domenica 8 aprile 2018

Horror e fantasy: come possono avere successo ?

Sono venuto a sapere che i libercoli da edicola, magari di case editrici che appaiono per dieci numeri e poi chiudono, che trattano di horror e fantasy hanno un seguito significativo tra i giovani, fino ad essere più venduti della fantascienza.
Recentemente Sky ha trasmesso un film molto celebrato e pubblicizzato, tratto da un romanzo di Stephen King, La Torre Nera.
Non sono riuscito ad andare oltre i cinquanta minuti di visione e solo perchè, dopo aver letto tutte le recensioni entusiaste, mi dicevo: adesso finisce il prologo e inizia finalmente il vero film ...
Un casa editrice bolognese, erede e continuatrice delle storiche Libra e Perseo, la Elara, pubblica con successo romanzi e deve pure procedere a ristampe, di autori che si chiamano Thomas Ligotti, Paul De Filippo, Jeff Vandermeer, che dell'horror e dello steampunk hanno fatto la loro cifra distintiva.
Poichè una collezione non è completa se non si hanno tutti i volumi di una rivista o di una collana, li compro e cerco di leggerli.
Un paio di pagine alla volta perchè le palpebre calano inesorabilmente su scritti che, dal mio punto di vista, avrebbero visto solo il cestino.
E mi domando se questa (insana) passione per l'horror o il fantasy estremo non sia uno specchio dei tempi, di una generazione (temo anche più di una) che avendo avuto tutto cerca sensazioni forte nelle scene violente, ripugnati e negli incubi malsani di morte e di magia.
Ai posteri l'ardua sentenza e per rifarmi gli occhi, io ricorro ad un sano romanzo di vera fantascienza di John Wyndham o Edmond Hamilton oppure ad un giallo, anche di autori contemporanei con una bella trama classica.

sabato 31 marzo 2018

Ma quanto è sentita la Pasqua ?

La Pasqua è la più importante ricorrenza cristiana, ma quanto ad essere "sentita" come tale credo sia abbondantemente dietro il Natale.
Non vedo "luminarie", non vedo gente affaccendarsi nei negozi per acquistare regali, non sento il clima festoso che circonda il Natale.
Per chi lavora si tratta di uno striminzito giorno in più a casa, anche perché Pasqua cade sempre di domenica e non crea succulente combinazioni come quando il Natale capita di giovedì.
Ampiamente affievolitosi il fervore religioso ( se poi, come avrebbe sostenuto Bergoglio con Scalfari, l'inferno non esistesse, perché sacrificarsi sulla Terra ?), mancando anche l'aspetto ludico, ecco che questi giorni trascorrono in un piacevole riposo, senza alcuna pretesa di altro genere.
Buona Pasqua.

domenica 25 marzo 2018

Una Nazionale da rifare

La partita di venerdì sera contro l'Argentina mi ha fatto dire: meno male che non siamo andati ai mondiali di Russia.
Ma che razza di Nazionale Italiana è mai quella vista ?
Eppure, indubitabilmente, hanno messo in campo i migliori Italiani (a parte quel Jorghino che, già dal nome, italiano non è) e non saprei chi altri il povero Di Biagio avrebbe potuto mettere in campo.
Leggo fortunatamente che aumentano le voci che reclamano una limitazione degli stranieri nel nostro campionato.
Del resto, i grandi giocatori come Bulgarelli, Mazzola, Rivera, Riva, sono emersi quando ci fu il blocco degli stranieri e i frutti si sono visti copiosi negli anni successivi quando dai vivai sono usciti i Rossi, i Baggio e i Del Piero che ci hanno portato i mondiali del 1982 e del 2006.
Allora cosa si aspetta a chiudere le frontiere, imporre che, in campo, ogni squadra debba avere sempre almeno sette italiani, istituire un campionato delle "seconde squadre" per incentivare (obbligando) le società di serie A e B a crearsi un vivaio ?
L'alternativa è guardare gli altri giocarsi la coppa, ancora per tanti mondiali a venire.

