Ieri sono andato allo stadio a vedere Bologna-Parma.
Erano venti anni (più o meno) che non ci andavo e mi limitavo a guardare le partite per televisione.
L’ultima volta fu ... un altro pareggio, un Bologna-Vicenza vista, più o meno dalla stessa visuale, con mio padre, prima che i problemi di vista gli impedissero anche questo piacere.
Devo dire che mi è sembrato di non aver mai smesso di andarci.
Lo stadio di Bologna è un piccolo gioiello.
Non capisco proprio, se non sotto un profilo essenzialmente speculativo, chi vorrebbe costruirne uno nuovo: non ne abbiamo bisogno.
Il prato verde sembra perfetto e la visuale è ugualmente ottimale.
Da qualunque posizione si può vedere bene il campo.
L’ambiente, il “sapore” di una partita di calcio vista dal vivo è sicuramente più gradevole delle partite viste da casa, anche in compagnia degli amici.
Sicuramente a favorire questa impressione era la giornata, splendida: dubito avrei avuto la medesima sensazione durante una delle tante domenica di pioggia o neve dell’inverno scorso.
Ho incontrato alcune persone di mia conoscenza, tra le quali, seduto nella fila davanti ad appena due poltroncine di distanza, un fratello del nostro Massimo, Francesco che mi ha detto di aver conservato la passione per il Bologna.
Il sistema dei posti numerati e dell’acquisto dei biglietti in prevendita mi sembra funzionale (sono arrivato alle 14.40-14.45, praticamente poco prima dell’inizio della partita) mentre mi sembrano eccessivi ben quattro controlli agli accessi (al momento in cui si entra allo stadio, con biglietto e carta di identità in mano; poco prima del tornello, quindi il tornello e infine prima di salire nel settore).
L’uscita è abbastanza veloce.
Insomma, tutti gli elementi di contorno, comodità, ambiente, meteo, hanno segnato un bel “più” a favore della gradevolezza del pomeriggio domenicale allo stadio.
Purtroppo la partita non è stata all’altezza dello stadio e del clima.
Il Bologna è irriconoscibile rispetto alla squadra che ci diede l’immensa soddisfazione di battere la Juve a Torino e i giocatori (anche del Parma, peraltro) sembravano appena dimessi dal Cottolengo.
A metà del secondo tempo, a sostituzioni già completate, mezza squadra si tastava cosce e ginocchia e zoppicava.
Non è questa la sede per una analisi tecnica e, quindi, chiudo domandandomi se vale la pena tornare allo stadio.
La risposta è comunque “sì”.
Certo l’abbonamento è altra cosa e francamente una squadra così non merita il sacrificio (economico e “fisico” in inverno) dell’abbonamento (cioè di un impegno costante, a domeniche alterne, per 19 partite da settembre a maggio!) anche se la speranza di tornare a vedere un Bologna quanto meno decoroso, non morirà mai.
Ma l’ambiente dello stadio in una giornata di sole primaverile è sempre piacevole e, indipendentemente dal risultato, salutare.
Ci tornerò e qualcosa mi dice che tornerò presto anche al Gianni Falchi ...