giovedì 18 dicembre 2008

Salviamo il Western


Bene, come previsto ci sono pareri diversi dai miei ma anche cose condivise: con Roberto ad esempio ho parecchie ore passate insieme a suonare di tutto e di più e certamente ricordo i Blood Sweat & Tears che ebbero il loro momento di punta negli anni 70 (anche i nostri compagni di classe e di jam session Marco O. e Andrea G. li apprezzavano). Devo dire che Roberto ha anche già detto molto di quello che potrei dire anch’io su Guccini (fra l’altro visto ” live” diverse volte ai tempi dell’Osteria delle Dame).  Potrei solo aggiungere un paio di titoli ma non è necessario. Davvero Valeria non conosci altre sue canzoni?  Ma è Massimo P. che con il suo post (fra l’altro anch’io ho apprezzato il progressive e mi vanto nel mio piccolo di aver suonato decentemente la splendida Mood for a Day, assolo di chitarra acustica di Steve Howe dall’album Yessongs) citando il meraviglioso Pat Garrett e Billy The Kid mi suggerisce un tema  che spero apprezzerete (su alcuni di voi non ho molti dubbi). Parliamo di cinema. Per me vuol dire parlare anche di western. Quali sono stati i più grandi western di ogni epoca? Le classifiche si sprecano. Ognuno ha il suo punto di vista è ovvio ma intanto bisogna definire cosa intendiamo per un (grande) western. Personalmente mi associo all’idea che come film debba resistere al passare del tempo e garantire innumerevoli visioni. Sono abbastanza rigidamente legato anche al periodo storico, nel senso che non riterrei western, anche se con una forzatura lo si può catalogare come tale (luoghi geografici, bande, sceriffo ecc.) un film come Non è un paese per vecchi. Proviamo allora a fare dieci nomi. Troppi, direte voi, ma che già ci costringono a tagli eccellenti. Al numero 10 potrei mettere Ombre Rosse/Stagecoach, con i suoi personaggi che si sviluppano in un ambiente claustrofobico che mette in risalto la grande bravura dei caratteristi e consacra ai posteri  la stance del Duca, John Wayne. Poi il grande Lo straniero senza nome/High plain drifter in cui Clint Eastwood, con la fresca influenza di Sergio Leone e Don Siegel , fa già nel 1973 un film bellissimo, innovativo come sarà poi  una ventina d’anni dopo Gli Spietati/Unforgiven che pure trova posto nella mia classifica. Aggiungiamo senz’altro quello che forse è il capolavoro di Peckinpah, Il mucchio selvaggio/The Wild Bunch). Ricordate la sequenza iniziale? E il massacro alla fine, con William Holden, Ernest Borgnine, Warren Oates e Ben Johnson (sapete che era il miglior cavallerizzo di Hollywood, e lo si vede nei film di John Ford quand’era giovane) che attraversano fianco a fianco il paese per andare a riprendersi l’amico Angel. Grandissimo cinema. Poi troverei un posto per Il Cavaliere della Valle Solitaria/Shane, dove si trovano azione, valori familiari, duelli, scazzottate e una location splendida (il parco nazionale Grand Teton credo). Non a caso Eastwood l’ha praticamente rifatto nel Cavaliere Pallido di molti anni dopo. Quinto devo menzionare Mezzogiorno di Fuoco/High Noon, odiato da Wayne, ma per sempre nella storia del cinema con il suo scandire del tempo, la splendida interpretazione da Oscar di Gary Cooper, la musiche di Tiomkin e mi pare una delle prime comparse di una torva figura che sarebbe un giorno entrata nella leggenda coi nomi di Sentenza e Colonnello Mortimer:  Lee Van Cleef. Restano quattro posti da assegnare, allora dico senz’altro ancora Eastwood, Il texano dagli occhi di ghiaccio/Outlaw Josie Wales. Fatevi un favore tornando a vederlo. Il suo film favorito. Per molti probabilmente è questo il numero uno alla faccia dei classici. Poi dico 2 volte Sergio Leone: C’era una volta il West/Once Upon a Time in the West (per la prima volta vedete Henry Fonda cattivo, anzi di più!) e Il buono, il brutto, il cattivo/The Good, the Bad and the Ugly, quest’ultimo capolavoro di enorme proporzione. In cui alla fine il protagonista vero si dimostra Tuco (Eli Wallach). In fondo alla lista sta Sentieri Selvaggi/The Searchers. Il FILM, lo scrivo maiuscolo, dove c’è tutto. Un film che va oltre il western, che ha influenzato fra l’altro Guerre Stellari, Taxi Driver, Balla coi Lupi, Salvate il soldato Ryan, Il Vento e il Leone, Apocalypse Now. Mica robetta. Alla fine della mia classifica so che vi deluderò per le esclusioni. Mi direte: ma I Magnifici 7, Quel treno per Yuma (il vecchio intendo, Glenn Ford  vs. Russell Crowe 2-0), gli altri di Leone della  trilogia del dollaro, Liberty Valance, Rio Bravo, Il fiume rosso, Alba Fatale…. Beh io la mia l’ho detta, adesso tocca a voi.

