domenica 2 febbraio 2025

Più Italiani nelle squadre di calcio

Il Bologna è uscito dalla Champions, con onore, scrivono sui giornali e dicono i commentatori televisivi.

Da bolognese mi auguro di non dover aspettare altri 60 anni prima di poter rivedere il Bologna nella massima competizione calcistica europea, anche se il Bologna di bolognese non ha nulla (neppure la proprietà) e anche come squadra, non sembra neppure Italiana.

Spesso, quando mi siedo in poltrona a guardare la partita, leggo la formazione che viene schierata e non trovo nessun italiano, se non nel nome dell'allenatore, Vincenzo Italiano appunto, che, per ironia della sorte, è nato a Karlsruhe in Germania.

Sono quindi stato contento di vedere che ieri, contro il Como, hanno segnato i goals della vittoria del Bologna gli unici due Italiani schierati in campo: De Silvestri e Fabbian.

Credo che la Federazione dovrebbe imporre la valorizzazione dei calciatori Italiani, limitando, almeno nel Campionato, l'impiego di calciatori stranieri.

E per rispettare le pretese europee, si dovrebbe stabilire che ogni squadra può tesserare tutti gli stranieri che vuole, ma in campo, per il Campionato Nazionale e magari anche per la Coppa Italia, possono essere contemporaneamente schierati solo un massimo di due o tre stranieri.

Vedere portieri stranieri, da noi che siamo sempre stati la patria dei portieri, è veramente un insulto alla nostra Tradizione calcistica.

Capisco che gli stranieri costino meno (e spesso sono anche dei bidoni dati in pasto ai tifosi solo per la loro carta di identità estera), ma i vivai dovrebbero essere rivalutati, perchè solo dai vivai torneremo ad avere i Bulgarelli, i Rivera, i Riva, i Baggio che oggi ci mancano.

E le due esclusioni consecutive dalla fase finale dei Mondiali, sono lì a ricordarcelo.

domenica 26 gennaio 2025

Generazioni

Sento parlare molto delle generazioni che si susseguono nel tempo e che continuano il cammino umano passandosi il testimone.

Una volta si considerava il passaggio di generazione nell'ordine dei venticinque anni, ma adesso sembra che i tempi accelerati, accelerino anche il mutamento delle generazioni.

Nei miei 40 anni di lavoro sono in effetti passato dallo scrivere lettere e comparse con la macchina da scrivere, neppure elettrica, con nastro rosso e nero, facendo copie con la carta carbone sulla carta velina, alle copie fatte con la fotocopiatrice, fino al deposito degli atti in via telematica.

Dalla posta ordinaria che non si sapeva mai quando sarebbe arrivata a destinazione (e se sarebbe arrivata ...) che ci consentiva un ampio lasso di tempo tra una domanda e una risposta, così che quest'ultima poteva essere meditata e approfondita, alla immediatezza della posta elettronica che crea l'aspettativa nel mittente di ricevere subito il riscontro.

Sono passato dal lavoro nei pressi di casa, a quello in altre città, per arrivare al "lavoro da casa" esploso con il covid.

Sono un boomer, l'ho scoperto da poco, da quando è frequente il richiamo alle varie generazioni che sono attualmente presenti ed ho trovato un elenco delle generazioni:

  • Generazione perduta (1883-1900)
  • Greatest Generation (1901-1927)
  • Generazione silenziosa (1928-1945)
  • Baby boomers o "Boomers" (1946-1964)
  • Generazione X (1965-1980)
  • Generazione Y “Millennials” (1981-1996)
  • Generazione Z o "Centennials" (1997-2012)
  • Generazione Alpha o "Screenagers" (2013-2024)
  • Generazione Beta (2025-2038)

Non so quanto possa essere accurato, ma può essere indicativamente utile per cercare di capire di cosa e di chi si parla quando sentiamo citare questa o quella generazione.



domenica 19 gennaio 2025

Colazione da Starbucks

Nei giorni scorsi ho avuto la pessima idea di proporre ad una amica di fare colazione da Starbucks in via D'Azeglio.

La sventurata rispose.

A mia discolpa ricordo il freddo pungente che obbligava a bersi il caffè all'interno dei bar, che erano quindi pieni e il fatto che, passando davanti a Starbucks poco prima, avevo visto il locale vuoto con vari tavolini che "ci aspettavano".

