Ecco il minacciato post.
Riflessioni in libertà (e con grande affetto) su come baldi adolescenti si ritrovano oggi allegri cinquantenari ...
I recenti commenti di Valeria al post del mio omonimo sul 1° ottobre e alcuni colloqui con Roberto, mi hanno indotto ad una riflessione su “come siamo”.
Rectius: come siamo ... diventati.
Certo, qui scriviamo in cinque, anche se dal contatore degli accessi desumo che questo blog venga regolarmente aperto anche da qualcuno che non si palesa, quindi rappresentiamo un microcosmo del nostro microcosmo di cinquantenari, per cui siamo necessariamente un campione limitato.
Ma credo che quelle caratteristiche che erano appena accennate nei noi stessi di 40 anni fa, oggi siano state accentuate ma (veltronianamente …) anche ribaltate e in questo le esperienze hanno avuto una incidenza determinante.
Massimo P. è sempre stato persona affidabile, taciturna, riflessiva.
Infatti trovava la sua apoteosi nei temi in cui riusciva ad esprimere quelle riflessioni, talvolta amare, che lo caratterizzavano.
Oggi dai suoi post emerge che in lui ha prevalso l'anima leopardiana, un forte disincanto, un realismo spietato e, consentitemi una divagazione leggera, gli pesa la disillusione di quel 1982 quando gli crollarono addosso certezze decennali con la retrocessione, la prima della storia (poi ne seguirono purtroppo altre e peggiori), del nostro Bologna.
Claudio potenzialmente aveva le stesse caratteristiche, pur se meno accentuate, di Massimo P, ma ha avuto un percorso differente.
Si è dedicato alla conoscenza diretta del mondo, si è divertito (una volta si sarebbe detto “ha saltato la cavallina”), ora lavora nel solco della tradizione paterna e mi sembra gratificato da quel che fa, se non – forse: non mi permetterei mai di fare i conti in tasca agli altri ! – sul piano economico, almeno su quello professionale.
Roberto è l’unico tra noi che abbia figli ... e si vede !
Non è più completamente il Roberto che conoscemmo, spensierato, un po’sbruffone, “animale” (absit iniuria verbis:-) da compagnia.
La responsabilità della paternità si tocca con mano nel “non possum” che pronuncia spesso alla domenica quando gli propongo di guardare la partita assieme, ma rimane di lui l’ambizione culturale (noterai, Roberto, che ho appellato “culturale” e non “intellettuale” che, come noto, io ritengo termine dispregiativo) , quella che gli fece estrapolare la famosa frase sul “conformismo ribellistico esteriorizzato con monotona pervicacia dalle varie gradazioni antiborghesi del nostrano estremismo populista” che, come vedete, ho imparato a memoria tanto è affascinante nella sua totale inconsistenza ... :-)
Tra tutti Roberto è però anche l’unico afflitto da berlusconite acute e si rovina le giornate (e il fegato ...) tutte le volte in cui apre il giornale e immancabilmente legge il nome o vede una fotografia del nostro Presidente preferito (coraggio, fra una ventina d'anni Silvio Nostro passerà la mano … alla figlia Marina ... :-).
Infine Valeria, last but non least direbbero gli Inglesi.
A differenza degli altri citati non la vedo da anni, per cui solo dai suoi scritti ritrovo la Valeria allegra e ottimista della nostra adolescenza, oggi donna soddisfatta e convinta del suo ruolo nella società e probabilmente insegnante severa e premurosa.
Con, però, alcuni ... feticci (mi consenta, Prof ... :-) che la istituzionalizzano, come peraltro deve essere per una persona chiamata a trasmettere cultura e che sono rappresentati da un eccesso di sudditanza verso norme scritte, a volte anche in altre epoche e quindi non più attuali e verso certa vulgata storica che in troppi, anche pro bono pacis, accreditano come unica verità possibile.
Ma resta, inequivocabilmente la First Lady del nostro blog.
So che Valeria, a questo punto, dirà: “e tu”?
Io, no.
Io sono l’autore del post, colui che osserva e racconta ... :-)))
Riflessioni in libertà (e con grande affetto) su come baldi adolescenti si ritrovano oggi allegri cinquantenari ...
I recenti commenti di Valeria al post del mio omonimo sul 1° ottobre e alcuni colloqui con Roberto, mi hanno indotto ad una riflessione su “come siamo”.
Rectius: come siamo ... diventati.