5 commenti:

Massimo F. ha detto...

Sul Western avevo già fatto outing in un commento precedente citando la collezione dvd con John Wayne :-)
Per la classifica rimando ai prossimi giorni.
Alcuni titoli ch ehai fatto li condivido, ma probabilmente la mia classifica sarà infarcita da film del già citato John Wayne (come non citare Soldati a cavallo, Il massacro di Fort Apache, Cavalieri del Nord Ovest ?) e il film che nella mia infanzia rappresentò l'iniziazione al Western: I magnifici sette ... :-)
P.S.: Stasera impegni a seguire l'ufficio e non commenterò e neppure domani ... ci risentiamo domenica :-)

valeria ha detto...

...ma certo, Claudio, che conosco altre canzoni di Guccini! NON ho detto questo, ma le "sfumature" sono un optional per voi del genere maschile! E alla fine tornate sempre ad "analizzare" i vari argomenti di vostro interesse (dò atto che il campo è molto ricco per voi blogger che il Galvani e, per me, molto interessante) MA il contenuto di "Lettera" lo lasciate al commento di Cesco! ….. A buon intenditor….
Forse, ma solo forse, proverò a spiegarmi meglio.
CIAO CIAO!

valeria ha detto...

AVVERTENZA: il tono di lettura del precedente commento è rigorosamente scherzoso....Ho dimenticato la faccina!
:-)

Roberto ha detto...

Vale,vedo che hai scherzosamente bacchettato i tuoi "sudditi" per la mancata riflessione sul testo gucciniano che hai proposto!?
Hai in parte ragione anche se massimo F.nella suo onestà e coerenza intellettuale ti ha implicitamente risposto sul tema.
Per quanto mi riguarda , voglio essere sincero: il testo sul piano formale non vale granchè, dovrebbe essere scandito dalla musica che non conosco.
Il contenuto ammesso che si possa separare dalla forma ( stiamo parlando di "canzoni") rimescola e riciccia i temi esistenziali cari all'autore , a mio parere un po' triti:la nostalgia del tempo che fu, della giovinezza, dei miti marxiani etc.tutte cose che Guccini è riuscito a esprimere molto più brillantemente in altri suoi lavori precedenti forse.
Resta il fatto che l'angoscia di sartriana memoria è un tema che trapela dal testo in maniera ineludibile: lo scopo della vita? Qui entriamo nel territorio impervio della filosofia.Troppo interessante e quindi mi riservo di riprenderlo in un post ad hoc. Ti ringrazio nel frattempo per aver raccolto la suggestione di un mio velleitario precedente post.
a prestissimo-

valeria ha detto...

Caro Robi,
macchè sudditi! (però nel leggere il tuo commento ho "sentito" il tuo tono, e mi hai fatto ridere....)
Attendo intervento "filosofico"!
Baci