domenica 3 aprile 2016

Prefazioni

Una volta saltavo sistematicamente le prefazioni.
Poi le ho cominciate a leggere dopo aver letto il libro (romanzo o saggio) per vedere se la mia opinione, non contaminata da un pregiudizio derivante da una opinione altrui, collimava con quella del prefatore.
Adesso mi piace leggerle esattamente nell'ordine in cui sono impaginate, ma solo per i libri "datati", cioè pubblicati tanti anni fa, quelli che si ritrovano nelle fiere del libro o da qualche libraio come Nanni.
Libri stampati negli anni cinquanta, sessanta, settanta, contengono prefazioni dalle quali si coglie lo spirito dell'epoca, le speranze, l'attesa per il futuro, le lotte e le passioni ormai archiviate e consegnate agli storici.
Ultimamente ho letto un bel ciclo di fantascienza di Roger Zelany, il ciclo di Ambra, pubblicato tra il 1978 e il 1980 dalla Libra Editrice (1967-1982) .
Le preazioni di Ugo Malaguti valgono, da sole, il prezzo dei romanzi ritrovati nel tempo (ho impiegato oltre dieci anni a completare l'intera collezione, iniziata prima ancora che mi interessassi alla fantascienza).
Con gli occhi disincantati di chi sa quello che sarebbe accaduto, ho avuto il piacere di leggere le domande e le previsioni per gli anni ottanta e novanta di un osservatore che il futuribile masticava a colazione, pranzo e cena.
E come ci si sbagliava, allora, nel pensare all'oggi !
In meglio o in peggio ?
Alla nostra età siamo portati a pensare al passato come un'età dell'oro, quando si viveva meglio, un po' come la vecchia pubblicità della Chinamartini di Calindri e Volpi (dura minga, non può durar).
Credo, invece, che se anche il futuro non è come potevamo immaginare o sperare nei nostri sogni giovanili, sia comunque un passo avanti dell'Umanità verso il progresso, verso l'evoluzione di una Civiltà, della nostra Civiltà, della Civiltà tout court.
Un esercizio utile leggersi le prefazioni dei vecchi libri, per riconciliarsi con il mondo di oggi che, con il nostro sguardo da sessantenni, sembra ci stia sfuggendo, ma è quello che abbiamo contribuito a realizzare.


domenica 20 marzo 2016

Ricette online

Un buon mangiare consola dalle sventure del mondo, come il ritorno del Bologna al solito, vecchio, Bologna che pretende dai suoi tifosi (santi subito !) un cuore sano e saldo.
Da un po' di tempo il Carlino online propone ricette rese ancora più appetibili da splendide fotografie che fanno venire voglia di mangiarle.
I primi piatti proposti erano "banali", per quanto attrattivi: dagli spaghetti aglio, olio e peperoncino a quelli alla carbonara, fino alle penne all'arrabbiata.
Gli ultimi tre, pur conosciuti, rappresentano una variante facile da realizzare e che si mangiano con piacere.
Spaghetti all'amatriciana (da realizzare, qui da noi, senza il guanciale di Amatrice, perchè tanto non si trova facilmente o te lo fanno passare per Amatrice ma non lo è,  ma è perfetta la pancetta affumicata di Praga, questa è una mia nota personale), poi le orecchiette alla crudaiola che avevo mangiato più volte in una pizzeria negli anni ottanta.
Famose, infatti, sono le orecchiette con i broccoli (che a me non piacciono granchè ...) quelle che, adesso, ho scoperto che si chiamano "alla crudaiola" , con il sugo al pomodoro, peperoncino piccante (MOLTO piccante ... è meglio) e le olive nere denocciolate, rappresentano un gran bel piatto, anche dopo una sconfitta contro l'Atalanta, proprio all'ora del pranzo domenicale.
L'ultimo piatto è dato dalle fettuccine alla papalina: una scoperta, per me, assoluta.
Avevo mangiato spesso le fettuccine alla romana (sempre con pomodoro e spezie varie, direi quasi una puttanesca in versione fettuccine) ma questo è un piatto che unisce una certa presenza visiva e si fanno mangiare di gran gusto.
Una avvertenza.
Le ricette sono per quattro o sei porzioni.
Mi sembrano comunque molto abbondanti (dipende poi da quanto uno sia abituato a mangiare).
Non garantisco secondi e contorni che non ho provato e che, comunque,  non sono i miei piatti preferiti, andando sul sicuro con le cotolette alla milanese  o un arrostino di maiale e patate fritte o peperonata.


