domenica 25 maggio 2014

Il cittadino dello spazio

Nella mia costante ricerca per completare le vecchie collane della Libra, ho trovato questo gioiellino "Il cittadino dello spazio" di Raymend F. Jones, nella abitualmente scorrevole traduzione di Ugo Malaguti, romanzo anni cinquanta da cui fu (liberamente) tratto il celeberrimo film omonimo (per la verità il romanzo, ho visto nella seconda di copertina, era ed è intitolato in inglese "This Island Earth").
L'ho letto in un fiato, come mi capita ormai sempre più raramente.
Avevo apprezzato il film (che ogni tanto viene riproposto più p meno alle due di notte ...) che, pur con gli "effetti speciali" della metà degli anni cinquanta, era riuscito a creare, venti anni prima, il clima avventuroso ed epico che poi abbiamo ritrovato in Guerre Stellari.
Devo però dire che il romanzo, per come è strutturato, mi piace di più e mi dice anche di più.
Il film ovviamente risente della necessità di adattare la storia alle meno di due ore della pellicola, solo a leggere il romanzo io ne ho impiegate il doppio.
Ma è nello svolgimento della trama e nella caratterizzazione dei personaggi e della situazione che il romanzo mi ha dato più soddisfazione.
Intanto il finale ... positivo nel romanzo, meno, molto meno nel film ed a me piace SOLO l'happy end, nei film come nei romanzi (e nella vita ...).
Poi, a parte alcuni personaggi cui è stato cambiato il nome e il destino (proprio vero: nomen omen ...) l'impostazione della vicenda che nel romanzo vede i Metaluniani nella parte dei "buoni", che non costringono nessuno e non occupano abusivamente la Terra (gli Zaghoriani, ovviamente, sono "cattivi" tanto nel film quanto nel romanzo).
Ma nel film mi sembra che si sia perduto non tanto l'orgoglio per la "nostra" Umanità, quanto il significato di una lotta, anche apparentemente impossibile, per la Libertà che, invece, nel romanzo mi sembra molto esplicita con gli scienziati "pacifisti" che accettano di sostenere la guerra stellare e plurigenerazionale di Metaluna.
E non riesco ad impedirmi di pensare che dopo cinquantadue anni (il romanzo è del 1952) , avremmo ancora bisogno di quello spirito combattivo che fece superare ai nostri padri e nonni momenti terribili e che oggi mi sembra persono in una sdolcinata melassa di parole.

sabato 24 maggio 2014

24 maggio: indietro va', straniero !


La Leggenda del Piave

 E.A. Mario

 
Il Piave mormorava,
calmo e placido, al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...

Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava, e andare avanti!

S'udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero,
il Piave mormorò:
«Non passa lo straniero!»

Ma in una notte trista
si parlò di un fosco evento, 
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento...
Ahi, quanta gente ha vista
venir giù, lasciare il tetto,
poi che il nemico irruppe a Caporetto! 

Profughi ovunque! Dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti!

S'udiva allor, dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio de l'onde:
come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
il Piave mormorò:
«Ritorna lo straniero!»

  E ritornò il nemico;
per l'orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame...
Vedeva il piano aprico,
di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora...

«No!», disse il Piave. «No!», dissero i fanti,
«Mai più il nemico faccia un passo avanti!»

Si vide il Piave rigonfiar le sponde,
e come i fanti combatteron l'onde...
Rosso di sangue del nemico altero,
il Piave comandò:
«Indietro va', straniero!»

 Indietreggiò il nemico
fino a Trieste, fino a Trento...
E la vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico:
tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti...

Infranse, alfin, l'italico valore
le forche e l'armi dell'Impiccatore!

Sicure l'Alpi... Libere le sponde...
E tacque il Piave: si placaron l'onde...
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò
né oppressi, né stranieri!

mercoledì 21 maggio 2014

Il test

Anche per queste elezioni i quotidiani online propongono il test per conoscere a quale partito si è "più vicini".
I test sono basati sui programmi e le dichiarazioni dei leader e su una serie di domande che dovrebbero fornire la continguità delle idee che esprimono i lettori con quelle dei vari partiti.
Non credo che alla nostra veneranda età qualcuno di noi possa avere dei dubbi sulla scelta da effettuare.
E nessun test può certo cambiare le nostre convinzioni e le nostre scelte.
Ma è comunque divertente.
Questa volta non sono riuscito a fare il "copia e incolla" quindi mi limito a fornire i collegamenti a
ed a
Una avvertenza.
Il test del Carlino zoppica.
Alle mie risposte mi ha segnalato la maggiore vicinanza ad un partito (sempre dell'area in cui mi riconosco) che ho deciso da tempo di non votare.
Libero, invece, l'ha "azzeccata".
Buon divertimento.

