Da quanto ho accelerato le ricerche per completare le collane della Libra con i volumi a me mancanti, ho scoperto, con piacevole sorpresa, un mondo a me sconosciuto.
Nei mercatini di paese, in piccole botteghe piene di libri, con un sistema ruspante - che sa tanto di vecchio samizdat - di pubblicizzare i propri prodotti, ma anche utilizzando le più moderne tecnologie e sistemi di vendita (da Amazon ad E-bay) libri che sembravano scomparsi (e lo erano, in attesa di ristampe !) dai circuiti più noti, tornavano a guardarmi con le loro ammiccanti copertine antiche.
Non sono un esperto di editoria, ma ho notato che in libreria (parliamo di Mondadori, di Mel/Ibs, in un certo senso anche di Nanni che però ha conservato la tradizione dei libri più vecchi ed usati in ottimo stato) i titoli sono decine, centinaia, con un alto tasso di rotazione.
Dopo un anno, dall'edizione rilegata e cartonata, si passa a quella economica, poi a quella supereconomica (purtroppo con caratteri sempre più minuscoli che, alla nostra età, cominciano ad infastididre anche chi, come me, non ha ancora l'obbligo delle lenti).
Si è persa la tradizione del libro datato, di quelle edizioni ingiallite dal tempo e dalla polvere.
Invece no.
C'è ancora, bisogna però cercare con cura.
Si possono acquistare volumi che si ricordava di aver visto e/o letto da bambini o adolescenti e che, però, non sono (più) in nostro possesso.
E si comprano e con una soddisfazione immensa vengono letti e poi sistemati in un posto d'onore nella libreria di casa ormai debordante in tutte le stanze.
Così si trovano i volumi mancanti di una collana di fantascienza o romanzi di un autore che, per le sue idee, continua a subire l'ostracismo dei sacerdoti della cultura massiva e conformista o un saggio che, ormai, contiene idee troppo "politicamente scorrette" e che nessun editore ha più il coraggio di stampare.
Questa è l'Italia delle piccole, grandi risorse, che riesce a mantenere viva una tradizione nell'epoca in cui tutto viene bruciato in una vampata destinata a spegnersi altrettanto velocemente di come si è accesa.
Questa Italia della memoria e della tradizione è l'Italia che può ancora aprirci alla speranza di un futuro che la ragione nega possa essere roseo come vorremmo.