domenica 13 marzo 2016

Arte e degrado

C'è un tizio che si fa chiamare "Blu", al centro delle cronache perchè, rifiutando di venire "esposto" in una mostra, sta cancellando tutti "graffiti" che ha lasciato per Bologna.
Sicuramente il signor "Blu" dipinge meglio di quanto non abbia fatto e non farò mai io (non ci vuole molto, vi assicuro ...) ma da qui a chiamare "arte" l'uso, che ne so, di una bomboletta di vernice, ce ne passa, eccome !
Quando vedo la saracinesca di un negozio o la parete di un edificio con tutti i ghirigori dei cosiddetti "writers" non mi viene in mente l'arte, ma solo il degrado che colpisce zone abbandonate, malsane delle città.
Ben venga, dunque, l'opera di autoripulitura, quasi una nemesi nei confronti di chi aveva precedentemente imbrattato una proprietà pubblica o privata.
Lasciategli finire l'opera di  .... pulizia.

domenica 6 marzo 2016

E' corretto ?

"La libertà di opinione include anche la libertà di offesa".
Su questo tema si è svolto un convegno.
A me sembra che la risposta sia 1 X 2.
Certe definizioni hanno assunto un connotato offensivo ma solo per alcuni, mentre altri , apostrofati con la stessa parola o frase, ne rimarrebbero indifferenti o anche compiaciuti.
Sicuramente dare del "cretino" è offensivo per tutti, apostrofare uno come "comunista" o "fascista", può essere offensivo solo in base alle circostante, al contesto generale e, soprattutto, se uno non lo è.
Parole come "negro" sono considerate offensive solo da alcuni anni in base a quella autentica Inquisizione che è il linguaggio "politicamente corretto " (che io preferisco definire "corrotto").
Quindi ... ognuno rimane delle sue idee e l'importante è che possa esprimerle, senza censure e senza leggi che, sanzionando penralmente,  ci impongano un determinato linguaggio.

domenica 28 febbraio 2016

Tristezza scandinava

Qualche anno fa Claudio ci consigliò Stieg Larsson.
Dei gialli scandinavi conoscevo la Holt, la Marklund e Mankell.
Ho esteso la mia conoscenza all'altro Larsson (Asa) e ad altri autori tra i quali emerge Camilla Lackberg dai cui romanzi è stata tratta anche una serie televisiva.
E ultimamente Sky ha proposto varie produzioni scandinave.
In particolare due sono interessanti: The Bridge (versione originale) e The Killing (ugualmente versione orginale).
Versioni originali perchè per entrambi abbiamo dei rifacimenti americani a dimostrazione della bontà dell'idea e della trama (anche se per come è resa e soprattutto come si conclude ...).
La settimana scorsa (ma io l'ho guardato solo ieri registrato) si è concluso The Killing, con un finale incredibilmente simile a The Bridge (che non scrivo per ovvi motivi di rispetto verso chi volesse guardare i programmi).
Confermo il mio giudizio.
Con qualche eccezione per i romanzi della Lackberg, c'è una tristezza di fondo che fa coppia con una forte morbosità dei temi trattati.
Nulla a che vedere con la solarità dei classici Nero Wolfe, Maigret, Poirot o delle americanate tipo CSI , Bones, Castle.
Sarà perchè vivono gran parte dell'anno al buio, ma la società scandinava mi sembra veramente molto triste e decadente e mi spiace vedere che la nostra si allinea sulla stessa lunghezza d'onda invece di conservare il nostro (superiore) modello di vita.

domenica 21 febbraio 2016

E' così difficile rispettare gli orari ?

Leggo che con un provvedimento "epocale", strombazzato come tale, oltre all'aumento delle multe per i "portoghesi" viene previsto il rimborso del biglietto per i ritardi degli autobus superiori a 30 minuti.
Se poi, oltre al titolo, andiamo a leggere il contenuto del provvedimento si capisce che la penalità è prevista per quegli autobus che svolgono un servizio extraurbano e arrivassero con oltre trenta minuti di ritardo in città.
Naturalmente farebbero come con i treni: appena superano il cartello che indica la stazione, considerano il treno "arrivato", anche se poi impiega dieci o quindici minuti prima di fermarsi e aprire le porte.
Altrettanto ovvio che ci sono una serie di eccezioni che vanificherebbero l'utilità per i cittadini (scioperi, calamità naturali etc.).
Nulla ho letto per il servizio urbano, del resto non credo che nel servizio urbano vi siano corse con intervalli di oltre trenta minuti, per cui il ritardo dovrebbe essere parametrato ad altri elementi di valutazione.
Ad esempio proprio il ritardo rispetto all'intervallo delle corse.
Ad esempio, se una linea ha un intervallo di dodici minuti tra una corsa e l'altra, il rimborso dovrebbe scattare quando il ritardo supera i sei minuti, che rappresenterebbero un ritardo del 50%.
Ugualmente l'autista dovrebbe essere multato se, come capita talvolta - spesso ! - arriva prima dell'orario previsto alla fermata e riparte in anticipo.
Se io, infatti, so che davanti alla Banca d'Italia il mio autobus arriva alle 17,12 mi organizzo per essere alla fermata alle 17,11.
Ma se l'autobus arriva alle 17,09 e riparte immediatamente, poi mi tocca attendere fino alle 17,24 (o più se quella corsa è in ritardo).
Alla fine ad essere penalizzati sono sempre e soltanto i cittadini e se si protesta con l'autista quello reagisce a male parole ...