domenica 18 maggio 2014

Ultimo A tto

Fra meno di quattro ore il Bologna giocherà l'ultima, inutile, partite in serie A e non sappiamo quando tornerà a disputare il campionato più bello del mondo.
Stando ai precedenti, non meno di due-tre anni.
Beffa maggiore, il Bologna della quarta retrocessione giocherà questa sua ultima partita tra gli Dei del calcio in quello stadio Olimpico che giusto cinquanta anni fa, il 7 giugno 1964, vide il trionfo di Bernardini e della sua squadra nello spareggio, l'Unico, contro l'Inter.
Come per tante altre formazioni che non hanno una solidità societaria alle spalle (ma ce ne sono solamente tre ai vertici: Juventus, Inter e Milan e qualche altra - come l'Udinese - nel gruppo) il Bologna non può che alternare campionati dignitosi a stagioni disastrose.
Guaraldi, il presidente, ha gravi colpe gestionali, di imperizia e di presunzione, ma, almeno, ha giocato (e perso) i suoi soldi.
Il suo investimento azionario è, adesso, azzerato e sarà obbligato o a cedere la maggioranza ad un Cavaliere Bianco che si proponga di spendere con saggezza per ricostruire il Bologna, oppure, se vorrà tenersi la squadra, ad impegnarsi anche i gioielli di famiglia per sostenere l'onere economico di un rapido ritorno nella massima serie.
Ma Bologna ha le capacità imprenditoriali per risorgere ?
Ne dubito.
Se le avesse perchè non si sono fatti vivi prima ?
E perchè è finita anche quella che fu Basket City ?
Noi a Bologna ci viviamo e vediamo che tutto è permeato da una cappa di conformismo massificante e al ribasso.
L'antica libreria Zanichelli preda delle coop che hanno messo le mani anche sugli spazi dell'antico cinema Ambasciatori e su quello che, impropriamente, viene chiamato il "Mercato di Mezzo" (dimenticando che quello era un semplice mercato, visto che l'originario Mercato di Mezzo era situato in quella che adesso è via Rizzoli).
Come se non bastasse ho letto che per la futura proprietà del Bologna, l'alternativa a Zanetti (Segafredo) è l'Unipol, ancora coop, perpetuando così la decadenza della città.
Mi fa ridere, poi, Merola, sindaco proveniente dalla Campania che non sapeva, prima di essere eletto, neppure in quale serie giocasse la squadra della città che voleva amministrare, che si agita per "fare pressing", come ho letto sulla stampa, su Zanetti per acquistare la società.
Zanetti lo disse tre anni fa: sono ricco, ma non scemo.
Non chiediamo un presidente "ricco e scemo" come quelli degli anni sessanta.
Ci basta un presidente ricco e con un minimo di passione unita ad una intelligenza manageriale che sappia coniugare la sana amministrazione con la scelta di uomini di calcio competenti per costruire il Bologna del prossimo anno.
In serie B.

domenica 11 maggio 2014

Questa Alta Velocità s'ha da ampliare

Con buona pace di Grillo e dei suoi amici no tav, l'Alta Velocità è una grande opera che deve essere completata e, se possibile, ampliata in ogni ambito territoriale.
E pazienza se dovremo sacrificare qualche boschetto.
La settimana scorsa ho partecipato ad un convegno di lavoro a Milano e per la prima volta, svolgendosi in un albergo a pochi minuti a piedi dalla stazione centrale, ho provato a fare andata e ritorno in giornata per tutta la durata del convegno.
Partenza alle 7,31 dalla sotterranea stazione bolognese dell'Alta Velocità e rientro dopo dodici ore con il treno delle 18,30 da Milano.
Esperimento riuscito ottimamente.
Certo se il convegno fosse stato più lontano, anche calcolando i quindici minuti accademici di posticipo dell'inizio fissato alle ore 9, difficilmente lo si potrebbe fare, ma questa volta si sono combinate tutte le circostanze favorevoli che mi hanno consentito di partecipare ad un convegno a Milano e rientrare a Bologna per cena.
Il mio personale caso è poco, ma è facile immaginare i benefici economici per le aziende e, nel contempo, la possibilità per le famiglie di riunirsi comunque a sera.
L'unico neo è la inutile fermata in quella cattedrale dello spreco che è la stazione ad Alta Velocità di Reggio Emilia: dieci minuti persi.