Certo, qui scriviamo in cinque, anche se dal contatore degli accessi desumo che questo blog venga regolarmente aperto anche da qualcuno che non si palesa, quindi rappresentiamo un microcosmo del nostro microcosmo di cinquantenari, per cui siamo necessariamente un campione limitato.
Ma credo che quelle caratteristiche che erano appena accennate nei noi stessi di 40 anni fa, oggi siano state accentuate ma (veltronianamente …) anche ribaltate e in questo le esperienze hanno avuto una incidenza determinante.
Massimo P. è sempre stato persona affidabile, taciturna, riflessiva.
Infatti trovava la sua apoteosi nei temi in cui riusciva ad esprimere quelle riflessioni, talvolta amare, che lo caratterizzavano.
Oggi dai suoi post emerge che in lui ha prevalso l'anima leopardiana, un forte disincanto, un realismo spietato e, consentitemi una divagazione leggera, gli pesa la disillusione di quel 1982 quando gli crollarono addosso certezze decennali con la retrocessione, la prima della storia (poi ne seguirono purtroppo altre e peggiori), del nostro Bologna.
Claudio potenzialmente aveva le stesse caratteristiche, pur se meno accentuate, di Massimo P, ma ha avuto un percorso differente.
Si è dedicato alla conoscenza diretta del mondo, si è divertito (una volta si sarebbe detto “ha saltato la cavallina”), ora lavora nel solco della tradizione paterna e mi sembra gratificato da quel che fa, se non – forse: non mi permetterei mai di fare i conti in tasca agli altri ! – sul piano economico, almeno su quello professionale.
Roberto è l’unico tra noi che abbia figli ... e si vede !
Non è più completamente il Roberto che conoscemmo, spensierato, un po’sbruffone, “animale” (absit iniuria verbis:-) da compagnia.
La responsabilità della paternità si tocca con mano nel “non possum” che pronuncia spesso alla domenica quando gli propongo di guardare la partita assieme, ma rimane di lui l’ambizione culturale (noterai, Roberto, che ho appellato “culturale” e non “intellettuale” che, come noto, io ritengo termine dispregiativo) , quella che gli fece estrapolare la famosa frase sul “conformismo ribellistico esteriorizzato con monotona pervicacia dalle varie gradazioni antiborghesi del nostrano estremismo populista” che, come vedete, ho imparato a memoria tanto è affascinante nella sua totale inconsistenza ... :-)
Tra tutti Roberto è però anche l’unico afflitto da berlusconite acute e si rovina le giornate (e il fegato ...) tutte le volte in cui apre il giornale e immancabilmente legge il nome o vede una fotografia del nostro Presidente preferito (coraggio, fra una ventina d'anni Silvio Nostro passerà la mano … alla figlia Marina ... :-).
Infine Valeria, last but non least direbbero gli Inglesi.
A differenza degli altri citati non la vedo da anni, per cui solo dai suoi scritti ritrovo la Valeria allegra e ottimista della nostra adolescenza, oggi donna soddisfatta e convinta del suo ruolo nella società e probabilmente insegnante severa e premurosa.
Con, però, alcuni ... feticci (mi consenta, Prof ... :-) che la istituzionalizzano, come peraltro deve essere per una persona chiamata a trasmettere cultura e che sono rappresentati da un eccesso di sudditanza verso norme scritte, a volte anche in altre epoche e quindi non più attuali e verso certa vulgata storica che in troppi, anche pro bono pacis, accreditano come unica verità possibile.
Ma resta, inequivocabilmente la First Lady del nostro blog.
So che Valeria, a questo punto, dirà: “e tu”?
Io, no.
Io sono l’autore del post, colui che osserva e racconta ... :-)))
4 commenti:
Bellissimo post Massimo che mi tratteggia bene tutto sommato, quindi possiamo dedurre che tu abbia centrato tutti i 5 personaggi. La cosa che ci accomuna dopo tanti anni e che probabilmente deriva anche da quel percorso comune che facemmo in quel di via Castiglione è una "giovinezza" mentale straordinaria che durerà penso per sempre pur con tutte le sue variazioni sul tema. Insomma penso di poter affermare che siamo persone "interessanti" e che si interessano. Curiose di conoscenza e sempre attente all'evoluzione della società pur se la visione dei fatti è interpretata secondo i principi di ciascuno di noi. A torto o a ragione. Questo mi/ci fa vedere le cose fondamentalmente con ottimismo, seppure i tempi a volte non lo suggeriscano. Ma ricordiamo bene gli anni che abbiamo attraversato e il travaglio delle stagioni di un'Italia lacerata da mille problemi ben più gravi di quelli seppure seri di oggigiorno. E facendo tesoro di tutto ciò, questi cinquantenni ruggenti diventeranno sicuramente (con calma per carità) dei sessantenni altrettanto gagliardi.
