domenica 1 novembre 2015

Scena da una partita di calcio

Il giocatore A si lancia, palla al piede, verso l'area avversaria e il giocatore B cerca di contrastarlo.
I due si sfiorano.
Il giocatore A si esibisce in una piroetta che neanche Klaus Di Biasi ai tempi degli ori olimpici e, contemporaneamente, emette un grido disperato che neanche gli indiani abbattuti da John Wayne in Ombre Rosse.
Il giocatore B si ritrae con le mani in alto con una espressione eloquente: io non ho fatto nulla, sono un agioletto, non vedete l'aureola ? Io così buono che mi sono spostato per non fargli del male.
Il giocatore A, intanto è a terra che si contorce dal dolore e tutti gli spettatori pensano che ormai sia azzoppato definitivamente e non si possa fare altro che abbatterlo, come i cavalli.
Arriva l'arbitro e con fiero cipiglio estrae un cartellino.
Variante colpevolista:  all'indirizzo del giocatore B per il fallo commesso.
Variante innocentista: all'indirizzo del giocatore A per simulazione.
La palla viene rimessa in gioco e i due si stringono la mano, il giocatore A torna a correre come Mennea e il giocatore B a picchiare come Benetti.

domenica 25 ottobre 2015

Paride Tumburus

E cinque.
Il tempo, inesorabilmente, porta via quelli che furono gli eroi della nostra infanzia e che vorremmo restassero immutati negli anni.
Paride Tumburus era lo stopper (oggi sarebbe, a grandi linee, uno dei "centrali") del Bologna dello scudetto.
Portava il numero quattro.
Era forse uno dei meno appariscenti, dei gregari della squadra, ma come tutti i gregari fu un elemento essenziale del grande Bologna.
Un cognome forse ancora più strano del nome (chissà perchè Paride ..) , uno dei friulano che aiutarono il Bologna a vincere il suo ultimo scudetto.
Non accendeva la fantasia di noi bambini, che idolatravano i goals di Nielsen e Pascutti e le giocate giocate di Haller e Bulgarelli, mentre prestavamo meno attenzione ai difensori, tranne forse al portiere.
E così Tumburus , raggiunge Bulgarelli, Haller, Furlanis e Nielsen che , naturalmente agli ordini del Dottore,  calcano il rettangolo verde in cielo.

sabato 24 ottobre 2015

Il ritorno dei Morti di Sonno

L'hanno detto anche questa volta.
Questa mattina, al termine della trasmissione iniziale rai delle 6, ci hanno ricordato che nella notte si torna all'ora solare e, quindi, recupereremo l'ora di sonno che avevamo perso a marzo.
Così si spiega perchè, per sette mesi, siamo tutti imborniti e capiamo fischi per fiaschi: ci mancava un'ora di sonno.
Da domani saremo tutti pimpanti ... almeno fino a marzo.
Chissà poi perchè si ostinano a toglierci per sette mesi un'ora di sonno ... magari perchè torna comodo avere una massa di rintronati cui raccontare la rava e la fava senza che capiscano nulla ?

domenica 18 ottobre 2015

I milioni non bastano

Credevamo di aver risolto i nostri problemi con l'avvento del magnate delle mozzarelle.
Invece no.
Il "povero" Saputo ogni tanto viene in Italia, a Bologna, porta qualche decina di milioni da depositare nelle casse del Bologna e se ne torna in Canada con un paio di sconfitte in più.
Credo che a fronte del centinaio di milioni messi per comprare la società, nuovi giocatori, restaurare il Littoriale/Comunale/Dall'Ara, abbia si e no visto un paio di pareggi e una vittoria.
Sette sconfitte in otto partite, ultimo posto in classifica.
Non che il Bologna giochi male, no.
Il problema è che gioca solo un tempo o, al massimo, fino al goal del vantaggio avversario.
Rossi non ha grandi colpe, ma l'unica soluzione è il cambio dell'allenatore, visto che non si può cambiare la squadra, almeno come frustata all'ambiente.
Ma la questione secondo me è più ampia.
Possibile che ogni anno, serie A o serie B, il Bologna abbia sempre gli stessi problemi ?
Giocatori osannati prima ancora di mettere le scarpette chiodate (vedi Destro e come è stato accolto) e che poi si rivelano, come avrebbe detto il vecchio Agnelli, dei "conigli bagnati".
Vedete qualche differenza tra Destro e Acquafresca ?
Io no.
Abbiamo una media di mezzo goal a partita: il peggior attacco del campionato e tre goals sono di Mounier (una mezza punta) e il quarto di Mancosu (un panchinaro).
Sarà l'aria della città o i tifosi troppo accondiscendenti o, forse, il destino di una città in declino spaventoso in ogni settore.
Ci sono ancora trenta partite e 90 punti in palio e potremmo ancora vincere lo scudetto ...