Ero anche curioso di provare quella che sembra una istituzione americana e che ricordo celebrata in "C'è post@ per te" con un lungo monlogo di Tom Hanks sulle virtù del locale che costringe ogni americano a prendere una serie di decisioni immediate.

Non so se sia la regola o se fossero alle prime armi nel locale di via D'Azeglio, ma l'esperienza è stata negativa.

Non per il tavolino, l'ambiente (che è vasto essendo collocato dove c'era la libreria Mondadori) la comodità, il riscaldamento.

Ma per la "materia prima", cioè il caffè (solo passabile, a parte il fatto che non avevano il ginseng chiesto dalla mia amica) e il cornetto.

E per la procedura che ci ha obbligato a fare l'ordinazione al banco, pagare, quindi aspettare di essere chiamati e ritirare bevanda e cornetti.

Pur non essendoci alcuna ressa, si erano dimenticati dei cornetti e così ci hanno fatto aspettare che fossero "pronti", cosa vuol dire l'ho capito dopo.

Alla fine, tornati al tavolo con la "materia prima", abbiamo bevuto un caffè che nel frattempo era diventato tiepido e un cornetto appena riscaldato all'esterno e gelido all'interno.

Sì perchè i cornetti li scongelano, evidentemente, al momento ed essendosene dimenticati hanno affrettato i tempi di permanenza nel forno a micro onde.

Nei giorni successivi siamo tornati a frequentare gli ottimi bar di cui è pieno il centro di Bologna.

domenica 12 gennaio 2025

Forever

Forever è una serie televisiva, di una sola stagione e appena otto episodi, incentrata sulla storia di un uomo che scopre di non poter morire.

Quando riceve una ferita mortale, risorge nelle acque dell'East River dove, nell'Ottocento, fu colpito da un proiettile speciale sparato da una pistola speciale.

La serie è del 2014-2015 ma l'ho vista solo di recente, trasmessa al sabato e alla domenica da Italia1.

Un argomento trattato in altre sceneggiature (la più famosa è sicuramente Highlander) ma che dà spunto per una riflessione e qualche speculazione.

Sono rimasto sorpreso dal fatto che la maggior parte (in realtà tutti) delle persone cui l'ho chiesto, mi risponde che non gradirebbe essere immortale.

A me, invece, piacerebbe e molto, non tanto portare ai posteri la conoscenza reale del mondo che fu (pensiamo al piacere che sarebbe poter interloquire con Cicerone o con Wellington o con Cavour !) quanto, per me, scoprire "come andrà a finire".

Andremo veramente nello spazio ?

Colonizzeremo altri pianeti ?

La Terra sopravviverà alla conquista dello spazio ?

Esistono altri esseri viventi nell'Universo ?

Non avremmo più bisogno di rifugiarci nel manzoniano "ai posteri l'ardua sentenza", perchè lo toccheremmo noi stessi con mano.

domenica 5 gennaio 2025

I pentiti del panettone

Domani, Epifania, tutte le feste si porta via, ma i pranzi eterni, senza fine cui talvolta ci sottoponiamo nel periodo tra Natale e Capodanno, sono già finiti e cominciano i pentimenti e le penitenze.

Questa mattina ho visto per strada molti più "atleti" della domenica del solito.

Da soli, in coppia, a gruppi, ho visto tanti che, nonostante il freddo, sono riusciti ad infilarsi una tuta e hanno cominciato a correre, sperando di smaltire se non tutto, almeno una parte delle calorie che hanno avidamente ingurgitato nei giorni scorsi.

Passi non proprio olimpici, volti stravolti dopo dieci metri, anche se Ferragosto è lontano, il rimpianto è arrivato presto.

domenica 29 dicembre 2024

Romanzi epistolari

Sono già due i romanzi che ho letto, costituiti essenzialmente da lettere, inventate dall'Autore, ordinate in sequenza per costruire la trama.

Non mi piace.

Pur rendendo omaggio allo sforzo e al virtuosismo degli Autori, il formato epistolare di un romanzo sottopone il lettore ad uno sforzo per collegare autore, trama, personaggio, vicenda, soprattutto se i personaggi sono molteplici e la corrispondenza è tra una pluralità di protagonisti.

Comprendo la voglia, l'aspirazione di trovare nuove vie, ma quella dell'epistolario è un espediente che mette in primo piano il virtuosismo dell'Autore e non la trama.