domenica 18 marzo 2018

Merola, ovvero della spesa

In occasione del Cosmoprof il servizio pubblico (taxi e bus) si è rivelato insufficiente.
Leggo sul Carlino che la soluzione di Merola sarebbe quella di aumentare le licenze per i taxisti.
Ma una licenza è per sempre e sarebbe come se un'azienda, per una esigenza stagionale, assumesse in pianta stabile nuovi dipendenti che, poi, starebbero a tirarsi le dita quando il picco di necessità di produzione fosse passato.
Un'azienda seria, bene amministrata, assumerebbe degli stagionali, dei lavoratori a termine, soprattutto in occasioni che si sa benissimo, da mesi, quando accadono.
E la risposta per le esigenze dei partecipanti alle fiere non è aumentare le licenze dei taxi, creando poi una enorme massa di offerta di gran lunga superiore alle esigenze ordinarie.
La risposta giusta è aumentare temporaneamente le corse dei bus, eventualmente con l'assunzione di personale a termine.
Forse troppo difficile  confrontarsi con il Mercato per chi si limita a imporre divieti, multe e tasse.

domenica 11 marzo 2018

Pessima retorica giornalistica

Una settimana fa il campionato di calcio fu giustamente sospeso per la morte, nel sonno, del capitano della Fiorentina Davide Astori.
Venerdì è ripreso il campionato e, ancora giustamente, su tutti i campi è stato osservato un minuto di silenzio.
Particolare attenzione alla partita delle 12,30 di oggi a Firenze tra la Viola e il (derelitto) Benevento.
Già i cronisti della Rai hanno commentato con la voce di circostanza e questo ci può stare, raccontando il dolore e la coreografia dello stadio.
Ma hanno ecceduto.
Ad un certo punto è stato detto che "un altro miracolo" di Astori sarebbe stata la pausa dalla pioggia mentre veniva ricordato il capitano viola, ma il colmo della retorica si è raggiunto quando la Fiorentina ha segnato con Victor Hugo, che di maglia porta il 31, cioè i numeri, invertiti, della maglia di Astori che portava il 13.
Il radiocronista si è lanciato in un commento mistico che, credo, da solo abbia coperto di ridicolo quello che doveva invece essere un momento di sport e di commozione, in onore del capitano viola.
Non sono contro la retorica che, usata con parsimonia e nei momenti giusti, è utile a dare morale e prospettiva, superando anche momenti tristi, ma strologare di miracoli e lasciar intendere di interventi superiori per un goal in una partita di calcio mi sembra sia una retorica scadente, priva di un qualsivoglia afflato morale e culturale.

domenica 4 marzo 2018

Senectus incipit

Per la prima volta mi sono preso l'influenza per il secondo anno consecutivo.
La mia riflessione, oltre alla constatazione che quella macchina che è il corpo umano mostra sempre più spesso evidenti segni di logoramento, è: avranno ragione i free vax ?
La polemica, è vero, è insorta su altre tipologie di vaccinazioni (anche se francamente mi sembra che 11 vaccinazioni per un bambino siano eccessive, noi quante ne facemmo ? Tre ? Quattro al massimo e e mi sembra che non ci siamo presi chiassà quali malattie !) ma anche per la vaccinazione contro l'influenza ogni anno, ad ottobre, il martellamento è incessante.
Così, dopo l'influenza che presi a gennaio dello scorso anno, a novembre mi feci vaccinare.
E adesso ho nuovamente preso l'influenza, pesante, in tutte le sue versioni (vie respiratorie con un forte raffreddore, intestinale e di stomaco).
Peggio dell'anno scorso.
Ma, mi dicono: se non ti fossi vaccinato l'avresti avuto ancora più virulenta !
Alla faccia !
E, poi, anche che il vaccino era "solo" per tre fattori e non quattro.
Insomma un vaccino che non copre tutto.
La domanda quindi resta senza risposta: conviene farsi vaccinare ?

domenica 25 febbraio 2018

Poveri ragazzi !