domenica 11 ottobre 2015

Simon Templar

Ricordate i telefilm con Roger Moore ?
Io sì, un bianco e nero ben curato, quell'ironia che accompagnava una trama leggera ma ben congeniata.
Preferisco dimenticare il rifacimento con Ian Ogilvy, neanche lontanamente paragonabile all'orginale.
Recentemente mi è capitato di parlarne e una collega mi ha prestato un vecchio (e delicatissimo) romanzo di Leslie Charteris, il creatore del "Santo".
Un tascabile della Garzanti, con le pagine ormai ingiallite un prezzo di altri tempi (£. 350) probabilmente reperibile solo nei mercatini.
Una lettura piacevole per un fine settimana caratterizzato dai lavori condominiali (che sollevano molta polvere) e dall'assenza del campionato di calcio (il Bologna questa domenica non perderà).
Una narrativa che, oggi, non ritroviamo, tutti presi, gli autori, a imbottire i loro racconti (anche con buone trame e idee originali) di sesso e perversioni, pensando che facciano vendere di più.


domenica 4 ottobre 2015

E' una tedesca !

Ricordate la pubblicità della Opel con una ancora splendida Claudia Schiffer che ammiccava "è una tedesca" ?
Chissà perchè non lo vedo più passare in televisione ... :-)


P.S.: Sia chiaro, dal 1993 guido una Volkswagen e se dovessi cambiare oggi, ne comprerei un'altra.

domenica 27 settembre 2015

La sciarpa

Fino ad oltre i trenta anni non ho portato sciarpe.
Poi, nel luglio 1986, divenne obbligatorio il casco per i motociclisti.
Scioccamente (prima in inverno indossavo un passamontagna che mi copriva anche il collo) non ho pensato che lo spazio scoperto tra la base del casco e il colletto della camicia era esposto.
Il vento preso mi arruolò, ottobre 1988, tra coloro che soffrono di cervicale.
Il medico disse che sì, si potevano fare dei massaggi ma ... meglio si compri una sciarpa.
Da allora sciarpa o foulard o anche, d'estate, una bandana per coprire il collo.
Ma la sciarpa deve piacermi (e non sono neppure di gusti difficili: nera e morbida).
Non che io ne compri tutti i giorni, in genere mi durano un decennio o anche più, così venerdì scorso, giunta al termine quella che usavo più spesso e rimasto con una sola che pure ha i suoi annetti, sono andato per comprarne una.
Ma adesso vendono solo sciarpe strane, troppo colorate, con disegnini orrendi o che sembrano le kefiah palestinesi (che non indosserei neppure se fosse l'ultimo indumento rimasto a disposizione) ?
Una bella sciarpa morbida, classica, senza fronzoli, non si trova più con facilità.
Ho girato più negozi e l'unico che ci è andato vicino è quello d' angolo Via D'Azeglio, Via IV Novembre.
Non ho trovato quella che volevo, ma ripasserò, mi è stato detto che arriveranno.
La sciarpa è solo un esempio.
Sempre più spesso vestirsi è un problema.
Da alcuni anni sono tornato dal sarto, perchè i vestiti già pronti o avevano colori impossibili oppure avevano un taglio che non mi sentivo addosso (soprattutto i pantaloni dal cavallo e vita bassi).
Sulle camicie ho scoperto che con la medesima misura esistono quella normali e quelle "small" (ma allora perchè non mettete una numerazione differente ?).
Delle scarpe non ne parliamo, i comodi mocassini che sono abituato a portare sono praticamente ridotti ad un unico modello, tanto che ormai quando ne compro sembra siano sempre gli stessi.
Anche sulle cravatte sono costretto a comprarne a pacchi quando trovo quelle che riesco a portare e non quelle con orrendi pupazzetti disegnati su  e con colori troppo sgargianti per i miei gusti.
Non c'è che dire ... mi avvio ai sessanta anni ... :-).

