domenica 22 maggio 2016

Escursioni ... termiche

Venerdì sono andato in montagna.
Pioggerellina fine, 15 gradi pressochè costanti.
Necessità di accensione del caminetto e, alla sera, anche una riscaldata generale.
Oggi sono rientrato.
Dai 24 gradi ai 30 della pianura.
Guardo il meteo perchè il 30 e 31 dovrò essere a Milano e vedo una previsione di 33 e 34 gradi ?!?!?
Spero che il meteo abbia ragione, perchè pur essendo un convinto sostenitore di giacca e cravatta, il dress code mi dice "abbigliamento informale" e questa volta ne approfitterò.
Beati i posteri che vivranno in cupole climatizzate  (e avranno pure il teletrasporto) !

domenica 15 maggio 2016

Sotto elezioni

Se uno non sapesse che siamo vicini al nuovo (speriamo)  sindaco previa elezione, lo capirebbe dal tanto fumo che esce dalle frenetiche attività di chi è stato immobile quattro anni per realizzare in un anno qualcosa che lo renda famoso e magari gli faccia intitolare una strada (sperando che non agisca come il socialista Zanardi che distrusse le Torri della Mercanzia ...).
Così per un anno sono rimaste bloccate via Rizzoli, Ugo Bassi, Piazza Re Enzo e in questo mese prossimo al voto viene bloccata, nel solito modo arruffone e disordinato, via Castiglione.
L'8 e il 22 maggio (domenica) via Castiglione è chiusa dall'incrocio con via Putti fino al numero cinque di via Barbiano, inibendo il traffico.
Ieri, 14 maggio, via Castiglione è stata chiusa in entrambi i sensi di marcia dalla Porta a via Sabbioni, creando una coda che si estendeva da via Sabbioni fino all'incrocio di via Codivilla con via S. Mamolo, complice anche la rottura di una tubazione (penso, almeno che fosse così).
Dall'11 al 18 maggio via Castiglione è chiusa da Piazza di Porta Castiglione fino a via Sabbioni , transitabile solo in senso opposto, creando un intasamento su viale Panzacchi ove vengono deviate le automobili e gli autobus che vanno verso l'Ospedale e il Poliambulatorio Rizzoli e San Michele in Bosco.
Naturalmente senza posizionare alcun vigile urbano all'incrocio con Via San Mamolo, Viale Aldini e Via D'Azeglio dove i soliti furbi percorrono la corsia che dovrebbe loro impore di proseguire veso porta Saragozza e, invece, giunti al semaforo fanno marameo a chi è ligio alle regole e tagliano verso via San Mamolo, ostruendo il traffico e rischiando incidenti (e anche liti ... personalmente userei una ruspa su quelle automobili ....).
Ma il comune non ha pensato di inviare una pattuglia di vigili e regolare il traffico, impedendo ai furbi il loro imbroglio salvo pesantissima sanzione economica (l'unica che noi Italiani riusciamo a capire bene).
Come se non bastasse oggi, 15 maggio, oltre alla chiusura di via Castiglione dalla Porta a via Sabbioni, abbiamo la Strabologna al mattino e la Festa delle Matricole con la corsa dei carrioli da via Putti a via Castiglione nel pomeriggio dalle 13 in poi. 
Stiamo lavorando per voi, dicono al comune.
Sì, ma almeno cercate di organizzarli bene, non basatevi sull'improvvisazione !

domenica 8 maggio 2016

Una Bologna piccola piccola

La rinascita del Bologna prosegue, a piccoli, piccolissimi passi, ma sicuramente meglio di quanto non vada alla nostra città sempre più degradata.
A tre giornate dalla fine il Bologna riesce ad agguantare una salvezza tranquilla, costruita nei quattro mesi della cavalcata gloriosa di novembre-febbraio e può quindi ridere sopra la penosa prestazione dell'arbitro della partita di ieri sera con il Milan (persa, di rigore, come contro il Torino).
Nel frattempo la Virtus è retrocessa e la Fortitudo, anche se ai play off, non mi sembra abbia la struttura per arrivare alla promozione o sopportare la massima serie.
Continua a difendersi (anche se sembra in calo) la Fortitudo baseball, ma il baseball ormai è uno sport molto più che dilettantesco e poco attrattivo se alle Olimpiadi hanno preferito rimuoverlo per fare spazio (figuriamoci un po' !) al pugilato femminile.
Della Bologna pallavolistica ho perso traccia.
Sembra però che il problema maggiore di Bologna sia quello di impedire a Beppe Maniglia di suonare in piazza ove arrivare sgommando con la sua moto (infatti è stata sequestrata).
Siamo sotto elezioni e si aprono i cantieri.
Almeno questo è un fatto positivo, una volta ogni cinque anni, soprattutto quando c'è un sindaco in cerca di conferma.
Magari per risollevarci dovremmo dare tutti i poteri a Joey Saputo, per tutto lo sporto bolognese, ma anche nell'amministrazione della città.
Peggio di così com'è non potrebbe fare.

