare la prova di Crespo e Raggi che dopo aver giocato 120 minuti più recupero giovedì sera, hanno sopportato altri 96 minuti senza sbavature.
Finalmente una bella partita con il Bologna protagonista.
Se Pioli saprà tenere concentrati i calciatori anche con le "piccole", potremmo anche cambiare le prospettive funebri di qualche commento addietro (vero, Claudio ? :-).
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