Soprattutto quando questa è "gialla", con uno o più omicidi e con una inchiesta che deve scoprire, a beneficio del lettore, la verità e inchiodare il colpevole.


domenica 22 dicembre 2024

Imperversano le truffe telefoniche

Alcuni giorni fa ho ricevuto un sms apparentemente inviatomi dalla società con la quale ho in essere il contratto di fornitura del gas, che mi informava che sarei stato chiamato da un certo numero di telefono per comunicazioni urgenti in relazione alla fatturazione della bolletta.

Se avessi voluto avrei potuto richiamare direttamente ad un numero apparentemente verde, con l'800 iniziale.

In prima battuta sembrava tutto autentico, tranne la perplessità che ho avuto perchè il numero dal quale sarei dovuto essere chiamato, aveva le ultime cifre cancellate con XXXX.

Nel dubbio NON ho chiamato il numero verde indicato nell'sms ma un altro numero verde di ascolto dei clienti che ho trovato autonomamente in internet e dove una gentile operatrice mi ha informato che era una truffa e che ne erano già al corrente avendo avuto altre segnalazioni (effettivamente nel sito c'era una comunicazione generica in tal senso tra i "comunicati", ma non era di pronta consultazione).

Si raccomandava di cancellare il messaggio e segnalrlo come spam, cosa che ho puntualmente fatto.

Alcune ore dopo ho ricevuto comunque la telefonata dal numero 051 1993 7451, cui non ho risposto ma che, da una ricerca in internet, risultava essere segnalato come ingannevole (insieme ad altre varianti delle ultime quattro cifre, da lì forse la necessità di indicare nell'sms XXXX), con una voce registrata che informava di un prossimo aumento della bolletta che si poteva evitare seguendo una procedura guidata da un link che avrebbero inviato via e mail.

Nonostante da anni sia iscritto al registro delle opposizioni e rinnovi l'iscrizione ogni sessanta giorni per evitare di far passare eventuali, inavvertite autorizzazioni, continuano i tentativi di truffa.

Ho guardato nello spam del telefono ed ho visto decine di numeri che hanno cercato di chiamarmi e che nel tempo sono stati bloccati ma che continuano, imperterriti, a provarci.

Credo non sia mai abbastanza sollecitare attenzione nei confronti di questa tipologia di truffa e che il miglior atteggiamento sia quello di non dar corso a quanto ci viene comunicato se non previo contatto diretto con l'apparente mittente, da contattare attraverso recapiti appositamente ricercati a parte o già in ogni possesso.

Male che vada, poi, se anche una bolletta dovesse riportare un aumento, quell'aumento non sarà mai così sensibile che non si possa intervenire successivamente.


domenica 15 dicembre 2024

Il portale della cultura

La settimana scorsa, dopo una ricerca su alcuni siti, ho scoperto che un libro, prima edizione 1965, che desideravo per completare una raccolta (tre cofanetti, quattro volumi con l'opera omnia di Emilio De Marchi) era disponibile presso una libreria di Bologna, la Parolini in via de' Gombruti 3.

Mi ci sono recato e mi è sembrato di entrare in un tempo senza tempo, con quei richiami che solo il profumo della carta può risvegliare.

Un corridoio in mezzo a scaffali, fino al soffitto, pieni di libri, non so con quale criterio di suddivisione, per recuperare il cofanetto da me poi acquistato la "commessa" (una signora, forse la proprietaria) ha letto (su un modernissimo computer) un incomprensibile codice che poi ho visto annotato su un segnalibro (che mi ha ritirato), per poi inerpicarsi su una scala e trovare al primo tentativo, senza alcuna necessità di ulteriori ricerche, l'oggetto del mio desiderio.

Libri dall'aria antica, dall'aria usata, che sanno di "sapere", che hanno una storia, che hanno avuto dei proprietari precedenti, che li hanno trattati con quella cura che merita il frutto del sapere umano.

Non certo come sono stati trattati da eredi o acquirenti di un appartamento di un condominio vicino al mio, una volta proprietà di due professori deceduti negli anni scorsi, arrivati con un pick up, l'hanno parcheggiato sotto la terrazza (l'appartamento è al primo piano) poi vi hanno scaricato sopra anni di raccolte e di letture, senza alcuna cura, senza alcun rispetto, bracciate di libri scaraventati dalla terrazza sul pick up, una scena che mi ha fatto venire in mente quella del film Fahrenheit 451, quando vengono buttati i libri nel rogo  .

Mi sono poi fermato a parlare di libri con quella signora che, ad ogni evidenza, non considera la sua una attività da portare avanti stancamente con la mente rivolta alla pensione, ma una piacevole e gratificante professione.