Mi riallaccio al post sul primo ottobre per dirvi che condivido tutto quanto è stato scritto. In effetti avevo anche preparato una risposta alcuni giorni fa ma l'ho cancellata per sbaglio (erano passate le tre di notte!) e non ho più avuto modo di intervenire. Sottolineo solo che come dice Valeria anch'io farei cambio con un giovane d'oggi ma vorrei portarmi dietro tutti i miei ricordi!
Fortissimo il post di Massimo, che ha caratterizzato superbamente i tre amici maschi del blog, e di grande impatto il commento di Claudio.
Non so che immagine io trasmetta dopo anni e solo attraverso il blog, ma ad onor del vero sono soddisfatta di me non per il ruolo rivestito nella società (come fa un docente ad essere soddisfatto del suo ruolo nel 2010?), ma come "persona". Sono soddisfatta per non aver perso il gusto per le posizioni nette e definite e per la non adattabilità a contesti da me non pienamente condivisi, che poi si traduce in una scarsissima propensione all’ opportunismo e ad un grande amore per il limpido e il lineare. In democrazia, prevalgono le regole della maggioranza (con buona pace di Max), ma nella vita ognuno si sceglie le proprie leggi e queste sono le mie. Ottimismo? Macchè: giovane età, piuttosto. I giovani sono "ruggenti" anche per questo, perchè non rinunciano ai loro ideali. Il rispetto delle regole è molto più creativo e sovversivo di quanto non appaia ictu oculi...
Ma, a proposito di anni ruggenti.
Mi piace lo spunto di Claudio, di una giovinezza mentale trasversale a tutti noi e con forme poliedriche e disparate. Sino a ricomprendervi il grande saggio del blog, Parmeggia.
Io, come già espresso in precedenza, prediligo il genere e Parmeggia me lo figuro come un
leone solitario, che si aggira silenzioso per la campagna (=savana) in ascolto di qualcosa di superiore...Il ruggito di Parmeggia è raro, ma per questo molto atteso e considerato.
Il ruggito che si avvicina maggiormente a questo è, in effetti, come dice Massimo, quello di Claudio: un ruggito maturo e consapevole, eppure ancora vivo anzi...a furia di sentirmelo dire, me lo immagino con un nugolo di leonesse che lui, pur da debita distanza, guarda sornione.
La "giovinezza" ruggente di Max è invece tratteggiata dalla sua pervicacia a mantenere intatto un pensiero, nonostante dibattiti e fiumi d' inchiostro spesi per farglielo cambiare...Nessuno è più testone di un giovane! :-) e, conseguentemente, il suo ruggito è pressoché continuo, quasi a dimostrazione della bontà delle sue tesi ( quella di Marina Berlusconi Presidente è grandiosa.)
Il ruggito di Roberto è quello di un padre bonario che guarda il suo cucciolo. E’ il ruggito determinato e significativo di chi dalla vita ha imparato molto ma dalla vita non è stato vinto, pertanto ancora vigoroso.
Insomma, non siamo poi così diversi da allora...:-)
C'è un proverbio popolare: chi si loda si imbroda ... prendiamo quindi tutto con il dovuto distacco e ironia ... ;-)
Claudio. Alla tua condizione (portandomi dietro tutti i ricordi) farei cambio anche io ... :-)
Valeria. La legge della maggioranza prevale in democrazia ed io la rispetto eccome e vorrei che tutti lo facessero rispettando le leggi che la maggioranza dei rappresentanti della maggioranza del Popolo approvano, ma la ricerca della Verità non richiede votazioni ... :-).
Buona serata.
Ragazzi, dopo due interventi come quelli di Claudio e Valeria non ho nulla da aggiungere !!!!
Rovinerei soltanto l'alto livello del post.
Non mi rimane altro, quindi, che rifugiarmi nel frivolo:
Massimo, hai ragione sul Bologna F.C.: il 1982 è stato terrificante.
E quando, dopo alcuni anni, stavo cercando di riprendermi (leggi: stavo cercando di riappassionarmi al calcio), il calcio è cambiato irreversibilmente diventando la porcheria di oggi.
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