domenica 1 maggio 2016

Non esistono più le stagioni di una volta !

Che avessero ragione i nostri Anziani, tanto presi in giro nei cabaret televisivi per il loro "rimpianto" delle stagioni della giovinezza ?
Abbiamo avuto un inverno senza neve (in città) e adesso, da una decina di giorni, dobbiamo riaccendere il riscaldamento (chi può ...) per temperature esterne che non arrivano a venti gradi che scendono anche sotto i dieci di notte.
Allora è vero: non esistono più le stagioni di una volta.
Ma se una generazione dopo l'altra continua ad esprimere lo stesso concetto, non sarà che questi "cambiamenti climatici" siano la regola per la nostra Terra e, quindi, tutto il business che sta crescendo sulle tematiche ecoambientaliste non sia altro che una fola, idonea solo a depredarci di altri soldi con le scuse più disparate come il contributo in bolletta elettrica per le "energie rinnovabili" ?

domenica 17 aprile 2016

L'evoluzione urbanistica e architettonica di Bologna

Un altro bel contributo alla conoscenza di Bologna da parte di Tiziano Costa la cui serie, pubblicata con il Resto del Carlino ad 8,90 euro con cadenza circa mensile, occupa ormai due scaffali di una colonna della mia libreria.
Questa volta è in esame, sempre con il solito tono leggero e di facile lettura, lo sviluppo urbanistico e architettonico della città.
Dal primissimo insediamento all'incrocio dell'odierna T fino agli interventi più recenti (manca ala ripavimentazione e i lavori eseguiti in via Ugo Bassi, Rizzoli e Piazza Re Enzo).
Vediamo quindi come la "modernità" e la voglia matta di lasciare il proprio marchio sulla città abbia cambiato il volto della città che, oggi, Costa ritiene assomigliare sempre più ad una noiosa e omologata città globalista.
Se poi è vero che i "veri" bolognesi sono ormai solo un terzo della popolazione, possiamo comprendere come la "bolognesità" sia destinata a cambiare sempre più marcatamente, perdendo, forse irrimediabilmente, quelle caratteristiche che avevano fatto di Bologna una città in cui vivere bene.
Particolare nota di biasimo al sindaco socialista Zanardi che, abbattendo le torri della Mercanzia, ci ha sottratto un angolo che poteva, come rileva Costa, essere un unicum mondiale.
La raccolta dei libri di Costa, pur non essendo organico per la storia della città, rappresenta comunque un patrimonio di conoscenze e bibliografia per raccontare chi eravamo e chi siamo, e solo conoscendo chi eravamo e chi siamo, possiamo cercare di immaginare chi saremo, sperando di avere l'intelligenza di evitare, conoscendoli, gli errori del passato.