domenica 4 maggio 2014

Coppa all'Italiana

Mentre il Bologna arranca e trascina le illusioni dei tifosi (che devono essere ben saldi di coronarie) ieri sera è andato in scena uno spettacolo deprimente.
Le Forze dell'Ordine sono state obbligate da ordini politici a trattare con i tifosi napoletani per consentire lo svolgimento della partita, iniziata con ben 45 minuti di ritardo.
Una vergogna.
Ridicolo poi pensare che noi si creda alla versione dell'uno contro tutti, del singolo soggetto che affronta e provoca l'orda dei tifosi napoletani e poi è costretto a sparare per difendersi dalla prevedibile reazione della massa.
Una partita, poi, il cui risultato è del tutto ininfluente visto che il Napoli, terzo in campionato, fare i preliminari di Champions e la Fiorentina giocherà comunque la coppa di lega.
Onore alla Juventus che oggi, senza giocare, ha vinto il suo terzo scudetto consecutivo, potendosi così fregiare della terza stella, anche se i suoi scudetti sono in realtà 32, senza la baggianata della revoca a tavolino del 2006.


domenica 27 aprile 2014

I (miei) cinque film da salvare

Un collega, anziano di età, ma fresco di assegnazione, ha colto una delle citazioni che uso di frequente e mi ha chiesto quali fossero i tre film che giudicavo migliori.
Poi ha detto: diciamo i cinque, tre son pochi.
Ma anche cinque son pochi !
Me ne sono infatti venuti in mente almeno una dozzina, anche raggruppando per “genere” .
Ho comunque provato a stilare un elenco con dolorose esclusioni e con l'escamotage del film "in rappresentanza di" e così sono stati estratti ...
Il primo (ma non è affatto detto che lo sia anche in graduatoria) è “55 giorni a Pechino”, film contro il quale c’è un evidente ostracismo (non trovo il dvd e non viene trasmesso da tempo in televisione) per il suo contenuto colonialista e anticinese (qualità che per me sono tutt'altro che negative).
Eppure è un bellissimo film che contiene una verità inconfutabile: quando gli Occidentali suonano assieme (dialogo finale tra Charlton Heston e David Niven) non c’è spazio per nessuno.
Naturalmente sullo stesso piano potrei mettere Zulù, il film che ha “introdotto” Michael Caine, protagonista della vittoriosa resistenza di un plotone di soldati Britannici durante la guerra Boera in Sudafrica, assediato da migliaia di Zulù in una missione isolata.
Naturalmente non potevo trascurare il genere a me più gradito che, nonostante quel che qualcuno possa pensare, non è il “giallo”, ma il western.
La scelta e le esclusioni sono dolorose.
Avrei potuto indicare il Leone di C’era una volta il West, oppure I magnifici sette, ma per la quantità e qualità nel tratteggiare l’epopea del West non posso ignorare il binomio John Ford e John Wayne, così indicherei Rio Grande (Rio Bravo nella versione italiana) parte della Trilogia della Cavalleria.
Gli Uccelli di Hitchcock è sicuramente un film straordinario per la tensione che riesce a creare ed a conservare anche dopo la parola “fine”, con ogni spettatore che può decidere il seguito della lotta tra gli uomini e gli uccelli.
Alcuni anni fa, quando eravamo più o meno tra le medie e il Galvani, la televisione trasmise, credo d’estate, una serie intitolata “Frank Capra, un ottimista a Hollywood”.
Per me fu una folgorazione.
Film anni trenta e quaranta piacevolissimi e, soprattutto, con una filosofia di fondo che condivido in pieno.
Negli anni (recenti) sono riuscito a recuperare i dvd di molti film da Accadde una notte a Mr. Smith va a Washington,fino a La vita è meravigliosa, con uno strepitoso James Stewart (interprete anche di altri film di Frank Capra) che ha incarnato il tipico protagonista (onesto e fortunato) di quei film.
Ecco che siamo a quattro, avendo trascurato molti film e, soprattutto generi quali il giallo e la fantascienza.
Allora mi prendo una licenza e l’ultimo posto lo dichiaro ex aequo.
American Graffiti, perché la storia e la colonna sonora hanno rappresentato uno spaccato di un’epoca che non ho vissuto ma, probabilmente, mi sarebbe piaciuto vivere.
Il Giustiziere della Notte perché ha rappresentato una svolta (vorrei dire reaganiana come se, con sei anni di anticipo, il film con Charles Bronson avesse intuito la grande svolta della politica americana) nei confronti della delinquenza che sembrava dilagare e che ha rappresentato la migliore espressione dei vari film che in Italia hanno avuto Maurizio Merli come indiscusso protagonista.
Infine la fantascienza.
Guerre stellari ?
Star Trek ?
Incontri ravvicinati del terzo tipo ?
Ultimatum alla terra ?
Il pianeta proibito ?
Accidenti, quanta scelta.
Opto per un film che, come per Gli Uccelli, ha un finale che ognuno può interpretare, anche se io sono convinto che sia un finale “felice”: E la Terra prese fuoco.
Film del 1961, qulache anno prima di Star Trek, legato ai timori del periodo con un crescendo di tensione da una normale, normalissima vita quotidiana.