Per quanto possa essere pratica la lettura digitale (soprattutto quando tutti gli spazi di casa sono occupati da librerire e colonne di librerie, con scaffali ormai pieni) il libro cartaceo, per quello che evoca anche al semplice sfogliarlo, non verrà mai meno.

domenica 8 dicembre 2024

Nessuno conosce LA Verità

Quando ero bambino, in casa, come nelle case dei miei amici di allora, in questo periodo si preparavano il presepe e l'albero di Natale.

Erano abeti veri e quelli che nei primi anni sessanta erano stati utilizzati dai miei genitori e dalla famiglia che abitava (e abita ... con gli eredi, ovviamente) di fronte, furono, alla fine del periodo natalizio, piantati nel giardino condominiale, allora solo prato.

Ricordo il nonno del mio coetaneo nonchè compagno di classe delle elementari che abitava di fronte, che, smoccolando come tradizione di tanti Veneti della sua generazione, dopo l'Epifania era venuto a piantare gli abeti che oggi danno ombra d'estate e hanno superato in altezza l'edificio.

Poi è arrivata la moda degli alberi "ecologici", fatti di legno, plastica o altro materiale, il tutto per risparmiare gli alberi.

Adesso l'ecologia ha fatto una giravolta e questa mattina ho ascoltato l'appello perchè nelle case gli alberi siano veri, per poterli poi piantare in funzione, manco a dire, "ecologica".

Insomma nel nome dell'ecologia siamo tornati agli anni sessanta, quando nessuno si poneva simili problemi, la parola "ecologia" era beatamente sconosciuta e vivevamo tutti meglio.

E mi è tornato in mente quel proverbio, non ricordo a chi attribuito quindi di solito in questi casi si dice "cinese", per cui esistono tre verità. La MIA verità. la TUA verità. E LA Verità (di cui nessuno è, però, il portavoce, nota personale).

 

domenica 1 dicembre 2024

Millennium, una saga gialla alla frutta

Millennium è una trilogia del giallo scandinavo scritta da Stieg Larsson, deceduto prima di poter scrivere altro (e ho letto anche interrogativi sul fatto che Stieg Larsson sia realmente esistito).

Sono tre romanzi gialli, di 600, 700 e 800 pagine, basati su una idea di fondo (le indagini giornalistiche che portano a scoprire reati ed omicidi) valida, infarcita però (per arrivare a quel numero di pagine)di una marea di banalità e di luoghi comuni del politicamente corretto made in Svezia (e in tutto il decadente Nord Europa).

Morto Larsson ne hanno fatto un altro per tenere in vita i personaggi di successo della trilogia.

Così è stato affidato a David Lagerkranz il compito di scrivere altri tre corposi volumi, più o meno sulla stessa lunghezza d'onda.

Karin Smirnoff è la scrittrice incaricata di proseguire la saga e a novembre è uscito il suo secondo contributo che ho comprato (digitale) e appena terminato di leggere.

L'idea di proseguire una saga con mani diverse mi era inizialmente piaciuta, perchè consentiva da un lato di proseguire a leggere le vicende di personaggi ai quali ci si era abituati più che affezionati e, per me che sono conservatore e abitudinario, ritrovarsi in ambienti conosciuti è un plus al piacere della lettura.

Il cambio periodico di una "mano" inoltre dovrebbe rinfrescare trama e personaggi.

Purtroppo non sembra che la Smirnoff riesca in tale compito.

"Gli occhi della lince", così si intitola l'ottavo volume di Millennium, procede stancamente verso la fine e che le idee scarseggino lo dimostrano le lunghe, noiose, ripetitive pagine che vorrebbero far conoscere al lettore i pensieri ed i ragionamenti dei vari personaggi che animano il romanzo, ma interrompono solo una trama che, come per tutti i precedenti sette volumi, sarebbe stata più intensa e più leggibile se avessero evitato certe descrizioni, certe rappresentazioni e certi virtuosismi come, appunto, l'esposizione senza fine dei pensieri dei personaggi.

Come ho già scritto, temo che quei romanzi, come tutti gli altri romanzi scandinavi, rappresentino meglio di qualsiasi indagine sociologica la decadenza di una società, quella del Nord Europa, che oggi ha esaurito ogni spinta propulsiva e che aspetta solo di scomparire, senza lasciare ai posteri nulla di particolarmente rilevante della sua esistenza.