domenica 10 aprile 2016

Fantascienza distopica

Nel giorni scorsi era a Bologna, per la fiera del libro, Veronica Roth, autrice della saga dei "divergenti" .
Mi sono meravigliato che l'abbiano inserita della letteratura per ragazzi, come già fecero con l'altra autrice (Suzanne Collins) di una saga simile "Hunger games".
In effetti, leggendo le cronache, sembra che fossero tanti gli adolescenti che hanno cercato di ottenere l'autografo dell'autrice, molte ragazze.
In ambedue le saghe, infatti, l'improbabile protagonista è una adolescente che combatte (letteralmente) con i suoi coetanei (o anche più anziani) proiettando sicuramente idee sbagliatissime a tante ragazze.
Non mi sembra inoltre che la saga (ben scritta, con alcune idee originali) sia propriamente adatta "ad un pubblico minorenne" che probabilmente ne recepisce solo la parte superficiale, avventurosa e non quella più profonda.
Anche se mi domando se nell'autrice ventisettenne ci fosse l'intenzione o la consapevolezza di scripere un romanzo (seguito da altri due) a pieno titolo appartenente alla fantascienza distopica.
Cioè a quel filone letterario che immagina, per esorcizzarlo, un mondo una società malvagia o, almeno, sbagliata, frutto di scelte errate e di una cieca osservanza delle leggi scritte in tempi remoti e tramandate nel tempo come immutabili.
Sia nella storia dei Divergenti che in Hunger Games, abbiamo una protagonista che si ribella e, alla fine, risulta il granello di sabbia che manda in crisi l'ingranaggio.
Non riporto altro perchè la storia (le storie) sono godibili e sono anche state riportate in film trasmessi in televisione e ogni indicazione sulla trama e la conclusione rovinerebbe il piacere della lettura e della visione.
Ma la fantascienza distopica non è un fenomeno di oggi.
Negli anni settanta furono prodotti più film che, influenzati dal clime fosco del tempo, dalla ipotesi di una guerra nucleare che avrebbe distrutto il mondo come lo si conosce, ipotizzavano quale potesse essere la società del "dopobomba".
Il film che mi piace maggiormente ricordare è "La fuga di Logan", del 1976-77, in cui veniamo a conoscenza di come l'umanità, per salvarsi, si fosse rinchiusa in città cupole, dove però doveva limitare il numero di abitanti e si era quindi dato corso ad una religione che imponeva di uccidere (ma parlavano di rigenerazione) chi raggiungeva i trenta anni.
Anche qui c'è chi si ribella e riesce a liberare l'umanità imprigionata, scoprendo che l'aria si era decontaminata.
In letteratura mi piace invece ricordare Wells con il suo "L'uomo che visse nel futuro" (e il relativo, splendido film di George Pal) dove, sempre dopo una guerra devastante, l'umanità si era divisa in due.
Chi viveva sulla terra e chi sotto terra, questi ultimi, più forti e crudeli, dominando i primi (e usandoli come schiavi).
Romanzi e film tutti che uniscono alla piacevolezza della trama, anche un monito su quale società si potrà costruire, "quando" quella che conosciamo dovrà lasciare il campo a quella che verrà dopo.

domenica 3 aprile 2016

Prefazioni

Una volta saltavo sistematicamente le prefazioni.
Poi le ho cominciate a leggere dopo aver letto il libro (romanzo o saggio) per vedere se la mia opinione, non contaminata da un pregiudizio derivante da una opinione altrui, collimava con quella del prefatore.
Adesso mi piace leggerle esattamente nell'ordine in cui sono impaginate, ma solo per i libri "datati", cioè pubblicati tanti anni fa, quelli che si ritrovano nelle fiere del libro o da qualche libraio come Nanni.
Libri stampati negli anni cinquanta, sessanta, settanta, contengono prefazioni dalle quali si coglie lo spirito dell'epoca, le speranze, l'attesa per il futuro, le lotte e le passioni ormai archiviate e consegnate agli storici.
Ultimamente ho letto un bel ciclo di fantascienza di Roger Zelany, il ciclo di Ambra, pubblicato tra il 1978 e il 1980 dalla Libra Editrice (1967-1982) .
Le preazioni di Ugo Malaguti valgono, da sole, il prezzo dei romanzi ritrovati nel tempo (ho impiegato oltre dieci anni a completare l'intera collezione, iniziata prima ancora che mi interessassi alla fantascienza).
Con gli occhi disincantati di chi sa quello che sarebbe accaduto, ho avuto il piacere di leggere le domande e le previsioni per gli anni ottanta e novanta di un osservatore che il futuribile masticava a colazione, pranzo e cena.
E come ci si sbagliava, allora, nel pensare all'oggi !
In meglio o in peggio ?
Alla nostra età siamo portati a pensare al passato come un'età dell'oro, quando si viveva meglio, un po' come la vecchia pubblicità della Chinamartini di Calindri e Volpi (dura minga, non può durar).
Credo, invece, che se anche il futuro non è come potevamo immaginare o sperare nei nostri sogni giovanili, sia comunque un passo avanti dell'Umanità verso il progresso, verso l'evoluzione di una Civiltà, della nostra Civiltà, della Civiltà tout court.
Un esercizio utile leggersi le prefazioni dei vecchi libri, per riconciliarsi con il mondo di oggi che, con il nostro sguardo da sessantenni, sembra ci stia sfuggendo, ma è quello che abbiamo contribuito a realizzare.