Per mia personale curiosità ho pensato se con libri, canzoni, programmi televisivi fossi in grado di dichiarare cinque titoli secchi.
Niente da fare.
Anche lì la lista si allunga sempre.

lunedì 21 aprile 2014

21 aprile: Natale di Roma

Mi sono spesso domandato perchè non venisse sfruttato il filone, enorme e spettacolare, della Storia di Roma per film e romanzi.
Certo ci sono stati sceneggiati (la storia di Cesare, ad esempio) o film (ad esempio il Gladiatore, senza contare i vari kolossal del passato però tutti sbilanciati verso l'apologia della religione cristiana che è rappresenta solo la parte conclusiva della Storia di Roma, il periodo della decadenza) o romanzi (mi piace ricorda la "nostra" Danila Comastri Monatanari con il suo ciclo su Publio Aurelio Stazio) ma nulla se paragonato a come hanno saputo sfruttare gli Statunitensi l'epopea del West.
Eppure la Storia di Roma non solo non ha nulla da invidiare per contenuto e per spettacolarità, ma rappresenta anche un inno all'Individuo.
Sì, perchè se è vero che Roma è il primo grande stato, con una amministrazione puntuale e organizzata, è altrettanto vero che la Storia di Roma è la storia dei Grandi Romani che hanno dato lustro alla loro città.
Roma che, con i suoi Grandi, come Cicerone, tramanda se stessa, ma anche Valori universali esistenti e conosciuti sin da prima di Cristo: honeste vivere, unicuique suum, noli tangere.
Roma che ha esteso la sua civiltà su tutta europa, dando alla nostra Civiltà quel vantaggio che l'ha resa la Civiltà guida della Terra.
Roma che ha applicato il principio dello ius sanguinis, perchè non basta essere nato in un luogo per appartenervi e per ereditarne lo spirito, ma bisogna possederne lo spirito che solo la discendenza di sangue può dare.
Roma che ha unificato l'Italia.
Roma che, probabilmente, faticherebbe ai riconoscere nei romani di oggi, i propri legittimi discendenti.
Mi piace, quindi, a 2767 anni dalla sua fondazione, ricordare la Roma della passata grandezza, sognando che possa nuovamente risplendere.

domenica 20 aprile 2014

Buona Pasqua

Quest'anno la Pasqua "arriva" tardi, al 20 di aprile, facendo felice il "genio pontieri" che ha sicuramente studiato la possibilità, con "appena" sette giorni di vacanza, di prendersi una lunga pausa dal 19 aprile al 4 maggio.
Sempre quest'anno Pasqua, Ferragosto e Natale, sono ben scadenzati, ogni quattro mesi.
Mi domando se, quando faremo il nostro ingresso nella categoria dei pensionati, riusciremo ugualmente a goderci questi momenti di "fermo lavorativo" o se, invece, non scivoleranno via, senza donarci quella particolare sensazione di benessere che, oggi, concedono.
In ogni caso, auguri a tutti.