domenica 20 settembre 2015

La tangenziale delle biciclette

Con dispendio di articoli e rullo di tamburi, ieri, presente una vecchia gloria del ciclismo italiano (Felice Gimondi) è stata inaugurata la tangenziale delle biciclette.
In pratica hanno diviso con il gesso (come facevamo noi da bambini, solo che a noi costava molto meno ...) i marciapiedi e dove non potevano hanno ridotto la carreggiata della strada, già ridotta in molti punti per le demenziali iniziative del civis .
Peccato che non tutti i ciclisti usino la loro "tangenziale".
Questa mattina ho invitato uno di loro, nei pressi del cimitero, a usarla invece di circolare sulla strada e quello mi ha sostanzialmente risposto che di là era ostacolato dai ciclisti della domenica (madri con bambini, anziani etc.) così ha pensato bene di ostacolare le automobili.
Avessi avuto voglia di discutere gli avrei chiesto "ma lei chi è, Nibali ?".
Ho preferito lasciar perdere, tanto non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Per non parlare della infausta idea di usare il marciapiede in promiscuità tra ciclisti e pedoni, con questi ultimi (categoria alla quale appartengo ...) sempre più penalizzati e costretti a dare la precedenza non solo ad auto e moto, ma adesso anche alle biciclette che circolano (e ti suonano pure !) sul marciapiede, una volta rifugio quasi sicuro per tutti i pedoni.
E che dire della folle striscia color campo da tennis che unisce le varie parti della divisoria sui viali all'altezza delle porte ?
Dove, immancabilmente, hanno regolato i semafori in modo penalizzante per gli automobilisti che devono svoltare attraversando quella specie di santuario per ciclisti.
Ma il colmo del ridicolo lo si vede in Viale XII Giugno (e forse anche altrove) dove hanno tirato una striscia bianca delimitando un metro di spazio sulla destra con l'immagine della bicicletta.
Come se fosse una protezione.
Così abbiamo, partendo da destra: il marciapiede, il parcheggio per auto, la striscia per le biciclette e, finalmente, la carreggiata per le automobili.
Dicono che vogliono incentivare l'uso della bicicletta.
Bravi, e per chi abita ad un chilometro in salita dalla porta ?
La biciletta elettrica ?
No, perchè ne ho provata una di un collega e non arriva alla fine dell'ultima salita verso casa.
E adesso c'è pure qualcuno che vorrebbe chiudere definitivamente al traffico via Rizzoli e via Ugo Bassi al grido di "perchè rovinare il lavoro appena fatto" ?
Evidentemente non hanno molta fiducia sulla qualità del lavoro e temono che ai primi autobus i pietroni tornino ad essere sconnessi.
Ma, in fondo, anche quello è utile, visto che consente di affidare nuovi lavori di manutenzione ...

domenica 13 settembre 2015

Lezione da Flushing Meadows

Una finalissima tutta italiana di un torneo del Grande Slam è un evento straordinario, per cui ieri sera ho eccezionalmente fatto uno zapping sistematico tra la partita della Juventus e la finale di Flushing Meadows.
Brutte partite entrambe (ma il Chievo avrebbe meritato qualcosa in più ...) tanto che sono rimasto sveglio giusto grazie allo zapping.
Mi è invece piaciuta la scelta della Pennetta di annunciare il ritiro dal tennis.
Una scelta intelligente da parte di un'atleta che sa di aver ottenuto il massimo (e forse più) di quanto avrebbe mai potuto aspettarsi dalla sua carriera agonistica e quindi decide di abbandonare senza ridursi ad un progressivo scivolamento verso le parti basse delle classifiche.
Una lezione per quei tanti che continuano a pretendere di tenere la scena quando ormai hanno solo "un grande avvenire dietro le spalle".
Penso, evidentemente, ad attori e cantanti, con la loro velleità di mostrarsi (con qualche rara eccezione) sempre giovani (mi vengono in mente Sharon Stone, Madonna, Mick Jagger, ad esempio).
E mi vengono in mente anche Greta Garbo e Mina che, ognuna a modo suo, si sono ritirate dalla mondanità lasciando il ricordo della loro bellezza senza dover anche abbandonare troppo giovani questa valle di lacrime, come accadde a Marilyn Monroe o James Dean.
Brava, dunque, alla Pennetta che oltre ad aver vinto, prima tra gli Italiani, il secondo più importante torneo di tennis del mondo, ha anche impartito una lezione a tanti tromboni dello sport, del cinema e della musica che farebbero meglio a seguirne l'esempio.

domenica 6 settembre 2015

Reclamo pubblico e privato

Il 12 maggio scorso, avevo inoltrato un reclamo alla TPER (già ATC e prima ancora, quando eravamo bambini, ATM) .
C'è un bellissimo format in internet per questo adempimento.
Dal 12 maggio ad oggi, la mia segnalazione è ancora in "stato validazione".
Sono passati 117 giorni senza che qualcuno l'abbia preso in esame.
Nel mio lavoro seguo i ricorsi all'Arbitro Bancario Finanziario e uno dei requisiti per la loro ammissibilità è l'aver presentato un reclamo il cui riscontro non abbia soddisfatto o che sia pervenuto oltre i termini sanzionabili che sono di trenta o novanta giorni a secondo della natura dell'operazione oggetto di reclamo.
Ancora una volta si vede come vigano due regole differenti per il privato, oggetto ad ogni tipo di restrizioni e sanzioni e il pubblico dove le regole ... sì, ci sarebbero, ma non vengono applicate o mancano di ogni sanzione quando vengono violate.
Privatizzare il trasporto pubblico non sarebbe una cattiva idea.
Risparmieremmo e forse otterremmo più efficienza.