Provo sentimenti contrastanti nei confronti degli agit prop, tutti ragazzi intorno ai venti anni, che per strada, insaccati nelle pettorine dell'Unicef, di Amnesty, dell'Unhcr, Save the children etc., mi bloccano sistematicamente con una allegria e un buonumore finto per chiedere firme e contributi, dopo aver detto che volevano "solo" parlare.
Da un lato mi disturba, poichè credo nel rispetto e apprezzo moltissimo i Testimoni di Geova che, pure, hanno il loro banchettino con le loro riviste, ma non ti fermano, non ti chiedono nulla, sono lì, disponibili a parlarti se solo tu formuli una domanda.
Situazione ben diversa dove gli addetti delle organizzazioni cosiddetta "umanitarie" adottano una tattica asfissiante, soprattutto se passi per una via del centro due o tre volte in una giornata e diventi una "faccia nota".
La prima reazione è quella di mandarli a quel paese, poi subentra il rispetto che noi abbiamo, anche se a loro sembra mancare e si pensa al fatto che quei ragazzi difficilmente credono in quello che dicono, ma si prestano a fare quello che, in tanti film americani, era "l'uomo sandwich" che girava per le strade (ma senza fermare nessuno !) con due cartelli attaccati davanti e dietro per pubblicizzare qualche prodotto o negozio, in cambio di pochi centesimi.
Probabilmente anche quei ragazzi ottengono un contributo, per ogni firma che riescono ad ottenere (non l'ho mai chiesto perchè mi sembrerebbe irridente nei loro confronti).
In genere, quindi, rispondo o con una battuta (a Save the children dico sempre che sono iscritto al club di Erode ...) e, più seriamente, che non sono disponibile a fornire generalità e firma per strada.
Cercando sempre di essere cortese ... ma che fatica !

domenica 11 febbraio 2018

Miracoleremo anche l'Inter ?

Ormai è chiaro che il Bologna di Donadoni applica alla lettera i principi cristiani: dar da mangiare agli affamati.
Nel nostro caso significa dare punti a chi, da tempo, è in crisi.
Abbiamo risollevato le sorti di un Crotone, squadra più da B che da A, quindi abbiamo concesso al Napoli di riprendersi da una piccola crisi e domenica scorsa abbiamo miracolato una bruttissima Fiorentina.
Oggi andremo a Milano, alla Scala del calcio, contro un'Inter che da due mesi non vince e che dal primo posto è retrocessa al quarto a quasi venti punti di distacco da Napoli e Juventus.
Vuoi vedere che daremo una mano anche a loro rilanciandoli verso la champions ?

domenica 4 febbraio 2018

E venne il giorno della neve

Sembra il titolo di un romanzo o di un film di impronta catastrofica: non è così.
Anche se ci sono stati film che hanno immaginato nevicate imponenti da coprire tutto il globo e le gelate successive (ad esempio ricordo e consiglio, per un paio d'ore di brividi spensierati e senza pretese "The day after tomorrow").
Niente di tutto ciò.
Però, dopo le abbondanti nevicate in montagna che hanno fatto di quella 2017-2018 una ottima stagione per il turismo invernale e una raccolta imponente di acqua (oggi sul Carlino una fotografia della diga di Ridracoli che tracimava, tanta acqua si era accumulata), anche Bologna ha avuto la sua spolveratina.
Niente da paragonare anche a nevicate del recente passato (penso al 2009 o al 2012) ma abbastanza da dare al paesaggio quel sapore a mezzo tra la nostalgia e la tranquillità di cui abbiamo tanto bisogno nell'epoca in cui, per colpa degli strumenti diabolici di internet, siamo tempestati di richieste, consigli, inviti e che trasformano anche il lavoro in una specie di catena di montaggio con ritmi che non consentono una seria riflessione.
La neve cancella tutta la frenesia del mondo.
Forse anche perchè si è costretti ad uscire a piedi ed a camminare lentamente se non si vuole finire a gambe all'aria e, allora, tutto si rallenta, tutto diventa migliore.