mercoledì 17 febbraio 2016

Celebriamo oggi ...













... la Festa del Gatto.

Il 17, numero da molti considerato sfortunato, febbraio, mese delle streghe cui i gatti vennero in passato spesso accostati.
Misteriosi animali, divinità per alcuni popoli dell'antichità, domestici ma del tutto indipendenti, autentici signori della casa.
Quando un gatto entra in casa, lo fa in punta di piedi, timoroso di disturbare, come il cucciolo in alto a sinistra.
Dopo pochi mesi ci ha però addomesticati e i suoi orari sono diventati i nostri, le sue esigenze prontamente accudite.
In compenso esprime la sua soddisfazione per il nostro lavoro con le fusa.
Chi dice che avere un gatto in casa è meno faticoso rispetto ad un cane, dice solo una parte della verità, perchè il gatto ha esigenze "signorili" che un cane non ha, come la accurata pulizia della sua cassetta (mica vorremo mandarlo in giardino a farla pubblicamente e in promiscuità !) con la lettiera sempre nuova e fresca.
Una delle prime favole che mi ricordo dai tempi in cui ero bambino era "Il gatto con gli stivali", registrata su un 45giri con tanti gracchii.
Un film che torno a guardare sempre molto volentieri e mi fa ancora ridere (senza necessità di alcuna delle volgarità oggi di moda) è FBI Operazione Gatto.
Una banalità che si ascolta spesso: il cane ha bisogno di un padrone, il gatto solo di una casa.
E sfido chiunque ad aver parteggiato per l'odiosa Titti contro Gatto Silvestro.
Sua Maestà, il Gatto.

domenica 14 febbraio 2016

Meteogiuliacci.it

Sono anni che non guardo Striscia la notizia essendomi venuta a noia e non sopportando Iachetti.
Mi ricordo che, quando era quasi un appuntamento fisso del dopo cena, uno dei bersagli preferiti (e che ci stava ad essere preso di mira anche perchè gli dava notorietà) era il colonnello Giuliacci, meteorologo delle reti Mediaset con la sua Epson.
Poi il vecchio Giuliacci sarà andato in pensione, ho pensato, perchè in video apparivano altri meteorologi, tra cui il figlio.
Vengo ora a scoprire un sito www.meteogiuliacci.it che riporta in auge il vecchio colonnello (forse diventato generale, chissà) che, con la sua solita bonomia, illustra previsioni e tendenze.
Ho anche letto di recente che il vecchio Giuliacci pare sia sbottato perchè la sua creatura meteo (meteo.it) ha ceduto alla moda di mandare in video delle meteorine.
Non so se sia vero.
Comunque il sito di Giuliacci mi sembra molto chiaro (anche se molto simile a meteo.it).
La parola all'esperto ...

domenica 7 febbraio 2016

Il colmo


Il pezzo che ho trascritto colegandolo alla fonte è tratto dal Carlino Online e non da Zelig o qualche vecchia scenetta di Walter Chiari e Carlo Campanini.
Rappresenta uno dei punti più bassi in cui siamo caduti.
Un delinquente che ha avuto (solo parzialmente ...) quello che meritava per il suo tentativo di rapina, si prende gioco delle nostre leggi e denuncia il proprietario del cane, che voleva derubare, per il morso subito.
E le nostre "istituzioni" che, invece di rispedirlo a casa sua a calci nel sedere, lo ascoltano, perdendo tempo e denaro sottratto alle nostre tasse, e convocano la vittima per avere le certificazioni sanitarie del suo cane.
Naturalmente questo segue le condanne o anche solo i processi che MAI si sarebbero dovuti aprire contro chi si è difeso sparando.
Beh, quando andrò in pensione mi prenderò, a questo punto, di sicuro un cane ben addestrato ... e non solo un cane.