domenica 20 marzo 2016

Ricette online

Un buon mangiare consola dalle sventure del mondo, come il ritorno del Bologna al solito, vecchio, Bologna che pretende dai suoi tifosi (santi subito !) un cuore sano e saldo.
Da un po' di tempo il Carlino online propone ricette rese ancora più appetibili da splendide fotografie che fanno venire voglia di mangiarle.
I primi piatti proposti erano "banali", per quanto attrattivi: dagli spaghetti aglio, olio e peperoncino a quelli alla carbonara, fino alle penne all'arrabbiata.
Gli ultimi tre, pur conosciuti, rappresentano una variante facile da realizzare e che si mangiano con piacere.
Spaghetti all'amatriciana (da realizzare, qui da noi, senza il guanciale di Amatrice, perchè tanto non si trova facilmente o te lo fanno passare per Amatrice ma non lo è,  ma è perfetta la pancetta affumicata di Praga, questa è una mia nota personale), poi le orecchiette alla crudaiola che avevo mangiato più volte in una pizzeria negli anni ottanta.
Famose, infatti, sono le orecchiette con i broccoli (che a me non piacciono granchè ...) quelle che, adesso, ho scoperto che si chiamano "alla crudaiola" , con il sugo al pomodoro, peperoncino piccante (MOLTO piccante ... è meglio) e le olive nere denocciolate, rappresentano un gran bel piatto, anche dopo una sconfitta contro l'Atalanta, proprio all'ora del pranzo domenicale.
L'ultimo piatto è dato dalle fettuccine alla papalina: una scoperta, per me, assoluta.
Avevo mangiato spesso le fettuccine alla romana (sempre con pomodoro e spezie varie, direi quasi una puttanesca in versione fettuccine) ma questo è un piatto che unisce una certa presenza visiva e si fanno mangiare di gran gusto.
Una avvertenza.
Le ricette sono per quattro o sei porzioni.
Mi sembrano comunque molto abbondanti (dipende poi da quanto uno sia abituato a mangiare).
Non garantisco secondi e contorni che non ho provato e che, comunque,  non sono i miei piatti preferiti, andando sul sicuro con le cotolette alla milanese  o un arrostino di maiale e patate fritte o peperonata.


domenica 13 marzo 2016

Arte e degrado

C'è un tizio che si fa chiamare "Blu", al centro delle cronache perchè, rifiutando di venire "esposto" in una mostra, sta cancellando tutti "graffiti" che ha lasciato per Bologna.
Sicuramente il signor "Blu" dipinge meglio di quanto non abbia fatto e non farò mai io (non ci vuole molto, vi assicuro ...) ma da qui a chiamare "arte" l'uso, che ne so, di una bomboletta di vernice, ce ne passa, eccome !
Quando vedo la saracinesca di un negozio o la parete di un edificio con tutti i ghirigori dei cosiddetti "writers" non mi viene in mente l'arte, ma solo il degrado che colpisce zone abbandonate, malsane delle città.
Ben venga, dunque, l'opera di autoripulitura, quasi una nemesi nei confronti di chi aveva precedentemente imbrattato una proprietà pubblica o privata.
Lasciategli finire l'opera di  .... pulizia.

domenica 6 marzo 2016

E' corretto ?

"La libertà di opinione include anche la libertà di offesa".
Su questo tema si è svolto un convegno.
A me sembra che la risposta sia 1 X 2.
Certe definizioni hanno assunto un connotato offensivo ma solo per alcuni, mentre altri , apostrofati con la stessa parola o frase, ne rimarrebbero indifferenti o anche compiaciuti.
Sicuramente dare del "cretino" è offensivo per tutti, apostrofare uno come "comunista" o "fascista", può essere offensivo solo in base alle circostante, al contesto generale e, soprattutto, se uno non lo è.
Parole come "negro" sono considerate offensive solo da alcuni anni in base a quella autentica Inquisizione che è il linguaggio "politicamente corretto " (che io preferisco definire "corrotto").
Quindi ... ognuno rimane delle sue idee e l'importante è che possa esprimerle, senza censure e senza leggi che, sanzionando penralmente,  ci impongano un determinato linguaggio.